Tutti i capigruppo del Parlamento sardohanno firmato la mozione contro la persecuzione fiscale italiana ai danni della Sardegna.
Se si riuscirà a varare la Commissione d’inchiesta paritetica sui metodi, i presupposti e i risultati degli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate in Sardegna, si riuscirà a mostrare come un fisco profondamente ingiusto abbia perseguitato, per di più con incentivazioni, un sistema economico affaticato e appesantito proprio da un prelievo ingiustamente uniforme dalla Val d’Aosta a Pantelleria.
Noi sardi abbiamo bisogno del condono fiscale dei piccoli. Non il condono delle truffe sulle case milionarie in costa; non il condono delle truffe sui titoli azionari; non il condono sulle false fatturazioni per accumulare scorte finanziarie in nero. A noi serve il condono dei contributi non versati, delle multe non pagate, dei tributi non pagati per piccole somme poi lievitati a somme considerevoli.
Esiste una cappa della disperazione nelle cartelle sotto i 100.000 euro che unisce le città e i paesi della Sardegna in una disarmata disperazione che deve tradursi in bisogno politico, in rappresentazione nazionale.
Qui in Sardegna il fisco ha fallito, perché ha impedito l’accumulo di ricchezza e ha restituito troppo poco in termini di servizi.
Andiamo avanti, uniti.
Sulla frontiera fiscale possiamo costruire un’ampia coscienza nazionale sarda.