Chiedo scusa ai lettori se intervengo mentre imperversa la calura estiva, ma non ne posso fare a meno.
È accaduto che ben dieci giorni dopo la pubblicazione della notizia sul Fatto Quotidiano, rilanciata da noi e, dopo di noi, da Sardiniapost e, dopo un giorno dal Tg3-del-giorno-dopo (sono i tempi rapidissimi della televisione, che ai tempi di Romano Cannas anticipava la carta stampata, mentre oggi la legge in tv) , i giornali del 12 agosto scorso sono riusciti a dare, con due articoletti striminziti che pure devono essere costati a chi li ha scritti lacrime e sangue per vederli pubblicati, la notizia che Solinas sta partecipando a un concorso per referendario di tribunale amministrativo regionale mentre il presidente della seconda sezione del Tar Sardegna sta prendendo servizio come Segretario generale della Regione.
Perché i giornali hanno alla fine dato la notizia?
Perché Massimo Zedda ha attaccato in aula Solinas sull’argomento. Gli articoli danno conto della polemica e i lettori, che mancano degli elementi per capirla, la iscrivono nel repertorio delle beghe di palazzo. Questa non è informazione, è finzione. Tuttavia, finzione per finzione, è bene analizzare cosa hanno detto i protagonisti.
Parla Zedda Cosa ha detto Zedda (usiamo la cronaca della Nuova Sardegna): «Ancora una volta Solinas non è in aula. Spero solo che non sia presente perché impegnato in uno studio matto e disperatissimo in vista del concorso. La verità è che si è circondato degli insegnanti di ripetizione. Quando va in ufficio, presto avrà a disposizione un magistrato del Tar (Francesco Scano, appena nominato segretario generale della Regione). Si sposta in un’altra stanza e può già contare su un avvocato amministrativista (Silvia Curto, direttore generale della presidenza) e, in una terza, di un giudice del Consiglio di stato che operava a Roma (Maria Grazia Vivarelli, capo di gabinetto). Né più né meno Solinas ha messo su un nucleo di persone competenti per avere le ripetizioni in vista del concorso. Ma a voi tutto questo sembra normale in una fase come questa? Un presidente della Regione che si candida a un concorso pubblico mentre è in carica, lo sottolineo, è un capolavoro. Sono tante le cose da fare quando si amministra la cosa pubblica che non si ha nemmeno il tempo di rispondere alla propria madre. Invece, c’è chi trova il tempo di studiare, e non il modo per riuscire a dare un sostegno a coloro che soffrono. No, Solinas ha trovato e troverà il tempo per puntare al posto fisso. Davvero un capolavoro. Voi del centrodestra non avete nulla da dire? Non provate alcun imbarazzo?».
Analisi In primo luogo va notato che almeno Zedda ha avuto la forza di far irrompere l’argomento nel Consiglio regionale. In secondo luogo va detto che almeno Zedda ha avuto l’intuizione di legare la vicenda del concorso del presidente, che richiede impegno e studio, al fallimento degli incendi nel Montiferru, fallimento duplice perché l’incendio è un incendio di Regione e la Regione non riesce a predisporre uno strumento adeguato per i ristori. Come dire che mentre si è bravissimi a muoversi nelle pieghe delle strutture dello Stato, si è dei dilettanti certificati rispetto ai propri doveri civici e istituzionali.
Va però anche detto che non sempre in politica il sarcasmo paga, specie quando non ce n’è bisogno e non fa neanche sorridere. È la scelta retorica di ironizzare su Solinas che ha impedito a Zedda di porre la domanda su ciò che egli eufemisticamente chiama imbarazzo prima che alla maggioranza, ai magistrati e ai parenti di magistrati reclutati a man bassa dalla Giunta Solinas. Il problema del fattore verecondo riguarda l’ordine giudiziario almeno quanto quello politico.
Tuttavia, un merito Zedda ce l’ha: ha indotto Solinas a una risposta, cioè lo ha provocato a tal punto da indurlo a fare ciò che non vorrebbe mai fare, difendersi pubblicamente, perché Solinas non sa discutere in pubblico, tanto meno quando è chiamato a giustificarsi. È un suo limite.
Parla Solinas «L’unica cosa imbarazzante è la sua (di Zedda) pochezza, politica e didattica. D’altro canto, politicamente ha perso sonoramente le elezioni, mentre per lo studio gli consiglierei di trovare un po’ di tempo tra i suoi molteplici impegni: ne trarrebbe certamente grande giovamento. Quanto a me, non avendo particolare consuetudine a fare vita mondana e frequentare bar e locali fino a tarda notte, utilizzerò anche quel tempo risparmiato, continuando ad impegnarmi con limpidezza e serenità nel mio ruolo istituzionale, leggendo e studiando senza sosta, memore dell’esempio di numerosi e valorosi uomini che nel perseguire l’interesse generale si sono dedicati ad accrescere senza sosta le proprie competenze con lo sguardo sempre proteso al perseguimento del fine pubblico. E certo non provo imbarazzo semmai profondo e grande orgoglio nell’avere la possibilità di confrontarmi e lavorare al fianco di grandi uomini che hanno deciso di mettere a disposizione la loro professionalità e competenza al servizio dei sardi e della Sardegna”, conclude il presidente della regione».
Analisi Ci sono spie stilistiche che ci dicono che questo testo non lo ha scritto materialmente Solinas (l’avverbio ‘sonoramente’, i sintagmi cilicici ‘senza sosta’ e ‘limpidezza e serenità’) ma il suo capo dell’Ufficio Stampa, Oremus.
Tuttavia, il testo è sicuramente ispirato dalla presidenza.
Non si può non notare un difetto logico, cioè il ricordare a Zedda che ha perso le elezioni. Non c’entra nulla con la questione in esame, cioè il concorso al Tar di Solinas. Solo tra i fascisti (Ops! Oremus) chi perde ha torto; tra le persone normali chi perde ha perso, ma non necessariamente ha torto. L’umanità deve moltissimo ai perdenti.
Poi, a fronte del sarcasmo di Zedda, si mette in campo la stizza e il dileggio, cioè il ricordare a Zedda che ha frequentato i locali e i ristoranti della Cagliari by night. E dunque? Cosa c’entra? Zedda ha inventato la Cagliari by night, l’ha realizzata come progetto politico. C’è a chi piace e a chi no, ma di che cosa si dovrebbe vergognare?
Questa storia del Zedda uomo mondano di sinistra è dunque vera, ma gliela potrebbero contestare solo quelli che mondani non sono, non quelli che lo sono di nascosto. Gliela potrebbero contestare quelli che non credono nel Pil delle friggitrici, ma non quelli che frequentano localini facendo gli scemi con signore più giovani di loro di non meno di vent’anni.
Io potrei contestare questa politica, perché odio i ristoranti e la movida come pratica dello stordimento di massa, ma altri non possono contestarla solo perché anziché andare al Libarium di Cagliari, vanno in case esclusive per cene esclusive e trenini pe-perepepé di presunte aristocratiche natiche, un giorno cagliaritani, un giorno ogliastrini, un giorno galluresi. Sempre mondanità è!
Non solo: nella Cagliari by night oggi si esibisce la maggiornza di Solinas, con sguaiate risate, ostentazione di potere frainteso (non c’è niente di più patetico dell’uomo politico che si crede potente e non si accorge della sua evidente precarietà) e richiesta di omaggio pubblico, la quale riceve solo dai non mondani un clamoroso vaffa non pentastellato, più profondo, di cuore.
E va bene, anche su questa accusa ipocrita di mondanità si potrebbe passare oltre, ma poi rappresentare Solinas come Tommaso o Erasmo, cioè profondamente intento nello studio, con lo sguardo ‘sempre proteso’ (citazione indiretta di un celebre monologo di Verdone nella variante ‘sempre teso’) al bene pubblico (e un po’ anche al suo bene no?), questo è ai limiti dell’adulazione. Neanche Solinas lo direbbe di sé!
Gli studi di Solinas Quali dossier ha studiato Solinas, quelli della continuità territoriale aerea e marittima? O quelli della transizione energetica del tubo del gas, con imminenza di licenziamenti di migliaia di operai dalle centrali elettriche? O quelli dell’efficienza della Pubblica amministrazione regionale, quella che ha portato la Regione ad affrontare la campagna antincendi senza Direttore generale dell’assessorato dell’ambiente (c’è un facente funzioni), con un Commissario straordinario dell’Ente Foreste senza Direttore generale (c’è un altro facente funzioni), senza Comandante del Corpo forestale (terzo facente funzioni) e senza dirigenti facenti funzione (tutti decaduti), con una pletora di pensionati con retibuzione + pensione nei nodi strategici dell’Amministrazione regionale? Il problema non è la poca credibilità del Solinas studioso, ma è che cosa ha studiato Solinas per fare questo disastro? La risposta è sicuramente nella sua tesi di laurea secretata.
Come si fa ad accreditare Solinas come uno studioso?
Ma si sa cosa vuol dire studiare, quanta fatica anche fisica si fa, quanto dileggio si subisce da giovani e quanta invidia si patisce da grandi?
Si sa quale disciplina interiore richiede lo studio vero?
Solinas è un ottimo surfista, non uno studioso; sa dove levare le vele per i venti del Golfo di Cagliari. Punto.
Ebbene, il problema, però, non è neanche il compitino adulante dello scriba di corte, ma l’assenza di spirito critico negli organi di informazione che stanno facendo calare sulla Sardegna il velo della censura e della manipolazione. Questo è il problema. Se c’è un problema di ‘imbarazzo’, va posto agli organi di informazione, va posto agli ordini professionali, luoghi dove davvero il senso della vergogna è scomparso. Non di politica si parla, ma del senso profondo della dignità del proprio mestiere, della coscienza del rischio che si sta facendo correre a questa terra con la scelta consapevole del bavaglio.
… sa ‘làurea’ segreta de Solinas…, chi siat cosa de cabbali (mannu po issu) o chi siat de perunu importu po is Sardus e po sa Sardigna) poita no si dha lassaus? Si dha podeus ‘arregalai’ nosatrus puru.
Sa cosa assolutamenti gravi de isciri e de cumprendi est cantu is Sardus seus ancora dispostus a si sighiri lassai pigai a paneri currendi avatu de toti is pigadoris a paneri de aintru e de fora e de dónnia mannària e colori, mancai totu genti “seria” ma po si pigai pratigamenti a paneri ca no seus e no podeus èssi nosu e is chistionis nostas su chi portant in su ciorbedhu e in is manus!
E ca est chistioni de fai contus sérius cun nosu etotu e no a sa “menefrego” po torracontixedhus de segamigasu ca no iscieus èssi bellus mancu a si segai un’arrogu de casu si no si cumandat calicunu de foras, o ca pentzaus de depi fai is mandronis, o de depi abarrai impicaus a totu is dipendéntzias e dipendentistas coment’e chi siat destinu e no chistioni de responsabbilidadi personali de donniunu de nosu e colletiva natzionali de sa genti de Sardigna, coment’e pópulu ammammalucau, imbriagau de totu is imbriagheras, a barra posta (mi siat mi siat, mancu cussa, si no est murrúngiu!!!).
Is Sardus avatu de is pigadoris in giru seus isceti perdendi tempus e lassendi andai totu innoromala, alimentendi s’indústria de totu is fogus fuius e postus apostadamenti, s’indústria de sa morti e de s’isperdítziu de logu de cosa e de genti!
L’affaire della laurea Soliniana è uno scandalo mondiale.
Perché la tesi d’un qualsiasi ex studente può essere consultata è quella del presidente in carica della regione Sardegna no?
Perché la mia si! (se uno studente o PincoPallo la vuole leggere, a me fa piacere…. vuol dire che è servita a qualcosa) è quella di Solinas no?
I libellisti della Nuova e dell’Unione non si fanno la domanda -o non gli viene permesso farla-
Perché ?
Come mai?
… qual impedimento o impiccio rende top secret il lavoro del nostro studioso presidente?
…dal Fatto quotidiano si legge che tramite i suoi legali, Egli, non ha dato assenso alla pubblicazione della sudata tesi adducendo come motivazione ch’essa è assimilabile …ad un opra dello ingegno creativo…
…degna perciò d’esser protetta, da usi impropri o villani tramite le norme sul copyright (e credo della privacy).
Chissà quale pregnanza letteraria, quali vertici in materia giurisprudenziale, che analisi sofisticate devono esserci per blindarne l’accesso ai curiosi…sia mai; che la plagino impunemente, vanificando o abbruttendo gli intensi e faticosi studi giovanili.
Saranno sicuramente questi alti valori morali che impongono la giusta prudenza alla redazione della Nuova o all’ Unione di fare un inchiesta seria e minuziosa sulla faccenda.
….
Io la fatica -vera non quella di Solinas – la dovrò fare (come tutti qui) per cercare di salvare ogni singolo albero o arbusto dia segno di vita e attenuare i casini del mega incendio dovuti alla guerra tra bande, che ha gettato nel caos più nero gli apparati antincendio della regione; quella si; che sarà una fatica caro presidente studioso e laureato Solinas;
..ma anche caro polisportivo Belloi,….ed esperto Agronomo Lampis (pur se laureato in economia; la famosa -o famigerata- lettera sull’ art.10 della L.353/2000 ne attesta le qualità anche nelle scienze forestali).
Professeur, ampiamente d’accordo con la sua analisi, fin troppo benevola per lo scolaro tardivo, sicuramente impegnato in queste ore a preparare la cambusa ferragostana.
Sulla comunicazione della Regione ci sarebbe tanto da dire, anche per un profano come me, che dire della tautologia imperante, nemmeno mascherata. Si tratta di becera propaganda che nuoce alla persona da tutelare, difendere, coprire. Fa sorridere (per non dire piangere) l’incensante comunicazione di un Solinas impegnato a “coordinare” le operazioni di spegnimento dei tragici incendi del Montiferru. Ma cosa caspita potrebbe “coordinare” un Presidente di Regione, lontano centinaia di chilometri e dentro una stanza con l’aria condizionata a palla? Con quali competenze? Con quali specifiche conoscenze ? C’è da ridere appunto! Si dica che osservava, per un paio di orette le persone che lavoravano, si sarebbe più onesti.
Per tornare all’autodifesa imbarazzante dagli attacchi di Zedda, è una cronaca scandalosamente bugiarda! Si sa che Solinas frequenta le salette private dei ristoranti Vip di Cagliari e non solo la notte, lui ne è ben consapevole, quindi non può aver autorizzato un simile sproloquio, almeno di questo bisogna rendergli atto. Commentare la partecipazione al concorso è tempo sprecato, non penso abbia mai il coraggio di presentarsi. Dovrebbe scansare decine di inviati e le troupe di Report, Giletti ecc. Sarebbe troppo anche per lui.
Studierà anche, ma non rende
… e ite b’at de nàrrere?!
Chi lis cheret fatu a monumentu unu mezzo busto di bronzo?
Los tenimus fatos. Los ant fatos? Si sunt fatos?
Fatos sunt! E su colore de sa birgonza est solu su pizu de s’óssidu seculare dae su chitu in subra.
Epuru, fintzas su brunzu si podet iscazare, ca su cristianu podet èssere malu a currèzere (si no est ifatu de totu sos dimónios) ma fintzas a mòrrere no est unu fóssile.
Si sa natzione sarda, si sos Sardos, si semus ancora zente, proamus a l’agabbare de cúrrere ifatu de totu su casinu de sos partidos italianos e imbrocamus s’istrada de sa libbertade e responsabbilidade personale e colletiva comintzendhe a fàghere totu sos contos cun nois etotu prima de los fàghere cun sos istranzos, o nessi in su matessi tempus.
O semus ancora pessendhe petzi a pònnere fogos e ispetare sos miràculos chi nos batint sos ladros de Pisa?
Noto che quando Solinas dice di lavorare accanto a “grandi uomini” sta parlando della Curto e della Vivarelli, che sono donne.
Analisi lucida assolutamente condivisibile perché l’uomo comune si rispecchia in questa triste e desolante ricostruzione della realtà che viviamo
Grazie Paolo per queste preziose informazioni. Anche Zedda in qualità di rappresentante della sinistra dovrebbe essere più presente non aspettare difensori d’ufficio. Se permetti condivido le tue informazioni.
Aggiungo il mio nome e anche il cognome, a sostegno, condivisione, visione, idea, di stare al mondo, con qualità.
Giuseppe Aresu.