Diciamolo con franchezza: le elezioni non stanno “prendendo” gli italiani.
Non c’è passione e non c’è fiducia, c’è rassegnazione. E c’è anche tanta paura per il futuro.
In questo clima è tale il disincanto che neanche la vittoria ai mondiali di pallavolo sembra avere provocato un brivido di coesione sociale, una proteina di fiducia.
Viceversa non vi è chi non parla di Totti e Ilary.
Non ho mai capito perché interessino così tanto i casi privati di una coppia. Non capisco che piacere dia conoscere i dolori e le pene altrui, ma è certamente un mio limite.
Mi pare però che si stia varcando un limite: dal gusto del pettegolezzo si sta passando alla morbosità dei guardoni. Ci si rifugia nella vita altrui per non guardare la propria, per fuggire.
E così Ilary e Totti fungono da camomilla nazionale, da ansiolitico di massa, da soap opera partecipata, da talent delle relazioni amorose e familiari, con il solito corredo di invidiosi che non perdono l’occasione per tentare di precipitare nella polvere chi prima guardavano, lividi, stare tra le stelle. Le elezioni non “prendono” e si riempie il vuoto con la vita, filmata, altrui.
Nel passato una cosa simile, ma di ben maggiore dimensione, fu la vittoria di Bartali, alla veneranda età di 34 anni, al Tour de France del luglio del 1948, con le tappe decisive conquistate nei giorni successivi a quell’attentato a Togliatti che rischiò di far precipitare l’Italia nella guerra civile. Pare sia stato de Gasperi a sollecitarlo a vincere proprio per distrarre e unire gli italiani e dare così il tempo a Togliatti di riprendersi e di calmare gli animi. L’identificazione di massa con la prova dell’eroe fu il sentimento che concorse a pacificare le folle. Oggi sembra che tutti ci si voglia non tanto identificare con i due coniugi, quanto entrare nelle loro stanze, frugare nei loro cassetti, compiacersi delle loro lacrime, tifare per la loro rabbia, e tutto perché? Perché del resto, comprese le elezioni, si ha paura.
È decadenza.
Forse è dovuto alla sfiducia generale. Generata anche dalla politica e dalla stampa. Chi può guardare con fiducia a chi si crede di conoscere …. meglio di quanto egli conosca se stesso?
….dalle elezioni alle erezioni il passo è breve …