Ieri si è svolto il Congresso del Partito Radicale a Roma.
Tema centrale: i referendum sulla Giustizia Giusta, cui noi abbiamo concorso senza tante fanfare con migliaia di firme, raccolte in tutta la Sardegna non sotto il gonfalone di partito, come ha fatto la Lega, ma sotto le insegne della libertà e dell’umanità.
È iniziato così il nostro rapporto con i Radicali, sui temi della giustizia, sui temi dello Stato di diritto, sui temi della libertà.
Ieri, il sindaco di Macomer Antonio Succu ha parlato al Congresso dei Radicali a nome di noi tutti e di se stesso. Questo è il suo intervento. Così parla un uomo.
A seguire è intervenuto don Ettore Cannavera. Questo il suo intervento. Così parla un cristiano.
due interventi veramente emozionanti e illuminanti
grazie per averli resi disponibili
Oggi, in Italia ( e ancora di più in Sardegna) ciò che è stato fatto ad Antonio è vergognosamente possibile e ammesso dal sistema giudiziario che tutela oltremodo giudici e polizia giudiziaria non sempre all’altezza. Purtroppo.
La lezione di don Ettore andrebbe somministrata ogni sera in seminario agli aspiranti sacerdoti e nelle diocesi al resto dei sacerdoti
Non posso far processi. Assolvere o condannare. Mi colpisce il dolore. So cosa è. Anche se in forme diverse. Una fama costruita con cattiveria, invidia. Mai osare far meglio di altri: il paese, e qualsiasi gruppo ristretto è un paese, ti rende quel che non sei e di bocca in bocca il ritratto diviene più grottesco.
La coscienza pulita è gran cosa. Puoi andare in giro a testa alta.
Anch’io mi sono fatto travolgere dalla foia manettara. È stato più per rabbia di fronte alla protervia del potere che per cultura ed educazione, la mia formazione è cattolico-democratica, quando fui giovane mi piacque tanto lo sforzo di Paolo per una svolta serie nel PPI ed ero al Setar quando perse il congresso, deluso e affranto. Da un pezzo, mi è ormai chiaro che la magistratura non è un corpo estraneo ma una porzione dell’Italia e della Sardegna tutte, nel bene e nel male, il tutto ovviamente amplificato dal ruolo che la magistratura riveste. Sui referendum conservo i dubbi di chi crede nell’autoriforma e nel ruolo del Parlamento. La realtà, comunque, potrebbe eroderli.
L’ingiustizia miete vittime innocenti quando l’enorme potere giudiziario è in mano a persone, poche per fortuna, che non ne sentono il peso; quando alcuni uomini di legge dimenticano che sono potenti non in quanto tali ma solo perché lo Stato gli concede il diritto e il potere dell’ultima parola sugli altri. E quando quest’ultima parola è annunciata e diffusa soltanto come accusa prima di una sentenza, per molte persone innocenti è la fine, una condanna alla morte interiore.