Il presidente della regione Christian Solinas sa perfettamente che io appartengo a quanti lo considerano tanto legittimamente quanto nefastamente in carica. Sono comunque tra quelli che rispettano l’istituzione.
Per esperienza mi sento di dargli un consiglio sulla tragedia di Bitti: diffidi del cordoglio generale.
È la premessa all’oblio eterno.
Quanto più intensa è l’emozione, tanto più inefficienti saranno il pensiero e l’azione che dovrebbero essere messi in campo.
Il presidente ieri ha detto una cosa giusta: troppa burocrazia sugli interventi per l’emergenza idrogeologica. Vero, ma bisognerebbe dirlo diversamente, perché sia chiaro.
Lo faccio con un esempio: perché a Genova si sono dati poteri straordinari al sindaco della città per ricostruire un ponte, per quanto importantissimo, ma pur sempre un ponte, e mai in Sardegna sono stati dati poteri veri a un commissario per l’emergenza idrogeologica?
Vennero dati poteri enormi al Capo della Protezione civile Bertolaso per il lavori per il G8 alla Maddalena, mai concessi a un Presidente della Sardegna (neanche sulla Sassari-Olbia) e subito revocati dopo lo scandalo di corruzione e appalti che colpì quell’infausto intervento. Quando andai a trattare con la Boschi (ormai un’era geologica fa) per i poteri commissariali per mettere a posto La Maddalena, la proposta governativa era ed è restata quella di un commissario finto, un commissario a tema, ma non un commissario starordinario con poteri veri come quello di Genova.
Bitti è un caso tipico da poteri straordinari in capo al Sindaco o a un suo delegato o a chi si vuole. Deve avere poteri, denaro e possibilità di scegliersi liberamente i collaboratori, deve avere corsie preferenziali e tempi certi nelle procedure di valutazione, deve avere procedure dedicate in tema di ricorsi amministrativi. Difficile? No, facilissimo, basta sapere cosa fare e dove mettere le mani.
E dunque il tema non è solo di burocrazia, ma di potere, di poteri veri, come per tante altre questioni sarde.
Resta il fatto che bisogna saper usare bene il potere di cui si dispone. Sul Piano Mancini è la Regione a guida sardo-leghista che non ha deciso, che si tiene tra le mani l’ultimo metro (non miglio, metro) di procedura per attuarlo e ieri bisognava vederla la confluenza del rio Enas con il Padrongianos per capire quanto sia ancora esposta la città.
Non burocrazia, dunque, ma politica e nello specifico poltica regionale. Unicuique suum, dicevano i latini.
Concordo pienamente sulla questione “poteri straordinari” ma questo potere deve essere adoperato anche per fare quelle scelte impopolari di delocalizzazione. Non si può continuare a dire, come si legge sull’Unione, diamo 40 mln…. per ‘riutilizzare le abitazioni’…Può essere un transitorio ma ci vogliono scelte coraggiose. Nel 51, per carità con tante situazioni oggi criticabili, si decise di delocalizzare Gairo. Ci siamo riusciti 70 anni fa e oggi? Dobbiamo dare spazio ai corsi d’acqua perché si riprendano ciò che è loro e viceversa costruire in luoghi sicuri anche a costo di qualche sacrificio ambientale perché di fatto si avrebbe una compensazione sia in ripristino della naturalità e sia in termini di tutela della vita delle persone