I lettori ricorderanno questo articolo, nel quale commentavamo l’iniziativa della Presidenza della Regione di contestare non solo l’operato della Commissione del Controllo Analogo di Abbanoa, ma anche la sua regolare costituzione, in ragione della mancata partecipazione alla riunione iniziale del componente nominato dalla Regione.
Si ricorderà che la questione non era di lana caprina, ma era di quelle che piacciono alla presidente Todde, cioè una questione di potere e di poltrone. In sostanza, la Commissione del Controllo Analogo aveva pubblicato gli avvisi pubblici per la presentazione di autocandidature per le nomine di Amministratore unico o di componente del Consiglio di Amministrazione, di Revisore e di membro del Collegio sindacale sempre di Abbanoa. La Presidenza non si era accorta della scadenza e quindi aveva tentato di inficiare tutta la procedura per riuscire a riaprire i termini per la presentazione delle candidature (così deducemmo noi, senza conferme di fatto sul momento ma che sono venute nel prosieguo della vicenda).
Poi, si ricorderà, intervenne il parere dell’Avvocatura dello Stato, richiesto dall’Egas, l’Ente di indirizzo di Abbanoa, il quale, a differenza della Regione, difese la legittimità e la validità dell’operato della Commissione del Controllo analogo e quindi anche la pubblicazione dell’avviso pubblico per la presentazione delle candidature per le cariche in scadenza degli organi di Abbanoa.
Infine, come era prevedibile, si è passati dallo scontro legale al negoziato politico, ed ecco che il Comitato per il controllo analogo, su cui nessuno, tanto meno la Regione, ha più sollevato questioni di legittima costituzione, si è riunito l’8 agosto u.s. e, in ragione del fatto che “al processo di individuazione delle terne di nominativi da proporre all’assemblea, hanno diritto di partecipare, come previsto dalla legge 4/2015 e successive modificazioni e integrazioni, tutte le istituzioni previste dalla medesima legge, anche per un più ampio e condiviso apporto, da parte di tutti i livelli di governo del territorio, al perseguimento del pubblico interesse (….) dopo un breve confronto, concordano sulla necessità di ritirare la procedura avviata”.
Traduzione: siccome è fallito il tentativo di azzerare il processo delle nomine di Abbanoa agendo sul versante della legittimità amministrativa, perché gli atti precedentemente assunti erano regolari e efficaci, si è agito per via politica e si è convinto il Comitato a ritirare l’avviso precedentemente pubblicato per dare avvio a una nuova procedura che scade il prossimo 28 agosto, dopodomani.
Dopo di che, se per caso nell’Assemblea di Abbanoa dovesse essere votata una o più persone non presente nell’elenco precedente, ma solo in quello che deriverà dall’avviso in scadenza il 28, ovviamente non si commetterà un abuso di ufficio, ma solo perché il reato è stato abolito. Diversamente la filiera che un PM minimamente desto avrebbe potuto seguire sarebbe stata la seguente: La Regione vuole nominare Tizio; Tizio si è dormito (come dice zio Gavino) e non ha rispettato la scadenza del bando; la Regione fa revocare il bando e fa compilare un nuovo elenco; Tizio, svegliato, fa parte del nuovo elenco e viene nominato. La cosa sarebbe ancora più grave se il PM desto verificasse che la Regione non potrebbe stare per legge dentro la compagine societaria.
Perché raccontare questa vicenda?
Perché è indicativa della attuale maggioranza di governo: assolutamente priva di idee strategiche, inadeguata nell’azione di governo, sfacciata nelle nomine, efficacissima nell’occupazione del potere, inconcludente, molto inconcludente nel governo dei fatti.
Questo è il risultato dell’estremismo bipolarista eletto a valore strategico: aver portato a governare la Sardegna i meno capaci, ma i più politicamente rapaci. Non sanno fare nulla sull’eolico; balbettano nei trasporti; sono inesistenti in sanità, ma sono efficacissimi nella caccia alle poltrone.
Quanto finirà questo poltronificio? Quanti altri trombati alle elezioni dovranno sistemare? 😱
Egregio, questa volta mi trova in disaccordo con la Sua spiegazione circa le cause del fenomeno predatorio in essere.
Non è il bipolarismo la causa (abbiamo avuto decine di esempi di coabitazione tra forze politiche diverse e la stessa composizione interna a questa maggioranza ne è conferma).
La causa é, a mio parere, è una sorta di bulimia del potere tipica di chi, accecato dalla brama, perde qualsiasi freno inibitore.
Una volta si citava la figura de su pidocchiu arricchiu per descrivere quanto volgare e privo di limiti fosse chi, da una modesta condizione, raggiungeva il benessere. Ciò non solo a causa della novità per la quota raggiunta ma, soprattutto, per una mancanza di dignità (che prescinde dalla condizione socio economica).
Ecco, diciamo che i pentafarlocchi hanno ab origine questa enorme carenza. Saluti.
Proverbio (italianissimo, mica Arabo!):
“Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna”.
Ma siccome siamo Sardi in Sardegna: “Lega l’asino dove vuole il padrone”, diceva Ziu Gavinu.
La macchina burocratica tira sempre fuori gli artigli quando teme per la sopravvivenza propria (vedi illegittimità degli atti, etc.). In tali casi, fioccano i pareri legali come se non esistesse Spanding Rewvie ed anche un fallo è soggetto a perizia medica che ne certifichi il sesso O.o
Quando è invece l’organo “politico” ad assumere la responsabilità (quale responsabilità?) della decisione, la macchina burocratica supera anche le odierne barriere della fisica ed arriva perfino a compiere il moto perpetuo!
……..era facilmente prevedibile e lo avevamo pienamente previsto !!!! Non vi resta che sperare che i danni finali siano limitati ed economicamente e politicamente risanabili . I prossimi amministratori avranno il loro bel da fare !!! Spero solo che la prossima volta gli elettori non si facciano abbindolare e diano fiducia a personaggi e partiti che fimostrino ,non a parole, capacità ed amore resle vero verdo la Sardegna e le sue pretogative autonomistiche .