Comincio col dire che il grande risultato sulla peste Suina in Sardegna è della Giunta Pigliaru ed è un risultato di Pigliaru contro tutti, me compreso.
Quando Pigliaru volle Laddomada a capo dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna, il Pd voleva un’altra persona e chiese sostegno a tutti i partiti della coalizione. Pigliaru resistette. Alberto Laddomada è dagli anni Ottanta che si occupa di Peste Suina e ha maturato un’esperienza europea che altri non hanno.
L’ispiratore scientifico della lotta alla Peste suina è stato lui.
L’uomo che ha governato e condotto la battaglia è stato Sandro De Martini, Direttore generale della Presidenza con Pigliaru e capo della struttura di missione.
La squadra ha abbattuto circa 5.000 maiali allo stato brado. Molti si schierarono contro gli abbattimenti; molti sindaci; molti giornalisti; qualche antropologo; in ultimo, l’attuale Presidente della Regione, che parlò della necessità di finirla con gli “incappucciati”.
Bisogna dirlo chiaramente: la Sardegna voleva stare a “Su Connotu” e ci volle tutto l’odio positivo di cui Pigliaru era capace verso il mondo rozzo della Sardegna (quello stesso di cui tanti accarezzano la pancia in nome di tradizioni, di consuetudini, di ideologie del suono gutturale, della misurazione della forza più che del cervello, del bevi che ti fa bene, dei politici che devono fare quello che diciamo noi ecc. ecc.) per resistere e combattere.
Quella poco nota è la parte miserevole (mi stava venendo da dire “miserabile” ma vengo sempre corretto dal lato cristiano che mi annichilisce la parte brutta del sangue, ma non del tutto) di questa storia.
De Martini a febbraio (per lo meno, così risulta agli atti), comunica al Presidente della Regione che da più di un anno non si registrano nuovi casi di peste suina. Allega una relazione che andrebbe mandata al più presto al Ministero della Sanità per avviare il percorso che consentirebbe di esportare di nuovo carne e prodotti suini. In sostanza la relazione dimostra che la malattia non è più, in Sardegna, tra i maiali, come pure che non si può escludere sia ancora tra i cinghiali, ma che il monitoraggio è comunque negativo. È un risultato enorme per la produzione della ricchezza sostenibile in Sardegna. Tempestivamente gestita è una manna dal cielo per chi produce carne suina e suoi derivati.
È una notizia positiva, troppo positiva, e per di più notevole per Pigliaru, De Martini, Laddomada. Che succede? Un beneamato nulla (qui è intervenuto il lato cristiano a depurare la definizione del soggetto, che l’altra parte voleva designare in forma organica).
Passano i mesi e tutto tace, il Covid impera e nessuno impara dalla serietà con cui si è combattuta in Sardegna questa atavica epidemia che Ilaria Capua, la virologa italiana perseguitata da una magistratura di colossale ignoranza (non ne mancano esempi viventi e operanti), aveva indicato come la più pericolosa nel caso avesse fatto il salto di specie.
A questo punto, De Martini rimanda la relazione sulla situazione di aprile (invariata rispetto a quella di febbraio), ma questa volta si dimette. Poi arriva l’interrogazione del deputato 5 Stelle Manca, e solo dopo questo innaturale casino il Presidente Solinas ringrazia De Martini e manda finalmente la relazione al Ministero della Sanità oltre che congratularsi con tutti coloro che si sono adoperati ecc. ecc. Requiem aeterna dona eis Domine… Anche Laddomada si dimette.
Questa è una storia un po’ ignobile, rappresentativa di come si può essere piccini piccini nel concepire il potere.
Non si dà corso alle cose giuste finché a condurle non è un proprio uomo? Allora è successo qualcosa di molto grave ai neurotrasmettitori, la fame atavica di ruoli, il richiamo digestivo, il colon, tutto questo ha sopraffatto la corteccia cerebrale, l’intelligenza, il buon senso, il senso dello Stato (il nostro) e della Nazione (la nostra). E adesso che si farà? Si continuerà a monitorare oppure no? Chi si manderà a parlare con l’Unione Europea? La Murgia? Auguri! Nieddu? Doppi auguri carpiati a destra.
Noi, noi sardi, dobbiamo imparare da questa battaglia per il momento vinta: non è vero che ciò che abbiamo sempre fatto è giusto. Spesso è causa di miseria e asservimento e bisogna avere la forza e il coraggio di cambiare. E dobbiamo capire che l’ossessione del potere e del controllo è la peggiore patologia degli uomini di potere, soprattuto di quelli scaltri ma inadeguati.
La peste è ancora nei selvatici e dato che ancora oggi siamo pieni di allevamenti non censiti è evidente che la dichiarazione che il lavoro si è concluso bene è una farsa.
Basta non controllare e far finta di non vedere e voilà qualsiasi epidemia scompare.
Bravi, da applauso.
La lotta per il potere, anche misero. L’ammantarsi dei successi altrui.
E’ vero, c’è chi ci mette la competenza la faccia e anche il fegato per realizzare un sogno (ormai tale era diventato) che poi arriva chi, incompetente e incapace non riesce nemmeno a raccogliere i frutti o farli godere a tutti gli amministrati. Inoltre c’è il rischio che si perda anche la struttura faticosamente costruita.
O vogliamo parlare di come l’Istituto Zooprofilattico è stato coinvolto nella pandemia?
Sèmpere impantanaos, aciuvaos e allupaos in cosighedhas de segamigasu, cosas de miseredhos, prus de bidhúnculos chi no de Sardos, de vista a bàtoro pódhighes de su bicu de su nasu.