A leggere i giornali di oggi si capisce perché i sardi non li leggano.
Trovate tante notizie, tutte vere, ma non trovate una riga che ne spieghi il senso.
Provo a supplire.
Pigliaru Ieri Francesco Pigliaru ha svolto in rete un ragionamento saggio con il quale ha invitato il Pd a prendere atto che non vi è un livello di sintesi così vasto da scegliere il candidato alla presidenza senza le primarie. Il punto di partenza del ragionamento è garantire la massima unità dello schieramento permettendo il massimo di dialettica democratica possibile. La democrazia include, l’oligarchia porta al conflitto. Sempre.
Un ragionamento così pragmatico è stato derubricato dai cronisti e dai dirigenti Pd (che credono ancora che il condizionamento dei giornali porti voti) a appello alle primarie. No, non era un appello, era un avviso.
Area Pigliaru In una recente conversazione con Pigliaru e Paci mi è venuto spontaneo dire: “Se la Giunta Soru è stata la Giunta Soru, la Giunta Pigliaru è stata la Giunta di Progetto Sardegna”. Intendevo dire che se la prima ha avuto le stigmate della forte personalità del presidente, la seconda ha goduto del pluralismo delle idee garantito dall’animo del presidente.
Pensare che Pigliaru parli solo per sé è come credere che Mattarella si gratti l’orecchio perché ha prurito.
Se c’è un’area che ancora non ha preso partito, ma che ha detto con chiarezza che non accetta l’imposizione della Todde, quest’area è quell’articolato mondo composto da professionisti, dirigenti della pubblica amministrazione, piccoli imprenditori, insegnanti, studenti, che è animata dalle più diverse tensioni ideali, ma unita da un acuto senso della libertà e della responsabilità, del diritto e del merito. Ci trovate dentro indipendentisti democratici come me, socialisti di lunga data, liberal, autonomisti e post autonomisti, ex democristiani sani di mente e di cuore, insomma, un variegato mondo di persone che non solo non si fanno passare la saliva sul naso da nessuno, ma che soprattutto considerano schifoso passarla sugli altri. Quest’area spera nella pace, ma si prepara alla guerra.
Dalle parole ai fatti Con una faccia cartonata non certo inedita, è stato rinfacciato a Soru che anche la sua candidatura non maturò con le primarie. Verissimo. Io c’ero. E accadde che i partiti si erano messi d’accordo su un altro nome, come stanno facendo oggi, e che solo quando si accorsero che Soru si sarebbe candidato comunque e avrebbe vinto, accettarono la sua candidatura. Esattamente come sta accadendo oggi. Evidentemente c’è gente in Sardegna cui piace l’asino continentale, quello di almeno due volte.
Soru e Milia I Progressisti tengono in campo entrambi i candidati, ma uno dice di volersi candidare, l’altro no. Ed è proprio il no che sta determinando un problema: dove andranno le forze che si erano predisposte per sostenere Milia? Se Milia fa un endorsement sulla Todde, perde il suo mondo, se lo fa su Soru, lo regala.
Noi Molti mi stanno chiedendo: “Che cosa facciamo?”. Penso che la cosa migliore sia vedersi, vedersi a 360 gradi, promuovere una grande riunione nella quale sia chi ha le idee chiarissime che chi ha solo voglia di manifestare un proprio sentimento, possa parlare e confrontarsi.
C’è bisogno di ‘sentirci” reciprocamente.
Bisogna creare un luogo dove non si attenda un comizio o un discorso, ma dove io dia solo la parola e si parli, un luogo aperto anche ai possibili candidati, un luogo franco da inimicizie e franco nelle opinioni. Noi abbiamo bisogno, prima di decidere per la guerra, di toccare con mano davvero se lo spazio della pace è consumato e quali sono le reali intenzioni dei candidati. Noi non possiamo più firmare deleghe in bianco a nessuno.
Dobbiamo vederci e ho un grande bisogno di aiuto per organizzarci. Non vorrei che ci riunissimo solo noi. Vorrei che fosse presente e che organizzasse con noi anche quella che ho chiamato l’area Pigliaru. Io voglio sentire parlare il pragmatismo onesto di Paci e il nostro visionarismo. Vorrei sentire i dirigenti regionali sopravvissuti alla devastazione del merito operata da Solinas. Vorrei sentire Azione, Italia Viva, Forza Paris, Più Europa. Vorrei riparlare di poteri e diritti, di ricchezza prodotta e lavoro assente. Dobbiamo fare noi ciò che il Pd non sa più fare perché sopraffatto dalle logiche parassitario-conservatrici dei suoi dirigenti. E poi, se proprio dobbiamo farlo, à la guerre comme à la guerre.
Infatti ho parlato di tentativo. E non ho alcuna difficoltà a riconoscere che, per fortuna, in quella maggioranza non c’era solo chi voleva dare il via libera al cemento. Ma il progetto c’era, e veniva proprio da quella maggioranza, come lei peraltro conferma. Ritornando all’argomento del suo articolo, sarei ben felice se questo teatrino sulle candidature, che di certo non imputo a lei, cedesse il posto al dibattito sulle reali necessità della nostra Isola: lavoro, energia, sanità, istruzione. trasporti, salvaguardia ambientale.
Professore, ognuno ha le sue rispettabili convinzioni, ma che la Giunta Pigliaru nel suo insieme abbia aperto alle cementificazioni mi sembra un’enormità. Peraltro, la legge urbanistica non venne neanche votata dal Consiglio per la nostra indisponibilità a votarla. Non era la legge della Giunta, ma di una parte della maggioranza che poi fu quella che me la fece pagare, ma me ne sono fatto una ragione.
Direi che Azione, Italia Viva e Più Europa sono destra, anche se travestiti da centro o da non saprei cosa per mascherare gli equilibrismi, l’arroganza, l’inaffidabilità e gli interessi personali dei rispettivi leader, disponibili alla qualunque pur di accaparrarsi una poltrona. Di conseguenza, non ho alcuna intenzione di votare per una coalizione che li coinvolga, chiunque sia il candidato presidente. Quanto poi al “pragmatismo” della giunta Pigliaru, per esperienza personale lo ritengo responsabile di avere aperto la strada al degrado della sanità pubblica pienamente realizzato dalla giunta successiva. Per non parlare dei tentativi di dare spazio alla cementificazione delle coste. O della cialtronata, a ridosso delle elezioni, di far finta di occuparsi dei problemi relativi alla RWM. Mi aspetterei, al riguardo, un minimo di autocritica.
Mi associo, condividendone pienamente il pensiero, all’appello del sig. Dionigi, in questo ed in un precedente commento. Mi pare una proposta lucida e concreta e, con ausilio di adeguati tecnici informatici, decisamente praticabile.
Altresì mi auguro vivamente che tale prezioso suggerimento non diventi ‘voce di uno che grida nel deserto’.
Buon lavoro a tutti.
Milia non si candida? Ma neanche Mattarella si era ricandidato. O ha fiutato l’aria e capito che in questo “campo largo” ristrettissimo di vedute c’è poca tolleranza per i soggetti di indole indipendente e poco controllabili? E Milia lo è ancor più di Soru, anche se qualche vecchio trombone del giornalismo nostrano che si improvvisa analista politico senza mai azzeccarne una neanche per sbaglio lo liquida sommariamente come una specie di spicciafaccende di Cabras.
Staremo a vedere.
Una cosa è certa: con la Todde designata con queste premesse si perde malamente.
….dai sondaggi in ns.,possesso, possiamo fare a meno dei voti di Soru, stimati intorno al 5/6 %….
Caro prof. Maninchedda, ciascun sardo sarebbe pronto a dissotterrare l’ascia di guerra, o la più comune roncola, se solo sentisse quel luogo come suo, perché ne riconosce i temi (quotidiani e comuni a tutti) e la sete di giustizia chiesta da quelli.
Come non ricordare l’esempio dei nostri nella Grande Guerra, quando uscivano dalla trincea, con la terra nel volto, all’attacco, con le mostrine della Brigata Sassari, al grido comune: Forsa Paris!! Già, paris! Perché a loro era ben chiaro che si poteva vincere solo assieme, Paris! Appunto!!
In questo senso, a supporto della causa, ripropongo quanto anticipato in qualche mio inascoltato precedente contributo su questo Blog.
In guerra oggi si combatte non più solo con le armi tradizionali. Lei dice “creiamo un luogo, dove vedersi, franco da inimicizie e franco nelle opinioni anche tra i possibili candidati….”. Va bene! Ma quel luogo oggi non può più essere quello tradizionale dei vecchi movimenti e partiti. Lo stesso PD con l’elezione fuori apparto della Schlein è vittima di questi nuovi processi.
Oggi la protesta e la proposta si organizza quasi spontaneamente in Rete e in un attimo può varcare i confini accendendo le piazze del mondo, non solo di una piccola Regione (vedasi cosa sta accadendo adesso NY in modo totalmente inaspettato: https://tg.la7.it/esteri/gigantesca-protesta-filo-palestinese-a-new-york-video-virale-28-10-2023-197278).
Caro professore, poiché anche a me sta a cuore la “nostra causa” Le dico, come mi pare abbia già fatto qualcun altro nelle precedenti risposte, si rivolga al popolo, coinvolga il popolo, dia voce al popolo facendolo partecipare direttamente alle scelte (come giustamente invoca anche chi chiede le primarie per la scelta del candidato Presidente), con i mezzi moderni, con una struttura moderna, agile, democratica e popolare (simile, ma non farlocca come la “piattaforma Rousseau” con la quale i 5S sono diventati il primo movimento politico italiano (??????) alla Camera (32,7%) e al Senato (32,2%). N.B. Esiti in forza dei quali, ancora oggi, Conte impone i suoi candidati nelle coalizioni per le prossime elezioni regionali).
Mi perdoni se sottotraccia intravvedo e denuncio l’impostazione della vecchia scuola di Cadorna, quella che non solo i fanti sardi hanno pagato a caro prezzo.
In tal caso non mancherà il mio convinto apporto.
Sembra il mondo dei bambini dispettosi: o facciamo così o me ne vado (e si perde). Ma chi lo dice che la Todde non possa far quadrare il cerchio dando spazio e disponibilità a tutti i ppartiti e partitini che dovranno comporre la sua maggioranza? Lei per prima credo sappia che le sono utili ed indispensabili. È noto essere persona capace e…….. Sarda!! Si può discutere con lei anche PRIMA del voto, non arroccarsi su ragionamenti “a prescindere”. Si è forse perso il buon senso e la consapevolezza che l’alternativa sarebbe un altro quinquennio orribilis da cui la Sardegna non uscirebbe viva. Ci siamo dimenticati di come Renzi, pur di fare un dispetto ai suoi ex compagni di partito, ruppe il fronte e permise alla dx di mandare un senatore a Roma? È questo che vuole Soru? Peccato perché un suo rientro in campo,in quanto uomo di grandi qualità, a fianco della coalizione darebbe molte certezze. Anche a lui. Voterò comunque a sinistra, non sono un masochista.
Pronto
Prontus! Si deppis nai aundi si deppeus attobiai.
Quando con una faccia tostissima si afferma che in passato le primarie non si sono tenute, oltre a non raccontarla tutta, ci si dimentica che il movimento nasce per far partecipare i cittadini.
Con quella frase si archivia ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la presunta diversità del Movimento Cinquestelle.
Non volersi confrontare con le primarie perché altri in passato non lo fecero è talmente banale da sembrare infantile.
La volontà di utilizzare gli stessi metodi non dà grandi prospettive di cambiamento.
Se per la candidatura vale la regola, lo hanno fatto altri lo faccio anch’io, c’è da attendersi che la stessa varrà anche come metodo di governo.
A questo punto varrà anche la regola, se lo ha fatto la giunta Solinas lo può fare anche la mia giunta.
Un bel manifesto programmatico, non c’è che dire. Un manifesto indicativo, specchio di un atteggiamento verso il metodo democratico sempre molto in voga. Quello del Marchese del Grillo.
Pronta!
Ma leggete che dice la nostra Todde:
https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/10/27/regionali-24-todde-no-fughe-in-avanti-nessun-accordo-romano_f5b4e596-22ed-411d-9425-c16d718da865.html
È evidente a chiunque che così si va a sbattere malamente!
Mi par chiaro che come la candidatura ha una ragione politica nazionale, l’avrà anche l’incredibile sconfitta.
Ma credo a Roma si stanno preparando per un nuovo segretario o forse per lo scioglimento (per putrefazione) del PD dopo le Europee!
La divisa e gli scarponi da montagna siamo in tanti a non averli mai levati. Pronto!!!
Così mi piaci Paole’: agguerrito, positivo e PROpositivo. A innantis! 💪❤️💙
I votanti? Non sembrano essere nel quadro… Ci si accorda fra i capi e gli altri seguiranno? Pensate un po’ ai bisogni, esigenze sogni. Pensate a come modificare ciò che è errato. Poi proponetelo. La prospettiva che vi guida è errata, da qui atti errati
Vediamoci!