di Paolo Maninchedda
Oggi presentiamo la lista di Cagliari. Noi, la nostra faccia e nessuna coda di pavone.
Stile diverso da quello ancora in uso a Carbonia, per esempio, dove io non sono andato nel quartiere di via Dalmazia a pavoneggiarmi per avere fatto solo il mio dovere, aver cioè trovato i soldi per rimettere a posto gli impianti e aver fatto partire i lavori subito. Viceversa c’è chi l’ha fatto immeritatamente e tutti speriamo venga giudicato severamente dagli elettori. Noi non usiamo il bisogno delle periferie urbane per chiedere voti: noi cambiamo, per quel che possiamo, le periferie, perché le città non sono quelle della movida, quelle delle piazze ottocentesche. Le città sono quelle delle periferie nascoste, popolate però e purtroppo dai clientelari di professione, da quelli che raccolgono bollette e preoccupazioni per poi chiedere subordinazione e vassallaggio, dai pavoni elettorali.
È una scelta del Partito dei Sardi aver chiesto ad Area di fare i lavori di manutenzione delle case di Sant’Elia e aver chiesto che prima di rimettere a posto le facciate venissero messi a posto i bagni. Adesso cercheremo anche i soldi per mettere a posto gli spazi comuni. Ma io non vado a Sant’Elia, perché non si usa il bisogno delle periferie urbane per fare consenso.
Venite al THotel. L’aria è buona, si respira una normale brezza di libertà.