Il 28 aprile, alle ore 16.05, la Direzione Generale dell’Agricoltura e dello Svilluppo rurale della Commissione Europea, nell’ambito del controllo della spesa delle risorse del 2021, ha scritto al Ministero dell’Agricoltura italiano e ad Argea (il documento si compone di 4 pagine e 5 Allegati e ha il protocollo CEB/2022/064/IT/RL304) e ha cominciato a elencare una serie di fatti molto gravi che qui sintetizzo, dal meno grave al più grave.
- Argea ha, nei pagamenti del FEARS, un tasso di errore del 6,6%,. Il tasso medio di errore consentito è il 2%. Quindi la Sardegna commette errori in misura tre volte superiore alla media. Siccome il Feasr ammonta a poco più di 800 milioni in 7 anni, significa che la Sardegna commette errori per 48 milioni nel settennio, cioè per poco più di 6 milioni all’anno.
- Argea ha restituito all’Europa 105.447 euro per ordini di pagamento non andati a buon fine per errato numero di conto bancario. Come questo sia potuto accadere, visto che i CAA hanno poco altro da fare oltre che controllare la regolarità degli estremi bancari, resta un mistero. Anche perché la Dg Agricoltura dell’UE fa tanti giri di parole, ma si fa capire nel dire e ripetere che i controlli, e i controlli in loco, da parte di Argea fanno acqua da tutte le parti (non mancano osservazioni in tal senso anche all’Ente certificatore che sembra predisporre i campioni dei suoi controlli secondo procedure diverse da quelle previste dai regolamenti UE. In questo porto delle nebbie dei controlli, è verosimile che i 105 mila restituiti siano la punta dell’iceberg, o il granellino sfuggito alla quadratura che dimostra che non si è riusciti a quadrare bene).
- Sono passati ormai 3 anni dal riconoscimento di Argea come Organismo pagatore e già l’Unione Europea denuncia che i criteri di accreditamento non sono rispettati o sono gravemente carenti. L’affermazione è gravissima, non solo perché l’Ente è commissariato per volontà politica e dunque non nel pieno esercizio delle sue funzionalità, ma anche perché è vigilato dall’Assessorato, responsabile di tenerlo in una condizione di minorità inefficiente.
L’Unione Europea è impietosa e rileva che lo stesso ente di certificazione ha dato solo 2 punti su 4 ad Argea nella valutazione del funzionamento dell’Ente, rilevando gravi carenze rispetto a: Risorse Umane, Delega per i controlli in loco, Attività di controllo per i controlli in loco, Monitoraggio continuo, Valutazioni separate per i controlli in loco. Insomma Argea funziona poco, funziona a metà. - Il dato più grave è l’ultimo. La Dg Agricoltura dell’UE ha svolto un ispezione (audit) dal 28 febbraio al 4 marzo 2022 sulla sicurezza dei sistemi informativi di Argea che si è conclusa con la rilevazione “di gravi carenze relative alla consapevolezza, alle procedure operative e alle responsabilità della sicurezza delle informazioni, registrazione e monitoraggio, gestione delle vulnerabilità tecniche, controlli di rete, continuità della sicurezza delle informazioni e revisioni della sicurezza delle informazioni”.
In sostanza: i dati di migliaia di agricoltori sono esposti e non ben protetti e gli operatori – gravissima l’accusa di carenza nella consapevolezza – non sono ben formati. Questo avviene nella più importante banca dati dell’agricoltura sarda, con nomi, cognomi, date di nascita, estensioni delle proprietà, conti correnti ecc. ecc. esposti in bella vista.
In ragione di tutto questo, la DG dell’UE propone di mettere sotto verifica (e non in libertà vigilata come scrive oggi, ahimé, L’Unione) Argea.
La responsabilità maggiore in questo annuncio di bocciatura e di revoca dell’accreditamento in assenza di robusti correttivi, è della Giunta e dell’Assessora, che continuano imperterriti a fare comunicati stampa tanto trionfalistici quanto infondati e che hanno interamente la responsabilità politica dell’uso improprio dell’istituto del Commissariamento, che oggi sarebbe giustificato proprio come rimedio estremo alle insufficienze politiche dell’azione di governo.
Gentile Paolo,
La riforma Soru era finalizzata a demolire L’ERRATA ( che dopo anni di difficoltà era riuscito a mettersi in carreggiata: al riguardo ho una testimonianza significativa del povero on. CARRUS che rispondeva a Soddu spiegandogli che con i nuovi ingressi di personale si era riusciti a investire l’inerzia) riuscendo a sostenere sia le attività di assistenza Tecnica ( che le OO.PP. vorrebbero per sé per farle a pagamento…vedasi patentino verdi..) sia a collaborare efficwcemente nella spendita celere delle provvidenze comunitarie.
A cosa sia servito spaccare L’ERSAT in due LAORE e ARGEA) e staccare il personale ex SRA per aggiungerlo ad ARGEA è sotto gli occhi di tutti: è l’equivalente della ritirata della FOLGORE ad El Alamein.
Adesso la Giunta Regionale, restituendo in modo caotico a LAORE parte delle attività che svolgeva come ERSAT non fa che rispondere confusamente e necessità reali..Poi…stranamente (non poi tanto a vedere a quale combriccola appartengono), nessuno sta ad indagare sul perché la Dirigenza ARGEA ha scelto il modello DELL’ENTE Pagatore Calabrese ( ultimo in Italia per performance…poi viene ARGEA), dopo aver speso anni e soldi di missioni ” in cambarada” in Veneto per studiare ed applicare il sistema AVEPA per noi ( che pure lo abbiamo denunciato a più riprese) è un mistero.
Così come è un mistero come mai la dirigenza LAORE ( vedi sopra) abbia fatto fallire l’ARAS negando il rimborso di circa €. 3.000.000 ( da noi denunciato a più riprese…in cambio siamo stati querelati dagli stessi), e nessuno abbia fatto niente ( giudici, giornalisti, politici di lungo e breve corso di ogni schieramento).
Per capire poi perché ARGEA non sia così appetibile basta chiedere a colleghi che prendono a stento €. 1.300 al mese e che, du fronte ai sempre più numerosi contenziosi penali e civili si vedono lasciati soli dalla dirigenza ( che invece può avvalersi del patrocinio degli avvocati interni…altra cosa da noi sempre denunciata e su cui nessuno ha ritenuto di esprimersi) che li chiama in causa come controparte, anche principalmente responsabile delle scelte adottate…
Cordiali saluti “a tottus” ( anche a chi parla per slogan…è la base della nostra libertà ” non la penso come te ma mi batterò a morte affinché tu possa esprimere la tua opinione” …libero adattamento di un aforisma di Voltaire)
Massimo Rocchitta
Gentile Massimo, Soru non voleva che Argea fosse organismo pagatore manco sotto tortura. Stessa convinzione aveva il DG dell’Agricoltura Alfonso Orefice. Io ho semnpre pensato, invece, che Argea dovesse essere OP e sotto la Giunta PIgliaru si fece gran parte della procedura di accreditamneto. La responsabilità di come Argea viene oggi gestita è di chi la gestisce. Qunato alle denunce pregresse, mi riferivo a quelle che mi hanno colpito direttamnete e ingiustamente, non a caso archiviate. Spesso ci si dimentica del male che si fa.
Su Argea (O.P. o no) è vero tutto e il contrario di tutto. Soru, giunte, dirigenti, assessori etc. etc. Il problema è che il disastro in cui si trova questa Agenzia ha origini antiche e, soprattutto, politicamente trasversali. Tutti scappano, vogliono il trasferimento al Turismo (esodo in voga in questi ultimi mesi), magari a Laore (chissà cosa mai avrà di così attrattivo questo Laore), l’importante è defilarsi da Argea. E questo, in numeri preoccupanti, da qualche anno a questa parte. Poi sommiamo i pensionamenti (a vagonate) e quindi traiamo le conclusioni:
a) i servizi territoriali, per quanto concerne i ruoli tecnici (agronomi, periti agrari) sono scatole vuote; personale inesistente, e i pochi rimasti hanno carichi di lavoro improbabili (50/60 pratiche a testa);
b) i cugini di Laore sono stati costretti ad aiutare (per le pratiche tecnicamente più semplici), ma per via di questa forzatura sono parecchio infastiditi; istruire pratiche di finanziamento non rientra tra le loro competenze…..;
c) gli organici di Argea continuano ad essere ridicolmente esigui, non si capisce perché nessuno ci vuole andare né perché (e questo è decisamente più preoccupante), tra consiglieri, presidenti di giunta e assessori di turno (senza distinzioni politiche), da questo orecchio nessuno sente; la situazione del personale è in picchiata a partire dal periodo dopo Soru;
d) rimane in bilico la gestione (di programmazione in programmazione) dei fondi europei del PSR (e altre risorse), che viene totalmente affidata ad Argea; cioè, si affida ad una Agenzia così combinata, una tra le maggiori partite finanziarie che caratterizzano il percorso di sviluppo dell’intero popolo sardo (tra sostegni diretti e indiretti) e che, nel periodo 2014-2020, mettendo a disposizione 1,25 miliardi di euro, avrebbe dovuto attivare investimenti per quasi il doppio.
A volte i problemi si risolvono procedendo un poco per volta, mettendo “un pochino” da parte gli interessi partitici, perché la posta in gioco è molto alta e, soprattutto, la si gioca sulla pelle delle imprese agricole e agroalimentari sarde.
La preghiera è, nell’immediato, ristabilire la pianta organica dei tecnici dell’Agenzia, perché possano istruire i progetti di sviluppo, effettuare i controlli nelle campagne, chiudere le pratiche e rendicontare la spesa.
Tutte le restanti criticità ovviamente rimangono, ma se si riuscisse a imprimere una accelerazione ai procedimenti istruttori, e quindi a dare risposte alle imprese in tempi ragionevoli, sarebbe già un buon inizio di “riforma” (mmm…….ma chissà perché nessuno vuole trasferirsi ad Argea….).
Una storia triste, per non dire una vergogna tutta Sarda. Commissari incapaci di svolgere il proprio ruolo, dirigente che giocano a soldatini, sindacalisti pro domo mea, un assessora palese incapace che sta lì seduto da tre anni a dare aria ai denti. Questo combinato disposto fa morire lentamente il mondo delle campagne. Sono peggio delle cavallette, che tra l’altro non riescono a debellare, pure queste da tre anni. Non c’è più valore per nulla, complicano le cose agli allevatori e non sanno come fare le cose basilari. Ufficio complicazioni pratiche semplici. Si stava meglio quando si stava peggio, almeno i soldi dei pagamenti PAC arrivavano. Questi signori hanno creato e alimentato una classe parossistica che prima o poi o ammazzano il loro organismo o l’organismo si ribellerà. Vedono l’utente come una controparte e lo trattano peggio, senza pensare che il loro ruolo dovrebbe essere quello di assisterlo. Carrozzoni pieni di imboscati, concorsi truccati, dirigenti con tre interim che in un azienda privata avrebbero già cacciato via a calci in culo, politici compiacenti. Dopotutto si diceva che la politica è lo specchio della società… E si vede… Cordiali saluti… Carlo
Gentile Paolo,
la riforma Soru c’entra moltissimo a cominciare dalla selezione del gruppo dirigente che ha indotto e dell’accertamento che ha portato ( l’esatto contrario di un approccio sussidiario che invece abbiamo visto sbandierare in una recente vostra iniziativa da qualcuno che poi, dove lavora oggi, fa di tutto per portare al risultato opposto).
Per ciò che riguarda le denunce evidentemente non li conosci bene e non li hai visti all’opera da vicino.
Ti invito, se credi, ad approfondire il concetto di “scaricabarile” declinato in salsa ARGEA…cordiali saluti, Massimo
Gentilissimo Rocchitta, apprezzo il “lei” improvviso e lo declinerò d’ora in poi. Sì, io approvai la riforma Soru che non c’entra nulla con l’incapacità di Argea di assolvere alle sue funzioni di Organismo pagatore. Sui dirigenti che io invito, sono felicissimo di invitarli e continuerò a farlo. Sono persone capaci, intelligenti e oneste, che non denunciano all’autorità giudiziaria chiunque gli stia sul naso, come fanno altri e, nello specifico, hanno fatto con me, ovviamente senza alcun risultato. A ciascuno il suo.
È evidente che con i dirigenti che si ritrova ( valorizzati da Soru e che fanno parte della stessa combriccola che lei invita nei suoi meeting a discettare del funzionamento della regione, dove predicano esattamente il contrario di quello che fanno) l’ente pagatore non può andare da nessuna parte. I dirigenti, per essere chiari, sono stati gli unici a dare continuità al progetto di Soru, a cui non mi sembra che lei si dia opposto…ed il risultato è quello che lei giustamente stigmatizza