Solinas incontra Salvini e annuncia l’imminente rimpasto.
Traduzione = anche per fare un rimpasto, Solinas ha bisogno di Salvini.
Tutti i media danno questa notizia, ma nessuno va a fondo io non ho il tempo di farlo perché faccio un altro lavoro che mi impegna molto, diversamente farei una bella inchiesta) sul fatto che a Cagliari anche le pietre dicono che dietro il fuggi-fuggi generale che si registra in maggioranza (a parte gli ingenui alla Cocciu che non vedono l’ora di entrare in Giunta) ci sarebbe la sensazione di qualcosa di imbarazzante per la Giunta che starebbe per accadere o è già accaduta e ancora non si vede, cosa che pochi conoscerebbero nel dettaglio, ma che molti temono. Questo clima da tsunami imminente andrebbe raccontato, invece viene nascosto.
Nel frattempo, un giornalista tra i pochi sopravvissuti liberi e/o attivi mi ha fatto notare che nel comunicato ministeriale dell’incontro di avant’ieri tra Solinas e Calderoli (che è come dire un incontro tra Cappuccetto rotto e la mamma dei lupi) la vera notizia è che Solinas, da solo, senza un mandato del Consiglio, senza una discussione interna non solo del suo partito, ma neanche dei partiti della sua maggioranza (perché io sono sicuro che Cappellacci ha opinioni diverse, a meno che non si sia bevuto il cervello anche lui) ha approvato le linee generali della riforma dell’autonomia che ha in testa Calderoli, con l’abolizione delle Regioni a statuto speciale e la generalizzazione della specialità a tutte le Regioni d’Italia.
Ci risiamo.
All’inizio del suo mandato, preso dall’euforia, il presidente Solinas ha sfasciato la continuità territoriale e ha precipitato la Sardegna nel disastro dei cieli che oggi la affligge.
Oggi, in preda alla malinconia e alla paura del declino di fine mandato, approva in solitudine, sulla pelle di tutti noi, lo schema di riforma dell’autonomia.
Roba da occupargli l’aula fino alle dimissioni.
In cambio, pensa tu, avrebbe ottenuto che, su iniziativa governativa (dove diavolo sono i vati del sardismo? Tutti sazi di piccole sovvenzioni fino a non avere più voce per protestare? Ho ragione io a non aver mai voluto baciare la mano ai vati retribuiti del sardismo…..) lo Statuto Sardo sia modificato nella direzione del rafforzamento della tutela linguistica in vista della riforma elettorale che dovrebbe garantire il collegio sardo alle europee e le soglie insulari per l’accesso al Parlamento italiano.
Un classico ragionamento da ceto politico parassitario, quello che senza lo stipendio istituzionale sarebbe costretto all’accattonaggio: scambiare libertà e potere dei Sardi con la certezza di titoli e del denaro per i rappresentanti del popolo sardo.
Ovviamente non è che l’indecenza dello scambio non si veda.
E dunque gli intellettuali in ciabattine e chicchere con piattino dell’insularità, consapevoli che il declino di Solinas mette in evidenza anche il vuoto allo stato puro del grande movimento insulare, hanno subito timbrato con la griffe ‘insularità’ la possibilità del collegio elettorale sardo. Fra un po’ anche il vaccino contro il fuoco di sant’Antonio passerà sotto i meriti dell’insularità.
Mentre tutto questo si consumava, ecco la genialata di Fratelli d’Italia di mettere a capo della commissione trasporti un genio dei trasporti come Sasso Deidda, un campione della continuità territoriale, un Nobel della lotta agli oligopoli europei, il quale, da par suo, ha detto che la priorità per la Sardegna è la tratta ferroviaria Nuoro-Olbia. Benissimo! Bravo! Meglio di così si muore! Siamo sistemati, con Sasso sulle rotaie la Sardegna è a posto. Il Centrodestra ha sacrificato Pittalis alla Commissione Giustizia per Sasso ai Trasporti. Io non parlo con Pittalis da più di un anno, ma questo non mi impedisce di dire che Pittalis capisce di Giustizia, anche troppo, mentre Deidda non so che cosa capisca di Sardegna.
La nuova fusione perfetta. Non ce ne bastava una?
Mauro Sdema, al presidente non gli si può chiedere di sapere di diritto, di economia , di trasporti, di agricoltura etc, etc. L’assessore ai trasporti non deve essere necessariamente un camionista , un rellysta e tanto meno un ferroviere oppure un capitano di lungo corso. Ai politici in generale si chiede di saper amministrare la politica di una comunità sia essa svolta alll’ombra di un campanile oppure , più estesa ,fino a coprire il perimetro regionale , visto che si parla di regione.
Ancora : è evidente che, parlando di assessorati, fra l’ uno che ha gestito, e pure male, un supermerca e un prof.di diritto costituzionale , a prescindere dalle competenze assessoriali, ci sia una sostanziale differenza. Il parallelo non è a caso : è quello che passa fra ex ass. della giunta Pigliaru e l’ass. della giunta attuale.
Ho l’ idea che la cultura e non solo quella scolastica, apra la mente. E quindi saper leggere e scrivere, saper interpretare una norma, saper essere convincente nello spiegare la scelta politica che vorresti perseguire non è male. Serve per amministrare meglio. Altrimenti siamo ancora all’uno vale uno.
La competenza dei componenti la Giunta Pigliaru è oggettiva, rilevabile nei curriculum (che ancora sono pubblicati sul sito della Regione) e riconosciuta pacificamente a livello nazionale e internazionale. La buona amministrazione altrettanto se è vero che la Giunta Solinas continua a operare sugli atti di programmazione strategica della Giunta Pigliaru (esempi? POR FESR e FSE, Patto per lo sviluppo della Sardegna FSC, Rete ospedaliera, Piano energetico regionale, iscol@, giusto per fare i primi che mi vengono in mente…)
Con la scusa dell’ ingenuità e col rimpasto lievitato, entreranno in squadra altri brocchi travestiti anch’essi da gonfiati condom con scarpini fluo da calcio.
Costoro però, a differenza dei docenti universitari che se non altro studiano e sanno studiare, con questo bell’alibi dell’ingenuo o finto tonto, giostreranno meline senza neppure sapere dov’è e cos’è la porta, sul loro veloce campo in terra battuta, sospinti dalle incitazioni dei propri coach, padri putativi, mentori tifosi, gli ultimi rimasti sugli spalti di questa schifosa partitaccia di terza categoria chiamata XVI legislatura.
Quando leggo certi commenti, mi chiedo se i sarditalioti vivano in un universo parallelo. E se abbiano le capacità di tornare coi piedi per terra e vedere la triste agonia della nostra terra.
Io sono arrivato all’Assessorato ai Lavori Pubblici dopo aver fatto il Presidente della Prima Commissione, la commissione Autonomia, e il Presidente della Commissione Bilancio, nonché il consigliere regionale perr dieci anni, facendo per tre anni il relatore della legge finanziaria. Fui mandato lì, senza chiederlo, proprio per il cv che mi consentiva di capire bene il rapporto tra finanze e opere e tra Amministrazione regionale e enti controllati. Basta?
A sasso deidda: perché fermarsi a olbia? Mica siamo ad eboli!
Passando panoramicamente da Porto Cervo, si può arrivare a S. Teresa G… anche quella è Sardegna.
Sasso Deidda sa certamente poco di trasporti, ma lei di lavori pubblici cosa sapeva quando la nominarono assessore?
E la pretesa competenza di molti docenti universitari della Giunta Pigliaru è così sicuro che sia stata garanzia di buona amministrazione?