Faccio una premessa: a me non deve riguardare in alcun modo la persona Christian Solinas. Non sono nessuno per interessarmene. Viceversa ho diritto di occuparmi del Presidente della Regione, perché lui, per legittimo mandato popolare, governa me e tutti noi.
In questi giorni, in ragione delle indagini della magistratura, si parla del suo patrimonio personale.
La legge, proprio perché sia monitorato e trasparente il patrimonio delle persone che rivestono ruoli istituzionali, prevede che le loro denunce dei redditi, opportanemente oscurate nei dati sensibili, siano pubblicate nella sezione Amministrazione trasparente delle diverse istituzioni.
Se si va nel sito della Regione Sardegna e si entra nella pagina Amministrazione trasparente e si clicca su Titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e poi si scende al paragrafo intitolato Documenti ed informazioni relativi ai componenti della Giunta, si scopre che sotto la voce Christian Solinas non c’è nulla, neanche una sola dichiarazione dei redditi dopo quattro anni di governo. Viceversa, ci sono le dichiarazioni dei redditi degli assessori in carica e di quelli cessati e così si ripropone la regola, fuorché uno: Gianni Chessa. Ma guarda un po’!
Sia chiaro che a me non frega un fico secco di quale sia il patrimonio del Presidente della Regione, mi urta però moltissimo che per l’ennesima volta in questa legislatura sia concesso a taluni ciò che non è permesso dalla legge e che non è stato permesso giustamente ad altri.
L’art.14 del Decreto Legislativo 33 del 2013 è molto chiaro sul fatto che le dichiarazioni debbono essere pubblicate; come pure è chiaro l’art.34 che prevede gli obblighi del Responsabile della Trasparenza: “In relazione alla loro gravità, il responsabile segnala i casi di inadempimento o di adempimento parziale degli obblighi in materia di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, all’ufficio di disciplina, ai fini dell’eventuale attivazione del procedimento disciplinare. Il responsabile segnala altresì gli inadempimenti al vertice politico dell’amministrazione, all’OIV ai fini dell’attivazione delle altre forme di responsabilità”.
Se per primo il presidente della Regione se ne catafotte degli obblighi che gli derivano dalla sua carica e se il Responsabile della Trasparenza non datur, si spiega perché anche il Consiglio regionale si concede la licenza di pagare il sostegno politico con le casse pubbliche, elargendo generose donazioni a privati che si suppone non siano scelti a caso. L’eccezione, cioè la violazione della legge, in questa legislatura è divenuta norma.
Ad onor del vero sul sito della Regione dovrebbe comparire copia dell’ultima dichiarazione dei redditti, con dati sensibili oscurati, dovrebbe inoltre comparire una dichiarazione dei beni mobili e immobili posseduti ( auto – quote sdi società – appartamenti ecc.) e una eventuale dichiarazione di non assenso dei famigliari o le loro dichiarazioni patrimoniali. Cosi dice la norma ( Patrimonio, non emulumenti)
Non riusciremo mai a liberarci di questa CASTA. Gente che si serve del voto popolare, per fare i loro sporchi comodi e interessi. Figuriamoci vergognarsi per la mancata trasparenza nella dichiarazione patrimoniale da pubblicare “per legge”.
Di cosa mi dovrei vergognare? Di aver detto la verità sul fatto che il presidente della Giunta e l’assessore al Turismo prediligono il sito del Consiglio e non quello più esigente della Giunta? Oppure di aver rilevato che nelle dichiarazioni del presidente non c’è traccia di cui tutti giornali e la magistratura parlano? Piano con la vergogna, piano, è una cosa seria, di cui non si rendono conto coloro che non ne hanno più.
Mi spiace sbugiardare ciò che scrive,se vâ a vedere e tra i primi 10 nella dichiarazione dei redditi….è pubblicato su tanti giornali… dovrebbe vergognarsi
Non paia un’attenuante (e che palle dover sempre premettere fatti e considerazioni per evitare i funambolismi di chi replica ad minchiam…), ma vorrei dare una non-notizia: se si analizza la sezione “amministrazione trasparente” della grandissima parte dei siti della Pa sarda (e non solo sarda) si scoprirà che l’opacità è dilagante e che le violazioni di legge sono all’ordine del giorno. Potrei scriverci un trattato. Il guaio, per quanto vedo e registro, è che pare non fregare niente a nessuno, anche a quel soggetto che dovrebbe vigilare e intervenire per sanzionare, diretto da illustre conterraneo.
… una «norma» ispeciale, anormale, like, ad libitum, a “me ne frego”, a “ti frego”, fuori controllo, fuorisacco (ca b’at prus logu fora e bi cabet prus ‘cosa’ chi no intro), e ‘controllores’ ispeciales issos puru, totu a like, o sunt a un’ogru (serradu, ma no tzegu), o sunt a duos ogros (serrados, ma no tzegos, mancumal, si no si cherent).
Ma una dimandha: a sas berbeghes ite lampu ndhe lis depet importare de sos contos de su pastore (e de su masellaju)?
Semus a “pastores docent”.
E si tenimus su primu presidente laureadu cun “docenti” goi nos podimus bantare de àere unu “primato” nois puru chentza mancu bídere sa làurea. Pro su chi serbit!…
Lampu, però, a èssere berbeghes puru bi cheret corazu abberu!
O mancari ateretantu “me ne frego” ca tantu… totu est su própriu e tra ischire e no ischire menzus a no ischire ne chie, ne inue, ne comente semus e ne ite tenimus de fàghere pro èssere zente.
Si cherimus èssere zente!
O che semus rutos a fundhu abberu meda e però no bi cherimus crere.
O no cherimus bídere, nois puru a un’ogru (serradu) o fintzas a duos (serrados).
Timo meda chi sa bandhera de sos Sardos essat “Sos Bàtoro Mamutones”, o “Sos Bàtoro Merdules”, carre segada, carre a segare e carrasegare sempre. Sempre in festa, che animales chi lis ant fatu sa “festa”.
Caro professore, perfettamente d’accordo con lei. Io estenderei la pubblicità dei beni dei soggetti con cariche pubbliche anche ai familiari. Potrebbe essere capitato infatti che un nonno dei predetti a 83 anni si fosse dedicato (beata la sua energia) a fare l’immobiliarista acquistando terreni alle aste per poi cederli subito dopo a chi per mezzo di società del Biscione ne avrebbe ricavato cospicui guadagni.
Per la rubrica “un reato nuovo al giorno toglie il diritto di torno“ Cit. Andrea Bitetto