C’è una regola tra gli storici: non attribuire alla storia una razionalità che non ha avuto. Solo i più schematici, osservando a posteriori gli eventi, li ricostruiscono come se avessero avuto in ogni momento una logica stringente, attribuendo ad avventurieri fortunati doti predittive, che non avevano, e a sottili calcolatori frustrati e sfortunati, incapacità cognitive.
La verità è che la realtà è ricca di effetti voluti e non voluti, di vizi tenacemente praticati e di virtù improvvise, generate dalle circostanze piuttosto che dalla propria volontà. Si può vivere da diavoli e poi compiere un’azione, indotti dal contesto o dal momento, che ci rende santi. E viceversa. Bisogna tener conto di come le circostanze cambiano i connotati dei protagonisti, al di là dell’identità propria di ciascuno. Un leone può diventare un coniglio, una schiappa un Nobel, un arrivista un esempio di umiltà.
Talvolta si diventa eroi proprio malgrado: è la grandezza dell’imprevedibilità dell’animo umano.
Ieri Fratelli d’Italia ha fatto la cosa che sa fare meglio: far prevalere l’esercizio della volontà sull’intelligenza. È tipico dell’educazione di Destra: volere è potere. Se si vuole una cosa, essa è giusta. Godere dell’affermazione di sé contro ogni evidenza è nella genetica di chi viene educato all’eroismo del proprio Io (questi, a scuola, non hanno avuto buoni insegnanti su Petrarca, che dopo aver inseguito la Gloria, l’ha scoperta vuota), con conseguente indifferenza verso le conseguenze sulla schiena altrui dell’espansione sociale di sé.
L’intelligenza avrebbe posto qualche domanda. Per esempio: Solinas non poteva essere ricandidato per un giudizio di impopolarità serpeggiante di cui gli si fa carico? Bene, adottando lo stesso criterio allora Truzzu dovrebbe essere invitato a ritornare a fare il dipendente del Comune di cui è sindaco, perché specie la mattina, in mezzo al traffico, le parole al suo indirizzo che si sentono pronunciare nel colorito slang cagliaritano (da me amatissimo) non depongono a favore del suo gradimento politico. Ancora: Solinas ha governato male? Se sì, che dire degli assessori di Fratelli d’Italia di cui si fa fatica a ricordare un solo intervento degno di nota? Fratelli d’Italia ha preso le distanze dalla politica dei Trasporti della Giunta? Ma neanche per sogno! Semplicemente Fratelli d’Italia ha avuto il potere per agire (suo il presidente sardo della Commissione parlamentare dei Trasporti) e non ha saputo usarlo perché ha più volontà che politica (in sardo c’è un aggettivo calzante per designare chi vuole ciò che non sa e non fa ciò che potrebbe….). Quindi, Fratelli d’Italia non ha fatto un ragionamento politico, ha preso una decisione e l’ha imposta, come è nella sua cultura (si fa per dire ‘cultura’, gli intellettuali di Destra, quelli veri, non farebbero cose così sgraziate e vuote). Risultato? Il sistema si è rotto, il risultato delle elezioni regionali è incertissimo, e noi ne siamo felici.
Solinas è un uomo complicato, bisogna conoscerlo per capirlo. Ha mille difetti, ma non è tonto e soprattutto è permaloso, molto permaloso. Il soprannome de Il Coreano (per gli amici Kim) non viene dalla mole (a me il body shaming fa proprio schifo) ma dai missili… Solinas, come Cossiga, gioca con i missili… gli piace sparare.
L’idea di Fratelli d’Italia e del Centro di Tunis e Peru che lo si possa sbeffeggiare, dileggiare, mettere in un angolo senza alcuna conseguenza, è quanto di più sbagliato e provocatorio si possa fare. È ciò che porta un corridoista come Solinas, un allievo 4.0 di Mario Floris (Floris sosteneva che un uomo di governo, per durare, non doveva far nulla se non accompagnare la realtà, laissez faire in salsa mandro-sarda, nel senso del mandrone), a mutarsi in un eroe della resistenza sardista. Solinas sa che il Psd’az ha un dna di resistenza che, quando lo si provoca, diviene la sua ancora di salvezza e lo ha sempre portato anche a fare traversate in solitaria, ma non a piegarsi. Solinas è pronto a far fronte ai mutui ipotecari, alle inchieste giudiziarie e a tutto il resto dei casini in cui si è infilato, ma non a farsi friggere per decreto cameratesco, non per altro, ma almeno per un senso di superiorità rispetto al difetto di intelligenza degli avversari. Il placido koala sta mutando in anaconda.
In mezzo a questo pasticcio, sta Alessandra Zedda.
Alessandra è una donna capace, con la testa tipica dei dirigenti dello Stato, poca visione, molta amministrazione dell’esistente. È la seconda donna della storia sarda che si avvicina alla candidatura alla Presidenza della Regione e poi viene scalzata, anche lei dalle circostanze. In questo caso, le circostanze sbagliate hanno il nome dei centristi di Peru e Tunis, che stavano dietro, con le loro rassicurazioni, alle dimissioni di Alessandra da vicepresidente della Giunta, presentate perché sollecitate dai due, proprio in vista della costruzione di una candidatura non gravata da un eccesso di percorso condiviso con Solinas.
Date le dimissioni, volatilizzati i compagni di viaggio, che sono un po’ volatili di natura.
Oggi Alessandra viene marginalizzata dall’accordino cameratesco, tutto cagliaritano (con la Sardegna, rappresentata da piccoli prinzipaleddos di provincia con ambizioni superiori al loro reale valore e già sazi del solo essere onorevoli, condannata a fare da iskra dei salottini finto-nobili di Cagliari), che impone Truzzu senza motivazioni politiche che abbiano un minimo di coerenza. Alessandra, la signora distinta, una delle poche che usi profumi non dozzinali, sempre pronta al sorriso e alla stretta di mano, si trasforma in una combattente da non sottovalutare. Non so se abbia dietro di sé 6o candidati, una lista da presentare in tutti i collegi. So, per come la conosco, che non è tipa da sparare fesserie per dare aria ai denti. So che è capace di alleanze politiche inattese se provocata sui valori in cui crede. E Alessandra, non a torto, vede un po’ di machismo di Destra in campo e si è rotta per benino le scatole. La libellula si muta, date le circostanze, in aquila.
Sulla Todde abbiamo già detto tanto, non serve tornarci. È l’ipostasi di un ricatto politico (o lei candidata presidente o i Cinquestelle fuori dall’alleanza). Il Pd ha ceduto al ricatto, buttando a mare amici, riflessioni, programmi, grandi orizzonti, per la scommessa del potere, solo per il potere.
La Sinistra non avvelenata dal solo potere se n’è andata.
Sono rimasti con la Todde quelli che hanno scambiato sotto il tavolo con Solinas, quelli che aspettano un ruolo di sottogoverno, quelli che sono simmetrici ai camerati di Fratelli d’Italia, cioè prepotenti privi dello scrupolo dell’intelligenza delle cose.
Il Pd ha perso metà del suo sangue.
È corso ai ripari e sta ricandidando tutti gli uscenti, anche quelli gravati da più anni in Consiglio che da anni biologici (ce ne sono, sono nati parassiti prima del concepimento), quasi che il voto di cortesia possa bilanciare il disprezzo di merito.
A Sinistra è in corso una guerra civile che era annunciata da tempo: il Pd (i sudisti, gli schiavisti sardi, quelli che all’opposizione scambiano e al governo mangiano) contro la sinistra sarda, casinista, forse, incasinata, forse, utopistica, forse, ma almeno libera, aperta, sincera, movimentista, ancora attraversata dal dovere della libertà. I Cinquestelle, gli alleati dei sudisti, non sono Sinistra, sono il digestore della Sinistra italiana nato a Destra e parcheggiato all’opposizione, ma non a Sinistra.
E veniamo a Soru. Il 12 gennaio parleremo insieme a Macomer. O meglio: parlerà lui, io lo aiuterò, con qualche domanda, a dire. Soffro da un po’ di agorafobia. Per me sarà una fatica immane.
Perché Soru è diventato una speranza in queste elezioni?
Perché le circostanze lo hanno portato a rappresentare la possibilità per la Sardegna di contare politicamente in modo diretto e non derivato al bipolarismo italiano.
Soru lo aveva previsto? Non lo so, non ne ho parlato con lui.
In buona sostanza se Soru vincesse le elezioni, per la prima volta si avrebbe un presidente della Sardegna non eletto dai partiti rappresentati nel Parlamento italiano, con la sola eccezione di Azione (che, non a caso, a livello italiano sta cercando di rappresentare una terza via tra la Sinistra e la Destra populista).
Per la prima volta, ci sarebbe un Presidente che rappresenta una Regione che può negoziare col Governo e con lo Stato, a partire da un potere conquistato legittimamente, ma politicamente autonomo dal sistema politico italiano. Per lo Stato, la questione sarda tornerebbe ad essere non una questione di sviluppo, ma una questione politica: la Sardegna starebbe unita e diversa di fronte al Governo e allo Stato. Non poco davvero. Immaginate una trattativa sulla continuità territoriale con questi presupposti politici. Immaginate una Giunta che sulle questioni strategiche chiama e mobilita il popolo se il Governo facesse spallucce, come ha sempre fatto sulle grandi questioni di regolazione dei mercati rispetto ai diritti.
Soru sta diventando un’alternativa istituzionale sarda. È diventato, grazie alle circostanze, un’idea di Stato, una diversa idea di partecipare alla vita dello Stato e in questo senso ha la possibilità di ampliare l’alleanza a tutti quelli che accettassero di rappresentare questa diversità. Soru sta diventando appetibile per il riformismo di Sinistra e per l’azionismo di Destra, cioè per quelli che un tempo erano repubblicani, liberali, socialdemocratici, Radicali, cattolici non papisti e clericali (che bella contraddizione!), socialisti non moscoviti. Se adesso Soru diventa pragmatico, ha un ulteriore chance di vincere le elezioni. L’orso, percepito come solitario, potrebbe convocare, inaspettatamente, l’assemblea degli animali della fattoria e se gli steccati cadono, inizia un nuovo tempo.
Era da molto tempo che non mi ritrovavo un una sala così grande e così piena.
Ieri a Macomer con Paolo Manichedda e Renato Soru c’era tanta,tantissima gente.
Ho voluto esserci anche io con un amico e ,da giorni,avevo in testa una domanda da fare a Renato Soru e a tutti quelli che,come me,lo seguono.
Una domanda semplice ma importante perché la Politica ha bisogno di risposte semplice ma importanti.
Anche questa volta non sono stato deluso e non ho nemmeno avuto bisogno di farla io questa domanda.
Tra gli interventi puntuali e interessanti che proponevano le persone nei loro interventi,ad un certo punto un giovane si è alzato ed ha posto la mia domanda:
“Caro Renato,siamo in tanti,tantissimi che aspettevamo il tuto ritorno nella speranza di riprendere un cammino interrotto,e siamo in tanti che non vogliamo che questo cammino si interrompa ma che continui.
Quindi la domanda è: dopo questa fase elettorale così entusiasmante che ci ha fatto ritrovare nei valori che non sono mai stati dimenticati ,non interrompiamo il percorso ma continuiamolo.
Perché è vero siamo tutti qui’ per vincere ma,soprattutto,per continuare…..”
Ho chiesta ad una simpatica donna seduta vicino chi fosse la persona che mi aveva “rubato” l’intervento e così posso ringraziare Andrea Rubattu per averla posta.
Credo che la parte piu’ importante di ieri sia proprio questa: l’inizio di un cammino per restare TUTTI INSIEME nei valori in cui ci riconosciamo,padroni di casa nostra e consapevoli delle nostre responsabilità.
Nei Valori di una Sardità che è stata calpestata,ignorata e usata in troppi modi e da troppa gente.
Renato Soru sta incarnando questi valori che non sono quelli della attuale campagna elettorale ma che hanno un orizzonte ben piu’ ampio e che dovranno essere presenti soprattutto nei ns Giovani da oggi in poi.
Perché questi Valori possano essere rappresentati nelle nostre Comunità,partendo dal basso in ogni posto dove si decide della Nostre Cose,delle cose della Sardegna.
La vera vittoria non sarà solo e soltanto quella di vincere queste elezioni regionali ma,soprattutto,quella di restare insieme con il simbolo di questa Sardità condivisa da un Popolo che senta di appartenervi.
Con questi valori possiamo e dobbiamo andare avanti edecidere Noi delle cose di Sardegna.
Io ci credo.
@ Utente sardo Forse le è sfuggito che io non ho più un partito.
Buonasera professore, il suo partito si presenterà alle elezioni?
Grazie per le sue lucide e interessantissime analisi
Gentile Medardo, buongiorno e grazie per le informazioni importanti che non avevo
Gentile dottor @francosardi
Vado a memoria e spero che questa non mi tradisca ma ricordo la vicenda dei treni pendolino che la giunta soru volle acquistare. E’ una questione che mi è molto a cuore dal momento che spesso per lavoro durante la settimana mi vedo costretto a viaggiare tra cagliari e sassari e mi sarebbe piaciuto molto potermi spostare con il treno piuttosto che con la macchina.
Per poter velocizzare la tratta ca-ss-ca, con la rete ferroviaria esistente era necessario dotarsi di treni che potessero pendolare e fu fatta la gara per acquistarli. Quella gara, bandita con Broccia assessore, fu vinta dall’unica ditta partecipante ed era condizionata alla consegna di treni omologati da RFI. Si badi bene: omologati! Condizione imprescindibile perché il treno potesse viaggiare sulle rotaie sarde.
Quella gara però era risultata viziata da un errore formale grave che ne inficiò la regolarità; se non ricordo male le buste rendevano riconoscibile la ditta proponente, circostanza che, come è ovvio, ne provocò l’annullamento.
Soru perse le elezioni, la giunta Cappellacci rifece il bando allargando i criteri dell’offerta e vinse una ditta i cui treni NON erano omologati da RFI e non lo sono tuttora. Tanto è vero che quei treni ora viaggiano a velocità ridotta e per poter farli andare più veloci e quindi pendolare e quindi, ancora, omologarli, si sono resi necessari lavori, tuttora in corso, di adeguamento della rete ferroviaria e che prevedono l’allargamento del raggio di alcune curve e l’accentuazione del profilo parabolico dei binari.
Insomma abbiamo treni con il freno a mano tirato perché non omologati, quando sarebbe stato più proficuo e logico ripetere la prima gara piuttosto che bandirne una nuova che allargando le maglie dei criteri di selezione ha determinato il risultato paradossale di cui si pagano ancora oggi le conseguenze.
@ Antonio Fadda Come un preludio dell’addio.
Buongiorno Professor Maninchedda,
come interpreta il “silenzio” dei Progressisti? Ormai non si può far finta di non rilevare questo attendismo sospetto…
Caro Prof., lei c’è, analizza, approfondisce, propone risponde
Mi chiedo dove sono i cosiddetti intellettuali (quelli con patente e bollino) a discutere di politica? Per dirla con Gramsci la Quistione resta irrisolta. Forsehanno paura di perdere posizioni di rendita, oppure si sono dimenticati quale dev’essere il loro contributo alla formazione del pensiero politico e il loro contributo al dibattito pubblico
Sembrerebbe, che non esponendosi rimangano “puliti” da possibili schizzi di fango inevitabili, ma fare i ponzio pilato non pare sia una scelta che poi porti granché bene
Rimane un Silenzio assordante.
Spero che dal tuo incontro con Soru escano pochi impegni, ma chiari, su un paio di temi:
Sanità in Sardegna, almeno le cose più urgenti, come riqualificare la spesa farlocca per i “nuovi ospedali” per ridurre liste e accelerare la formazione dei vari professionisti;
TPL e continuità territoriale, pesa su Soru l’eccessiva spesa per i pendolini che non pendolano, con quella somma avremmo comprato il doppio dei convogli che hanno migliorato il trasporto e sarebbe rimasto abbastanza per ulteriori interventi di velocizzazione, sulla continuità territoriale va liscio;
Istruzione, sai meglio di tutti cosa deve essere fatto;
Transizione energetica, qualche sindaco ha cominciato ad opporsi alla spianata della Sardegna per fornire ad ALTRI l’elettricità di cui hanno bisogno, perché ha capito che, scusa i tecnicismi, al 30 giugno avevamo una situazione EE da FER che per la Sardegna vedeva l’obiettivo PNIEC 2030 posto a 7,45 GW, contro un numero di 718 pratiche già ricevute per una potenza di 56,08 GW ripartite tra:
Solare n. 450 per 21,01 GW
Eolico n. 238 per 15,07 GW
Offshore n. 30 per 20 GW autorizzate
La potenza bastante per i consumi interni della Sardegna, calcolata in eccesso, cioè senza considerare il contributo in autoconsumo che daranno le CER Comunità Energetiche da FER, potrebbe essere di 12 GW. La max potenza esportabile grazie ai collegamenti sottomarini (SACOI, SAPEI e Tyrrhenian Link) sarà al massimo di 2,6 GW (0,6+1,0+1,0), quindi a spanne abbiamo già una previsione di eccedenza di 43,4 GW (56 – 12 – 2,6) che non potrebbe essere messa in Rete ma compensata ai sigg delle FER in quanto non è colpa loro se TERNA non è in grado di trasportare/esportare la loro energia. Allora… Che fare? Si sarebbe scritto più di 100 anni fa
Produzione agricolopastorale e salvaguardia del territorio.
Credo che non basti una legislatura, ma bisogna pur cominciare, in quella del 2004 furono sistemati paesaggio, servizio idrico, entrate, piano sanitario… riprendiamo il cammino dalle cose vere
Un abbraccio
1.. 2..3…… CASINO !!!!!
https://www.unionesarda.it/politica/regionali-la-lega-stoppa-fdi-e-truzzu-il-nostro-candidato-e-solinas-confermare-gli-uscenti-o-si-riapre-tutto-tuzlolvr
… isperamus bene!!!
No istes a birgonza umiliada:
Pesandhela sa conca! Est fatu die!
E, mai prus, no dias fide a chie
ti muntenet derruta, iscaminada!
Fàghedi onore, libbertade e istima:
Fortza, Sardigna, pèsadi e camina!!!
E’ previsto un incontro con Soru in Sud Sardegna, Iglesias o Carbonia?
… sono veramente contento di NON AVER riconfermato la tessera …. proprio vero : Libero in un momento storico per la Sardegna . Di nuovo, dopo 20 anni … Fortza Paris Soru !
C’è un assessore (anche se di PSD’AZ) che ha fatto un intervento che rimarrà storico: come dimenticare “siamo in questa magnifica COLLOCATION”? 😂