Il giudice del lavoro l’ha data in testa per l’ennesima volta alla Giunta Solinas.
Ieri è stato pubblicato questo decreto del Giudice che boccia scelte e metodi del governo regionale.
Nonostante il decreto sia scritto in ottimo italiano (a parte il ricorrere ormai ordinario nel giuridichese dell’orribile e pleonastico ‘ma bensì’), come tutti i testi processuali necessita di un minimo volgarizzamento che ci accingiamo a fare con mucho gusto.
La Giunta Solinas, in fase inutilmente erettile, il 9 luglio del 2021 ha deciso di modificare le modalità di reclutamento dei Direttori generali senza informarne preventivamente i sindacati, nonostante tale informazione rientri tra le norme obbligatorie del contratto.
Cosa veniva cambiato? Un fatto sostanziale. Mentre prima se si aveva bisogno del direttore generale dei Trasporti, per esempio, si faceva un’evidenza pubblica prevedendo requisiti di accesso compatibili col profilo della figura richiesta, la Giunta inutilmente eretta affermò solennemente a luglio di voler fare un unico elenco di idonei agli incarichi direttivi per poi scegliere all’interno a seconda del piacere e del bisogno. Più erettile di così si muore! In realtà, in questa nuova forma, il bisogno è subordinato al piacere, perché l’elenco costruito con richiesta generica di requisiti per accedere alla dirigenza, può riempirsi, che so io, di laureati in giurisprudenza o di medici con master in organizzazione aziendale o di manager della customer satisfaction ecc. ecc. e rimanere privo, per esempio, di esperti di protezione civile (ops!) o di vigilanza ambientale (ops! ops!) ecc. Ma questo rischio non interessa l’eretto che, mosso dall’istinto vuole solo vedere soddisfatta la compiacenza del dirigente all’indirizzo eretto. Insomma, dietro il metodo della Giunta c’è il disegno politico di subordinare politicamente l’amministrazione che è uno dei leit motiv di questo governo regionale.
Il Giudice ha sancito che la mancata informazione preventiva è comportamento antisindacale e ha dichiarato nulle le nomine dei direttori generali derivanti dal metodo della delibera di luglio.
A questo punto, ieri notte, un leguleio solinasiano che di nascosto è anche amico mio, mi ha spiegato che di fatto non accadrebbe nulla, perché essendo stata azzerata la Giunta, i Direttori generali in carica dovrebbero essere confermati o bocciati entro 90 giorni. Ma io ho obiettato che in assenza del Segretario generale la Giunta non può discutere dei Dg perché mancherebbe chi proponga la delibera. Quindi, ora Solinas dovrà nominare la Massidda Segretario generale. Nel frattempo gli atti assunti dai Dg sono molto sub iudice e quelli pregressi dovrebbero essere riassunti. Tra i Direttori generali i cui atti sono inficiati dalla sentenza ve ne sono tre tra i più importanti: la Sanità, nella persona della dott.ssa Francesca Piras (che non sembrerebbe graditissima al nuovo inquilino del palazzo di via Roma, il quale anelerebbe Massimo Temussi quasi in un’aura di amorosi sensi o di affinità elettive non si sa se ricambiate); gli Enti Locali, nella persona del dottor Zanda, olbiese, importantissimo brain degli assetti urbanistici, idraulici, politico-amministrativi, ludici e turistici del capoluogo gallurese, opportunamente collocato a suo tempo all’urbanistica; l’Ambiente, nella persona della dott.ssa Spiga. Ora, qui mi sovviene un dubbio: ma allora la pessima pratica, che bocciò, nonostante il parere favorevole dei settoristi, il Piano Mancini, dovrebbe essere riassunta per essere valida? Mah, chissà!
Resta un fatto: nel giorno in cui anche l’assessore Satta viene rinviata a giudizio sempre sulle nomine di direttori generali, il giudice del lavoro concorre a smascherare le tracce di una concezione del rapporto con la pubblica amministrazione da parte di questa Giunta all’insegna del potere e del fastidio, il secondo riservato alle competenze e all’esercizio delle funzioni sotto la sovranità della legge.
… si tiat poder nàrrere chi custu ‘funtzionamentu’ est a incasinamentu pro carchi cuntentamentu. No at a èssere debbadas in d-una Sardigna… pardon, Sardegna, a Venti venti!!! De su restu, proite semus un’ísula in mesu in mesu de su mare? Fortuna… no, grazia concessa a coro unanime!, chi como sa Sardigna est ísula in «costituzione» e mancari sos salvinistas sardos, cun totu su chi ant salvato, ant a propònnere a su capu , si no lu proponet isse in prima persona, de fàghere, in concorrenza cun sos sicilianos, il ponte sullo stretto Olbia-Civitavecchia, chi tiat dare fintzas triballu meda.