Il presidente Solinas sa perfettamente che gli rivolgo la parola solo se costretto dalle circostanze. Quella di oggi è una di quelle costrittive.
La supplica è questa: nomini un commissario ad acta per i palazzoni di Sant’Elia a Cagliari.
Ora che sta andando in porto l’esito del rapporto privilegiato di Regione e Comune con Giulini (Cellino era antipatico a tutti, fu messo in galera per boria e poi indotto a andar via, mentre Giulini è risultato essere all’oscuro dell’inquinameno provocato dalle sue aziende, cioè avveniva a sua insaputa) sta per partire l’edificazione del nuovo stadio, vero nuovo altare a tutto ciò che personalmente contrasto: megalomania, consumismo, consumazione di risorse e territorio, distruzione del piccolo commercio, fraintendimento dello sport come attività collaterale della finanza ecc. ecc.
Tuttavia, ci sono cose che hanno ormai una forza tale che è impossibile fermarle. Ma almeno si può evitare che siano volgarmente offensive della dignità umana e esplicitamnete indifferenti al pericolo per le vite umane.
I palazzoni stanno venendo giù, basta passarci accanto, basta guardare gli architravi dei piani terra rispetto al piano stradale, basta andare e rilevare le infiltrazioni dopo che piove.
Da quando sono stati costruiti, le uniche manutenzioni, relative ai bagni, vennero finanziate e realizzate quando io ero assessore. Tentai in tutti i modi di demolire quei palazzi e di ricostruirli con materiali, strutture e servizi diversi. Non ci riuscii: i conflitti interni all’ente regionale per l’edilizia abitativa (che avevo trovato con quattro bilanci non approvati, ma senza neanche uno straccio di iniziativa dell’autorità giudiziaria volto a capire perché) sfociavano ogni due per tre in esposti e denunce; il Comune era affetto da narcisismo cronico e dunque l’Accordo di programma firmato ai tempi della Giunta Soru si era arenato, si pensi un po’, per una questione di puntiglio sui sottoservizi e sulla pretesa del Comune di gestire i flussi finanziari sebbene gli immobili non fossero comunali ma regionali; in regione c’era chi non sopportava che si potesse conseguire un risultato così forte e evidente per i poveri del mondo, e dunque lavorò alacremente a che non si trovasse uno straccio di area dove poter edificare i nuovi palazzi prima di demolire i vecchi. Questa è la Regione bloccata dall’odio.
Ora il Presidente Solinas ha, rispetto al catalogo faunistico che ha creato intorno a sé, poteri da sultano. niente lo può fermare se non la sua cronica incapacità di scegliere le persone giuste al posto giusto.
Se il Presidente non vuole partecipare al funerale di Stato delle vittime dei crolli, che prima o poi, se non si interviene, si celebrerà, deve intervenire subito e nominare un commissario, dargli risorse, personale e procedure semplificate. Deve trovarlo fuori dal suo ambiente. Se pone il problema in Giunta, il primo che si farebbe avanti sarebbe l’assessore al turismo, che conosce nome per nome chi abita lì e nelle palazzine popolari di piazza san Michele, cui dedicò, da amministratore comunale, un progetto per niente banale. Ecco: quella di Chessa è una conoscenza utile ma che non deve decidere. Dalle case di Sant’Elia deve essere tenuta lontana sia la Destra delle bollette pagate che la Sinistra delle case occupate (altra mostruosità cagliaritana). Ci vuole un tecnico di grande qualità e esperienza, ma anche una persona che non ha niente da guadagnare e niente da perdere. Questi sono incarichi che si fanno gratis.
Individuata la persona adatta, Solinas deve fargli scegliere i collaboratori e deve sedersi intorno a un tavolo col sindaco Truzzu, il quale potrebbe fare qui una sana esperienza di decisionismo fascista meno dannosa di quelle che la Destra organizzava per le manifestazioni contro il 25 aprile. Anziché agitarsi contro la Resistenza, potrebbe adoperarsi per case vere, dignitose, umane.
Resta un fatto: se si fa lo stadio e si lasciano i palazzoni, questi, prima o poi crolleranno e saranno un terribile atto di accusa contro perbenisti, opportunisti, neopolitici parassitari (quanti senzamestiere allevati dai padri dell’autonomia siedono oggi in Consiglio regionale o nei gabinetti assessoriali!) magistrati modello 45 (non lo aprono un bel modello 45 sui palazzacci di Sant’Elia? Potrebbero trovarci un pezzo della storia rosso-nera della Sardegna), giornalisti drummiddi, cittadini che trovano insopportabile l’evidenza della povertà.
Ecco, presidente Solinas, me la sarei evitata, mi creda, Lei lo sa, come sa che solo per il bene dei poveri io e Lei possiamo parlarci, ma sono certo che la parte paurosa della sua personalità, che io ho visto talvolta prendere il sopravvento, Le muoverà la parte sensibile del colon e La indurrà a calcolare il rischio e a trovarlo troppo alto. Se così sarà, avrò raggiunto il mio scopo, che non era quello di intenerirLa, ma di farLa stringere, tanto, a tal punto da farLa muovere.
Un processo che si basa SUL NULLA, che non porterà a NULLA, e che avrà danneggiato gente innocente.
Ma anche in questo caso, come al solito, nessuno pagherà per avere instaurato una vergognosa gogna mediatica e giudiziaria, ultime solo danneggiare politicamente gli accusati.
Troppo buono. Speriamo che il sultano preferisca una giusta decisione alla commozione dei funerali di stato.
Hai scritto qualcosa di eccezionale.
Grazie