Il Governo della Lega e dei Cinque Stelle comincia a svelare il suo vero volto, quello del mai adeguatamente contestato e contestabile stato etico, cioè lo Stato Fondamento del Bene cui tutti devono uniformare i propri comportamenti e che dunque ha diritto di scrutare i comportamenti dei singoli e di correggerli con la forza, se necessario.
Hanno iniziato con la card del reddito di cittadinanza. Di Maio ha tuonato: “Il reddito di cittadinanza sarà erogato su una carta che garantisce tracciabilità. Così si impedisce l’evasione e le spese immorali”.
Personalmente non ho neanche una delle tessere di fedeltà dei tanti centri commerciali che infestano la nostra terra. Insegno a chiunque me ne parli che averne una vuol dire essere profilati, studiati e spiati attraverso i propri consumi. Come pure insegno che è sempre meglio pagare la spesa in contanti che con il bancomat, per la stessa ragione di cui sopra, giacché se dietro le tessere ci sono gli archivi della Grande distribuzione (che poi se li vende allegramente), dietro il bancomat ci sono le banche.
Le spese immorali Chi decide che cosa è immorale? Ovviamente lo Stato del Bene Assoluto. Per esempio, gli assistiti del reddito di cittadinanza non possono acquistare con la card prodotti elettronici. Sono immorali. Sic dixit! Poi è immorale comprare in negozi non italiani. La Parmalat è francese; l’Eridania è francese; la Fiorucci è spagnola ecc. ecc. Occhio! Tutto immorale. Infine, guai al cittadino che non consuma tutta la card nel mese: vietato risparmiare.
Cabina trasparente Adesso è passato alla Camera dei deputati un progetto di legge per le cabine elettorali trasparenti, in modo che, dice Di Maio, si possa vedere se fotografi o non fotografi il tuo voto. Intanto è evidente che se la cabina diventa trasparente lo diventa perché qualcuno possa osservare il votante mentre vota; in secondo luogo è evidente che chi osserva vede tutto, non solo se si possiede oppure no un cellulare. Si vuole sapere come si vota, esattamente come sapeva come votavano i propri iscritti la piattaforma Rousseau come accertato dal Garante per la privacy (lettera c) del punto 4).
Si chiama neofascismo. Non ha un altro nome, purtroppo.