Come era facile immaginare, il nuovo Segretario generale della Regione Sardegna è un romano, con pedigree governativo di assoluto rispetto (tanto che, temo, sarà lui a tenere i rapporti con le strutture governative). Si chiama Saverio Lo Russo, fino a ieri ha svolto la funzione di Direttore Generale dell’Ufficio per le attività di segreteria della Conferenza Stato-Regioni; non proprio un quidam de populo.
Non c’è da stupirsi per la nomina.
I sardi (che si fanno fare di tutto senza battere ciglio) non hanno eletto un re con il senso alto dell’esercizio dell’autogoverno; hanno eletto una contessa che, per quanto di rango la si voglia o possa considerare, è vassalla e deve pagare un tributo al suo signore; e lo ha pagato subito.
Il bello è che l’ideologia della dipendenza elimina ogni pudore autonomistico.
La Presidente Vasa Vasa ha dichiarato: «L’ho scelto perché è la persona che ha impugnato le leggi regionali negli ultimi anni, conosce molto bene quali sono i punti di debolezza e saprà molto bene consigliarmi nelle cose che non dovrò fare» (Fonte Ansa).
È bellissima questa dichiarata scelta di subordinazione.
Per difendere la Sardegna scelgo colui che ne è stato il carnefice. Un capolavoro di masochismo. A Roma hanno comprato un inginocchiatoio dedicato alla Sardegna, in ebano, con i Quattro Mori incisi a fuoco.
Tuttavia, come cantava Cocciante, ‘era già tutto previsto’; io non ne voglio alla Todde. Come lo scorpione traghettato dalla rana si giustifica di ucciderla appellandosi alla sua natura, non si può chiedere a chi nasce Conte di diventare improvvisamente re. La natura è natura.
Una cosa sola mi ha ferito nel profondo delle dichiarazioni di Vasa Vasa, questa frase: «Se le cose in questi anni fossero andate bene e noi ora mettessimo mano a equilibri funzionanti, capirei le critiche, ma stiamo affrontando una situazione disastrosa per cui mi concentro sulle competenze» (Fonte Ansa).
La Presidente si è appena insediata, non sa nulla della macchina regionale, non conosce gli ottimi dirigenti messi alla porta da Solinas e ben capaci di fare il Segretario generale. Non si è data il tempo di conoscere né la macchina, né gli autisti; però con la superficialità ontologica che la contraddistingue, ha di fatto attribuito la ‘situazione disastrosa’ (questi grullini contano gli anni e giudicano la storia dal loro avvento al potere, prima era tutto un disastro…) ai dirigenti e funzionari sardi che sono incardinati nella amministrazione regionale. Diversamente non si spiega perché non li abbia neanche presi in considerazione. Questo è ingiusto, sommamente ingiusto, perché bisogna saper distinguere e capire prima di giudicare. La presidente ha pagato il tributo prima di conoscere i suoi cavalieri e, come primo provvedimento, ha chiamato uno che sicuramente conosce l’amministrazione centrale statale, ma che è ragionevole pensare sappia poco o nulla dell’amministrazione sarda. In più, lo ha fatto dichiarando nei fatti la sua sfiducia nell’amministrazione regionale. Un capolavoro, davvero, un bambino avrebbe fatto meglio. Tristissimo, poi, che gli assessori con esperienza politica abbiano assentito. Quando ci si piega una volta per un po’ di gloria effimera, si è disposti anche a perdere l’onore.
@ Piero Lei dice queste enormi sciocchezze solo perché protetto dall’anonimato. Sono pensate da vigliaccone da tastiera. Lei confonde il lavoro con la rappresentanza politica. Mi indichi un solo assessore regionale nominato da Lega e centrodestra, non residente nelle regioni di riferimento. Manco uno. E sa perché? Perché il decentramento amministrativo nasce per il principio costituzionale della sussidiarietà, che consiste nel rendere ciascuno responsabile nell’ambito delle possibilità del suo agire, e nel soccorrerlo nelle funzioni superiori. Secondo il metodo grillino, i sardi non sanno governare la loro sanità e io questo lo contesto. Imbecille.
Quindi in Lombardia tutti funzionari lombardi? Insegnanti lombardi? Capistazione lombardi?
Lo dica a tutti i sardi che lavorano in Regione Lombardia o nelle scuole lombarde.
Questo razzismo ha rotto gli zebedei.
Ripete le stesse cose che diceva Bossi, con quarant’anni di ritardo.
L’elettorato sardo si è pronunciato; perciò abbiamo cio’ che ci meritiamo. Aspetto i fatti, ma i presupposti non fanno ben sperare…. Certo se in questa tornata elettorale avesse vinto Soru, sarebbe stato meglio!
……quando i compromessi sono più numerosi e di valore superiore alle corrette ordinarietà amministrative , è chiaro il disegno di sudditanza ;
speriamo sia solo sudditanza contiana passeggera e non siano le premesse di favoritismi e svendite a carico della Sardegna e dei sardi ; ma è ancora presto per capire il reale disegno : se mai c’è ne sia stato uno o le improvvisazioni a soggetto che davvero possono seguire le nomine dei vari papi stranieri . Il PD e le altre forze pseudo progressiste non hanno nulla da recriminare ? Fino a che punto lasceranno che la presidente sia libera di fare e disfare in barba ad ogni naturale aspettativa ?
Caro Prof., rinnovandoti la stima per tutto ciò che fai ogni giorno qui, dico, fosse solo la nomina del direttore generale il problema di questa roba, ci sarebbe stato modo più in là di ricredersi, ma per dirla con un mio conoscente : “non bisogna bersi la botte per capire che vino c’è dentro”.
Vedremo come reagirà l’amministrazione regionale.
Sa “ideologia” de sa dipendhéntzia est su cancru de is Sardos a abbitùdine fossilizada cun allenamentu (e ringratziamentu cun murrùngiu) continuato e illimitato, siat chi siaus Vassalli o Valvassori o Valvassini.
Su “Valvàsini” e “Salvasini” est garantiu a totus.
Dhue at una manera de nàrrere (de “orgoglio” sardu!!!…): «A su molente sardu dhu futis una borta ebbia» e però molentes sèmpere, cun «orgoglio» e mancari «medaglia al merito» o cun su “praxere” o dolore de su futimentu.
Tanti… a mòrrere giai depeus mòrrere totus e… su chi est TIP est TAP: no s’ischit it’est, ma Tip e Tap est.
De s’isfrutamentu e domìniu e miséria chi est ndhe aus fatu un’abbitùdine mìsera e miseràbbile, seus unu “vuoto a pèrdere”, mancari disponìbbile a imprènere e prènere cun totu is avantzos po serbire a muntonàrgiu, o fintzes de imprènere e imbovare cun promissas, sèmpere de malu pagadore, promissas a “futura memoria”, o de iscagiare “a ciclo continuo” e “riciclare” cun àtera eticheta (sèmpere “scelti” coment’e “plastica”, o “carta”, “vetro”, “umido” o “indifferenziato” segundhu su partito tricolore, fintzes cussu de is indifferenti o chi no ischint mancu inue portant is peis e prus pagu sa conca, coltivaos in d-un’iscola po indifferenti fintzes cun diploma e laurea.
Sa chistione est chi is Sardos, chi siaus totus própriu àliga “indifferenziata” de fuliare o nono, no seus pentzandho a nosi guvernare ma chi àtere e mancari su buginu dhue pentzet. Ca de su Buginu portaus sa fune in su tzugu.
It’est una elementare dignidade, de cristianos e no de animales, e necessària doverosa e urgente necessidade, diritu e dovere, libbertade e responsabbilidade umana fintzes in su mundhu de oe no dh’ischeus, paret ca no nosi serbit a nudha o no dha cumprendheus; e, a parte su casinu mannu de is partidos de categoria ‘politica’ (chi paret giai sèmpere demogratzia de furriare méngius a ditadura o presidentzialismu a sa “Benito” forte), est una dignidade chi no nosi at imparau e no nos’imparat mancu sa “categoria” ‘sacerdotale’, totu trancuilla si no prexada in s’iscallamentu de is Sardos in s’iscallatóriu italianu.
Chi siaus destinaos a essire fintzes ‘santos’ (coglionizados ma ‘santos’) po sa passiéntzia e dignidade molentina?
Iat a èssere custu puru a èssere cristianos de Gesugristu?
Una domanda, il sig. Lo Russo “Direttore Generale dell’Ufficio per le attività di segreteria della Conferenza Stato-Regioni” con tutte queste competenze non aveva trovato ancora nessuna Regione lo assumesse.
….giustamente fai notare il Resto della Giunta che ha lasciato fare …. ma anche che il Resto del Consiglio NON avrà nulla da ridire.
Fosse solo la Regione, potremo anche prendercela con i politici e sostituirli, ma essendo tale situazione ovunque vi sia un minimo di potere e gratificazione monetaria, dobbiamo prendercela con noi stessi. Un sardo capace è inviso ai sardi che si alleano con chi è venuto dal mare e… diceva un detto che conoscevano i vecchi ma i giovani moderni hanno scordato, ruba!!!
I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere veramente pericolosi: sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e ad obbedire senza discutere. Così citando Levi si potrebbe inquadrare l’ambiente nel quale purtroppo si innesta l’ennesima “distorsione” senza che le persone di buona volontà sentano la necessità di non poter consentire oltre…
Ricordando Primo Levi.
Se la Todde avesse affermato in campagna elettorale che il suo primo atto sarebbe stato quello di nominare un dirigente statale non sardo nel ruolo di segretario generale della RAS, il suo vantaggio di 2700 voti su Truzzu non sarebbe mai esistito.
Quando lei, professore, dice che in Regione ci sono validi dirigenti sta dicendo la verità, altrimenti in questi anni, di legislature infelici, il sistema sarebbe crollato del tutto. Se ha retto nonostante le difficoltà, è grazie a bravi dirigenti e funzionari che svolgono silenziosamente il loro onesto lavoro quotidiano. Ma alla politica conviene dire che è sempre colpa della macchina rotta, mai dell’autista, talmente scarso che riesce a cappottare in parcheggio.
Una sorta di Bogino amministrativo moderno,
complimentos meda meda….
Parmenide Pilloni ha riassunto riassunto perfettamente il mio pensiero, grazie.
E questo è il rapporto con i poteri statal-burocratici; vediamo un po’ , da ora in poi, l’autonomia verso i poteri statal-economici: innovazione, transizione “ecologica”, trasporti e grillo cantando….
Si, cantava proprio bene il grande Cocciante ” era già tutto previsto ” …/…
mai come ora il governo della Sardegna é In mano a Roma
Dove tutto hanno governato i “grilli” è finita a schifo,,,,,,, augurius mannus Sardinia,,,, kusta si narada ammiculu,,, ma Is fascistas funti is’ atrus
Che dire…..caro Professore, non poteva esserci sintesi migliore.