di Paolo Maninchedda
Lo studio tecnico che ha portato Terna a negare l’essenzialità agli impianti sardi si fonda su una scommessa. Terna rischia e afferma che il sistema elettrico della Sardegna è in equilibrio grazie all’entrata in funzione del cavo Sapei, il cavo che ci lega alla rete italiana.
Questa certezza deve essere dimostrata, perché non basta presupporre che in condizioni ottimali il sistema funzionerebbe; occorre dimostrare che, in caso di anomalia del cavo, il sistema sardo non precipiterebbe in un clamoroso black out.
Nei prossimi giorni pubblicherò le risultanze di uno studio consegnato tempo fa da uno dei produttori alla Regione Sardegna che dimostra esattamente il contrario. Terna boccia l’essenzialità ma non mostra come si comporterebbe il sistema elettrico sardo in un giorno d’estate in occasione di un picco di consumo, nel senso che non mostra come coprirebbe la domanda senza gli impianti essenziali. Lo studio consegnato alla Regione rivela l’estrema vulnerabilità del sistema e dimostra che la fine dell’essenzialità non ha un fondamento tecnico, ma politico: lo Stato italiano, che non ha la capacità di portare il gas in Sardegna, costringe la Sardegna a comprare l’energia là dove lo Stato ha garantito il gas.
Terna pubblichi le sue carte, se ne ha, noi siamo convinti del fatto nostro.
Ma avverto Terna di un piccolo dettaglio: non immagini di usare come fattore equilibrante la centrale Enel del Taloro, perché anche questa, pur dichiarata in altri documenti strategica quasi fosse un sito militare, non è più in regime di essenzialità e quindi adesso noi, Regione Sardegna, ci riprendiamo subito i 25 milioni di metri cubi d’acqua che dovevamo conservare per la centrale. Questo lo dico anche a Enel, la quale, nelle more del contenzioso giudiziario sulle dighe, ha inviato alla Regione Sardegna un parere legale offensivo e al limite del ridicolo, con il quale chiede alla Regione di riunire il Consiglio regionale per formulare un’interpretazione autentica delle proprie norme, riduttiva dei diritti della Regione. Io faccio politica da dieci anni e non ho mai incontrato un’impudenza più manifesta di questa che, di conseguenza, ha prodotto la rottura dei rapporti con Enel e la determinazione a procedere duramente con i giudizi dinanzi al tribunale delle acque. Intanto, ci riprendiamo l’acqua del Taloro.
Comments on “Terna ci appende a un filo”
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Data la piega che sta prendendo il ‘dibattito’, chiudo i commenti.
Solo per precisare 1 cosa.
Concludendo il mio pensiero sulla risposta di “Incazzato”, intanto ripeto che i termini “ti sei bevuto il cervello” e tutti i vari cazzi messi nel tuo articolo con tono molto aggressivo, dovresti scriverli usando il tuo nome e cognome. Vedi da qualche tempo sono ospite di questo spazio, spesso non sono d’accordo con il Dott. Maninchedda che mi ospita, qualche volta ho esagerato anche io nei modi ma ho chiesto prontamente scusa. L’altro giorno ci siamo confrontati con Giorgio Asuni, che tu e io conosciamo bene e sappiamo il suo peso, sempre usando i nostri nomi reali, mettendoci la faccia, e i toni erano molto diversi dai tuoi.
Il filo che lega però queste cose e che noi se vogliamo essere duri nei toni (mai come te), usiamo NOME e COGNOME. Io sono riconoscibile, tutti i miei colleghi PACT e in parte O.E. mi conoscono, sanno chi sono. Queste pagine verranno sicuramente lette anche dalla Direzione Aziendale O.P. e proseguo comunque con le mie idee, che non sono contro nessuno, tanto meno dei lavoratori di qualunque azienda sia a Ottana.
Però sono una persona libera, con una dignità e le cosidette “palle”, non mi nascondo dietro un nickname, se voglio attaccare con queste parole, o fare allusioni su altre persone. Vedi la mattina quando mi guardo allo specchio io non mi sputo in automatico. Ripeto io ho sempre difeso Ottana i suoi lavoratori, chi ha lavorato con me per 10 anni, mi ha sentito più di una volta difendere il paese che mi ospitava e dove lavoravo. Quindi ti rispedisco tutto ciò che hai scritto, visto che sto continuando a difendere il lavoro a Ottana e la sua dignità. Io semplicemente ho il coraggio di scrivere, usando il mio nome quello che molti, moltissimi dicono e pensano. Forse se ho capito chi sei in un tempo lontano lo hai detto e condiviso anche tu. Io vorrei solo il rispetto e la verità! Volete l’Essenzialità, prendetevela pure,ma si dica la verità. Meglio 100 persone che lavorano che non 180 a spasso? Ok va bene! Ma almeno diciamo tutto! E cerchiamo di dirlo nel rispetto degli altri ed essendo UOMINI. Saluti. Antonello Ledda.
Intanto sei pregato visto che offendi con parole di un certo tipo ad usare il tuo nome e cognome, come vedi faccio io.
Inoltre nell’articolo (se sai leggere l’italiano e lo capisci), si spiega quello che i veri operai di Ottana Polimeri dicono da tanto tempo.
Nessuno di noi è contro l’Essenzialità!! noi diciamo semplicemente Essenzialità per tutta la vita, se per tutta la vita è in marcia la chimica..! No chimica in marcia, no Essenzialità..
Quanto meno si smetta di dire che l’Essenzialità è fondamentale per tenere la chimica in marcia!! Come potrai ben vedere se lavori in Centrale, dall’impianto PACT e POLY non esce vapore. Impianti fermi. Ti comunico inoltre che da oggi anche la nostra cassa integrazione è nelle mani di SFIRS e poi forse INPS, quindi la situazione economica delle nostre famiglie sarà ancora più precaria.Nessuno Difende ne va contro a Ottana, figurati io ci ho lavorato per più di 10 anni. Quello che si chiede caro Incazzato e che si rispetti almeno la dignità degli operai in cassa integrazione. Se quanto hai scritto è farina del tuo sacco, mi sa che le idee confuse sono le tue.
Diciamo allora che l’Essenzialità non è legata alla chimica ed ognuno verrà lasciato al proprio destino.
Visto che credo tu mi conosca, anche personalmente ti invito ad approfondire la questione in un eventuale dibattito. Come vedi inoltre io non ho offeso ne te, ne le tue eventuali “amiche” o “amici”.
Il lavoro, lo sviluppo, il progresso e la dignità nel lavoro, non si fanno allo spalle di qualcuno, o si va avanti tutti, o ci si ferma tutti. Tra qualche giorno partirà la mobilitazione per l’ottenimento dell’Essenzialità e fatalmente verranno chiamati a contribuire anche gli operai di OP. che non sono contro di te, ma sono a favore della loro e sopratutto della tua dignità.Chiedo solo il rispetto della verità, per me, la mia famiglia, i miei colleghi e le loro famiglie.
Infine ti dirò, possono dare l’Essenzialità o no, a me non cambia nulla. Il nostro di futuro è già segnato. Lo sai benissimo anche tu!
Saluti.
Ricordatevi,la discussione fondamentale non sono le accuse a un’azienda dello Stato,ma i modelli di sviluppo industriale che una regione autonoma dovrebbe garantire per rendere efficiente un sistema socio-economico.
Ndr -https://www.sardegnaeliberta.it/o-grandi-idee-o-piccole-risse/
Quali interessi sta difendendo ?” O ****** quelli miei che sono un lavoratore della Centrale che ha un mutuo e una famiglia.
Clivati si e’ comprato la centrale dagli americani che nel 2005 se ne sono scappati, voleva convertire a carbone e non si e’ voluto fare perche quello di Ottana doveva candidarsi con la Murgia, si e’ dovuto comprare equipolymers nel 2010 (che non c’era nessuno che la volesse tanto era un bell’ impianto !) e l’ha fatto con uno che ha i soldi e che compra uno stabilimento al mese e quindi se vuole lo fa ripartire ma pochi si ricordano che aveva chiesto a Cappellacci che c’era di sistemare cose come i trasporti e il gas, le solite che sono 30 anni che si chiedono e che non vengono mai risolte. Assessore vada avanti per me e per chi lavora perche’ io la valigia non la voglio fare e non voglio finire mezzo ****** come Ledda fra i compagni ******* che non hanno piu le ******* di lottare.
Per Antonello. Ho letto l’articolo della tua amica. Che dire? Forse non hai ben capito ciò che dice se sei d’accordo con lei. Io ho lavorato a Ottana Polimeri come te ed evidentemente tu non hai spiegato a questa signora che nella centrale lavorano 100 persone e da noi ne lavoravano 80. Né la centrale né Ottana Polimeri sono state comprate dal Gruppo Clivati con soldi né statali né regionali. Manco una lira di contributo pubblico, glielo hai detto? Tu sai benissimo che a Ottana Polimeri ci serviva un vapore ad alta pressione e a portata variabile che non è tecnicamente possibile, senza gas, produrre diversamente da come viene prodotto dalla centrale di Ottana Energia. Tu sai, per tutte le volte che se ne parlò quando Indorama comprò la fabbrica, che Ottana Polimeri aveva un costo dell’energia elettrica da Ottana Energia pari a circa alla metà del prezzo che avrebbe potuto avere sul mercato ritirandolo dalla rete. Che cazzo dici a dichiararti d’accordo con chi afferma che siamo un polo industriale assitito? Assistito da chi? Noi siamo senza assistenza e finché abbiamo prodotto ci siamo retti sul mercato e quando siamo entrati in crisi non abbiamo chiesto salvataggi pubblici. Assistenza di che cosa? mA DI COSA PARLA? La tua amica ripete banalità e luoghi comuni sulla nostra pelle. Confondere l’essenzialità con l’assistenzialismo mi pare vergognoso; come trovo al limite del tradimento sociale dire che Ottana è un sito industriale assistito quando da quando c’è Clivati non prende un contributo. Poi non ho capito bene le insinuazioni di bassa lega: cioè la tua amica dice che chi difende Ottana, cioè noi, difende interessi indifendibili o banalmente privati? Spiegami un po’ tu; tu immagini che torni lo Stato a mettere soldi a Ottana oppure è meglio ragionare col privato per tenerla aperta? E perché i politici non dovrebbero difenderci? E come fanno a difendere noi senza difendere l’impresa? O pensi ancora che ci debbano dare lo stipendio a fabbrica chiussa? Ti svegli o no? Certe volte ti bevi il cervello e vai dietro a pifferai della tastiera che stanno desertificando il centro Sardegna col complottismo, con l’attacco continuo a tutto e a tutti, poi non si capisce bene chi dovrebbe darci il lavoro. In altre regioni le imprese vengono difese, non aggredite con cazzate da bar o con argomenti che non ripeterebbe neanche il più vecchio militante di Lotta Continua.
Salve! Giusto per completezza dell’informazione mi permetto di segnalare un articolo di Giulia Serra su ilmarghine.net!
Tale articolo è condivisibile o meno, ma mostra chiaramente ed
impietosamente la realtà del sito di Ottana, ciò che è accaduto e ciò che sta accadendo.
Purtroppo l’autore dell’articolo (Giulia Serra) è una giornalista affetta da una grave forma di malattia che colpisce alcune persone.
Tale patologia colpisce la schiena, la mente, e lo spirito:
Si chiama infatti “SCHIENA DRITTA”. Impedisce a volte di dire bugie e ci spinge sempre alla ricerca della verità. Non contro qualcuno o qualcosa, ma sempre a favore della chiarezza e della libertà.
Siccome ho saputo da poco che di tale patologia è affetto anche lei Dott. Maninchedda, non credo avrà problemi a pubblicare queste poche righe.
Grazie come sempre dell’ospitalità.
Generoso lo sforzo politico di questi giorni, sarebbe utile adoperarsi anche per definire la strategia dei vari progetti industriali ancora in bilico.