Il sondaggio di BiDiMedia, che dà Soru all’11% verrà ricordato, dopo le elezioni, come l’ultimo disperato tentativo di accreditare la Todde come sfidante della Destra.
È un sondaggio viziato, perché era un sondaggio in rete, con questionario fornito attraverso un link, ed era possibile votare più volte (alcuni lo hanno anche denunciato in alcuni siti).
Basta questo per inficiare il risultato.
Per non tacere il fatto che nonostante la rilevazione sia stata viziata dalla possibilità per la stessa persona di ripetere il voto, si giunge comunque a ipotizzare che vada a votare un sardo su due e che tra questi vi sia il 25% degli indecisi. Una situazione statistica nella quale nessun sondaggista si avventurerebbe in previsioni credibili.
Ma ci sono degli altri dati che sono curiosi.
A quindici giorni dalle elezioni, guarda un po’, è accaduta esattamente la stessa cosa che SWG fece al sottoscritto con un sondaggio pubblicato dalla Nuova Sardegna. Eravamo nel 2019. La Nuova, a dieci giorni dal voto, scrisse che io e la lista del Partito dei Sardi eravamo all’1% e che, invece, la lista di Mauro Pili, era al 5%. I numeri non erano forniti a caso. Lo sbarramento per chi si presentava con una sola lista era allora come oggi al 5%. Quindi il messaggio era chiaro: Pili avrebbe eletto e Maninchedda no. Io denunciai al Corecom che il sondaggio era stato svolto chiedendo di indicare la preferenza solo su quattro dei sette candidati presidenti: Zedda, Solinas, Desogus (5Stelle), Pili. Io non ero stato sondato.
Al risultato delle elezioni io e il Partito dei Sardi prendemmo il 3,6%, Pili l’1,5, ma il risultato di azzopparci e di indurre gli elettori a non votarci fu ugualmente raggiunto. Allo stesso modo ieri si è tentato di indebolire Soru e lo si è fatto perché lo si teme, perché si sa che rischia di vincere grazie anche a un massiccio voto disgiunto che i sondaggisti non riescono a stimare.
Non conosco BiDiMedia e non voglio fare il processo alle intenzioni, ma è troppo sospetto e sospettabile, e troppo in controtendenza con altre rilevazioni, che Soru venga fatto annaspare intorno al 10%, cioè intorno alla percentuale al di sotto della quale non si elegge. È troppo sfacciato l’obiettivo comunicativo di suggerire, con un campione indefinito e vulnerabile, che il voto a Soru sia un voto sprecato. Ed è troppo evidente chi ne avrebbe vantaggio.
Il motivo di tutto questo è semplice: la Todde arranca e arrancando sta per determinare una crisi nazionale italiana di non facile soluzione. Il Pd lo sa. I più autorevoli del Pd lo sanno, non a caso hanno le orecchie basse. Il dato che sta impaurendo i conciliaboli romani è che Soru può vincere e allora la crisi investirebbe molto anche la Destra, che ha candidato (nascondendolo) Truzzu con un’imposizione simmetrica a quella della Todde. Se Soru, l’outsider Soru, sconfiggesse sia la Destra che la Sinistra Sbagliata italiane, la storia ripasserebbe per la Sardegna. Per questo io lo sostengo, non solo perché è diventato più buono di prima, ma perché ha in testa davvero ciò che io sogno da quando sono entrato in politica: la rottura dei conformismi italiani.
Bellissime persone Siccome ho deciso di non farmi più avvelenare il cuore da nessuno, voglio raccontare, in mezzo a questo veleno, una bella vicenda.
Qualche giorno ho subito un ‘piccolo’ intervento nel reparto di Cardiologia dell’ospedale SS. Annunziata di Sassari, diretto dal prof. Uccio Casu.
Sono stato degente in un reparto che è in un limbo strutturale, perché continua a lavorare a ritmi sostenutissimi pur essendo ospitato in locali di passaggio, mentre viene costruito il nuovo reparto, per il quale la Asl ha stanziato 73 milioni di euro.
Ebbene, benché tutti si stia prima in corridoio e poi, se va bene, in una stanza, si nota un fatto che merita rispetto, ammirazione e sostegno: tutti, dico tutti, dagli Oss ai medici, tutti praticano la stessa cultura dell’esattezza, della precisione, del rispetto del paziente, della qualità delle cure. C’è un’educazione diffusa alla qualità; si sente, si respira competenza, calore umano, attenzione, precisione, cultura.
Personalmente ammiro tanto queste oasi di civiltà, questi momenti di società cambiata frutto di durissimo lavoro, di disciplina, di capacità, di nobiltà d’animo. C’è speranza.
Perché non vengono resi pubblici, ad esempio da Soru o da chi per lui, altri sondaggi fatti con tutti i crismi?
COn un sondaggio di quella fattura si vuole far scattare il cd “effetto scudetto” ovvero indurre l’elettore-tifoso a tifare le la squadra che (si vuole far credere che) vince lo scudetto. Per la stessa ammissione della società realizzatrice del sondaggio (bisognerebbe chiamarlo diversamente), chiunque poteva compilare le risposte più e più volte. Pesca a strascico su fondale melmoso
La logica statistica alla base dei sondaggi può riassumersi in questo modo: se da una popolazione si estrae in modo casuale un numero sufficientemente numeroso di soggetti verificandone i caratteri è possibile assumere, entro un dato intervallo di fiducia e con un margine di errore più o meno significativo, che i caratteri verificati nel campione siano presenti nell’intera popolazione.
Da dire è facilissimo, da fare è difficilissimo.
Per fare un sondaggio fatto bene occorre avere accesso alla popolazione, usare tecniche di campionamento realmente casuali, contattare i soggetti campionati e trovarne la disponibilità ad essere intervistati per rispondere a delle domande, ammesso che le domande siano formulate in modo corretto e il questionario preveda dei meccanismi di controllo efficaci. Una chimera.
I sondaggi che ci propinano in TV e sui giornali sono costruiti con metodi che con quelli statistici sono solo lontani parenti, soprattutto perché l’attività di campionamento casuale sull’intera popolazione viene elusa nei modi più svariati.
Solitamente le società di sondaggi, non riuscendo ad accedere all’intera popolazione, interpellano un migliaio di persone di cui per qualche motivo hanno un contatto. Un numero rilevantissimo non risponde ma i dati ottenuti vengono suddivisi e stratificati con inferenze di vario tipo e correzioni più o meno arbitrarie. Il risultato è che gli esiti dei sondaggi sono viziati e non attendibili perché a monte il campionamento non è realmente casuale.
Siccome è obbligatorio rendere pubblica la nota metodologica, che di solito è scritta sotto in piccolino, dell sondaggio in questione sappiamo che si basa su informazioni raccolte da un panel, cioè da un gruppo (non dall’intera popolazione) che in qualche modo e per qualche motivo è entrato in contatto con la società, su un campionamento stratificato (in modo non casuale) di mille persone, tenuto conto del voto pregresso (qualunque cosa questo voglia dire) e con un tasso di risposta del 51% (ogni cento persone contattate 49 non hanno risposto). La società dichiara una rappresentatività del campione pari a +/- 3,2% (tre virgola due!) per una percentuale stimata del 50%.
I crismi sarebbero questi.
Con riferimento agli esiti del sondaggio quel che viene fuori è che metà del campione dichiara che non andrà a votare e un quarto è indeciso. Apposto così.
I sondaggi fatto a venti giorni dalle elezioni, anche quando sono fatti bene, difficilmente sono in grado di prevedere il comportamento di voto perché esso si consolida per moltissimi elettori nei due, tre giorni che precedono l’apertura delle urne. Fatto così un sondaggio non serve a nulla se non per qualcuno che lo deve usare in modo strumentale. Vale quanto guardare il volo degli uccelli, le interiora degli animali o la lettura dei tarocchi.
Biolchini può non sapere nulla di statistica, ma il modo in cui fa finta di non capire che i sondaggi, tanto più quelli pubblicati ora, servono per la propaganda e non per la conoscenza della realtà è divertente e (s)qualificante. Contento lui.
Facciamo finta che sia tutto normale, che in questo sondaggio non ci sia la volontà di indirizzare il voto, mettendo la Todde addirittura entro il margine statistico di errore per cui potrebbe essere lei a superare Truzzu secondo PDMedia. Resta però che la statistica non è la verità disvelata e sono i dettagli stessi del sondaggio a confermarlo, quantificando in un elettore su quattro l’indecisione su chi andrà a votare, oltre all’errore statistico. Solo con questi due elementi, ipotizzando che la metà degli indecisi voti per Soru, quest’ultimo potrebbe arrivare fino al 25%, e questo oggi, mancano ancora venti giorni al voto.
Quindi il sondaggio non è una sentenza e in più, quando si sonda nelle singole regioni è molto difficile riuscire a captare delle tendenze che si muovono sul territorio e questioni locali che vengono sottovalutate su dimensione nazionale, che è quella a cui i sondaggisti sono abituati, ma che possono assumere valenza dirimente. In questo caso sottovalutano l’insofferenza e il fastidio per la volontà di imporre sul contesto sardo una campagna elettorale amorfa, che potrebbe piazzarsi in ognuna delle venti regioni italiane, senza nessuna caratterizzazione dei problemi che la Sardegna deve affrontare.
I sondaggi delle precedenti regionali in Sardegna parlano chiaro: il Cinque Stelle ha sempre preso la metà dei voti attribuitigli, stiamo parlando di centomila voti in meno. Nel 2019 si parlava di testa a testa e il distacco è stato di oltre centomila voti.
E poi si parla di sondaggi?
Con l’affluenza al 45% le percentuali sono ancora più labili e gli spostamenti sono ancora più impattanti. Potrebbe succedere che Soru non riesca a creare l’effetto dirompente che ebbe nel 2004, per tanti fattori. Non è più l’uomo nuovo, è stato fino all’ultimo dentro il tira e molla dell’accordo col centrosinistra e quindi non ha avuto la forza di presentarsi da subito come rappresentante di un’altra realtà, la sua coalizione comprende liste molto diverse tra loro ed esponenti che suscitano naturali malumori. Ma questi risultati sono molto, molto bassi. Con l’affluenza che si stima, l’11% significa meno di 80 mila voti. A voi il giudizio se è credibile che prenda meno di 80 mila voti.
Quindi, è tutto in divenire, bdmedia ha fatto il loro lavoro ma sarebbe infantile e inopportuno fare diventare il vostro sondaggio la motivazione principale per cui dare il proprio voto a un candidato o a un altro. Proprio perché sarebbe infantile e cialtronesco, sono certo che è ciò che nel campo una volta largo e ora stretto faranno, non avendo altri argomenti.
Le auguro una pronta guarigione. Ànimu!
Buongiorno Paolo,
Convenendo sul contenuto sostanziale dell’articolo, in merito al sondaggio elettorale, ricordo che, durante la mia lunga degenza di quasi 1 anno fa nel piccolo ospedale di San Gavino, ho provato gli stessi sentimenti da te citati nei confronti del personale sanitario addetto alle cure e non solo…
Ciò ha un grande significato, che alla Sanità non vanno rivolte solo critiche, hai detto bene ” c’è speranza ”
Immensi auguri per la Tua salute ed una pronta ripresa
Ciao,
Raimondo/Mundicu Mocci
Aggiungo una considerazione alle giuste osservazioni del Professore: ieri quasi tutti i media sardi hanno rilanciato questo sondaggio farlocco (io stesso posso confermare che si poteva votare più volte). Nessuna testata, a parte Casteddu On Line, ha invece messo in risalto la gravissima alterazione del sondaggio, da parte di un’associazione studentesca che sappiamo anche a chi è vicina, circolato nei giorni scorsi. Ma c’è di più: qualcuno, nella stampa sarda, aveva dedicato dei post ironici a quel sondaggio, quasi lasciando intendere che quella attendibile fosse la rilevazione pro Todde, ottenuta con un’alterazione di un pdf; e nemmeno di fronte all’evidenza hanno rettificato i post o rilanciato la notizia di Casteddu On Line. Ieri sera, il TG di Videolina ha dedicato due lunghi servizi a Urso e Valditara, giunti a sostenere Truzzu con roboanti promesse, e neanche un cenno agli altri candidati. Il principale problema della Sardegna è l’informazione
Leggo con attenzione il riconoscimento del duro lavoro quotidiano svolto da professionisti che hanno a cuore il bene comune…la Sardegna che vorrei!
Caro Paolo innanzitutto auguri, sono certo della tua pronta guarigione, noi Macomeresi del resto abbiamo dimostrato sempre di avere la pelle dura….
C’è da dire che nei miei lunghi 3 anni di ricovero tra ospedali e centri di riabilitazione, devo riconoscere che tutto il personale sanitario OSS, infermieri e medici, hanno sempre profuso il massimo impegno nonostante difficoltà logistiche e gestionali, rendendo le mie degenze più umane e sopportabili.
A loro sarò sempre eternamente riconoscente. ❤️