di Paolo Maninchedda
Leggo oggi sul giornale di trivelle a Su Cologone e di appelli al confronto e alle scelte condivise.
In giornata verrà divulgato un comunicato ufficiale dell’Assessorato, ma sin d’ora mi preme dire che se c’è qualcuno che si è sottratto costantemente al confronto pubblico sul tema della valorizzazione e utilizzo dell’importante risorsa idrica e ambientale di Su Gologone nell’intero areale compreso tra Oliena, Dorgali e Orosei, questo non è certamente il sottoscritto. Ci sono riunioni, e verbali di riunioni, che attestano chi era presente e chi no, che dicono chi accetta il piacere e la responsabilità della fratellanza tra sardi e chi no.
Se c’è qualcuno che ha sempre detto di essere molto restio a spostare una sola pietra nella delicatissima area dove oggi avviene il prelievo dell’acqua, in condizioni non ottimali né sul piano ambientale né sul piano funzionale, questo è il sottoscritto.
Se c’è qualcuno che prima di fare qualsiasi cosa ha preteso, sostenuto dalla competenza e dalla passione dei tecnici del Genio Civile, un approfondito studio, mai fatto prima, delle nostre risorse idriche sotterraneee, questo è il sottoscritto.
Se c’è qualcuno che prima di fare qualsiasi cosa, compreso lo studio in corso, ha rispettato tutte le procedure di legge anche semplicemente per misurare una portata, questo è il sottoscritto insieme ai tecnici del Genio Civile. Attualmente è solo in corso uno studio, come è in corso lo studio di Fruncu ‘e Oche per Siniscola; attualmente è solo in corso il primo studio scientifico mai fatto e viene condotto non secondo procedure politiche, ma secondo tecniche e procedure previste dai protocolli scientifici e dalle leggi di tutela e di intervento.
Se c’è qualcuno che ha fortemente voluto il progetto pilota di Abbanoa per la riduzione delle perdite a Oliena attraverso la regolazione intelligente delle pressioni, questo è il sottoscritto, difendendo il diritto di Oliena a vedere la Regione intervenire con i soldi di tutti su un problema comunale, perché Oliena è parte della Sardegna come tutti gli altri paesi. Se c’è qualcuno che ha sempre ostacolato lo scatenarsi dei localismi tra l’acqua e le spiagge di quell’area, questo è il sottoscritto.
Non accetto che questo lavoro, duro, razionale, paziente e rispettoso di tutti e della natura, venga banalizzato e stramato in localismi fratricidi. Non accetto che anni di dialoghi pazienti con amministrazioni locali e comitati vengano liquidati sull’onda di manipolazioni strumentali dei fatti.
Si dovrebbe avere sempre coscienza che i vicini non sono nemici ma fratelli.
Si dovrebbe avere sempre coscienza che sapere, conoscere, misurare, capire, è il presupposto dell’esercizio pieno della libertà. O si vuole che continui la maledizione ottocentesca per cui i Sardi si raccontano tra loro favole e poi deve arrivare il solito tedesco o il solito piemontese a dire quanto è alto un monte, quanto è profonda una caverna, quanto è la portata di una fonte?
Io ho un rispetto religioso della natura e ne ho uno ancor più sacro della natura umana e dei vincoli di solidarietà che la caratterizza quando è interpretata nella sua profondità.
Nessuno ha mai avuto intenzione di decidere alcunché in solitudine su Su Gologone, anzi. Proprio in questi giorni mi è stato chiesto di riunire per l’ennesima volta le amministrazioni comunali per decidere che cosa fare e come farlo e nessuno farà niente senza una scelta condivisa. Ma per scegliere correttamente bisogna conoscere, capire, valutare, misurare, simulare scenari.
La politica ha bisogno di conoscenza. Io sono un libertario democratico e non adotterò mai atti che abbiano anche solo da lontano l’odore di un editto imperiale, e mi fa specie che uomini delle istituzioni che ben conoscono questo tratto della mia cultura e attitudine personale possano richiamarmi alla condivisione; io e tutta l’Amminsitrazione regionale siamo stati sempre dentro un percorso condiviso. Quando il quadro delle conoscenze sarà definitivo, si dovranno prendere le opportune decisioni e le si prenderà tutti insieme, ma che si voglia anche impedire la conoscenza mi pare profondamente sbagliato; che si spacci la conoscenza della natura come un sua violazione va contro la natura stessa della cultura europea; che gli organi di informazione cerchino sempre e solo la parola ad effetto e mai la verità è una condanna alla mancanza di credibilità di cui progressivamente pagheremo tutti le spese.
Comments on “Su Oliena un castello di menzogne”
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No, signor Sini, le cose non stanno come Lei dice e risultano dagli atti accumulati in anni di lavoro. Non si parla di portate, allagamenti e fiumi in modo impreciso; se ne dovrebbe parlare in modo esatto, ma è una pratica che è rifiutata dai più. Comunque, la procedura di studio è in corso e sarà oggetto sempre di confronti puntuali: nessuno impone niente a nessuno. Ma proprio nessuno.
Sono le premesse e i presupposti dello studio e del progetto per prelevare acqua dalla grotta di Mussintommasu a Su Gologone che sono totalmente sbagliati. Perché commissionare un progetto spendendo soldi pubblici per studiare se è possibile prelevare l’acqua a monte della sorgente carsica, se esce spontaneamente con una portata di 250 litri al secondo? L’acqua di Su Gologone va quasi tutta nel Cedrino, da quello che risulta a me la condotta per approvvigionare i paesi della Baronia dalla sorgente di Oliena è stata già finanziata e in buona parte costruita, basta collegarla 100 metri a valle dalla Sorgente (è un monumento naturale) e Orosei, i paesi limitrofi hanno l’acqua cristallina da Su Gologone. Il problema vero è la diga di Pedra ‘e Othoni che è gestita dal Consorzio di Bonifica di Nuoro, era stata costruita per laminare le acque alluvionali e proteggere la Baronia, invece è utilizzata a scopo irriguo e la sua quota è tenuta tutto l’anno ben al di sopra di quella stabilita in origine, supera abbondantemente i 100 metri sul livello del mare, quota naturale di Su Gologone. In occasione di piogge abbondanti tornano indietro le acque putride e inquinate del Cedrino allagando la Sorgente. I baroniesi vogliono l’acqua pulita per bere e l’acqua inquinata per irrigare, la classica botte piena e moglie ubriaca! Su Gologone e considerata dagli olianesi una sorgente sacra, se ne faccia una ragione l’assessore Maninchedda, la popolazione di Oliena mai e poi mai permetterà a chicchessia di modificare o toccare uno spillo nel sistema carsico creato e costruito da Qualcuno molto più intellegente degli ingegneri, geologi e papaveri del Genio Civile ben retribuiti dalla Regione Sardegna per fare studi inutili.
Sottoscrivo e approvo parola per parola.
Condivido pienamente….ottimo intervento