Sta arrivando la bella stagione e aumentano le presenze turistiche.
Sempre più spesso, quindi, avremo alte personalità del Governo italiano impegnate a transitare in Sardegna e dunque, perché no?, disponibili a dichiarazioni sulla Sardegna.
Ieri, il sosttosegretario agli Affari regionali Bressa, invitato al convegno organizzato dagli ex deputati/senatori e ex consiglieri regionali, ha dichiarato. Era di sabato, faceva bel tempo, c’era gente, perché non dichiarare?
Bressa, da buon sottosegretario italiano, parte da un assunto: lo Stato è innocente e voi siete colpevoli, secondo la nota filosofia del marchese del Grillo, declinata in forme urbane.
Ora, per riportare alla memoria la slealtà di stato italiana ci vorrebbe un libro, ma stando agli eventi più recenti e al sistema pattizio evocato da Bressa come panacea di tutti i mali, chi ha proposto alla Sardegna di rinunciare agli effetti di eventuali sentenze favorevoli della Corte Costituzionale? L’ha fatto la Regione, mio nonno, mia sorella o il Governo italiano? E quanto è affidabile un governo che chiede di non adempiere a sentenze della Corte Costituzionale?
Ancora: stando agli eventi più recenti, chi è scappato di notte e mascherato dal dramma dell’alluvione di Olbia, la Regione o lo Stato? Chi ci ha messo soldi, la Regione o lo Stato? Lo Stato ha avuto l’ardire di scrivere in una sua finanziaria che, per l’alluvione di Olbia, le anticipazioni dell’Anas (gli unici soldi realmente stanziati) andranno a rivalersi sui fondi del Commissario per il rischio idrogeologico, cioè su soldi sardi. Come si tratta con questi presupposti, con le mutande di ferro?
Ancora, a proposito di dichiaranti estivi recidivi, che dire delle spiagge riservate agli ufficiali dell’esercito italiano, sempre giustificate con la necessità delle esercitazioni? Che dire di ministri che dicono una cosa di giorno e un’altra di notte?
O vogliamo parlare di Tirrenia? Vogliamo parlare del monopolio navale che si sta preparando tra banche e Stato?
O vogliamo parlare delle regole sugli appalti pubblici? Vogliamo parlare della storia dei progettisti e delle imprese di regime che sta sotto tutti i casini che il sottoscritto si trova a provare di risolvere nel campo delle infrastrutture? Vogliamo parlare degli imbrogli di Stato sull’Allegato infrastrutture, da noi denunciato in tutte le sedi possibili e immaginabili? Noi ci siamo rifiutati di trattare con chi poi si è trovato nei guai; lo Stato era rappresentato da quelle persone.
E il pasticcio del G8 alla Maddalena, chi l’ha fatto?
E chi si sta mangiando i soldi del bollo auto e se ne frega delle manutenzioni delle strade provinciali, sempre mia sorella di cui sopra o lo Stato? Chi sta abbandonando le Regioni di fronte alla dissoluzione delle province e ai debiti sottostanti?
Chi si trattiene in cassa 670 milioni di euro di accantonamenti e poi cerca di finanziare la cassa integrazione definanziando le opere a suo tempo sostenute con il Piano di Azione e Coesione? Chi dà con la destra e toglie con la sinistra, sempre mio nonno?
Chi ha consentito a Terna, proprietaria delle reti elettriche pagate da noi, di fare utili in borsa per sé, non pagando un euro alle Regioni per l’utilizzo del suolo?
Chi avoca a sé Via e quant’altro ogni qual volta c’è da fare un buco per cercare petrolio o gas?
E non voglio parlare di tasse perché non la finirei più.
Ma tutto questo non può essere ricordato in una bella giornata di sole, in un bel convegno, in una bella sala. L’estetica del potere marchionale grillesco prevede il buffetto di rimprovero dato al portantino poco prima di risalire sulla lettiga che fa ritorno a Roma.
Allora, facciamo così, la prossima volta che un sottosegretario di Stato è punto dalla vaghezza di dar buffetti alla Regione Sardegna, facciamolo in contraddittorio pubblico registrato, con Regione, sindacati, giornali, imprese, blogger, e poi vediamo se continua questa storia del turismo politico del fine settimana.
Di seguito le dichiarazioni di Bressa e la mia risposta.
(AGI) – Cagliari, 18 apr. – “Il destino della Sardegna e’ legato alla capacita’ di esercitare al meglio la propria specialita’, ma finora voi l’avete esercitata in maniera molto modesta”. Arrivano dal sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa le bacchettate alla Sardegna e ai suoi rappresentanti istituzionali sul tema dell’autonomia regionale speciale. Concludendo i lavori del convegno sulle riforme istituzionali organizzato a Cagliari dall’associazione degli ex parlamentari e dalla Fondazione Banco di Sardegna, Bressa ha usato parole dure. “Serve maggiore capacita’ di esercitare in modo forte l’autonomia e lo si puo’ fare solo con piu’ politica e meno diritto”, ha precisato Bressa per il quale “la specialita’ e’ qualcosa di dinamico, che va sempre rimesso in discussione e riguadagnato giorno dopo giorno attraverso obiettivi e scelte politiche forti”. (AGI) Ca6/Rob
(AGI) – Cagliari, 18 apr. – “Con la Giunta del presidente Pigliaru si e’ aperto uno spiraglio di ottimismo, frutto dell’accordo siglato lo scorso anno tra la Regione e lo Stato in materia fiscale”, ha sottolineato il sottosegretario Bressa, che vede nelle norme di attuazione degli Statuti speciali lo strumento fondamentale per mettere in campo politiche forti. “Trento e Bolzano hanno approvato decine di norme di attuazione: voi l’ultima l’avete fatta nel 2008, e’ assurdo”, ha stigmatizzato il sottosegretario che ritiene l’articolo 13 dello Statuto sardo (il Piano di Rinascita) “un’arma unica e una straordinaria opportunita’ di creare condizioni di sviluppo”.
“Il vero limite che hanno le cinque regioni autonome e’ di non rendersi conto di essere un pezzo significativo della Repubblica”, ha proseguito Bressa. “Ciascuno cerca di aggiustare il proprio statuto per ritagliarsi un pezzo di autonomia supplementare, perdendo di vista che all’origine della specialita’ c’e’ un sistema pattizio tra cinque comunita’ locali e l’intera comunita’ nazionale che va continuamente aggiornato e messo in discussione”. (AGI) Ca6/Rob
(AGI) – Cagliari, 18 apr. «Purtroppo è sempre piu’ frequente doversi occupare, il sabato e la domenica, di dichiarazioni unilaterali di uomini di governo di passaggio in Sardegna». Cosi’ l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, esponente del Partito dei sardi, replica alle dichiarazioni del sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa in merito alla specialitaà e all’autonomia della Regione, in un convegno sulle riforme istituzionali. «È sempre meglio essere modesti in campo che superbi in fuga come fa lo Stato», ha aggiunto piccato il leader sovranista, «in fuga da tutto: dalle servitù militari, dal rischio idrogeologico, dal credito e da molte altre cose». Maninchedda provocatoriamente lancia l’idea di un confronto in pubblico tra rappresentanti di Stato e Regione «per verificare la qualita’ dell’esercizio delle funzioni proprie dello Stato da un lato e della Regione dall’altro». (AGI) Ca6/Rob
Signora Antonia quello che Lei ha scritto è di mio gradimento, in particolare per quanto riguarda l’accentramento dei poteri nell’area di Cagliari. Saluti
AREA METROPOLITANA DI CAGLIARI
Sig. Antoniccu, lei ed anche la sottoscritta vorremmo un unico partito sovranista (unito), ma dove vogliamo andare? In un’isola in cui si continua ad accentrare altro potere ed altre risorse sul capoluogo creando anche l’area metropolitana di Cagliari. Non può che acuire ulteriori disparità e divisioni. Ci risiamo “pocos locos e mal unidos”.
Ciò che ho scritto può non essere di suo gradimento e spero che il tempo e le azioni mi facciano cambiare idea.
Saluti
Sono d’accòrdo con lei sig. Antoniccu, questi non si sbrigano a formare un unico partito indipendentista!!!! E ad unire le forze ( pocos,locos,mal UNIDOS?),ma cosa aspettano? L’unione fa la forza !!!!!
Come ha detto Bressa “Serve maggiore capacita’ di esercitare in modo forte l’autonomia e lo si puo’ fare solo con piu’ politica”… magari con un grosso partito che faccia solo l’interesse dei sardi e non il tappeto ai grassi partiti “continentali”.
Le Autonomie Locali funzionano con le risorse che vengono prodotte nei propri territori, pare,forse non è detto? No è così!!! Ma tu guarda!!! e così in Sardegna la si esercita in modo modesto? E continuare a succhiarci il sangue come zecche infette che favoriscono infezioni come il fisco iperbolico!!!!!!
La storia si ripete, vedi l’Impero romano nel III sec. d.C. dove lo stato centrale per superare la grave situazione economica impose dei tributi straordinari per garantirsi un gettito tributario sicuro e regolare (scaricando le responsabilità in periferia). Questo sistema iniquo e oppressivo acuì il malessere sociale ed allontano sempre di più i cittadini da Roma, tanto che un senatore di origine gallica giunse a definire il fisco come la <> del’ Impero.
Andiamo a ritroso nel tempo lo Stato Italiano ha un debito con la “Sardegna” che si aggira intorno ai 10 miliardi di euro(IRPEF) c’è una vertenza entrate dove si indicano,la scoperta e la discussione,la discussione e i tentativi di soluzione del mancato versamento. Dovuto dallo Stato Italiano alla Regione Autonoma della Sardegna dal 1991 ad oggi 7/10 dell’ IRPEF. Debito tuttóra in crescita. Tale dato risulta dalla fondazione Agnelli e da altre fonti ministeriali.
La consulta nega alla Sardegna le accise sentenza n 31/2015 della consulta norma finanziaria regionale (Sardegna) che aveva affermato il diritto all’ ente territoriale a incamerare parte delle accise che ovunque commerciati in Italia siano stati però fabbricati o importati sull’ isola (non è consentito).
Se poi si vuole parlare di regioni sprecone che esercitano altre specialità :vedi il default di Roma,Catania ecc. e lo scandalo Expo a chi lo lasciamo ?(Crozza – Branduardi in alla fiera dell’ Expo) ,i debiti della famiglia Renzi sono stati pagati con i soldi degli italiani (Renzi era presidente e poi sindaco di Firenze). Volendo si può andare avanti all’infinito .Per ultimo il presidente della Regione Toscana – Rossi dovrebbe prima controllare le travi e lasciare in pace pagliuzze e specchi.
P.S., occhio allo stress! Buttar fuori sempre e comunque altrimenti ci si ammala (questo è il mio motto).
Tanti cari saluti e buon lavoro a tutti.
Confronto pubblico!
Magari!