Ieri abbiamo dimostrato che la Convergenza Nazionale dei Sardi è possibile.
Ieri l’Amministratore unico di Abbanoa è stato votato prima da tutti i sardi e poi da tutti i partiti, stretti intorno all’interesse nazionale dei sardi di avere un gestore dell’acqua efficiente e pubblico. Chi vuole impedirci di trasformare le prossime elezioni in un grande evento nel quale una grande alleanza sarda si schiera solidamente, con un patto interno indistruttibile, a favore del futuro della Sardegna, ieri ha avuto paura dell’unità nazionale dei sardi.
Ieri abbiamo unito la Sardegna. Questo conta per noi. Il resto, gli insulti, le chiacchiere, gli intrighi, le lobbies mai sconfitte definitivamente, le brame di potere di fameliche strutture universitarie e di stantie società dello stato italiano, l’odio indistruttibile degli odiatori specializzati in esposti all’autorità giudiziaria, le ricostruzioni folli di pazzi militanti, tutto questo ci ha lasciati totalmente indifferenti. Siamo diventati più forti, negli anni, sia moralmente che psicologicamente. Quando, appena nominato in un assessorato che nessuno voleva, dovetti andare, solo, sia fisicamente che moralmente, davanti a un magistrato che mi chiedeva se fossi consapevole del rischio di buttare soldi pubblici in un pozzo nero, non trovai alcun ‘solone’ che mi desse uno straccio di consiglio e di sostegno. Quando si muove la magistratura tutti fuggono, qualcuno fa anche finta di non conoscerti. Oggi che è più semplice occuparsi di Abbanoa dopo quattro esercizi chiusi positivamente, sono tornati gli esperti di tutto, i famelici di ogni cosa. Io allora presi un impegno morale: capitalizzare, risanare e restituire la società ai comuni. Ho mantenuto l’impegno. Oggi la società è dei Comuni. La Regione deve vigilare che un grande lavoro non sia sprecato e che il grande lavoro che c’è da fare (soddisfazione del cliente, gestione del personale, efficienza e efficacia di un numero enorme di lavori che dovrebbe mettere a nuovo la rete) sia realizzato nel modo migliore e in tempi umani e non geologici. C’è chi la pensa diversamente e, vivaddio, non sarà mai il Partito dei Sardi a penalizzare la diversità di opinioni interpretata in buona fede. La dialettica è il sale della democrazia e a noi piacciono le persone che discutono.
Così si costruisce una nazione: con dedizione, lavoro, disciplina, fatica, e tanta, tantissima lealtà verso il nostro Stato e verso i nostri concittadini.