di Paolo Maninchedda
È tempo di sondaggi.
Noi non ne facciamo perché quelli con intervalli di confidenza bassi (cioè con margine di errore basso) costano molto.
C’è chi li fa e cortesemente o ce li fa vedere o ce li racconta.
Il dato da considerare è che siamo ancora nella fase in cui circa il 40% degli intervistati non risponde: partita aperta (è falso che Cappellaci è in testa, il vecchio Pdl va malissimo).
Il dato più importante, per noi, è che è entrato nella testa della gente che esiste un’area della sovranità e che quest’area si attesta già oggi vicino alle due cifre (non ci danno il dato esatto). Il dato dice che l’elettorato ha percepito un messaggio unitario; guai a frantumarlo in più liste. Speriamo lo si capisca.
Ma poi c’è la sorpresa.
Le ‘forze’ sostenute da editori, giornali quotidiani (oggi c’è una fellatio politica in un giornale che supera per durata e performance quella lunghissima presente in Caligola di Brass; c’est la décadence!), prime pagine, editoriali, velisti, redazioni, amici importanti e amichetti meno importanti e chi più ne ha più ne metta, non si schiodano da un misero 3,5 – 4,5%. Non si zappa con le camice di pizzo; zappare consenso fingendo di essere radicati socialmente è come zapapre a moddu, zappare nell’acqua.
Che significa?
Significa che le alternative politiche devono avere un radicamento sociale; la comunicazione può essere forte e quasi militare quanto si vuole, ma non supplisce alla propria sterilità sociale. L’assenza di fraternità politica o il suo fraintendimento con pratiche para-corporativistiche porta alla sterilità, quella sterilità che sostituisce con il ‘sé’ ipertrofico e messianico l’impossibilità di pronunciare un ‘noi’ normale.
Noi, che siamo nati sempre al plurale, continuiamo il nostro percorso, duro, faticoso, ma prolifico: facciamo lo Stato, esercitiamo l’indipendenza nella sovranità (attuale e futura), facciamo figli politici e moltiplichiamoci.
Comments on “Sondaggi impietosi: i primi nelle pagine dei giornali saranno gli ultimi nei seggi”
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Caro Paolo, tutto giusto e sacrosanto, ma c’è un problema di informazione gigantesco: oggi la comunicazione è in mano al monopolio di Zuncheddu. Il suo direttore agisce come capo di un partito… che tristezza.
Avanti su questa strada. Abbiamo finalmente anche la nostra informazione: grazie SARDEGNA E LIBERTA’.
Anche Renzi, che per evidenziare la considerazione che ha del PD isolano ha snobbato l’incontro di martedi con la Barracciu e Lai, si affida a un sondaggio sul gradimento di quest’ultima.
La mia impressione è che molti, a destra e sinistra, la zappa se la daranno sui piedi.
Facciamo lo Stato Paolo, uniti e, come ripeti sempre, solidali.