Giustamente gli organi di informazione non hanno enfatizzato il discorso pronunciato dalla presidente della Regione Sardegna nel corso della manifestazione dei pacifinti del Movimento 5 Stelle a Roma. L’aura della ‘falsità’ era troppo intensa perché si potesse prendere sul serio l’assemblaggio di luoghi comuni, la rozzezza retorica (Gasparetti deve tornare a scuola, se questo è il meglio che sa produrre) e, soprattutto, l’evidente distanza tra ciò che comunicava la figura dell’oratrice e il contenuto delle parole.
Avrei voluto disinteressarmene anch’io, ma quando non si ha il senso del sacro, a me si girano i penduli.
La Todde si è paragonata alla Resistenza.
È come se Satana si fosse proclamato Dio, che è poi la costante ambizione del male, cioè passare per essere il Bene.
Sono solo due i partiti in Italia che hanno usato e usano il populismo, cioè la vellicazione continua dei sentimenti peggiori dell’animo umano, tra i quali sovraneggia l’invidia, esattamente come lo usò il fascismo: la Lega e i Cinquestelle (e tanto, prima o poi, rifaranno un governo insieme). Che uno dei due, ora, evochi la Resistenza fa solo pena e schifo.
Sono sempre loro due, i siamesi uniti di schiena, che fraintendono il diritto col consenso, teoria per la quale chi ha vinto le elezioni, anche se vìola le leggi, non è perseguibile (vi ricorda qualcosa?). Lo fece anche Mussolini dopo il delitto Matteotti.
Ma ciò che contesto più radicalmente è la possibilità, per il tipo sociale rappresentato dalla Todde, di essere interprete di ciò che la Resistenza è stata: dolore, sacrificio, morte, dedizione.
In cosa la Todde è simile, per esempio, a Pilo Albertelli, torturato e ucciso a Roma dalla banda Koch nelle stanze della Pensione Oltremare, magari mentre al piano il prete Ildefonso Troya, grandissimo testa di pendulo mediano, eseguiva canzoni patriottiche per coprire le urla dei torturati?
Dove si può ravvisare nei pensieri e nelle opere della presidente sarda la tempra morale di uno come Eugenio Colorni, ucciso a colpi di pistola tre giorni prima della liberazione di Roma?
La Todde e i suoi sodali avrebbero mai fatto come ha fatto Gramsci che ha sempre rifiutato di firmare una richiesta di grazia rivolta a Benito Mussolini, pur sapendo che i primi che non lo volevano libero erano i suoi compagni di partito?
Ma anche volendo scendere di grado, dall’eroismo alla militanza, avrebbero mai accettato, questi sacrileghi della memoria altrui, i disagi e l’antieroricità di una scelta scomodissima quale quella di opporsi a potenti violenti senza progettare né ottenere vantaggi, senza calcoli, combattendo la banalità del quotidiano in nome dell’eccezionalità della storia, così come si può leggere ne Il partigiano Johnny?
Non si può evocare la Resistenza con tanta leggerezza, si commette sacrilegio, cioè si imbratta ciò che è stato reso puro non dalle idee, ma dal sacrificio di sé.
E poi, per cosa?
La Todde scrive e proclama che il ‘sistema’ (lessico da estremismo di Sinistra degli anni Settanta, non a caso prescelto e usato perché per comunicare efficacemente bisogna estremizzare) si starebbe ribellando a lei, starebbe reagendo.
Ma dove?
Ma quando?
Il sistema è con lei.
Con chi è De Pascale? Con lei.
Con chi è Giannuzzi? Con lei.
Con chi è La Nuova Sardegna? Con lei.
Con chi è il Gruppo Grendi? Con lei.
Con chi è il corpo molle della Magistratura? Con lei.
Con chi sono i grandi gruppi dell’energia, da Enel e Terna in giù? Con lei.
Lei è il sistema che unisce i parassitari e gli incompetenti di Sardegna, come sempre il potere in Sardegna ha fatto.
Lei è oggi l’ipostasi del viceré incapace che ha quasi sempre amministrato la Sardegna.
Non sono stato certo io ad aver fatto la più grande cappellata di questo anno e mezzo, cioè aver varato una serie di leggi incostituzionali che hanno lasciato la Sardegna esposta alla speculazione energetica, ad aver bloccato la spesa per nominare i commissari delle Asl senza poi poterli nominare, ad aver avviato procedure politiche per affidare porti e aeroporti a potentati pubblico-privati che niente hanno a che fare con l’interesse generale dei Sardi.
Non sono stato certo io ad affermare che il Decreto Draghi non era vigente.
Non sono stato certo io ad aver chiuso un ospedale per un black out inesistente; non sono io a consentire a chirurghi che tagliano ureteri senza accorgersene di continuare ad affettare i Sardi indisturbati. Non sono stato certo io a non aver fatto nulla, anzi, ad aver peggiorato le condizioni di accesso alle cure dei Sardi.
Non sono stato certo io a aver messo a fare l’assessore dell’agricoltura un politico che sta facendo esplodere le campagne per insipienza amministrativa.
No, non si può tollerare che la Regina dell’incapacità evochi la Resistenza.
Vien voglia di pulizia.
Si sente bisogno di rinnovare l’aria: la puzza del cinismo retorico senza scrupoli è ammorbante.
Prof., condivido in toto, per testimonianza. Arriverà il tempo del redde rationem; per il momento profondo senso di nausea.
Per quanto concerne l’incapacità del ragazzino Gasparetti vi invito a visitare il suo profilo sul social TikTok. Spiega tante cose del pressapochismo comunicativo della Todde. Questo “pariolino” OMISSIS non conosce affatto le regole basilari della comunicazione, né ha contenuti o spessore culturale per affrontare certi discorsi, OMISSIS. Il vero scandalo della Todde inizia da lui.
Gaspare’ io ti voglio bene perché, in fondo, hai l’età del mio figlio più piccolo ma lascia che te lo dica, quello striscione “giù le mani da Alessandra Todde” non vuole visto. Ajo’ dai, QUI c’è un corto circuito comunicativo in cui è facile rovesciare quello slogan, trasformando il complemento in soggetto: “Alessandra Todde! Giu’ le mani.”
No, perché guarda Gasparetti, una volta (agli inizi della fiaba 5 stelle) si potevano lanciare come questo, con improvvisati imperativi, ma ora non più e non solo per i motivi descritti da Paolo Maninchedda ma sopratutto perché autorizza chi legge a pensare che che le funzioni istituzionali di quella carica Politica, la più alta, siano esercitate in una condizione di sostanziale IMPOTENZA. L’uomo della strada, stai sicuro che va lì a parare.
Invece se tu avessi chiesto QUI, qualche consiglio in proposito (e non c’è niente di male). Io per primo, e te lo giuro, ti avrei consigliato “La Sardegna in persona della sua Presidente Alessandra Todde, dice NO al riarmo SI alla PACE”. Eh senza gettare sospetti a casaccio.
Vabbe’ dai.
Non ho la preparazione storica e culturale del titolare di pagina. Che ha l’indubbia capacità di rendere plasticamente motivati i suoi interventi. Però due cose sulla Presidente che parla a Roma, vorrei sintetizzarle pure io. Anzi, facciamo tre.
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Intanto, essendo le armi l’argomento della sua ultima presenza romana, mi verrebbe da chiederle: ma quando un tribunale ha decretato il disastro ambientale a Teulada, lo scorso luglio, la Presidente dov’era? E, osservazione accessoria al punto uno, come si sente a fare un intervento anti armi a Roma mentre in Sardegna è in pieno svolgimento l’ennesima esercitazione militare interforze che di sicuro non lascia sul terreno petali di rose?
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La seconda cosa è la claque. Vai a farglielo notare, sulla frequentata pagina Fb, e spunta la solita marea di forza qui, daje là, siamo con te, avanti sino all’eternità. Decine, centinaia sempre così. Capacità di analisi di un fatto? Inesistente, il capo ha sempre ragione. E quando riesci a stopparne uno, cerca di cavarsela con un “ma lei non c’entra niente con le esercitazioni, sono cose della difesa, decise tanto tempo fa”. Vero, ma non c’entra niente neppure con le decisioni della Commissione europea sul riarmo; e allora? E qui si screma la platea, chi resta attacca con i soliti slogan “ma dov’eri quando c’era Solinas” o lo stantio “vergognati, tu voti a destra”, del tutto ingiustificato nel mio caso.
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Il punto che ho aggiunto al volo è il piacere del viaggiare, Alla Presidente non fa difetto il gusto di salire su un aereo e andare nella penisola per sostenere un candidato del campo largo o per sfilare accanto al suo numero uno. Nel frattempo, dopo un anno, la finanziaria ancora non c’è, nessuno dice mezzo bah. Mi chiedo quanto avrebbero strillato loro, se fossero stati all’opposizione di qualcuno arrivato al quarto mese di esercizio provvisorio.
A mio avviso, una figuraccia dopo l’altra.
Egregio,
l’aura della ‘falsità’ si accompagna con l’opacità e confusione dell’azione amministrativa. E la rozzezza retorica di un Gasparetti si spiega con la superficialità tipica del modus operandi di banale influencer. Una piccola dimostrazione pratica potrebbe aiutare a comprendere come vanno le cose nel Palazzo. Le date sono importanti. Iniziamo.
Il 14 novembre scorso viene pubblicato l’avviso per la manifestazione di interesse finalizzata alla formazione di short list per l’assunzione del capo ufficio stampa, di 8 addetti stampa e 4 esperti qualificati in materia di social media management, digital pr, video making and editing etc etc.
Viene assegnato un termine di una settimana per l’invio delle candidature e il 28 novembre appaiono le short list, ma qualcosa va storto.
Tanto è vero che il 27 gennaio viene approvata la determinazione n.139/4083, con la quale si decide la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di partecipazione, assegnando sempre una settimana di tempo per l’inoltro.
Il motivo della riapertura dei termini è presto detto: l’aggiornamento dell’art. 3, punto 8, dell’iniziale avviso, che ora deve contenere la “Dichiarazione di impegno a non svolgere, per tutta la durata dei relativi incarichi, alcuna attività commerciale, industriale o professionale”, con la necessità di dover specificare, nell’ambito dell’avviso, in particolare all’art. 9, quali siano le cause di incompatibilità che determinano il divieto di assunzione agli impieghi pubblici e che sarà causa di risoluzione del contratto, nell’ambito del procedimento di verifica dei requisiti e delle dichiarazioni rese, l’accertamento di non sanabili irregolarità o cause/elementi di incompatibilità o mancanza dei requisiti o il rilascio di dichiarazioni mendaci, o il venir meno delle condizioni che hanno determinato la designazione.
Ora, come si spiega la riapertura dei termini di presentazione delle domande, il 27 gennaio, quindi con un procedimento amministrativo evidentemente ancora in corso, con il fatto che già dal 7 gennaio sui social (https://www.facebook.com/margotten78/about) un giornalista si ‘dava’ come “Capo Ufficio stampa presso RAS – Regione Autonoma della Sardegna”?
Faccio notare che tra la prima short list del 28 novembre e la seconda, aggiornata, del 13 marzo, il numero dei candidati da valutarsi e scegliere discrezionalmente era cresciuto di 17 unità.
Non solo, come ulteriormente si spiega il fatto che sul sito della Regione (https://cmsras.regione.sardegna.it/api/assets/redazionaleras/78243583-fef6-4dbd-92e0-b64837cc049d/gottardi.zip?version=0) appaia, firmata dallo stesso giornalista, l’11 febbraio 2025, la “Dichiarazione su altre cariche presso enti pubblici e privati, altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e relativi compensi spettanti”, quando già dal 7 gennaio lo stesso si accreditava sui social come capo ufficio stampa e, peraltro, solo il 13 marzo veniva pubblicata la nuova aggiornata short list dalla quale si sarebbe dovuto scegliere il capo ufficio stampa?
Questo per restare al procedimento sul capo ufficio stampa, ma anche per le altre figure il discorso non cambia di molto. Ma soprattutto, tenuto quindi conto delle date e del procedimento, come spiegarsi la composizione del prescelto e nominato ufficio stampa della presidente Todde, pubblicato all’indirizzo https://www.regione.sardegna.it/regione/istituzione/ufficio-stampa, con la data in ultimo riportata nel sito (29/01/2025)?
E dove stanno i decreti di nomina, i curricula, etc etc? Io non li ho trovati. E non mi spiego questo procedimento, non ci arrivo, sarò arrugginito. Spero che qualcuno possa illuminarmi. Tra l’altro è lecito chiedersi se ancor prima che la procedura avesse termine, i contratti firmati, le dichiarazioni depositate, qualcuno dei nominati fosse già operativo negli uffici e tra le carte della Regione, stante l’esercizio provvisorio del bilancio regionale. E a quale titolo.
Ogni volta che Lady parla fa danno.
Però, balla, is Sardos… (cales, chie, poite, ma medas) ite seus faendho? Pareus de cudhos che a Mertzeoro Murenu, grandhe poeta (chi però a tres annos dh’at intzurpau una maladia) e is Sardos giai seus totus… sa Sardigna tenet unu mare de poetas… e coment’e maladia chi nos at intzurpau at solu cambiau nùmene ma a intzurpamentu etotu.
Mertzeoro fut ciciu in sa carrela e passat sa Contissa:
Contissa – E ite ses faghindhe, inoghe, Mertzeoro?
Mertzeoro – Salude, sa Contissa! E ite cheret chi feta, deo?! Daghi no poto cun issa cun sa musca mi la leo!
Si iat a pòdere nàrrere, comente narant a sa campidanesa, ca is Sardos seus ‘politicamente’ «iscudendi musca» e lassaus in paghe contes e contissas.
Cun totu sa “balentia” nosi cuntentaus de iscudi musca e lassare cantare! Ma ite seus, deasi pagu che cudha cosa chi “naschit e morit cantandho”?
Avrebbe dovuto limitarsi alle frasi di circostanza da baci perugina (non ci ruberanno la speranza) e avere il buon gusto di non pronunciare la parola Resistenza. Proprio quella Resistenza che la piazza convocata dal suo capo con la pochette non riconosce di fatto al popolo ucraino, nelle stesse ore in cui un drone dello stato terrorista russo veniva scagliato su un parco giochi provocando la morte di 18 persone, tra cui nove bambini.
Una domanda sorge spontanea: ma se Lady OMISSIS è così sicura che il popolo sardo sia dalla sua parte perché non tira fuori gli attributi e insieme ai suoi Kompagni non si ricandida e dimostra di essere una vincente? Adesso ha sicuramente acquisito i voti del megastaff e relativi congiunti, dei dipendenti Enel e dei montatori di pale eoliche, dei commissari in pectore delle ASL e di chissà quanti altri avrà promesso stipendi, prebende e nomine.
Suvvia Milady, ci FACCI vedere!
Hanno preso un movimento antisistema e lo hanno trasformato in un partito di sistema collocandolo .nella sinistra pacifista e il tutto dopo aver votato i decreti sicurezza e diverse volte per le armi..
Al governo c’era Conte,, la Taverna sempre dietro, (la manovratrice rispunta sempre in prima fila ) e la Todde.
Verrà verrà lo so la fine del
Mondo 🌍 🎵 🎵
Ho sentito il”discorso” di Todde e mi hanno impressionato, in ordine sparso, la sua insipienza, la sua ignoranza, vedi Resistenza, la sua spocchia, il suo essere completamente fuori tema che la rende mediocremente autoreferenziale, sui social ho letto critiche esplicite anche da parte di suoi sostenitori, una figuraccia internazionale, se si occupasse di Sardegna avrebbe avuto una gamma di temi da portare, in tre minuti avrebbe potuto tranquillamente parlare di servitù militari, fai
Ricordate Albert Kesselring? Quello delle Fosse Ardeatine. Il comandante delle forze di occupazione tedesche chiedeva un monumento per, a suo dire, aver salvato alcune città d’arte italiane dai bombardamenti tedeschi. Gli rispose Calamandrei con il componimento in versi noto come “Lapide ad ignominia” e lo concluse con il verso “Ora e sempre RESISTENZA”.
Fossi capace lo scriverei per la nostra, mi limito all’ultimo verso: “Ora e sempre DECADENZA”.
Egregio, l’infimo livello raggiunto dall’attuale conduzione regionale è esplicitato dalla foto pubblicata ieri l’altro. Foto da gita scolastica in cui la Influencer Capo è di fianco a noto
OMISSIS con a i piedi un cartello che recita “Giù le mani dalla Todde”. Che dire di più? Saluti.
https://www.sardegnalive.net/politica/giu-le-mani-da-alessandra-todde-a-roma-lo-striscione-durante-la-manifestazione-del-m5s-e63vkyfk