È apparsa, finalmente, la delibera di Desiré sui Bonus sanitari e rivela, senza bisogno di molte spiegazioni, che la Giunta ha deciso di prescindere dalle valutazioni del Consiglio: «vista la nota della Presidente della Regione n. 22294 del 9 dicembre 2024, con la quale la deliberazione di cui sopra è stata inviata al Consiglio regionale per l’acquisizione del parere della Commissione consiliare competente; – considerato che il comma 2, del medesimo art. 16-bis della legge regionale n. 13/2010 sopra richiamata, prevede che il parere debba essere espresso entro venti giorni, decorsi i quali se ne prescinde».
Ieri, la decisione della Giunta era già nota alla Nuova Sardegna, che annunciava il varo della delibera accompagnandolo con le dichiarazioni entusiaste del Dg del Lavoro, prossimo Segretario generale della Regione, Eugenio Annichiarico.
Si può agevolmente dedurre che la scelta di prescindere dal parere della Commissione consiliare è stata politica, certamente, ma anche amministrativa. Non solo, dunque, la Presidente e l’assessora Desirè hanno deciso di non tenere in alcuna considerazione il parere istruttorio predisposto dagli uffici del Consiglio regionale sui bonus, ma anche di spregiare la prudenza della Commissione presieduta da Carla Fundoni, la quale, data la gravità dei rilievi, che avrebbero portato la Commissione ad esprimersi in senso contrario, aveva più volte rinviato la discussione dell’argomento all’ordine del giorno. In genere, quando accadono queste cose, la Commissione non si esprime per dare il tempo alla Giunta di modificare la delibera in esame, in modo da superare i rilievi tecnici. In questo caso, invece, ed è qui che si rileva una sorta di stizza amministrativa della struttura amministrativa regionale e dei suoi vertici, la scelta è stata opposta, cioè confermare in toto la delibera e prescindere dai rilievi.
Se questo non bastasse, oggi L’Unione Sarda dà conto del durissimo scontro legale in atto all’Oncologico sulla vicenda del dott. Tuveri, cui prima si impedisce di operare, poi, e solo dopo una diffida, glielo si consente formalmente, cioè gli si dà una sala, ma di fatto si continua ad impedirglielo perché non si possono fare certi interventi senza l’ausilio di determinati servizi (e che a scrivere ai giornali sia l’avvocato significa che ormai lo scontro scivolerà nelle aule dei tribunali penali e del lavoro).
Il problema è che L’Unione fa queste belle inchieste senza memoria, perché il caso del dott. Tuveri, che è un caso non personale, ma strutturale, va inquadrato insieme al caso del primariato di chirurgia toracica e dell’affidamento di questo reparto al primario di ginecologia! Qui bisogna dire la verità: la Giunta, sin dal suo insediamento, vuole far fuori amministrativamente il dott. Marcello Tidore, DG della Asl 8, che però è una Asl che funziona al punto da essere la terza in Italia per le cure ospedaliere (e qui il merito è da dividere tra la struttura amministrativa e le eccellenze del Santissima Trinità – dove io sono stato ieri e dove ho potuto constatare efficienza, cortesia, metodo, competenza e educazione, a differenza di ciò che accade a un mio amico, malato oncologico, ogni volta che va a fare terapia al Businco); viceversa, da più di un anno, tutela la dirigenza del Brotzu (che ha l’Oncologico in pancia) la quale, invece, è assurto ripetutamente agli onori della cronaca per le sue inefficienze e per l’irrazionalità delle sue scelte.
In poche parole, la Giunta, con pezzi rilevanti del Consiglio, vuole il commissariamento della Asl efficiente e la conferma dei vertici della Asl inefficiente.
In mezzo ci siamo noi, i pazienti.
A mostrarci come non si tratti di questioni di lana caprina, giunge oggi, a corredo degli articoli che ogni tanto pubblica Franco Meloni sull’Unione Sarda, un editoriale di Luigi Arru, già assessore della Sanità della Giunta Pigliaru, il cui capo di gabinetto di allora è oggi il DG dell’Ares, ma nessuno se n’è accorto per l’estrema accortezza, prossima al rigor mortis che caratterizza il suo agire. Ebbene Arru, con un articolo che ti fa ammosciare all’inizio e eccitare alla fine, ma per troppo poco tempo (in sostanza, l’articolo ha la testa grande, le premesse, e i piedi piccoli, le conclusioni), dimostra come la mancata corretta organizzazione delle sale operatorie stia provocando, rispetto alla chirurgia oncologica e a quella dovuta a traumi (incedenti stradali ecc.) un flusso costante di pazienti che abbandonano la Sardegna per cercare salvezza altrove. Con una piccola osservazione: tutto va bene quando gli interventi sono programmabili, meno, molto meno, quando sono urgenti.
Adesso il Consiglio è a un bivio: o decide di far politica o continuerà a subire la peggiore che ci sia, quella della prepotenza incompetente.
La Giunta, che ha imposto al Consiglio di fare la riforma sanitaria prima della legge finanziaria (una vera e propria follia con conseguenze dirette sulle tasche e sulla pelle dei cittadini), persegue disegni di potere indifferenti all’efficienza delle cure.
Il Consiglio deve reagire, deve individuare un obiettivo di riequilibrio: può fare un ordine del giorno nel quale chiede la revoca della delibera dei Bonus sanitari; può chiedere espressamente il commissariamento del Brotzu; può chiedere l’azzeramento dei vertici della sanità sarda, dall’assessore all’addetto di gabinetto dell’assessorato (perché noi non ci siamo dimenticati dell’allontanamento, a quanto pare per ragioni di omogeneità politica, del capo di gabinetto Tecleme…). L’unica cosa che non può fare è restare immobile, ne va della sua credibilità.
Egregio, la politica dei bonus sanitari adottata dalla SubInfluencer e condivisa dalla Influencer Capo è figlia della mentalità pentafarlocca che ha portato a bonus di ogni tipo: monopattino, 110% (una autentica follia, un invito alla speculazione), psicologo ed altre amenità ed ai RdC che hanno sfasciato vieppiu’ i già disastrati conti pubblici. Tale politica risiede su una totale mancanza di visione politica abbinata ad una incapacità di saper elaborare anche i ddl meno complicati
Inoltre si segue una strada che rasenta il voto di scambio nella speranza di una crescita elettorale che non ci sarà perché la gente ha capito la improduttivita’ di queste strategie.
Sarà infine interessante vedere quante reazioni giurisdizionali suscitera’ una misura che abbatte definitivamente il concetto di sistema universale del nostro SSN che, peraltro, prevede già la compartecipazione alla spesa modulata sul reddito (ticket).
Prevedo l’ennesima figura di palta. Saluti.
@ Augusto Il mio amico frequenta l’ambulatorio di oncologia per il day hospital e gli capita spesso di trovare medici (uomini e donne) scostanti.
Paolo, può essere che le ragioni dell’allontanamento del capo di gabinetto Tecleme prima che per ragioni di omogeneità politica vadano innanzitutto iscritte ad un atto di nomina che non poteva essere assunto stante lo stato di quiescenza dello stesso? Il che comunque avvalora un modus che nel tuo corsivo hai brillantemente definito “a prescindere”.
Ah, ma che spettacolo il Consiglio Regionale! Un’istituzione ormai ridotta a un club di spettatori silenziosi, ligi ai diktat della Presidente, anche quando questi sono del tutto inconcludenti e servono solo a soddisfare interessi autoreferenziali. D’altra parte, perché prendersi la briga di fare politica quando si può semplicemente fare da tappezzeria? Un Consiglio appiattito, immobile, che con encomiabile dedizione ha scelto di non disturbare il manovratore, anche quando il manovratore si muove a zig-zag verso il disastro.
E poi c’è la Todde, che evidentemente ha un grande sogno: costruire un’intera macchina amministrativa, non solo il sistema sanitario, a sua immagine e somiglianza. Perché limitarsi a sostituire i “bravi” della sanità con i propri sodali e a lasciare al loro posto gli incapaci, quando si può applicare lo stesso brillante criterio a tutta la Regione? Un capolavoro di ingegneria politica: un sistema dove la competenza è un fastidioso dettaglio e l’efficienza una variabile trascurabile.
Nel frattempo, mentre si gioca a Risiko con la sanità pubblica, i pazienti scappano dalla Sardegna in cerca di cure, le eccellenze vengono smantellate, e il Consiglio si trova di fronte a un bivio epocale: continuare a farsi prendere a pesci in faccia o dare un segnale di vita. Certo, reagire richiederebbe coraggio e autonomia di pensiero… quindi, tranquilli, possiamo stare certi che continueranno a non fare nulla.
Professore, non son in quale businco vada il suo amico per le terapie. Io sono in terapia da più di un anno. Il 5 piano non ha niente da invidiare alle strutture del nord (chirurgia e degenza escluse).
La Sanità è morta, da diverse legislature. Le poche Asl che funzionano stanno venendo usurpate dalla voglia di potere dei politici di turno, con commissari, e quant’altro. Io ricordo circa 10 anni fà, l’ospedale di Nuoro era un fiore all’occhiello, oggi abbiamo lo sfascio totale. liste d’attesa infinite, un pronto soccorso con medici stranieri (senza fare il minimo razzismo, ma credo che in certe mansioni abbiamo bisogno di persone che siano ben integrate culturalmente e soprattutto anche avere una buona conoscenza della lingua, in quanto molte persone anziane del territorio, arrivano al pronto soccorso e parlano solo il sardo, lingua che non possono conoscere certamente i medici stranieri). Mia mamma aspetta un operazione per un ernia da circa 6 mesi, e quando vai a sollecitare mi riferiscono, abbiamo priorità. Una donna 84 anni con problemi cardiaci e di Alzaimer. Ma esempi come mia mamma ne abbiamo a centinaia.
Un altro caso come dice lei professore l’eccellenza del Santissima Trinità, rinomata e invidiata da tutti.
Il ricorso della Todde ha creato un grande fermento dei partiti, che in questo clima di incertezza cercano di marcare il territorio con persone a loro vicini. La Giunta, che ha imposto al Consiglio di fare la riforma sanitaria prima della legge finanziaria. Una serie di azioni che hanno solo un unico scopo, prepararsi a quello che potrebbe essere una nuova elezione, certo non possono dirlo ufficialmente. Il tutto sulla pelle dei cittadini.
Corsa ostinata della Decaduta verso l’abisso del Nefasto (oltre ben oltre la ordinaria decenza).
Discriminazione a carattere cubitali nelle cure sanitarie; in breve, mia esperienza tristemente analoga a molti altri che conosco:
– tentativo di prenotazione Cup visita endocrinologica fine 2024 , appuntamento fuori sede per Novembre 2025
– tentativo di prenotazione Cup visita Urologica , nessuna disponibilità.
Quindi, prestazioni a pagamento nel privato .
Ora con i “buoni sanitari” riservati a chi non raggiunge una soglia Isee bassa, i beneficiari si riverseranno in massa nel privato e questi privato aumenterà , inevitabilmente, le tariffe ed il qui presente dovrà fare nuovamente la fila e aggiungere denaro a ciò che già pagava di suo.
Discriminato due volte. E discriminato a causa di una miserabile esigenza di “votini” da garantire la sopravvivenza politica a dei Parvenu della sotto politica.
P.S.: tutte le cose ma proprio tutte che i Contiani senza faccia, TOCCANO, si trasforma in .. , .. proseguite Voi a casa a completare la frase.
Ho fatto un sogno (non da Martin Luther King, ma da Marco Casu) ma se tutti quelli che hanno votato a Pratobello, Tutti, facessero una bella trasferta a Cagliari e tutti insieme si sgolassero per chiedere le DIMISSIONI della DECADUTA, ..i Cardinali del PD presterebbero orecchie e cuore?
Rimanendo nella metafora sanitaria, se non fosse per le lunghe file d’attesa in pronto soccorso, si potrebbe dire che il consiglio Regionale sia stato ingessato, tanto è immobile.
Speriamo siano solo stecche.