Capitano giorni nei quali ci si può chiedere perché i quotidiani siano stati pubblicati, posto che non raccontano nulla di ciò che di rilevante è accaduto.
È il segno del vuoto per pieno dell’età della comunicazione: sono così tante le informazioni che sembra non ve ne siano e il pieno, il fastidioso pieno quotidiano che bombarda le menti di tutti, si trasforma in un rassicurante e sonnacchioso vuoto.
In questo paradiso della disconnessione cerebrale, è evidente che non si notino le cose più stupide e ardite, non per difetto di osservazione, ma per le loro indubbie capacità mimetiche nel contesto dato.
Va detto, per onore della verità, che una delle conseguenze più subdole dell’esercizio del potere è poter fare cose ostili alla logica, al buon gusto e alla bellezza. Tuttavia, per scansare questo rischio, occorre essere intelligenti, cosa imperscrutabilmente non diffusa in natura.
Quando poi accade che si sia sempre preoccupati di apparire più di quel che si è, la frittata è fatta: si diviene capaci di uscire vestiti in boxer e farfallino pensando di indossare un frack.
Ieri notte, mentre combattevo il vuoto spinto dei tempi, mi sono imbattutto, come Orazio in un suo conoscente, in questa delibera di Giunta. La genialata decisa consiste in una campagna pubblicitaria, per la quale si indica il capitolo di spesa ma non l’importo (e già qui siamo al circo), che dovrebbe alla fine indurre più persone a scegliere la Sardegna come meta turistica. A luglio! Non a gennaio, a febbraio o a marzo, a luglio! Questo l’obiettivo, dunque: orientare chi, a luglio, ancora non ha deciso dove andare, a venire in Sardegna. Perfetto.
Il contenuto di questa campagna è la sicurezza sanitaria della Sardegna e la sua bellezza. Quindi da una parte l’app di Sardegna Sicura, dall’altra la bellezza dei luoghi, con il chiaro tentativo di usare i secondi per aumentare i download della prima.
Lo strumento è un video, commissionato alla Sardegna Film Commission, con le immagini tratte dai film già sponsorizzati, della durata di 30 secondi e rigorosamente fatto in casa, cioè non affidato a una società specializzata, no, fatto in casa.
I luoghi di diffusione sono le solite televisioni nazionali, il web e gli schermi degli aeroporti.
Non esiste un solo esperto di comunicazione che possa certificare che questa iniziativa abbia la benché minima probabilità di avere successo. È una “tontesa” da bricoleur, un farfallino sul collo di un uomo in mutande.
Tuttavia è il segno dei tempi: chi è legittimato al governo può legittimamente fare anche cose stupide e può farle anche in tempi drammatici, grazie a questa giuliva vacuità che ciclicamente occupa le spiagge e le stanze del governo.
Non ho visto il filmato, ma in fatto di marketing, la Sardegna parte sempre da zero. Non impara dagli errori. Oppure impara le cose sbagliate. La Sardegna da sé fa impatto visivo, uditivo ed olfattivo. Credo che un brillante esempio di questo potere viene dal film promozionale della birra sarda. Esemplare. Credo abbia fatto più quello spot di dieci giunte regionali, in termini di promozione efficace. Posso dire anche che, sebbene efficace, lo spot non è esente da critiche, la prima e più importante è la scelta del bianco e nero. La Sardegna è luce e colore non luce e buio. Potrei continuare ma annoirerei il lettore. Insomma, mettendo insieme tutto, credo che abbiamo la possibilità di rendere la Sardegna una meta appetibile per i turisti di tutto il mondo. Basta metterla in primo piano.