Una mozione al giorno toglie la paura di torno Questa è la bozza di mozione che il Consiglio regionale starebbe per accingersi ad approvare, con l’intento di sollevare un conflitto di attribuzione di fronte alla Corte costituzionale della Repubblica italiana contro il Collegio di Garanzia Elettorale regionale che ha inflitto la decadenza alla presidente Todde per gravi irregolarità riscontrate nella rendicontazione della campagna elettorale (peraltro, rumors insistenti parlano di iniziative anche della magistratura penale, ma mentre per i poveracci ogni spiffero fuggito dal Palazzo di Giustizia plana sulle prime pagine dei giornali, nel caso di specie, un’afasia codina ha colpito tutti gli organi di informazione).
Pericolo Personalmente ho sempre pensato che sia un gesto molto audace prendere per il c… i magistrati, però evidentemente c’è chi può permetterselo. Con i togati, con tutti i togati, o ci si contrappone a viso aperto, e allora si può avere qualche speranza di essere ascoltati e rispettati (ma non per questo risparmiati), o ci si affida alla loro clemenza. Prenderli in giro, far loro perdere tempo, inventare architetture concettuali infondate, mi sembra, oltre che istituzionalmente degradante, oltremodo pericoloso. Bisogna appendere in Consiglio regionale la parabola dei ciechi di Bruegel.
Conflitto di attribuzione Andiamo per ordine: cos’è il conflitto di attribuzione? L’art. 39 della l. 87/1953 dispone che se lo Stato invade con un proprio atto la sfera di competenza assegnata dalla Costituzione alla Regione, questa può proporre ricorso alla Corte Costituzionale indicando come sorge il conflitto di attribuzione e specificando l’atto dal quale sarebbe stata invasa la sfera di competenza, nonché le disposizioni della Costituzione e delle leggi costituzionali che si ritengono violate.
La Regione Sardegna, con l’art. 4, comma 1 della L. R. 1/1994 ha previsto che «le funzioni attribuite ai collegi regionali e centrale di garanzia elettorale [ricevere le dichiarazioni e i rendiconti obbligatori per legge e verificarne la regolarità] , costituiti ai sensi degli articoli 13 e 14 della legge n. 515 del 1993, sono svolte, per le elezioni del Consiglio regionale della Sardegna, dai medesimi collegi», prevedendo che le indennità di presenza dei componenti “non togati” è posto a carico delle finanze regionali.
Chi ha dunque attribuito e riconosciuto al Collegio regionale di Garanzia elettorale i poteri che esso ha puntualmente esercitato?
Il Consiglio regionale.
Che cosa deve pensare una Corte Costituzionale di un Consiglio che prima attribuisce funzioni e poi accende conflitti di attribuzione sulle funzioni da lui stesse riconosciute?
Balla spaziale Seconda argomentazione messa in campo: il Consiglio regionale obietterebbe che non avendo esso mai legiferato sulla decadenza del Presidente della Regione, pur avendone la competenza, non si possono estendere alla Sardegna le previsioni della legge statale. Qui la sofisticazione raggiunge livelli notevoli. La mozione, infatti, dice che il meccanismo che lega la decadenza del presidente alla decadenza del Consiglio è norma stabilita dallo Statuto riformato dalla legge costituzionale 2 del 1991. Non è così. Basta leggere lo Statuto nel quale il legislatore ha previsto (art.15) sia l’ordinamento con il presidente eletto a suffragio universale diretto che quello col presidente eletto dal Consiglio e ha disciplinato il rapporto tra lo scioglimento del Consiglio e le dimissioni del presidente o lo scioglimento, in caso di presidente non eletto direttamente dal popolo, per avvenuta approvazione di una mozione di sfiducia (Le dimissioni contestuali della maggioranza dei componenti il Consiglio regionale comportano lo scioglimento del Consiglio stesso e l’elezione contestuale del nuovo Consiglio e del Presidente della Regione se eletto a suffragio universale e diretto. Nel caso in cui il Presidente della Regione sia eletto dal Consiglio regionale, il Consiglio è sciolto quando non sia in grado di funzionare per l’impossibilità di formare una maggioranza entro sessanta giorni dalle elezioni o dalle dimissioni del Presidente stesso).
Stava dunque alla Sardegna scegliere se eleggere direttamente il Presidente e adottare il sistema del simul stabunt simul cadent o se far eleggere il presidente dal Consiglio.
Legge elettorale e suicidio della mozione La Sardegna con la legge statutaria 1 del 2013 ha scelto l’elezione diretta del Presidente della Regione e con essa il meccanismo del simul stabunt simul cadent.
Se la decadenza della Todde determinerà la decadenza del Consiglio ciò è dovuto non alla legge nazionale 515/1993, ma alla legge elettorale della Sardegna. Siamo stati noi a volere un monarca che si tira dietro, nel bene (col premio di maggioranza) e nel male (nel caso di dimissioni o di decadenza del presidente) il Consiglio. E che l’ordinanza del Collegio di Garanzia sia un evidente caso di impedimento a me pare cosa pacifica.
Nella stessa legge, che disciplina l’elezione del Presidente e del Consiglio regionale, all’art. 22 si legge: «In materia di ineleggibilità e incompatibilità, fino all’approvazione di una disciplina regionale ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna, oltre a quanto previsto dallo stesso Statuto, si applicano le leggi statali».
Il Consiglio regionale della Sardegna ha scelto di applicare le norme nazionali sull’incompatibilità e l’ineleggibilità ai suoi consiglieri regionali e al suo Presidente.
Di quale conflitto di attribuzione vuole adesso parlare il Consiglio? Sono le sue leggi, e non quelle dello Stato, a determinare la decadenza del Consiglio.
Il Presidente della Regione è un consigliere regionale Altra argomentazione, la più folle, è quella che sostiene che il Presidente non è consigliere regionale.
Non c’è da discutere su superfetazioni così dozzinali, bisogna contrapporvi il dettato della legge: art. 1 comma 5 della legge regionali 1/2013: «Il Presidente della Regione e il candidato alla carica di Presidente della Regione che ha conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore fanno parte del Consiglio regionale». Che cos’è un consigliere regionale? Uno che fa parte del Consiglio regionale, che vota in consiglio regionale e che è pagato come i consiglieri regionali.
Se poi l’obiezione è che al Presidente non si applicano le cause di ineleggibilità che si applicano a tutti gli altri consiglieri regionali, lo si vada a sostenere con coraggio, audacia e un po’ di faccia scissurata in Tribunale.
Presupposto centrale per proporre il conflitto di attribuzioni è l’esistenza di un’inderogabile competenza regionale a legiferare in materia di decadenza del Presidente della Regione.
In materia elettorale la questione è spinosa perché l’art. 117 cost. attribuisce allo stato la competenza in materia di legislazione elettorale, la cui estensione è oggetto di discussione, tanto che il Governo ha impugnato la legge campana che amplia a tre il numero massimo di mandati quale Presidente in capo alla medesima persona.
Un eventuale ricorso alla Corte Costituzionale, immagino, verrà fondato sul fatto che la Regione Sardegna non ha mai legiferato in ordine alle ipotesi di decadenza del Presidente.
Questo però non parrebbe un motivo valido perché le competenze sono attribuite per blocchi di materie e, quindi, per aversi conflitto di attribuzioni occorre che la regione Sardegna non abbia legiferato in materia di elezioni regionali ovvero su un punto dotato di sufficiente autonomia concettuale.
Viceversa, la Regione Sardegna ha puntualmente (anche se disordinatamente) disciplinato ogni aspetto delle elezioni regionali. La materia degli adempimenti cui sono tenuti i candidati alle elezioni regionali (nomina mandatario, deposito rendiconto, restare entro un limite di spesa per la campagna elettorale acc.) è disciplinata dalla L.R. 1/94 che dispone direttamente (ad esempio in materia di decadenza dei “candidati nelle elezioni del Consiglio Regionale”) ovvero rimanda, facendone proprio il contenuto, alla L. 515/1993.
Parimenti ha legiferato sulle ipotesi di decadenza dei candidati che non hanno ottemperato a determinati adempimenti.
Il Collegio di Garanzia, interpretando (a torto o a ragione) che tra i candidati nelle elezioni del Consiglio Regionale rientrasse anche il Candidato alla Presidenza della Regionale, ha applicato la normativa regionale. Non ha, quindi, negato che la competenza a stabilire le cause di decadenza del Presidente fosse della Regione. Avrebbe invaso la competenza solamente nel caso in cui avesse applicato una normativa nazionale in luogo di quella regionale ovvero in assenza di una normativa regionale in materia di competenza regionale. Così non è! Al massimo potrà aver mal interpretato la normativa regionale, ma questo lo sapremo a maggio.
Egr. Michele 1.0, ha perfettamente ragione, nessuna rassegna stampa riassume in modo equo le notizie, ma il tutto è dovuto alla stampa di parte. Sia a livello nazionale, che Regionale abbiamo diverse testate che descrivono la notizia in base al proprio orientamento politico, a prte qui.
Ho visitato varie rassegne stampa, non c’è uno che è uno che dica esattamente come stanno le cose, a parte lei Professor Maninchedda. La sua analisi illustrata è chiarissima e, nonostante lei si professi profano di diritto, analizza in maniera puntuale tutti i risvolti dell’argomento. Spero vivamente che l’opposizione non si renda complice dei desiderata della maggioranza e della omissis-essa, nel sottoscrivere la mozione di sfiducia avverso il Collegio di Garanzia elettorale.
Vorrei fare un ultima considerazione che non riguarda direttamente l’argomento ma la sua trattazione giornalistica. Ecco ho letto tutti gli articoli di oggi riguardanti la mozione e da una semplice comparazione, nessuno di essi si avvicinava a questo del Professore Maninchedda. Ora non vorrei si interpretasse questa mia come sciocca adulazione, no.
Sono seriamente preoccupato come cittadino che nella informazione non dico che ha la pretesa di qualcosa di parte (questo no) ma almeno una trattazione mediamente esaustiva che soddisfi una esigenza di COMPLETA informazione.
Certo , se leggo una notizia è necessario che esamini il testo con la dovuta attenzione verificandone i contenuti ma, non è che poi sono costretto a leggermi articoli su articoli di legge o saggi di economia o di ambiente e quant’altro.
Ecco , a me pare che per certi aspetti la questione INFORMAZIONE sta assumendo un peso che diviene sempre e sempre più problematico.
Il quadro di Breugel ben descrive la ciecita’ della politica regionale in questa fase storica, leader e seguaci finiscono nel fossato tutti insieme
Più si agitano e più mostrano l’, incapacità di affrontare il problema con serena accettazione di ciò che il Tribunale deciderà,; consci del disastro combinato , si agitano come pesci nella rete , cercando scampo prima di morire . Le sue argomentazioni raffinate,prof, sono note a noi che seguiamo costantemente il foglio e mi chiedo : ma i loro legali ,che certamente non sono sprovveduti, non sono in grado di consigliare prudenza nelle accuse più o meno velate che giornalmente vengono mosse dull’Organo giudicante ? Sono sicuro che , i legali si stiano scervellando per trovare motivazioni passabili ,che possano trovare comprensione
nel tribunale ;
Purtroppo non trovandone di serie , non riescono a fermare la tattica del discredito ( abituale ) che colpisca il Consiglio di Garanzia screditandone la serietà decisionale inquinata da improbabili conflitti ,ma soprattutto la sua Presidente che , apprendo ,pare abbia ancora pochi mesi di servizio ,e quindi non più temibile !!!
Questa maggioranza raccogliticcia ,tanto vicina alle toghe quando si tratta di giudicare le parti avverse , tanto imbottita ( in campo nazionale) di ex magistrati ,di legulei di ogni corrente ,non si trova più a suo agio quando viene chiamata a rispondere del suo operato .La paura di essere perdenti accende la capacità denigratoria trovando persino sostegno da
nei media,stampa quotidiana e canali televisivi apertamente schierati ..Il 20 marzo si sta avvicinando ,probabilmente avranno ancora qualche cartuccia ,,( a salve) da sparare !!!!! Chissà, cosa saranno capaci di inventare , per eludere il giusto responso
Io da profana del diritto, nella mozione quel “ a pena di decadenza “ l’avrei motivato meglio . È chiaro che si intendono i termini della presentazione ,ma si può anche capire altro
Egregio, Lei ha argomentato nel dettaglio la causa del crescente panico che sta montando nella maggioranza che sostiene la Influencer Capo. Panico che è notevolmente aumentato dopo la mancata sospensiva richiesta dal collegio di difesa che ha capito che aria tira. Lascio immaginare quale sarà la postura nevrotica da qui a quattro settimane. Sul fronte penale le iscrizioni sul registro degli indagati sono già cosa vecchia (a proposito di atti voluti o dovuti che hanno animato il dibattito su un caso del governo nazionale). Occhio che appena verrà allo scoperto la notizia dell’indagine penale il corto circuito regionale / nazionale potrebbe portare ad esiti imprevedibili….. Saluti.
Prof bisogna salvare il soldato Ryan vedrà faranno di tutto per non sciogliere il consiglio regionale infatti la minoranza non esiste a parti invertite erano giorno e notte sotto il consiglio Truzzu e compagni invece dormono
Fumo, fumo negli occhi per tutti ma soprattutto per le tifoserie nei social che tanto piacciono ai 5 tasche.
E così si tira a campare per altri 2 annetti e si riescono ad occupare altre posizioni di potere, vedi i commissari ASL.
Ieri sera, a tarda ora, mi sono imbattuto in un illuminante articolo di SardiniaPost (https://www.sardiniapost.it/politica/caso-todde-conflitto-di-attribuzione-tra-stato-e-regione-in-consiglio-la-mozione-proposta-dalla-maggioranza/). Un capolavoro di giornalismo, non c’è che dire. Chissà perché, caro professore, ho ingenuamente sperato che Lei, con la sua solita lucidità, commentasse questa perla d’informazione. Così, preso da un moto di ottimismo, gliel’ho pure chiesto espressamente all’interno del suo editoriale di ieri.
Se non fosse tutto vero, sembrerebbe la trama di una farsa tragicomica. La Todde, la Giunta e la maggioranza in Consiglio Regionale si aggrappano disperatamente a qualsiasi cavillo pur di restare attaccati alla poltrona, ignorando la realtà giuridica e istituzionale con un accanimento degno di miglior causa.
L’ultima trovata? Sollevare un conflitto di attribuzione tra Stato e Regione per contestare la decadenza della presidente. Un’iniziativa priva di fondamento, un disperato tentativo di rinviare l’inevitabile, nella speranza che il tempo giochi a favore di chi non accetta il verdetto della legge.
Il Collegio elettorale della Corte d’Appello di Cagliari ha emesso un’ordinanza chiara e basata su una normativa precisa: la legge 515 del 1993, che disciplina la materia delle spese elettorali e delle relative sanzioni. Ma la maggioranza in Consiglio, anziché prendere atto della decisione e garantire il rispetto delle regole, cerca di costruire castelli di sabbia giuridici, ipotizzando che la legge nazionale non sia applicabile in Sardegna.
Non paghi, si lanciano in un ricorso alla Corte Costituzionale, come se questa potesse magicamente annullare una normativa chiarissima e universalmente applicata. Nel frattempo, la Todde si muove anche in sede civile, contestando la sanzione e la decadenza, sperando forse che un tribunale ordinario possa ribaltare la decisione di un organo giurisdizionale specificamente preposto a questa materia.
La verità è una sola: questa maggioranza sta cercando di prendere tempo, giocando con le istituzioni e ignorando che, alla fine, la vera sentenza la emetteranno i sardi. E non sarà un tribunale a deciderne il destino, ma un popolo che, dopo un anno di governo fatto di immobilismo e inefficienza, ha già ben chiaro chi ha davvero perso la propria legittimità politica.
Bellissimo dipinto. Forma e contenuto insieme , inseparabili.
La Mozione. Ho avvertito in essa alcuni echi di un intervento di un Consigliere di maggioranza nella Assemblea tenuta dopo la presentazione della famosa istanza della Decaduta; la nomino Decaduta perché il dispositivo oggetto di istanza È ANCORA IN PIEDI. In fondo , riflettendoci su, anche la Mozione nei modi suoi propri è anch’essa un capolavoro di maldestrezza nel dimenarsi per fuori uscire dalle sabbie mobili create dalla insipienza dello staff cinque stelle.
Ma non si era proclamata la fiducia con altisonanti toni la fiducia nella Istituzione Magistratura?
Perché dunque questa agitazione normativa a babbo morto?
Non è sufficiente l’Istanza degli Avvocati? Non si ha fiducia degli operatori del diritto?
Conflitto con le proprie leggi altro che invadenza di Stato.
In consiglio regionale circola roba buona. Non me lo spiego diversamente
Ite làstima de zente in Sardigna a no tènnere unu cummediògrafu tragicómicu! Ca sinono, invetzes de iscrìere a muntones cummediedhas pro rìere (sempre in chirca de rìere nois Sardos e sempre faghindhe s’arrisu de s’arenada iscuta a terra e iscuartada!) aiant póridu iscrìere, chentza mancu irfortzare sa fantasia, sa Tragicómica del Casinò.
Egr. professore, il mio umile parere, in quanto ho poca competenza in materia, è che si cerchi con singole mozioni di screditare il collegio elettorale. Ma la cosa ancora che mi da più fastidio e la loro arroganza, la poco serietà, perchè se solo avessero messo la faccia dichiarando un umile sbaglio, ci avrebbero guadagnato faccia e altro. Una Regione che si appresta ad affrontare 3 mesi di esercizio provvisorio, una manovra sanitaria che viene approvata senza il parere del CAL (per accelerare i tempi), senza grandi politiche economiche, va solo allo sfascio.
Attualmente se andiamo a vedere il lavoro fatto sino ad oggi, cambio tutti commissari degli enti (province, enti controllati. altro), ora si passa per i commissari delle ASL, staff del presidente, staff assessori, chi più ne ha più ne metta. Ma se cerchiamo atti politici effettivi cosa hanno fatto a parte gli effettivi emendamenti di fine anno per accontentare i partiti? tristezza ma solo tristezza nei confronti delle poche persone che veramente si occupano di politica e lo fanno con spirito devozione verso la comunità.