Mi ha colpito l’affermazione della Todde, pronunciata durante il congresso delle Acli (che non sono più ciò che erano, essendo diventate una formidabile macchina da guerra di posizionamento dei propri dirigenti in luoghi strategici e ben remunerati, nonché una lobby tributaria attraverso i Caf) per la quale il Consiglio regionale (non Lei, che è presidente della Regione, ma il Consiglio) dovrebbe varare una legge per il salario minimo in Sardegna.
Ovviamente, un attimo dopo, la rete l’ha infilzata moralmente ricordandole che il suo governo remunera con stipendi dai 130mila ai 250mila euro l’anno, gravanti sulle tasse pagate dai sardi, una pletora di persone che non si stanno rivelando utili alla Sardegna:
– l’assessore Bertolazzi, reclutato a Roma nella scuderia Conte, che ha ormai dimostrato non solo di non essere particolarmente attivo e produttivo come assessore, ma anche di avere un problema di acclimatamento con i problemi sanitari della Sardegna;
– il Segretario generale della Regione Sardegna, il dott. Saverio Lo Russo, sempre reclutato a Roma e sempre nella scuderia Conte, al valore corrente di 250mila euro l’anno, che avrebbe dovuto imedire le impugnazioni delle leggi perché sarebbe dovuto essere quello che nel passato le ha fatte impugnare contro la Sardegna (bel curriculum politico!). L’11 dicembre va in discussione di fronte alla Corte Costituzionale l’impugnazione della legge sarda sulla cosiddetta ‘moratoria’ e, nel frattempo, la Giunta ha proposto di pagare di più i funzionari della Segreteria della Presidenza della Regione perché di dieci che stanno in Presidenza non riescono a farne uno che chiuda almeno la porta;
– il consulente per la comunicazione, il dott. Jacopo Gasparetti, a 130mila l’anno, reclutato dalle fila di Rocco Casalino, è uno dei pochi ultratirrenici che almeno lavora, ma è anche l’artefice delle operazioni di distrazione di massa della Todde e degli addomesticamenti dei media (il servizio di Report di domenica scorsa aveva il freno a mano così tirato da puzzare di pastiglie e dischi dei freni bruciati da lontano un miglio. Nessun cenno, per esempio, alla Kauffman & Partners e ai suoi clienti). È un avversario perché non dà alcun valore morale alla parola: tutto è manipolazione, ma la manipolazione dei sardi, di cui lui è protagonista, è pagata dai sardi, e questo disturba;
– la consulente dell’Assessora del Lavoro (che ieri ne ha ‘buscate’ di santa ragione in Consiglio regionale, perché anche dai banchi dalla maggioranza gliele hanno suonate per i suoi cantieri di lavoro dentro gli ospedali e le hanno corretto la legge proprio nella parte della formazione della graduatorie degli OSS da cui attingere) si chiama Mariassunta Matrisciano, è un ex senatrice Cinquetasche eletta in Piemonte, nativa campana, non rieletta, e va a prendere 130mila euro, per consulere una assessora che è più facile trovare a Sassari che in ufficio a Cagliari (l’assessore del Lavoro a tempo pieno lo sta facendo il Direttore generale Annicchiarico, che però si sta un po’ sverniciando lo smalto andando dietro alle follie di Goku).
Mi dicono che c’è di più, ma già questi quattro svelano la disinvoltura verbale della presidente: parole al vento per i poveri e prebende sicure per gli amici.
Un capolavoro dell’ipocrisia grillina, quella da giochi con i gladiatori: un mostro da sbranare al giorno, mentre i nuovi signori banchettano sul triclinio (sia chiaro, banchettano con l’opposizione, questa opposizione a gettone che per due-elemosine-due ha fatto passare in aula un assestamento da 600 milioni di euro di cui si spenderà forse un centesimo e ha pure applaudito! L’opposizione da triclinio è più pacchiana dell’ipocrisia imperiale grillina).
È in questo quadro volgare e sguaiato che sta maturando lo scontro tra la Todde e i movimenti Pratobello, i quali si stanno facendo mettere in un angolo dall’abilità dei consiglieri regionali che hanno usato il regolamento consiliare per togliere loro ruolo politico. Oggi o i Pratobello fanno il salto di qualità (abbandonando la retorica arruginita dell’anticolonialismo) o si spengono; o divengono una vasta forza di opposizione popolare, contestando l’esproprio di sovranità e l’inefficienza di governo a questo ceto politico o moriranno di vecchiaia precoce e il banchetto bipartisan continuerà nelle forme emetiche già note.
Il dott. Gasparetti? Quindi negli ultimi 5 mesi, tra un comunicato stampa e l’altro, dopo 8 anni di sudati studi, è riuscito a conquistare meritoriamente una laurea triennale presso la Facoltà di scienze politiche della Sapienza? È una notizia. Ononore al merito, complimenti.
Il sistema politico sardo, caratterizzato da un bipartitismo di facciata, ha prodotto una classe politica autoreferenziale, più interessata alla spartizione delle risorse che allo sviluppo effettivo del territorio.
Una proposta di legge elettorale di iniziativa popolare potrebbe rappresentare lo strumento per scardinare questo sistema, introducendo regole che favoriscano il legame territorio-rappresentanza e dissolvano l’arroganza del ceto politico.
Bisognerebbe trasformare il diffuso malcontento in partecipazione attiva, costruendo una rete territoriale solida che sappia resistere alle prevedibili pressioni del sistema partitico e mantenere viva la mobilitazione civica fino al raggiungimento dell’obiettivo.
Se ben organizzata e gestita, questa iniziativa potrebbe non solo portare a una nuova legge elettorale, ma diventare il catalizzatore di un rinnovamento più ampio della politica sarda. Potrebbe dimostrare che i cittadini, quando si organizzano, possono ancora essere protagonisti del cambiamento democratico.
Ne abbiamo discusso più volte in queste pagine ; siamo in presenza di una maggioranza cialtrona e di un’opposizione assente , che non paga di aver favorito inconsciamente o per incapacità elettorale , l’elezione di questa congrega avida e dannosa , sonnecchia fra i banchi del consiglio , sperando che qualcuno o qualche evento funesto provveda .
Purtroppo , anche l’attivismo spontaneo ,privo di cordione e guida autorevole ,viene ignorato e mortificato dalla prepotenza arrogantemente autoritaria dei responsabili di quella coalizione . Purtroppo , il futuro prossimo non pare lasciare spazio alla speranza : non ci resta che sperare che i danni siano contenuti e tali , che la Sardegna possa superarli e risorgere .
Egregio, arriverà per la Influencer Capo della Sardegna “il giorno del pandoro”.
Ed arriverà prima di quanto si possa ipotizzare. Saluti.
Eh ci risiamo, colpisce ancora…udite udite il virus dell’ annuncite! Ma cribbio si riempiono la bocca di astrattismi, dal reddito minimo ai cantieri improponibili dentro le strutture sanitarie (che basta e avanza il gran caos che là regna sovrano), e i voli pindarici in quel della grande mela come la mettiamo. Fino ad ora però le uniche cose concrete fatte in maniera frenetica è stata l’attività di moltiplicare l’occupazione delle poltrone e continui aumenti di prebende a favore dell’apparato cinquetasche. Ma chi se ne impippa dicono loro, tanto paga pantalone, certo dico io ma con le maledette addizionali varie.
Siamo in piena Idiocrazia (il governo agli idioti) che non ha alcun interesse a modificare la situazione perché verrebbe meno la sua ragione di essere.
Maggioranza ed opposizione inscenano da anni una pessima commedia dell’arte; in perfetta alternanza, oggi centro sinistra, ieri centro destra. Entrambi hanno la stessa becera cultura del potere.
…. e il PD non dice nulla ?
In custa tzivilia irbariada maca de gherra carchi borta (gai calicuna!…) mi at bénnidu in mente unu contu de sas antologias (ma custas si tiant pòdere prenare de contos gai) e pagos versos cun su tìtulu “Baranta ladrones” (ant a èssere “a norma di legge”…); est chentza dédica e gai la lasso:
Baranta ladrones
a cadhu fuindhe,
a bértulas prenas
de cosa furada,
pitzinnos, pisedhos,
lassadu ant pranghindhe
e totu sa zente
timindhe, isprammada!
E cantu curriant
sos cadhos fuindhe!…
Una cosa ispantosa!
Nemmancu cherindhe
sighire podiat
sa zente pranghindhe!
Punnendhe pariant
a ispéntimu mannu
pro cuare sa fura
pro cuare su dannu
ca fura faghiant
e dannu cun dannu:
fainas irfatas,
sa cosa furada,
sa zente famida,
pranghindhe
isprammada
irfata sa Terra
de prantu e de gherra.
Baranta ladrones
pro cosa furada
si sunt irrocados
a ispéntimu mannu
de totu isprefundhu
cun cosa e cun zente
de totu su mundhu?
Piticu su dannu!…
No bi andhes ifatu:
est menzus sa vida!