Oggi, a differenza del passato, si registra un cambio della fascia di età che chiede di cambiare sesso. Oggi non sono più adulti, ma prevalentemente bambini e ragazzi pre-puberi.
La dott.ssa Hilary Cass, pediatra, è stata incaricata da ciò che noi chiameremmo sistema sanitario nazionale inglese, di verificare (cioè di svolgere una review) dei protocolli in uso in Inghilterra per i bambini che chiedono di cambiare sesso.
Qui trovate il suo rapporto. Si intitola Independent review of gender identity services for children and young people: Final report (Verifica indipendente dei servizi di identità di genere per bambini e giovani: rapporto finale). Mettetevi comodi: 388 pagine.
Tuttavia vanno lette, con calma, con pazienza, perché è uno dei primi, drammatici, terribili report su un fatto culturale che il populismo sta importando anche in Italia: la trasformazione di una strategia di egemonia culturale, in questo caso quello della cosiddetta cultura woke, in presunta scienza (potremmo parlare allo stesso modo di terrapiattismo, di vaccini, di alieni ecc. ecc., sapendo perfettamente quale sia il clima nelle università italiane e quali rischi si corra a porre queste questioni). La parola woke è intraducibile in italiano. Significa ‘risveglio’, ‘attenzione’, ‘consapevolezza’. Nei fatti sta ad indicare un movimento culturale, con epicentro americano e, soprattutto, californiano, che ha voluto richiamare ad assumere consapevolezza del perdurare di pregiudizi e discriminazioni razziali e sessiste.
Do, in traduzione, i risultati del rapporto.
- Non esiste una spiegazione per l’aumento del numero di giovani e giovani adulti che hanno un’identità trans o di genere diversa. Si è concordi nel ritenere che essa sia il risultato di una articolata interazione di fattori biologici, psicologici e sociali. L’equilibrio e l’azione di questi fattori è differente da individuo a individuo, ciò spiega perché le linee guida internazionali per la cura e il trattamento di bambini e giovani con incongruenza di genere non appaiono congruenti e applicabili nella loro interezza.
- Non vi è consenso sull’approccio clinico. Ciò ha reso alcuni medici timorosi di lavorare con giovani che fanno domande di genere, nonostante la loro presentazione sia simile a quella di molti bambini e giovani che si presentano ad altri servizi del Servizio Sanitario Nazionale inglese.
- Sebbene sia stata pubblicata una notevole quantità di ricerche in questo campo, le revisioni sistematiche delle prove hanno dimostrato la scarsa qualità degli studi pubblicati, il che significa che non esiste una base di prove affidabile su cui prendere decisioni cliniche o che i bambini e le loro famiglie possano fare scelte informate. .
- I punti di forza e di debolezza delle evidenze scientifiche sulla cura dei bambini e dei giovani sono spesso travisati e sopravvalutati, sia nelle pubblicazioni scientifiche che nel dibattito sociale.
- La logica della soppressione precoce della pubertà rimane poco chiara, con prove deboli riguardo all’impatto sulla disforia di genere, sulla salute mentale o psicosociale. L’effetto sullo sviluppo cognitivo e psicosessuale rimane sconosciuto.
- Anche l’uso di ormoni mascolinizzanti/femminilizzante nei minori di 18 anni presenta molte incognite, nonostante il loro uso di lunga data nella popolazione transgender adulta. La mancanza di dati di follow-up a lungo termine su coloro che iniziano il trattamento in età precoce significa che disponiamo di informazioni inadeguate sulla gamma di risultati per questo gruppo.
- I medici non sono in grado di determinare con certezza quali bambini e giovani acquisiranno un’identità trans duratura.
- Per la maggior parte dei giovani, un percorso medico non sarà il modo migliore per gestire il proprio disagio legato al genere. Per quei giovani per i quali un percorso medico è clinicamente indicato, non è sufficiente fornirlo senza affrontare anche problemi più ampi di salute mentale e/o problemi psicosociali.
- L’innovazione è importante se si vuole che la medicina vada avanti, ma deve esserci un livello proporzionato di monitoraggio, supervisione e regolamentazione che non soffochi il progresso, impedendo al tempo stesso l’infiltrazione di approcci non provati nella pratica clinica. L’innovazione deve attingere e contribuire alla base di prove.
Il 10 aprile Jannifer Lahl, intervenendo sul tema a Milano, ha commentato così il report della Cass:
“Il suo accuratissimo review non ci stupisce perché queste cose le sappiamo e le diciamo da anni, prese a pesci in faccia e insultate in ogni modo. C’è gente licenziata e messa al bando per non essersi arresa alle balle della propaganda. Ci sono ragazze e ragazzi con il corpo mutilato e distrutto che vorrebbero tornare indietro ma non possono: anche ai detransitioner, Cass lo dice chiaramente, vanno garantite attenzioni e cure”.
Recensendo l’evento milanese, Marian Terragni ha scritto: “Anche la dottoressa Cass parla di transizione sociale, quella carriera alias che gli istituti scolastici esibiscono orgogliosamente nella loro offerta formativa all inclusive. Occhio prof: ‘Quando si prendono decisioni sulla transizione sociale dei bambini in età prepuberale, si dovrebbe garantire che possano essere visitati prima possibile da un professionista clinico con esperienza in materia”.
The Guardian ha così commentato in un occhiello: “Clinicians and managers must be held to account for the travesty in which adult beliefs were allowed to drive healthcare for children (I medici e i manager devono essere chiamati a rispondere del fraintendimento che ha consentito alle convinzioni degli adulti di guidare l’assistenza sanitaria per i bambini.
Un utilizzo del concetto di scienza paragonabile a quello con cui il regime nazista ha giustificato i propri crimini
Che orrore. Guarda Paolo sto iniziando a pensare che forse è un bene che io non abbia avuto figli. Al sig. Sechi: la delicatezza di qs problematiche nn può essere invocata per giustificare l’orrore e la distruzione di cui finalmente vedo dar conto. E la politica eccome c’entra: proprio ogni decisione in favore di qs deriva folle dell’intelletto è assunta dalla politica.
È semplicemente terrificante tutto ciò.
Sono contento di essere nato nel 41.
Sgomento. Percezione di uno sfruttamento dei bambini per altri fini.
Qui non vi sono certezze e verità da sbandierare. Calma
Spaventoso.
E’ comunque difficile discutere di questo tema quando alcuni “studiosi” (facenti parte di organizzazioni del OMS) molto accreditati rilasciano simili dichiarazioni
Florence Ashley
Nel 2023, Ashley era uno dei 21 membri nominati nel gruppo di sviluppo delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riguardanti la salute delle persone trans e di genere diverso
Florence Ashley “giurista e bioeticista transfemminile”Ashley ritiene che “i bloccanti della pubertà dovrebbero essere trattati come l’opzione predefinita” per TUTTI i giovani, invece di “lasciare che la pubertà faccia il suo corso”. L’attivista sostiene che lasciare che questa fase dello sviluppo umano progredisca senza interruzioni “favorisce fortemente l’incarnazione cis, aumentando il costo psicologico e medico della transizione”
“I bloccanti della pubertà collocano strutturalmente il futuro ormonale transgender e cisgender in una simmetria approssimativa. I giovani che assumono bloccanti della pubertà hanno le loro opzioni molto aperte, i loro corpi non vengono alterati né dal testosterone né dagli estrogeni. Anche se molto rimane sconosciuto sugli effetti a lungo termine dei bloccanti della pubertà, le limitate prove empiriche e l’esperienza clinica ci rendono più che giustificati nel ritenere che, qualunque sia il rischio che i bloccanti della pubertà comportano, non precludono percorsi di vita futuri tanto quanto avviene con la pubertà”.
Insomma: la pubertà naturale è molto più pericolosa dello “sviluppo artificiale” prodotto con l’uso di blocker seguito da ormoni cross sex e chirurgia, perché solo questa seconda strada garantisce la libertà. E oggi libertà è anzitutto libertà di decidere di che sesso sei: ormai da anni le/gli adolescenti vengono bombardati con questa transpropaganda
Con questi presupposti difficile restare calmi.
Dimandha.
Sa distintzione e identificatzione “mascru” o ”fémina” (cun cunfusione tra su èssere “ómine” o èssere “fémina” cun totu su gàrrigu de presuntziones “pro” o “contras” e ‘modernamente’ ‘bisonzu’ e ‘prozetu/possibbilidade” in d-unu sensu o in s’àteru) benit difìtzile a pessare chi s’umanidade no l’apat tentu de sempre.
Ma no creo chi siat istadu gai meda e mannu che in tempos nostros e no solu ca si ndhe chistionat meda, est ‘iscopiadu’.
Dimandha: Est possìbbile chi s’alimentatzione, artefata fintzas cun porcherias mai gai meda che in tempos nostros – industrializada e consumìstica – tenzat una funtzione causale? No isco si bi at istùdios.
Un tema sul quale non ci può permettere di essere superficiali. Ne la di può “buttare in politica”. C’è tutta la delicatezza di una questione che riguarda innanzitutto l’individuo, la salute fisica e soprattutto mentale, la famiglia.