Riepiloghiamo i fatti.
Ieri ci sarebbero stati due blackout in zona Saras.
A un certo punto, le ciminiere della raffineria hanno cominciato a emettere fumo nero, derivato evidentemente da combustione di petrolio o di suoi derivati.
Il comunicato della Saras è descrittivo, ma non giustificativo:
«A causa dei blackout è stato attivato il sistema di sicurezza delle torce con l’inevitabile fuoriuscita di fumo: sono in corso le operazioni di avviamento degli impianti».
Questa notizia oggi è presente solo a p.26 dell’Unione, in un colonnino invisibile.
Vorrei ricordare anche un altro episodio e poi tirare le somme.
Il 21 marzo ultimo scorso, il Corpo Forestale e di Vigilanza ambientale ha notificato al Ministero, all’assessorato dell’Ambiente e alla Procura della Repubblica che i terreni inquinati dalla FLUORSID, dissequestrati dall’autorità giudiziaria a condizione che fossero bonificati, non lo erano stati per nulla. Una sentenza importante è rimasta inattuata.
La prima conclusione è quella di un lettore di questo sito: “Ma lascia perdere. Moratti regalò un sacco di soldi al Cagliari permettendogli di tenere Riva e di vincere lo scudetto. E ciò ripara ogni possibile peccatuccio, come del resto avviene oggi con Giulini”.
La seconda è più analitica.
Può una delle più grandi raffinerie del Mediterraneo avere, come unica misura di sicurezza in caso di blackout, quella di bruciare il petrolio presente nei tubi? Questo non è un sistema di sicurezza; è una misura emergenziale che può accadere una sola volta nella vita di uno stabilimento. Se invece è la reazione ordinaria, si deve significare che la Saras socializza la sua sicurezza a carico dell’ambiente che la circonda, cioè a carico nostro. Perché stiamo zitti?
La risposta è semplice. Perché la Sara è la Saras, come il Forte Village è il Forte Village e Giulini è Giulini.
Dinanzi a questa pavidità, si pensi quanto può essere credibile la politica ambientale della Regione Sardegna.
Per fare bene e per far del bene occorre non solo avere grandi idee, ma anche avere il senso dell’onore, della dignità, della fermezza.
Egregio avvocato, la mia è un’università seria, non può accogliere sfide così pataccare. Peraltro sarebbe una replica, perché io e voi ci siamo già confrontati su questi temi e ho sempre detto e sostenuto che non era minimamente vero ciò che dicevate. Se adesso ha bisogno di nuovo pubblico, cerchi una nuova sfida.
Egregio professore,
io non ho mai promesso nulla non essendo un politico ho sempre e solo citato leggi inattuate e lo statuto Sardo che consentono di sospendere IVA e accise sulla benzina, norme che Lei conosce benissimo. Se vuole facciamo un confronto pubblico nella Sua Universitá sul tema.
Custu Andrea podiat fintzas sighire e elencare ite totu est fatu de plastica e petróliu, chi fossis tiat ischire chi si l’agatat fintzas in su chi mànigat e respirat isse e parentes e amigos e cumpanzos e meres (chi no creo che istent in s’àteru mundhu ca nessi carchi borta ant essire in custu mundhu dae sa “campana di vetro”, a parte totu sas àteras chistiones.
E sigomente totugantos, chie per “amore” (a ischire de ite) e chie ammalaoza (chentza lu chèrrere e ponimus fintzas cherìndhelu, a machine), semus impestados de plàstica e de petróliu no creo chi s’intelizéntzia sua, ponimus “potenziata” artificialmente, li cossizet chi prus est s’incuinamentu e plastificatzione e menzus istant fintzas isse e sos merse suos (si no est mere iss’etotu prus interessadu a… isse l’ischit) chi no a sa salude.
Egregio Andrea, meglio ignoranti che vigliacchi come lei che si nasconde sotto l’anonimato. Quanto a ciò che ha scritto, lo rilegga e scopra quanto è paradossale, privo di qualsivoglia informazione, ideologico e violento. Il tema era e resta quello dei livelli di sicurezza e dei livelli di inquinamento propri della Saras in momenti critici.
Il secondo tema era e resta: quanto sono uguali a noi di fronte alla legge la Saras e più?
Stia a questi temi e non si nasconda nel buio.
E infatti ricorda molto male. Le devo ricordare, per esempio, il mio scontro epocale e solitario con l’Enel e con lo Stato proprio sull’energia. Ma Lei era troppo impegnato a promettere la benzina gratis per ricordarsene.
Poi c’è il divieto d’accesso agli animali in spiaggia quando il vero problema sono queste grandi aziende a rovinare la Vs.terra!
Puntate di più sul turismo apritevi e cercate invece di marginare queste situazioni pericolosissime!
Unu lìbberu est fatu pro lu bèndhere e cheret mustradu e lézidu apustis comporadu.
Su fumu lu podimus respirare “in donu” e no b’at mancu bisonzu bisonzu de lu bìdere, tantu chi bastat a èssere tzegos.
Professore mi perdoni ma anche Lei é stato al Governo della regione e non ricordo che la giunta dell’epoca fosse migliore nel gestire gli interessi dei sardi: la Saras c’era pure allora e la zona franca pure.
Quanta ignoranza in questo articoletto…fazioso e privo di ogni minima informazione tecnica sul funzionamento di una raffineria qualsiasi.
Un plauso a chi si documenta prima di mettersi a scrivere di pancia e con sensazionalismi che sono davvero lontani dalla realtà.
Se avete senso dell’onore, della dignità e della fermezza, cominciate ad abbandonare gli agi sui quali vi poggiate quotidianamente, per cominciare buttate lo spazzolino in plastica con cui sperabilmente vi lavate i denti, idem per quello elettrico, e attenzione a dove buttate la batteria. Quando salite nella vostra auto, che sarà rigorosamente elettrica, vedete bene che è fatta di plastica al suo interno, e non credo che sia stata fatta con fango e spirito santo, non parliamo degli pneumatici e se vogliamo possiamo elencare minuziosamente ogni singolo istante in cui la vostra vita è legata a doppia mandata coi prodotti di quelle fabbriche che nella vostra piccola testolina si dovrebbero chiudere con un giro di chiavi, dall’oggi al domani. Ah…aggiungete un posto a tavola, perché dall’indomani del giro di chiavi, dovreste ospitare le 2500 famiglie che vivono da quel lavoro. Ogni volta che farete un passo, oggi, osservate con consapevolezza su quali scarpe camminate.
Buongiorno, il libro di Giorgio Meletti titolato NEL PAESE DEI MORATTI SARROCH-ITALIA. Una storia ordinaria di capitalismo coloniale.
Racconto-inchiesta che ha origine dalla morte di tre operai. L’autore …lavorava al Corriere della Sera.
Per chi ha poco tempo, consiglierei la visione su YouTube: “Giorgio Meletti presenta il suo libro Fatto Quotidiano del 15 ottobre 2010”
Il vero cancro della Sardegna sono i nostri politici che sono nati senza il gene della dignità e dell’onore pur di mettere il loro culo sulle poltrone sono disposti a vendere tutti coloro i quali hanno creduto ingenuamente ai bla bla bla che distribuivano gratuitamente durante la fase delle campagne elettorali la bugia la falsità sono gli organi più importanti del loro marcio corpo umano sono nati servi e servi moriranno fino a quando non si dissolverà questo marciume e fino a quando finalmente i sardi si metteranno a studiare nulla cambierà……si salvi chi può
Professore, non sia troppo severo: è vero, la notizia è in un colonnino invisibile a p. 26, ma l’annuncio roboante della presentazione del libro (?) dell’editore, tutore e custode della SarDegna campeggia in bella evidenza… più importante evidentemente