Leggo oggi sui giornali che mille studenti (numero impressionante) della mia università hanno presentato un documento, in discussione nella seduta del Senato accademico prevista per il prossimo 30 gennaio, nel quale chiedono «di adottare una risoluzione di solidarietà con la popolazione di Gaza e con tutte le vittime civili, condannare le punizioni collettive e l’incessante attacco ai civili, alle istituzioni educative e agli ospedali in quanto beni di carattere civile ovvero non militare, impegnarsi in atti tangibili di solidarietà e partnership con le istituzioni universitarie palestinesi, affermare che per porre fine alla violenza si deve porre fine alla sua causa principale: l’apartheid e l’occupazione israeliana dei territori palestinesi.(…) Infine, bisogna rendere noto che l’Università di Cagliari ha un accordo valido fino al 2024 con l’università di Haifa. Quest’ultima si rende responsabile della strategia di pulizia etnica israeliana e del regime di apartheid, dando assistenza speciale agli studenti che hanno partecipato all’attacco a Gaza del 2008, accogliendo delle basi militari all’interno del suo campus e avendo ospitato numerose conferenze sul “problema demografico” in Israele, un eufemismo per il progetto di pulizia etnica dello stato israeliano nei confronti della presenza di un numero troppo elevato di palestinesi sul suo territorio. A tal fine chiediamo: Di rescindere l’accordo di ricerca con l’Università di Haifa e ogni altro eventuale accordo; Di rendere noti eventuali altri accordi in corso con le università israeliane non presenti sul sito www.unica.it e di aggiornare lo status di quelli attualmente presenti, ai sensi dei principi di trasparenza, pubblicità e accessibilità dell’attività amministrativa sanciti dal Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33; Di rendere noto il possibile rinnovo degli accordi attualmente scaduti».
A questa enormità, ha risposto l’Università, con una nota della quale a ora (ore 6.51) non trovo traccia nel sito istituzionale, in cui “ribadisce e afferma con forza e determinazione la sua vocazione di luogo di ricerca, di studio e di alta formazione, un luogo inclusivo dove vengono accolte tutte le componenti della società civile. Pertanto, è evidente che nessuna presa di posizione netta possa essere assunta nei confronti di ideologie politiche, né contro né a favore”.
Sono affranto. Mi chiedo se ci sia ancora posto per me e per gente come me.
Gli studenti chiedono di interrompere i rapporti con le università israeliane, cioè chiedono di militarizzare i rapporti culturali, gli unici al mondo che possono parlare un linguaggio diverso da quello delle armi? E poi e soprattutto perché con quelli israeliani?
Con quelli iraniani no?
Non sanno gli studenti che l’Iran, il paese che finanzia Hamas e Hezbollah, che ha concorso, per sua dichiarazione, a pianificare l’assalto del 7 ottobre con le violenze sessuali e le decapitazioni annesse, in Iran, dicevo, si massacrano di botte e si impiccano le donne se mostrano i capelli?
Sanno gli studenti che in Iran impiccano gli omosessuali?
E perché non interrompere i rapporti anche con gli atenei russi?
Perché gli studenti non parlano con i loro professori di russo per farsi spiegare che cosa sia la Russia di Putin?
E perché gli studenti non dicono una parola sugli ostaggi ancora nelle mani di Hamas?
Perché non parlano con i loro professori di storia e imparano a distinguere tra Israele e Netanyhau?
Sanno che nelle università israeliane la teoria dei due stati è la più diffusa e la più sostenuta? Oppure anche loro sono contro l’esistenza stessa di Israele, come Hamas?
Ma gli studenti sono studenti, persone in formazione alla disperata e bellissima ricerca di senso.
L’Ateneo è altra cosa.
Sono mesi che mi trattengo dal dire pubblicamente ciò che penso di alcune cose accadute nella mia università, ma il comunicato di cui danno oggi notizia i giornali è per me indigeribile. Non so chi l’abbia scritto. So che è stato diffuso come comunicato ufficiale e ciò mi offende.
È un comunicato privo di cultura, di consapevolezza.
Come si fa a dire che l’Università non può assumere alcuna posizione netta nei confronti di ideologie politiche, né contro né a favore?
Ma scherziamo!
Chi ha scritto questa stupidaggine non frequenta le nostre aule, perché noi prendiamo ogni giorno posizione dinanzi alle ideologie, perché le valutiamo, le giudichiamo, le insegniamo come processo storico; noi siamo la sede del relativismo positivo, cioè la sede dove non si afferma che poiché esistono posizioni contrapposte, nessuna delle posizioni è vera.
Noi insegniamo, con Hume, che dai fatti non discendono prescrizioni, cioè che non vi è alcun fondamento razionale di qualsiasi assolutismo.
Noi insegniamo che questa è la base della libertà di coscienza; noi insegniamo che l’unica strada per la comprensione del vero è il confronto delle interpretazioni e che il pluralismo e la tolleranza sono gli unici metodi e sistemi che lo consentano.
Noi non siamo la Svizzera rispetto al dovere di capire e al dovere di insegnare come si può capire senza ledere la libertà dell’altro di fare altrettanto.
Noi siamo il luogo che insegna a scegliere e dove si prende posizione.
Noi insegniamo l’infondatezza razionale di qualsiasi assolutismo.
Nelle aule universitarie si prende posizione contro il fascismo, il comunismo, il razzismo, il militarismo, altro che se si prende posizione!
Noi nasciamo per prendere posizione e per insegnare a farlo razionalmente.
Questo sono come docente e questo intendo restare.
@ Jerome L’ideologia è una pretesa di perfetta adeguatezza della mente alla realtà che ha generato mostri e tante vittime. Legga almeno Popper per capirne le conseguenze. Lei continua a ignorare che il 7 ottobre c’è stata una vergognosa e ignobile azione terroristica, che Hamas ha collocato i suoi centri di comando e controllo sotto gli ospedali e le scuole e dentro una città in modo da schermarsi con la popolazione dal conflitto armato. Che poi la guerra sia una brutalità inaudita cui contrapporsi, non sarò io a negarlo, ma la pace non si costruisce facendo finta di ignorare che cosa sia Hamas, chi lo finanzi e per quale scopo. Resto in attesa di verificare che lei abbia il coraggio e la dignità di svelare il suo nome e di dire nome e cognome delle persone che ha giudicato ignobili. Faccia uno sforzo, sia giusto.
Rifletto sulla risposta, egregio Professore, che però riconferma le sue posizioni. Posto il sacrosanto diritto di protestare, non capisco perché non lo si possa dare interrompendo le relazioni universitarie.
Io non so, e presumo neanche lei, quale sia il pensiero dominante in quella università di Haifa. Leggevo tempo fa (ma non ricordo la fonte) che Netanyahu godeva di oltre il 65% di consenso e che le poteste contro di lui non erano certo per una soluzione di liberazione degli ostaggi attraverso una trattativa “due popoli due Stati”, ma per la sua lentezza nella applicazione della “soluzione finale”.
E se i nostri studenti, nei loro colleghi israeliani abbiano “fiutato” questa idea di soluzione?
Certo è una azione forte, ma almeno non è la solita ed ormai inutile manifestazione studentesca.
Sul secondo punto ribadisco : la possibilità di considerare globalmente la situazione e tutti gli aspetti (e quindi poi di fare sintesi) non è del genere umano. Siamo imperfetti e, a mio parere, ci sta anche una politica fatta di azioni “a piccoli passi”.
Per quanto alla “ideologia” ritengo che il termine non debba essere utilizzato in senso dispregiativo.
L’ideologia non è nient’altro che il nostro filtro mentale, costruito attraverso le esperienze e gli insegnamenti.
Nessuno ne è libero. Se nella ideologia dei nostri studenti alberga l’idea che è disumano e deprecabile vendicare la propria rabbia su degli innocenti… Ben vengano le ideologie.
Concludo: mi sarebbe piaciuto se i nostri MILLE (studenti) fossero partiti da QUARTU.
Un saluto
@ jerome Dico che non mi ha letto bene. Che gli studenti protestino contro la guerra a Gaza e contro l’emergenza umanitaria che una guerra combattuta dentro una città, con le strutture militari di Hamas nascoste nel sottosiolo e i carri armati di Israele che ci sparano sopra, sta determinando, è un diritto sacrosanto. Io ho contestato l’idea di interrompere i rapporti con le università di Israele nonché il metodo di non analizzare complessivamente la realtà, ma di valorizzarne solo le parti funzionali a un discorso ideologico.
Egregio Professore
Questa volta mi trovo in disaccordo con lei.
Troppe sono le storture nel mondo, tutte meritevoli di condanna, di denuncia e di contrasto. Lei ne cita alcune solo con il solo fine di dimostrare, non so perché, una sorta di illegittimità o inopportunitá della protesta studentesca per non essere onnicomprensiva nella lotta alle tragedie nel mondo.
Fanno bene a protestare gli studenti contro il massacro della popolazione palestinese. É protesta solo per una delle bestialità umane? Meglio poco che niente.
È chissà, se dovessero avere un risultato, magari potrebbero un altro giorno protestare contro le torture in Iran.
Che dice?
Dopo leggo l’articolo. Adesso dico solo che abbiamo una bandiera in meno da sventolarehttps://www.unionesarda.it/news-sardegna/e-morto-gigi-riva-w30jbqzm
Purtroppo la situazione in Israele evidenzia le contraddizioni che tutti noi abbiamo dentro. Sono favorevole al diritto di Israele ad esistere, a difendersi come meglio crede (trovo curioso che molte persone in Italia dal loro divano vogliano insegnare agli israeliani come ci si difende dai terroristi) ma allo stesso tempo non sono d’accordo con la politica generale dell’attuale amministrazione israeliana nei confronti della questione palestinese. Altri sono contro i femminicidi, contro i regimi oppressivi, a parole, ma sostanzialmente non prendono nettamente le distanze nei confronti di Hamas, dell’Iran, della Russia ecc. ecc. Per fortuna in Italia possiamo ancora dibattere, si spera sempre civilmente, su queste questioni. La storia ci insegna infatti che quando la situazione precipita si devono fare scelte di campo nette e il dibattito finisce.
Ancora? Cito dalla sua fonte. Lei vuole proprio minimizzare: The final death toll from the attack is now thought to be 695 Israeli civilians, including 36 children, as well as 373 security forces and 71 foreigners, giving a total of 1,139.
Tante persone nell’immediatezza sono state date per morte. Ora, 3 mesi dopo, sono le stesse fonti ufficiali israeliane a certificare numeri diversi. Tutto qui. Senza minimizzare.
https://www.france24.com/en/live-news/20231215-israel-social-security-data-reveals-true-picture-of-oct-7-deaths
https://www.haaretz.com/haaretz-explains/2023-10-19/ty-article-magazine/israels-dead-the-names-of-those-killed-in-hamas-massacres-and-the-israel-hamas-war/0000018b-325c-d450-a3af-7b5cf0210000
Mi pare non serva altro. Perché lei si ostina a minimizzare il 7 ottobre?
Non voglio certo minimizzare, ma i civili israeliani uccisi secondo Tel Aviv sono in realtà 695 (secondo l’agenzia di sicurezza sociale israeliana – fonte France24), e circa la metà di questi al Rave (364), che sappiamo ormai selvaggiamente bombardato da IDF, con una settantina di auto in fuga incenerite. I minori uccisi sono in tutto 36, ma 10 di questi vittime dei razzi balistici di Hamas.
Tutto questo a fronte di oltre 23.000 morti palestinesi, 7.000 dispersi, 60.000 fra persone ferite e mutilate per sempre. E 5.000 persone sequestrate in carcere.
Sono queste proporzioni a far perdere la ragionevolezza e generare odio e risentimento per le prossime generazioni.
Che poi si possa estendere ad altre dittature o pseudo democrazie popolari va bene, ma l’elenco sarebbe troppo lungo e dovremo iniziare da alleati strategici dell’occidente tipo l’Arabia Saudita o la Turchia.. e non mi pare verosimile
Finora ho commentato sempre firmandomi cone Alberto. Siccome non condivido nulla di quello che ga scritto un altro Alberto poco fa, da oggi cambio nome, firmerò cone Alberto M. grazie
I civili di gaza esultavano quando i terroristi hanno condotto gli ostaggi all’interno della striscia e esultano ogni qual volta un ebreo viene ucciso. Non mi pare di aver visto simili cose a Tel Aviv.
I civili di gaza hanno votato per Hamas che da quando ha preso il potere non ha più permesso libere elezioni e non mi pare che gli stessi civili abbiano mai manifestato contro hamas. A contrario l’attuale governo israeliano è stato bersaglio di tante e tali manifestazioni contrarie, da parte dei civili israeliani, che non si contano più.
A voler tacere del fatto che a mio parere gli studenti che hanno sottoscritto quel documento sono gli stessi che manifestano contro il patriarcato, la discriminazione nei confronti di gay ecc e quant’altro. Dimenticandosi che tutti gli stati o le monarchie teocratiche alleate con hamas sono la più becera espressioni della violazione dei diritti delle minoranze. Ma mai una manifestazione o un documento contro tali governi. Troppo più semplice e più comodo prendersela contro le democrazie occidentali che giustamente consentono anche il dissenso.
Io di fronte questo so con chi stare. ottimo articolo.
@ JeanL No, non avrei firmato. Nella sua ricostruzione mancano tra gli innocenti i 1200 civili israeliani uccisi il 7 ottobre da Hamas.
Sulla segregazione dei Palestinesi sono d’accordo: è reale, ingiusta e ignominiosa. Io l’ho vista con i miei occhi e non ha alcuna giustificazione storica, tanto meno quella che sottolinea gli errori politici e militari della leadership palestinese. La si deve combattere. Come? Con la politica dei due stati. Io sono quanto di più distante esista dalla destra ortodossa ebraica e detesto il razzismo suprematista che la anima.
Sulla iniziativa del Sudafrica dinanzi alla Corte dell’Aja ho moltissime perplessità, di contenuto e di metodo. Mi piacerebbe vedere il Sudafrica impegnato a far la stessa cosa con la Cina.
Mi ha fatto notare che avevo tagliato parte del documento degli studenti: adesso l’ho integrato. Rilegga. Resto della mia idea, ma apprezzo il garbo del suo dissenso.
Il rispetto dei diritti umani è stato violato da Hamas prima e da Israele dopo, ed in misura assai maggiore: in ragione di questa ipotesi il governo di Tel Aviv è imputato alla Corte Penale internazionale.
I civili di Gaza sono vittime innocenti di una guerra scatenata contro islamisti di destra, i quali peraltro hanno vinto tutte le elezioni dal 2006 ad oggi; ciò è avvenuto perché l’Autorità palestinese era (ed è) un sistema corrotto e clientelare che ha utilizzato i finanziamenti UE per ingrossare l’amministrazione, moltiplicare i servizi di sicurezza ed ingrassare una piccola oligarchia, mentre gli israeliani costruivano nuovi muri, istituivano check point, e costruivano insediamenti illegali nei territori occupati. Purtroppo solo Hamas – con la stolta convinzione che unicamente il Corano potesse salvarli – si occupò di loro.
Il problema non è solo Netanyahu, ma il rapporto redatto in seno all’mm.ne G.W. Bush di Richard Perle, vero e proprio ‘piano di lavoro’ per il Likud, partito laico più interessato alla sicurezza ed dominio territoriale che all’identità spirituale ebraica; il Likud ha la grandissima responsabilità di aver favorito un fondamentalismo ebraico che ha portato la devastazione a cui assistiamo oggi.
Perdoni la faticosa premessa, ma ritengo che il comunicato degli studenti sia del tutto condivisibile e non richieda affatto di chiudere ogni rapporto con le istituzioni culturali israeliane. Forse da giovane studente avrebbe firmato anche lei.. o no?
@ Pigmalione. Io credo che lei sia perfetto nel rappresentare coloro che lei difende. Le decapitazioni sono propaganda? Le violenze sono propaganda? Sono ben consapevole di ciò che decise l’Assemblea nazionale delle Università Italiane, ma ho posto il problema del silenzio degli studenti sui russi, sugli iraniani, o anche lì non è vero che si ammazzano le donne che non portano il velo? Lei vuole decidere sulla Sardegna in base alle posizioni sull’Ucraina e sulla Palestina? Ottimo, si è sempre fatto così, con un pensiero con basi grette e pretese universali che nega le specificità sarde e inserisce tutto e tutti nel globalismo rivoluzionario. Io sto da un’altra parte, da sempre.
Noi insegniamo l’infondatezza razionale di qualsiasi assolutismo.
Nelle aule universitarie si prende posizione contro il fascismo, il comunismo, il razzismo, il militarismo, altro che se si prende posizione!
Quanta saggezza in queste parole Paolo!
Purtroppo per un certo popolo sinistroide è molto più facile prendere posizione ottusa a favore di una certa subcultura islamica e filocomunista, dimenticandone tutti i soprusi.
Libertè, egalité, fraternité.
Post deludente. In primo luogo perché mostra di non sapere che l’Università di Cagliari, come deciso dall’Assemblea nazionale delle Università italiane, nel giro di una settimana sospese ogni accordo con gli istituti russi. Infatti, si critica anche il doppiopesismo delle università italiane nel condannare unilateralmente l’evoluzione di un conflitto aperto dal 2014 e di cui si sono da parte occidentale costruite tutte le condizioni per mettere i russi spalle al muro, e dall’altra una voce flebile quando Israele procede con la distruzione di tutto ciò che sta davanti ai loro occhi, compresa l’uccisione mirata di un rettore e la demolizione di più sedi universitarie. Mentre i russi non hanno lanciato neanche un missile contro questi edifici, in due anni di conflitto.
In secundis, a distanza di tre mesi continua a dare per vere delle fabbricazioni propagandistiche senza alcuna fonte se non la fantasia, come la notizia sulle decapitazioni, o delle violenze sessuali, di cui semmai ci sono ampie testimonianze sia in questo conflitto, o più propriamente sterminio, sia nei decenni precedenti, di cui è stato autore lo Tsahal.
La disorganicità della coalizione soriana su principi così significativi e la presenza di liste che rappresentano posizioni apertamente ostili all’interesse collettivo, sull’Europa così come sull’economia, e a un orizzonte morale che come società dobbiamo perseguire, come nel sostegno al regime ucraino e allo sterminio israeliano in atto, è un elemento che rende quasi insufficiente il classico “turarsi il naso” , pur sapendo che ci sono all’interno liste che la pensano molto diversamente. Vedremo se a loro sarà data piena agibilità di esprimere le loro posizioni nel corso di questo mese.
Scusi Walter Congiu, ma le risulta che la Coalizione Sarda si occupi di politica internazionale? No perchè se così fosse inizieremmo anche a parlare dell’omogeneitá tra le forze del Campo Largo, che siedono in Parlamento su posizioni antitetiche
@ Walter Congiu Alleati di chi? Le risulta che io sia candidato? Io sostengo Soru che ha fatto un’alleanza programmatica sulle cose da fare. Ognuno che vi partecipa, mantiene la propria identità. Io ho la mia. Questa cosa la disturba? Io la trovo congruente con la mia idea del relativismo positivo.
@ Alberto Eccolo qua, mi stavo chiedendo quando il tipo, rigorosamente anonimo, alla Alberto avrebbe fatto la sua comparsa. Vede, io in Africa ci sono stato e ho anche pensato di rimanerci. Io ho visitato la vasca in cui venne sciolto Lumumba. Da come si esprime penso che lei non lo abbia mai fatto. Io non venero nessuno, ma se mi chiede se sto con la cultura europea, ci sto dai capelli ai piedi. Venga a lezione per impararla, se crede.
La Russia di Putin infatti, è la più “isolata” del mondo, coi BRICS.
In Africa Putin è detestatissimo, amano i francesi.
Mi chiedo cosa insegna ai suoi studenti.
Magari lei venera la Von der Leyen!
Può chiedere cosa ne pensano in merito i sui alleati di Rifondazione Comunista, Liberu ed indipendentismo anticapitalista terzomondista vario ed eventuale…
Grazie Paolo
Condivido ogni parola!
Giivanni
Purtroppo c’è tanta ignoranza e assenza di valori tra gli studenti e pure tra molti, troppi, dei loro insegnanti.
Poi è anche vero che ci sono raffinati e subdoli centri di disinformazione all’opera sui social, che oramai sono le biblioteche e le edicole dove i giovani attingono per farsi una opinione. Proprio in questi giorni i radicali, come sempre in desolante solitudine, lo stanno denunciando con forza nelle piazze italiane
Chicco Tirotto