La solita solfa Ieri è trascorsa una giornata dominata dall’attacco dell’11%, cioè dalla pubblicazione e divulgazione di un sondaggio che schiaccia Soru e la sua coalizione sul limite della soglia di eleggibilità del 10%.
Bisogna avere pazienza: altri tre giorni e queste bugie finiranno.
È banale disinformazione.
Anche gli Alleati fecero credere ai Tedeschi che sarebbero sbarcati ovunque fuorché in Normandia.
Così adesso si vuol far credere che un competitor per la vittoria, Soru, sia invece un fattore residuale.
Per contrasto si ha la controprova che Soru è avanti: non si sprecano tempo e denaro per chi non esiste.
In tempi non sospetti avevo previsto che tutto questo sarebbe accaduto, non perché io abbia capacità predittive, ma perché è sempre accaduto che le forze del sistema bipolare aggrediscano con la panzana del voto utile/inutile le serie proposte alternative. Se nasce e vince una terza forza, i partitoni del bipolarismo italiano, fondati sulla simmetria dell’inimicizia e su un vuoto culturale agghiacciante, si dissolverebbero.
Se Soru vincesse, sarebbero guai sia per la Schlein che per la Meloni, per non parlare della devastazione emotiva di Conte.
Il voto immobile Forse il ‘popolo’ si merita le forzature del voto bipolare: merita di essere richiamato al voto inutile da queste menti limitate e prevaricatrici; merita l’appello al voto che conferma i rapporti di forza già esistenti e non li cambia, il voto che conferma i parlamentari in parlamento, i parassiti nel parassitaio degli incarichi politici e i poveri nel cesso, le congreghe che colonizzano gli ambienti con parenti, amici, amanti e quant’altro.
Forse il popolo si merita il voto utile, cioè il voto immobile. Forse.
Ma a me, per farmi star fermo e immobile, devono ammazzarmi. Quindi, à la guerre!
Ci si potrebbe dedicare alle sostanze e non agli accidenti (uso un lessico medievale per disciplinarmi e non lasciarmi andare all’omino rosso che dentro di me si è svegliato e che è drammaticamente scurrile), cioè alle strategie comunicative che i Cinquestelle (il Pd è silente, depresso. La Destra ha deciso di competere con il Candidato Inesistente e di ottenere voti con i ‘padroni’ che ‘invitano’ i dipendenti a votarli. Che schifo!) stanno mettendo in atto e che sono le loro consuete: superficialità, disinformazione, simulazione di consenso, mascheramento dell’assalto al potere e del rancore sociale che lo anima. Ma ci vorrebbe troppo tempo. Invece, usando uno schema da romanzo giallo, è più utile dedicarsi all’assassino che al mandante, perché l’assassino ha lasciato qualche impronta, cioè, fuor di metafora, è più interessante occuparsi del sondaggio e di chi lo ha fatto e pubblicato che non delle relazioni che si intuiscono – ma non si possono dimostrare – alle spalle di questa attività.
Il baco del sondaggio Ieri c’è stato un duro scambio di messaggi tra la società BiDiMedia, che ha pubblicato il sondaggio, e Soru. Questo il testo di Soru e questa la replica della società.
Vorrei andare subito al dunque: dinanzi all’obiezione di Soru, peraltro molto diffusa in rete, sul fatto che molti hanno partecipato sul web al sondaggio votando più volte, la società ha risposto testualmente: “Sì, è vero, si poteva, con qualche accorgimento rispondere al sondaggio più volte, ma questo significava solo aver superato il primo, piccolo scoglio. Poi esistono milioni di sistemi di controllo, tra cui il più banale è l’analisi dell’Ip, e di ponderazione, che ci hanno sempre permesso di fare sondaggi comparabili, se non migliori, della maggior parte dei colleghi sondaggisti”.
Qui, a mio avviso, alla Società è partita un po’ la frizione.
Intanto, esiste un’associazione degli istituti di ricerca demoscopici, la Assirm, e la Bi.Di.Media non vi è annoverata. Non significa niente, certo, ma significa qualcosa, soprattutto se si scrive di essere migliori di altri.
La Assirm ha un codice etico e un codice della qualità . Nel sito BiDiMedia non si trova niente di tutto ciò.
La Assirm scrive che i suoi associati devono sempre informare i clienti sulle modalità di reclutamento dei partecipanti ai campioni, distinguendo i campioni probabilistici dai non probabilistici e indicando la tipologia delle fonti: 1. access panel composti da partecipanti che hanno acconsentito a essere membri ai fini della partecipazione alle attività di raccolta dati di ricerca; 2. data base creati per scopi diversi dalla partecipazione alle attività di raccolta dei dati di ricerca, come data base di clienti a fini di marketing; 3. dati statistici (per esempio censimento nazionale, dati geografici, dati di recapito postale, anagrafe nazionale); 4. altre fonti.
Questo livello di trasparenza è lontano anni luce da quello garantito dalla BiDiMedia che si limita a dichiarare sul sito Sondaggi Politici Elettorali che il metodo del sondaggio è stato CAWI / Da Panel, e più precisamente : “campione rappresentativo della popolazione di riferimento per genere, istruzione, età e condizione lavorativa, ampiezza del comune e provincia di residenza, ponderato per voto pregresso”.
Ragioniamo: il metodo indicato è il Computer Assisted Web Interviewing, ma si precisa che si è operato da Panel, cioè da un universo che si è selezionato e cui si è inviato il link per rispondere. Tuttavia, l’ammissione da parte della società dell’avvenuto voto non univoco in rete dà la controprova che non si è agito solo da Panel, ma anche con un pescaggio generico dal web, sul quale a posteriori si dice di avere operato un’attività di cleaning.
Il problema è che così il campione non è per niente trasparente e rappresentativo, e c’è il rischio di aver assunto come universo un insieme di tifosi (non è difficile capire con quali bandiere).
Si ha infatti un panel, cioè un gruppo che in qualche modo e per qualche motivo è entrato in contatto con la società, su un campionamento stratificato (in modo non casuale) di mille persone ma allargato a altre persone estranee al panel in numero non precisato, che ha dato un tasso di risposta del 51% (ogni cento persone contattate 49 non hanno risposto). Ne vien fuori che metà del campione ha dichiarato che non andrà a votare e che un quarto è indeciso. Il sondaggio si basa su 1/4 di un campione ‘sporco’.
Conclusioni: campione ‘opaco’ e risultati ‘sporchi’.
A cosa servono sondaggi di questo tipo?
Certamente non alla verità, ma al potere costituito sì.
Chi dice che il mio non sarà un voto utile sbaglia.
Sarà utile e libero, e il futuro dimostrerà quanto vale.
Grazie Professore per questo insegnamento
e auguri per il suo e per il nostro cuore.
Tornando al romanzo giallo, abbiamo anche dei fatti riguardo al mandante. Questo si è nascosto dietro una piccola società di sondaggi che infatti risulta sia soggetto aquirente (come Associazione Bidimedia) sia realizzante del sodnaggio (come BiDiMedia s.r.l., società a responsabilità limitata fondata il giorno prima della pubblicazione per proteggere la roba da eventiuali esiti processuali). In pratica, la società Parmense (e ora anche Romana) si autocommissiona e autofinanzia un sondaggio pubblico sulle elezioni regionali sarde (cosa rarissima anche a pagamento). Unico motivo credibile sarebbe la pubblicità, l’autopromozione. Ma perchè allora scegliere la Sardegna che ha un interesse e visibilità vicine allo zero in Italia, mercato di Bidimedia? E perchè un istituto che si vuole posizionare per l’accuratezza delle sue previsioni , sceglie proprio le elezioni sarde, che, da quando esite il maggioritario, sono sempre tra le più ostiche (ed oggi più che mai, con deviazioni enormi dai dati italiani) quando presto ci saranno elezioni in Abruzzo e pure le europee, al confronto noccioline per i sondaggisti? Le ricerche su Google indicano un grande interesse per “Bidimedia” a Cagliari già un paio di mesi prima della pubblicazione del sondaggio e un nuovo picco un mesetto prima. Sembra abbastanza probabile che i committenti sardi abbiano pagato Bidimedia per pubblicare uno dei sondaggi commissionati senza rivelare il cliente. Resta da appurare se la richiesta abbia anche rigurdato la manipolazione dei dati (e ci sarebbero degli indizi a favore di questa ipotesi).
Si vincerà anche col 35%.
Non so quanto siano credibili i sondaggi pubblicati finora, ma per quanto io riesco a percepire, i tre principali candidati mi sembrano tutti lì e se si arriva al fotofinish (ripeto: SE), Soru potrebbe farcela grazie al voto disgiunto.
Se purtroppo i sondaggi fossero abbastanza veritieri, allora meglio mettersi l’anima in pace: Soru fuori dai giochi, ma almeno si sarà combattuto senza piegarsi a scegliere uno degli altri due schieramenti
Caro prof, purtroppo siamo soli contro tutti gli altri, chissà come andrà a finire. Speriamo, ma ….
Caro prof.,
Sebbene gli eventi di questa storia spesso possono sembrare frutto della mia fantasia, è abbastanza evidente che sia una”Terapia tapioco come se fosse antani con supercazzola prematurata e scapellamento a destra”, ma soprattutto verso la cosidetta sinistra(sigh).
Solo per chi ancora resta lucido,intendo tutti coloro che vogliono parlare e discutere con serietà e cognizione(diciamo da adulti),senza aver qualcuno o qualcosa avanti dietro, sopra o sotto che gli impedisca di esserlo, appunto, è tutto chiaro.I mezzucci degradanti utilizzati machiavellicamente da questi galantuomini dovrebbero giustificarne i fini direi che qui i fini stanno proprio tutti nei mezzi!!E per chi ancora vuole vedere,dallo loro etica ed estetica,fin dal principio si comprende tutto molto bene.
Anche il travagliato fatto quotidiano fa riferimento a sondaggi “credibili”!!(quadagnano su queste put##…, e si,è una regola aurea del cosiddetto giornalismo così le fazioni si “scannano”…e quanta pubblicità!!)
In ballo chiaramente qui c’è il destino della Sardegna che vuole voltare pagina:Da una parte il cdx e il cosidetto csx con tutta la borghesia reazionaria che tiene al giogo intere fette di popolazione sarda con i soliti sistemi insieme alle stesse forze nazionali, dall altra parte la coalizione sarda con soru e tutti coloro che in questa terra vogliono un radicale cambiamento di rotta.La loro specialità è nascondere occultare, come l’anamorfosi in un quadro visto andandogli di lato e il vero soggetto che del quadro non si vede standogli di fronte, come se il vero quadro stesse occultato nel quadro che ne diventa solo la depistante cornice.Come ne hai scritto e detto più volte perfettamente,qui c’è in gioco tutto questo.
A cosa servono? A farsi pubblicità. La mancanza di seri sondaggi – pubblicati con una certa frequenza – ha comportato che “PiDiMedia” si prendesse la scena. Piuttosto, in termini di elezioni e di vita democratica, sa Sardinnia fa registrare una pericolosa involuzione. Contro quest’ultima, occorrerà battagliare.
‘Sondaggi’ e “calata dei Padrini” totu armas de gherra e che in sas gherras a bombardamentu de ingannos, fàghere pessare promissas e contare fàulas puru.
Nois votamus pro nos libberare, cherimus sa Sardigna e sa Libbertade de la e nos guvernare comente nos serbit.
Qualche giorno fa ben due ministri si sono ricordati che esiste un’isola tra Civitavecchia e le Baleari. Cavolo! Se ben due ministri in contemporanea hanno passato qualche ora nella nostra terra ad annunciare milioni e promettere soluzioni imminenti alle crisi industriali del Sulcis, nel centro destra non sono certi della vittoria.
Nei servizi televisivi è andata in onda la stessa immagine di 5 anni fa. Il rappresentante nazionale in primo piano a parlare e annunciare, il candidato sardo un passo indietro in silenzio. Un vero candidato, autorevole e credibile, di destra o sinistra, non accetterebbe il ruolo dello scolaretto accompagnato.