A leggere la forma del Decreto sulle aree idonee uscita dalla Conferenza delle Regioni si riceve la conferma che la Sardegna ha una Giunta che non capisce niente, ma proprio niente, di Autonomia.
La Sardegna ha il problema delle troppe autorizzazioni date in assenza di individuazione delle aree idonee.
Il Decreto le fa tutte salve:
Art. 10
1. Sono fatti salvi i procedimenti avviati in data antecedente alla data di entrata in vigore delle leggi e dei provvedimenti adottati dalle Regioni e dalle Province autonome in attuazione dell’articolo 3, commi 1 e 3. Tali procedimenti vengono comunque conclusi ai sensi della disciplina regionale e statale previgente.
2. Il proponente, entro tre mesi dalla entrata in vigore delle leggi e dei provvedimenti adottati da Regioni e Province autonome in attuazione dell’articolo 3, commi 1 e 3, può chiedere che il proprio procedimento sia concluso sulla base della nuova classificazione delle aree interessate.
La prossima volta che la Giunta va a Roma, bisogna farla accompagnare da badanti almeno autonomisti.
E tu corri, my dear, corri.
Ma una protesta popolare seria e massiccia non si può fare? Ci passano sulla testa per tutto e siamo l’ultima ruota del carrozzone Italia. . Penso, peraltro, che in moltissimi ci sentiamo solo Sardi. Dobbiamo fare qualcosa di più e abbiamo una unica arma: la protesta unita ad una forte politica regionale. Questo non esclude un serio intervento per le fonti rinnovabili, ma serio e non violentatore di un intero territorio e del suo popolo., Combattiamo i grandissimi interessi di falchi predatori.
Spiego meglio. Non considero i quadri normativi immutabili, ma una risultante. In questo caso specifico, le autorizzazioni ministeriali discendono chiaramente da un quadro normativo (e pianificatorio) che, in questi anni, si è andato dispiegando (dal PNIEC, agli studi di RSE dedicati al sistema energetico sardo, ai decreti legge e al DPCM, impugnato solamente quando è stato evidente che stava per succedere “un putiferio”) senza che nessuno eccepisse alcunchè.
Chi si è dato pena di “studiare” ed approfondire tutti quegli atti, cercando di inquadrarli in una prospettiva di evoluzione del sistema energetico regionale, era consapevole, sin dai primi mesi del 2019, che ci si stava inoltrando in una strada che avrebbe portato dove siamo oggi (ricordo solo che la Giunta Pigliaru si oppose immediatamente alla prima bozza di PNIEC presentata dal Governo Conte I consapevole degli impatti che avrebbe avuto sul sistema energetico regionale).
Anche il D.Lgs 199/2021, passato senza che la Regione Sardegna dicesse “Bah”, se fosse stato approfondito guardando agli “impatti” avrebbe dovuto essere oggetto immediato di rilievi e contrapposizione.
Quindi nessuna contemplazione, ma piuttosto il rilevare, ancora una volta, che si sta andando avanti senza studiare adeguatamente il “campo di battaglia” e le forze in gioco. E per studiare intendo anche cercare di approfondire e comprendere il quadro nel quale ci muoviamo per poterlo contrastare efficacemente e non con provvedimenti “tampone”, spesso del tutto inutili, quando non anche illegittimi.
A tale proposito invito a leggere e studiare con attenzione la Direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, come modificata dalla Direttiva (UE) 2023/2413 del 18 ottobre 2023, con particolare riferimento agli artt. 15 ter e quater ( zone necessarie per i contributi nazionali all’obiettivo complessivo dell’Unione di energia rinnovabile per il
2030 e Zone di accelerazione per le energie rinnovabili). Si vedrà che siamo già oltre le “aree idonee” e che questo è lo scenario dei prossimi anni.
Ho sempre considerato le norme uno strumento, ma, al tempo, stesso ritengo che l’ignoranza delle norme e, soprattutto, del contesto nel quale queste vengono prodotte costituisca un problema quando le si vuole contrastare e fare valere le proprie, legittime, ragioni.
@Luigi Oh, abbellu abbellu a nàrrere «li abbiamo voluti, li abbiamo votati»!!!
Geo NO dhos apo votaos e fintzes a como no mi ndhe seo pentiu e antzis tèngio solu motivos po sighire a tìmere chi fatzant andhare sa Sardigna e is Sardos de male in peus.
Ma su “sugetu” (chie at fatu) de sa propositzione «li ABBIAMO voluti, li ABBIAMO votati», est unu NOI falsu (naraus, méngius po a tie, IBBAGLIAU) e sa responsabbilidade est de chie dhos at votaos.
E si ant votau chentza ischire ite furint faendho e chentza ischire de ite teneus bisóngiu mannu, diritu e dovere apretosu is Sardos totus (cussos chi dhos ant votaos puru) e totu sa Sardigna podent cricare méngius de ischire inue istant issos puru cun peis e conca chi portant ca giai no ant a èssere isconcaos.
A donniunu sa libbertade (si ndhe tenet e no est apicau o acapiau) e sa responsabbilidade sua!! E sèmpere temus de pentzare méngius a su chi seus faendho e cambiare candho ibbagliaus!
E si tue puru dhos as votaos, faes male etotu a foedhare deasi!
Sinono inoghe seus giogandho a cunfùndhere ma no a cumprèndhere e ischire ite depeus fàere fintzes cun su votu.
Quousque tandem Catilina abutere patientia nostra?
…..null’altro da dichiarare !!!!! Si direbbe in gergo tecnoburocratico !!!! Il governo del nulla , si accuccia sotto le direttive ( ancorché abusive ) dello Stato forte dei curricula e delle esperienze sconosciute !!!!! Non c’è molto da discutere : li abbiamo voluti,li abbiamo votati ,abbiamo permesso che i grillopiddini governassero ,che le buone idee ed i programmi di realismo ed efficienza proposti da Soru nel duo Zprovetto Sardegna venissero umiliati ,non possiamo lamentarci !!!! Ne avremo per tutta la legislatura !!!! al peggio,purtroppo spesso non ci dono limiti e purtroppo ,non sempre c’è rimedio !!!!!
Bisognerebbe prendere esempio dai Corsi che in fatto di autonomia non sono secondi a nessuno
Sempre a leggere il provvedimento ad essere fatte salve non sono solo le autorizzazioni già rilasciate ma anche i ‘procedimenti avviati in data precedente alla data di entrata in vigore delle leggi’ con le quali le regioni individuano le aree idonee…vale a dire tutte le domande di autorizzazione già depositate sono fatte salve; quindi, potenzialmente, dai dati pubblicati, sono fatte salve le istanze che andrebbero a coprire l’80 per cento della potenza che l’Italia dovrebbe installare in base agli impegni assunti a livello europeo! Allo sciagurato provvedimento del governo Draghi ( al quale la Todde partecipava in ruoli di prim’ordine) ed alla colpevole inerzia del governo nazionale e di quello regionale ( Solinas) si aggiunge quella altrettanto dell’attuale giunta regionale. Ancor piu colpevole la giunta Todde perchè ha accompagnato l’inerzia sostanziale con una inutile quanto sospetta legge di moratoria e con millantati risultati ottenuti in un recente bilaterale con il governo.
La gravità della situazione appare sempre più chiara.
Ed è evidente che solo la mobilitazione dei Sardi può evitare il peggio. Forse è interesse di qualcuno provocare risposte e reazioni estreme. In un periodo di sempre poi marcata deriva illiberale possiamo immaginare quali possono essere le conseguenze alle legittime proteste di chi si trova spogliato dei diritti e privo di tutela da parte di chi dovrebbe assicurarla. Ed un altro fronte di scontro si aprirà a breve: quello delle c.d.materie prime critiche il cui regolamento europeo è entrato in vigore qualche giorno fa nello stesso stile ( ma molto peggio!) di quelli in materia energetica! Anche li si adombrano interventi di sostanziale esproprio sopra la testa dei sardi! E nel mentre la Lega propone la galera per chi si oppone ai progetti strategici…energia e materie prime critiche lo sono!
@ Alberto Mario No, Alberto, è proprio un problema di Autonomia, perché l’invasione delle autorizzazioni ministeriali è il problema della Sardegna che politicamente doveva essere affrontato col legislatore per mettere fine agli effetti perversi delle leggi. Ritenere i quadri normativi come immutabili è tipico di chi le contempla anziché viverle per ciò che sono: strumenti.
Che disperazione, dobbiamo riprenderci la nostra terra
Ora o mai più
Sbaglio o ho letto da qualche parte che la Regione Sardegna presiede i tavoli tecnici dell’energia nella Conferenza Stato-Regioni che, come abbiamo studiato, rappresenta la camera di compensazione degli interessi tra l’amministrazione centrale e le amministrazioni regionali? Se questo fosse vero, la Regione dovrebbe avere un privilegio in questa materia, una sorta di vantaggio competitivo. La domanda sorge spontanea: ma chi siede a questi tavoli tecnici? Chi rappresenta la Regione? Si tratta di persone competenti e adeguate?
Ma se non hanno neppure commissariato le ASL in assenza di bilanci e con la gente che muore tre, quattro volte più che nel resto d’Italia persino per le patologie tempo dipendenti! Altro che COT, telemedicina e metaverso! Se tuo figlio si rompe una gamba o se hai un infarto nessuno ti cura!
Mi permetto di osservare che non poteva essere diversamente dal momento che il D.Lgs 199/2021 art.20 comma 6 stabiliva che “ Nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero
sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione”.
Ergo, se una norma di rango superiore stabilisce che i procedimenti di autorizzazione vanno avanti, come potrebbe un decreto che da quella norma discende introdurre una disposizione difforme?
Se qualcuno lo ha pensato i casi sono due: o ha passato non si sa bene come gli esami di diritto all’Università oppure non capisce niente di normativa. In entrambi i casi, farebbe bene a studiare.
Quindi non è tanto un problema di ignoranza di autonomia, ma di diritto.
E “my dear shallow” ha pure il tempo di sfotterti sui social…
E meno male (per non dire peggio che mai) che nella coalizione hanno gli Indipendentisti di A INNANTIS…
Po’ caridadi, Franciscu scirarindi … 😡
Ma come? E la moratoria? Pitticu su paccu