Si hanno due sole mani, una per il davanti e l’altra per il di dietro.
Il numero non aumenta quand’anche si sia Presidenti di Regione: sempre due restano e sempre a loro è affidato il ruolo di coprimiserie quando il re è nudo.
Adesso, a rendere slim il cammino già in mutande della Giunta Solinas ci si son messi anche i concorsi e i rimborsi spese dei generali.
È naturale che non tutti i concorsi possano svolgersi a lardazione costante e vigente come quello di Laore.
Ci sono anche quelli a secco, quelli che si attardano nell’esofago e affogano.
E a Sassari ci sono sussurri insistenti che un concorso della Ares di cui ha scritto ieri L’Unione, già svolto, sia stato repentinamente annullato per impronte digitali marmellate rinvenute sulla scena del crimine dalle guardie.
Alle prime analisi, la marmellata non sembra essere un’invenzione di guardie sovraeccitate (cosa sempre possibile) ma pare essere di origine laticlavia e patrizia, cosa che starebbe mettendo seriamente in difficoltà i guardiani delle guardie. Noi che siamo stati gettati da un groviglio di vigliaccheria, di cattiveria e di ignoranza in un verminaio di pettegolezzi sappiamo come vanno queste cose; non ci fidiamo. Ma siamo interessati a osservare i comportamenti delle istituzioni, sia di quelle in difficoltà con le mani che di quelle in difficoltà con l’imparzialità.
A tirarci su l’umore è intervenuta ieri questa lettera a sintassi gialloverde del generale della Guardia di Finanza chiamato a suo tempo, in tutta fretta, da Solinas a sostituire il dottor Antonio Casula come comandante del Corpo Forestale.
Casula, reo, lo si ricorderà, di aver partecipato al pranzo di Sardara e per questo rimosso dall’incarico, venne poi reintegrato dal Giudice del Lavoro, con grande scorno della brevissima primavera savonaroliana del Presidente. Il generale, divenuto obtorto collo consulente della Presidenza con l’avvenuto rientro di Casula al Corpo, vuole ora essere reintegrato nel suo ruolo originario e minaccia una causa per danni.
Solinas avrebbe in mente di riportare Casula a Forestas, ma Casula così perderebbe del denaro e quindi, per farlo spostare, servono risorse che però non sarebbero giustificate dalla legge. E dunque si torna alle due mani: o il generale soddisfatto e la Corte dei conti in casa o viceversa.
Insomma, Solinas ha un po’ di roba che le mani non agguantano.
In più, il generale ha chiesto che gli si liquidino i rimborsi spese e pare che, a questo punto, Solinas abbia risposto come Geppi Cucciari sul costo degli spritz.
malvolentieri ho ceduto alla tentazione aprire “questa lettera”, in genere non mi interessa la corrispondenza altrui.
ma quale non è stata la mia commossa malinconia nel leggere le frasi del Generale, che hanno risvegliato nel mio cuore tutto il ricordo dell’ansia scolastica di terza, quando, convinto che Maestra Caterina gioisse tanto quanto più facessimo uso di punteggiatura, versavo a giumelle, ma soprattutto a casaccio, virgole e trattini nei testi dei “pensierini”.
in realtà beccavo più scappellotti che consenso, ma la lacrimuccia che allora sgorgava dai miei occhietti di scolaro assomiglia molto a quella che ancora oggi, leggendo questi stentati periodi, verso
Povera lingua italiana!
E’ la lettera del generale che tira davvero su l’umore e rivela in quale situazione incredibile siamo andati a finire. Misurato Paolo Maninchedda a definirla a sintassi gialloverde.
Appare quanto meno dubbia, tra le tante magagne, la procedura adottata nei concorsi Laore, dove la direttrice del servizio del personale era presente in una pluralità di commissioni di concorsi, una vera stakanovista, considerando anche la presenza di stretti familiari in altri concorsi Laore, e la successiva assegnazione delle sedi di servizio, disposte in maniera discrezionale e con una gestione padronale che, come in altre vicende, sembra ormai la normale prassi all’interno dell’Agenzia.
Mi chiedo se i consiglieri regionali, soprattutto di opposizione, non abbiano niente da dire su quanto avviene all’interno di un ente pubblico, amministrato ormai come un feudo personale, con a capo un Commissario già condannato al pagamento OMISSIS