Questo è il testo dell’art. 9 comma 4 della legge 3/2009: «Nelle more di una riforma organica della normativa regionale in materia di istruzione, la Giunta regionale, nell’ambito delle dotazioni organiche complessive definite in base alle vigenti disposizioni e tenuto conto delle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, definisce le modalità e i criteri per la distribuzione delle risorse di personale tra le istituzioni scolastiche. Nel rispetto dei criteri e delle modalità definiti dalla Giunta regionale, la Direzione generale dell’Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, provvede alla distribuzione delle risorse di personale tra le istituzioni scolastiche».
Questa norma venne impugnata dal Governo. Si pronunciò la Corte costituzionale con la sentenza 235 del 2010 . La Corte dichiarò legittima la norma regionale. Scrisse: «Questa Corte ha già chiarito che il compito della distribuzione del personale docente tra le istituzioni scolastiche autonome spetta alle Regioni (sentenza n. 13 del 2004). Essa ha più volte ribadito la necessità dell’intervento del legislatore regionale per la disciplina di “situazioni legate a valutazioni coinvolgenti specifiche realtà territoriali delle Regioni, anche sotto il profilo socio-economico”. Ha così riconosciuto all’ambito di pertinenza regionale sia il settore della programmazione scolastica regionale, sia quello al dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche, al quale è intimamente collegata la ripartizione delle correlative risorse di personale (sentenza 200 del 2009)».
C’è poco da dire ulteriormente: subiamo i dimensionamenti per vigliaccheria. Non esercitiamo i poteri che ci sono stati riconosciuti. Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, in Sardegna, non dovrebbe esistere, ma esercita i poteri che la Corte ha riconosciuto alla Regione.
Is Sardos seus coment’e brebès cun pastores malos (o fortzis badrianos bonos de brebès de iscartu ibertandho sa die de su masellu, antzis, cosa ‘moderna’, mattatoio, prus d’efficiente).
Pastores cun isperiéntzia connota: dhis praghet “su connotu” po èssere prus…, si ischint ite!, ca sa cosa no est de como solu.