Giorgia Meloni ha resistito benissimo a Berlusconi.
Giorgia Meloni ha gestito benissimo il tempo trascorso tra le elezioni e l’incarico.
Giorgia Meloni ha fatto un governo politico di basso standing internazionale, ma è in buona compagnia con diversi precedenti.
Giorgia Meloni ha nominato un galantuomo al Ministero della Giustizia, ma ha fatto malissimo a mandarlo a colloquio preventivo e rassicurante con Berlusconi.
Giorgia Meloni ha fatto malissimo a nominare il cognato Ministro dell’Agricoltura.
Una concentrazione così alta di potere nello stesso nucleo familiare è sbagliata in sé e poco conta che l’on. Lollobrigida sia un uomo politico di suo, non certo per concessione del premier.
Stare entrambi al governo in ruoli importantissimi è sbagliato e grave.
È uno scivolone di stile e di sostanza, una rassicurazione alla destra romana, non proprio fatta di mammolette e adorna di margherite, realizzata in casa.
Eppure è uno scivolone che ha precedenti proprio nel ventennio e in una concezione personale del potere, in un’estetica del potere che aveva nel ‘me ne frego’ la sua espressione più esplicita. Ritenere di potersene fregare perché si sono vinte le elezioni è un fatto genetico, è il segno che si può rassicurare il mondo intero sulla propria distanza da una certa cultura, ma poi quella cultura, celata sotto le buone maniere, ritorna a essere l’ispiratrice delle azioni. E si vede.
La nomina a Ministro del cognato, che è un affine del Presidente Meloni e non un parente, è conforme all’art. 3 della Legge 215 del 2004? Infatti tale nomina a Ministro comporta l’aumento dell’indennità per Lollobrigida, già eletto parlamentare, da circa 8000 a circa 14000 euro mensili lordi, con ricadute patrimoniali e previdenziali. I benefici patrimoniali e soprattutto previdenziali, in caso di successione, non rischiano di beneficiare direttamente la parente di secondo grado, cioé la sorella, del Presidente, in quanto moglie del Ministro Lollobrigida? Proprio l’art. 3 dice che in caso si favorisca un parente fino al secondo grado il Presidente del Consiglio, anche quello appena incaricato, ha il dovere di astenersi da atti anche propositivi che beneficino (pure sub condicione) i parenti di secondo grado, tra cui la sorella…
e in salsa sarda basta vedere quello che è successo all’Agenzia Laore con i concorsi, figli, fratelli, cugini e mogli di cugini, vicini di casa, ospiti nei programmi TV, consiglieri regionali e comunali e tanto altro
Ha seguito l’esempio del Duce , non avendo genero ha nominato un cognato.
Stessa scuola.
Ma la vogliamo dire qualcosina sui nuovi nomi assegnati ad alcuni ministeri? Perché le parole contano…
Sto ancora cercando di capire in quali provvedimenti sarà attuata la competenza sulla sovranità alimentare del ministro dell’agricoltura. Non si potrà più vendere kebab, sushi, involtini primavera, paella, wurstel? Non si potranno produrre spaghetti con farine estere? Non si potranno produrre culurgiones con patate francesi?
Passando al ministero del turismo, secondo me, considerata l’italica abitudine di cambiare i nomi dei dicasteri, il nome più pertinente al nuovo ministro sarebbe ministero alle concessioni demaniali sulle spiagge.
Caro Prof,
Lollobrigida è l’esempio della militanza politica.
Lollobrigida ha creduto nel progetto politico di governare il paese con il partito che ha contribuito a fondare.
Lollobrigida merita a pieni voti il prestigioso incarico di ministro dell’agricoltura: per merito, per competenza e capacità..
In quanto a “cognateria”, caro Prof, i governi regionali sardi hanno sempre fatto scuola.
Ma chi è Francesco Lollobrigida, il nuovo Ministro dell’agricoltura?
Oltre ad avere una certa vicinanza a Giorgia Meloni, Lollobrigida è anche uno dei Big di Fratelli d’Italia, e nel corso degli anni ha ricoperto diversi ruoli e incarichi istituzionali: nel corso dell’ultima legislatura è stato capogruppo FdI alla Camera dei Deputati.
Ecco la sua biografia, la carriera politica e alcuni accenni alla vita privata di Francesco Lollobrigida.
Nato nel 1972 a Tivoli, in Provincia di Roma, Francesco Lollobrigida si è laureato in Giurisprudenza e ha da subito intrapreso la carriera politica.
Da giovanissimo, infatti, si è avvicinato all’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, il Fronte della Gioventù. Proprio da qui è nata la sua vicinanza all’attuale leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: gli interessi in comune hanno favorito al conoscenza.
Negli anni successivi Lollobrigida è stato anche in Azione Giovani (un’altra organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale), e poi responsabile di Azione Studentesca.
In seguito ha svolto diversi incarichi a livello regionale o provinciale quali: consigliere comunale a Subiaco (1996-2000) e consigliere provinciale a Roma (1998-2003), e poi assessore allo sport, cultura e turismo del comune di Ardea (2005-2006), infine consigliere regionale alla Regione Lazio.
Nel 2008 è diventato presidente di Alleanza Nazionale della Provincia di Roma e dal 2010 al 2012 con il Popolo delle Libertà.
A dicembre 2012 ha lasciato il PdL per fondare – insieme a Giorgia Meloni e Ignazio La Russa – Fratelli d’Italia.
Viene eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati in occasione delle elezioni del 2018, e in seguito è stato nominato capogruppo di FdI alla Camera.
La militanza e la perseveranza politica, di realizzare il sogno di governare il paese, hanno permesso a Francesco Lollobrigida di dimenare il Ministro dell’agricoltura.
A mio parere nel governo meloni c’è di peggio, più del rapporto parentele fra il presidente e Lollobrigida.
Sanstanche’, pierre del sommo Briatore, giullare della costa smeralda; Calderoli, quello che oltre ad essere il padre del porcellum, definiva il ministro di colore orango; Salvini, che oltre ad esibirsi da dj in un altro papete, deve restituire OMISSIS; Fitto, che da governatore, ha portato al fallimento la regione di provenienza, la puglia; Musumeci, già governatore della Sicilia che interpreta al meglio la vecchia tradizione borbonica; il resto è tutto da verificare, compreso la meloni, la quale un volta pretendeva di spiegare, dall’alto di un diploma in un istituto alberghiero, ramo barman, la Costituzione al Presidente Mattarella. A questi chissà quali pensieri saranno passati per la testa quando le ha conferito l’incarico di formare il futuro governo. Le miserie della democrazia! Porca ‘miserie’ !
Penso sia una questione di etica e opportunità, il marito della neo ministra Calderone, al momento della nomina ministeriale della moglie si è dimesso dal CdA dell’INPS, per .non imbarazzare la moglie che, da ministra, ha funzioni di controllo sull’opera dell’Istituto….