La magistratura osa entrare nell’università di Sassari mentre essa celebra la sua forte interconnessione con la politica locale. Non si era mai visto un Rettore che fa una conferenza stampa con un Sindaco per la nomina degli assessori. Sono piani differenti, che sarebbe ben non mischiare. Nelle aule universitarie si insegna e si impara a capire la realtà, in quelle comunali a gestirla. Il primo sapere ha l’ambizione di svolgersi secondo metodi universali, il secondo è un agire fondato sul consenso e sul conflitto delle interpretazioni. Un Rettore che fa una Giunta municipale è come l’arbitro che va in curva sud.
Mentre accadeva tutto questo, ecco che la magistratura di Sassari avvia un’inchiesta, pare di rimbalzo da un’inchiesta partita da Firenze, sul reclutamento di un ricercatore e di un assegnista. Non credo che ne verrà fuori granché. I concorsi universitari o vengono illuminati nel loro svolgersi o a posteriori risultano sempre perfetti. C’è però da chiedersi come mai ciò che ha uno stimolo esterno, viene comunque sviluppato, mentre ciò che ha un’evidenza interna viene ignorato. Ancora oggi sul sito dell’Amministrazione trasparente dell’Università di Sassari sono inesistenti per il 90% dei membri del Senato accademico, e gravemente lacunosi per il Rettore. In particolare, per quest’ultimo, manca completamente il quadro dei rimborsi per le missioni e almeno quelle cinesi, molto propagandate, dovrebbero esserci. Invece no.
Tuttavia la pentola bolle e nonostante i grandi sforzi di far finta di niente con autocelebrazioni corroborate da un grande fiancheggiamento del quotidiano locale, prodigo di prime pagine più che di vendite, il diritto alla trasparenza è lì, incombente, rinviato e non copribile con operazioni di chirurgia estetica realizzate con inconsuete conferenze stampa. Infatti, poi, il destino si vendica: proprio durante il trionfo allorato e compassato della nuova Giunta, toh, ecco che arrivano le Fiamme Gialle a guastare la festa e a ricordare che il tappeto può raccogliere sotto di sé la polvere fino a un certo punto, poi trasuda. Ovviamente il quotidiano specializzato in peana e non in vendite è costretto a riportare la notizia e lo fa con un invisibile francobollo in prima pagina e un articolo a pagina 19 (come dire quasi alla pagina dei necrologi) nel quale, udite udite, ci si affretta a dire che il rettore non è coinvolto nell’inchiesta. E chi aveva dubbi? Nessuno, ma la specializzazione peanistico-alleluiatico-encomiastica del giornale ha sentito l’indifferibile bisogno di affermarlo. Non allo stesso modo ha avvertito il bisogno di andare a vedere tutto il contenzioso che a Sassari si è sviluppato su reclutamenti, chiamate, incarichi ecc.; un allargamento dell’orizzonte non serve, troppa luce.