C’è un nuovo virus in giro, per il quale non c’è vaccino.
È un virus antico, una sorta di virus del paleolitico, che ha resistito latente per millenni, ma che fece la sua prima comparsa in Grecia.
Ieri ha colpito duramente il ceto politico sardo e italiano, in occasione della morte di Franco Battiato. Tutti a cercare la frase più giusta per acchiappare like e consensi sui meriti altrui. Il virus ha colpito.
È il virus del voler piacere a tutti, del dare ragione o torto a seconda delle persone che consentono o dissentono da una posizione. È la malattia che alimenta Facebook: scrivere per piacere, non per capire. Esistere per farsi notare.
La schiavitù dell’applauso è contagiosa quanto la schiavitù del consenso; e applauso per applauso un comico è più capace di un politico.
Personalmente trovo che che agire per piacere sia una perversione dell’anima e un grande malanno sociale. Se anche nelle scuole l’importante diviene piacere ai compagni piuttosto che sapere, il passo verso una società di ignoranti esibizionisti e prepotenti è brevissimo.
È questo virus egotico che sta impedendo a moltissimi di capire che sta succedendo qualcosa di grave nel mondo: le grandi aziende multinazionali stanno assumento un potere notevolemente superiore a quello rappresentato da singoli stati. E noi singole persone, senza Stato, siamo schiavi di questi nuovi poteri. Rincitrulliti dal virus del compiacere e del piacere, non osserviamo il mondo che ci domina, fino al punto di tentare di appropriarci di un musicista metafisico pur di battere un colpo, pur di essere sul palcoscenico, allo stesso modo delal corsa ai selfie più arditi e audaci.
È questo virus egotico che confonde amore e onanismo, che confonde la soddisfazione di sé con la soddisfazione di tutti, che non riesce neanche a concepire il rispetto dell’altro come limite alla propria libertà.
Bisogna lottare, interiormente e socialmente, contro l’obbligo del dover piacere e sostituirlo con il piacere di convivere, con il piacere del silenzio e non dell’applauso. Bisogna riprendersi una politica dove il consenso nasce da un’esperienza comune non da una manipolazione commerciale. Bisogna rappresentare personalemnte un mondo diverso da questo postribolo degli ammicchi.
Condivido. Non esiste possibilità di dissentire da chi è più applaudito. È conformismo, spesso mascherato dal suo contrario.
Postribolo degli ammicchi dove volentieri si intercettano tra di loro gli idioti del cancellettismo italiano.
Zustu, Paulu!
Milli bortas zustu su chi naras.
E proamus a pessare a sa ‘educatzione’ assurda chi si faghet fintzas in s’iscola, si custa depet serbire a ndhe bogare a fora, a coltivare, su menzus de nois!
Bella libbertade e responsabbilidade si contivizat!…
E poi, piàghere a chie e proite? B’at de s’iscazare che nie in su sole de s’istiu chi mai s’at a ischire mancu a ue andhat, ispérdida in sas aeras.
O est su piàghere/piaghere de cudhu Nartzisu chi ch’est rutu e mortu in s’isprigu/putu?
O est su machine de una “felicità” individualista de unu paradisu in terra coltivada a dellúbbios de pubblicidade a manu de una cultura agnóstica chi no cheret connòschere altro dio fuorchè il danaro?