Il sindaco di Milano Beppe Sala oggi si prende tre pagine sul Foglio di Cerasa (il direttore più moscio che la storia ricordi, ma sicuramente un liberal-democratico autentico).
Cosa fa Sala?
Dà una lezione di politica al Pd e una speranza a gente come me, a un senza patria come me, uno che ha come nazione la Sardegna, come orizzonte l’Europa, che non odia l’Italia e anzi ne studia la cultura e la storia, che è federalista (il federalismo autentico è l’orizzonte dell’Italia), ma non è centralista, anzi, è nemico di ogni centralismo ingiustificato.
In buona sostanza Sala dice che il Pd non ha una politica industriale, esattamente come la Meloni.
Finalmente uno che la dice chiara!
Il Pd, dice Sala, non vince una elezione a nord del Po da molto tempo e una ragione deve pur esserci e questa è che il Pd si è fatto corrompere da una pseduo-cultura antiindustrialista, che non è una cultura ambientalista, è semmai un surrogato del luddismo.
Oggi si può fare industria in modo sostenibile, a patto che non si ragioni per schemi, per bandiere, per slogan, per partiti presi, cioè a patto di abbandonare la road map formativa di molti dei dirigenti attuali del Pd, schematici, tutti uguali, tutti di plastica, tutti politically correct, tutti ostentamente iscritti al privilegio di casta, ma con dolore dell’espressione e calore del portafoglio.
Sala è per la separazione delle carriere dei magistrati.
Nessun attentato alla Costituzione, nessun cedimento alla pedagogia della paura dei magistrati (che pena il discorso rabberciato del Procuratore Vacca all’inaugurazione dell’anno giudiziario!
Almeno, un tempo, i magistrati si preparavano, ora vanno a braccio e vanno male.
Stimo molto Vacca, penso che sia uno dei pochi estranei ai salottini cagliaritani, uno che non va ai convegni “in” della Mongiu per legittimare il salottino dei benpensanti e raccoglierne in cambio il facilissimo consenso, ma quando fa lo schematico oltranzista mi gira i coglioni, ops!).
Sala è per l’Ucraina e contro la distruzione dell’Occidente messa in atto da Trump.
Parole chiare, mica il nascondino della Schlein.
Sala è contro Putin e contro la mistificazione della storia che fa Travaglio (che mischia fatti e propaganda meglio di Goebbels alla conquista di Berlino).
Sala difende il welfare europeo e fa benissimo e lo eleva a fattore distintivo di due mondi, quello europeo, civile e coeso, e quello americano, feroce e competitivo.
Sala è per il Jobs Act di Renzi, non perché sia perfetto (anzi, dico io), ma perché la battaglia contro il Jobs Act è una battaglia ideologica della CGIL, non una battaglia politica. La battaglia politica vera andrebbe fatta ascoltando gli avvocati giuslavoristi e correggendo le falle della legge, troppo aperta ai capricci di imprenditori feroci, non certo abolendola per legare le mani agli imprenditori onesti.
Insomma, si potrebbe continuare, ma credo di aver reso l’idea.
Dov’è il limite del ragionamento di Sala? Il limite sta nella solita idea di costruire una forza moderata del 10% indispensabile per vincere le elezioni.
Tutto questo casino per il 10%?
Pensare al 10% vuol dire pensare al partito di Sala, e qui cadrebbe l’asino.
I vari Sala, Renzi, Calenda, che stanno dicendo tutti la stessa cosa, dovrebbero cortesemente finirla di gareggiare tra loro a determinare chi di loro è il più bravo; dovrebbero costruire invece un’area seria, distinta dall’abbraccio mortale con i Cinquestelle e disponibile anche ad alleanze con parti del centrodestra (in fin dei conti, la Forza Italia di Marina Berlusconi o della Francesca Pascale – donna interessante per acume e coraggio – è molto prossima a questi ragionamenti rispetto alla Forza Italia camomillata di Tajani e Gasparri). Non esiste in Italia la possibilità della nascita di un partito laico, liberal-socialista, riformista, federalista, pragmatico, senza ammettere la necessità di collocarlo esplicitamente tra i due poli. Poi si può ragionare sullo schieramento alle elezioni, e bisogna avere il coraggio anche di ammettere, come faceva Craxi, che finché l’alleanza migliore non si può praticare, si possa praticare la meno peggio, tenendo gli auspicati alleati a consumarsi nell’estremismo della cultura woke o del neo-filocinesismo o dell’ambientalismo della Natura elevata a divinità, dimenticando i tanti che hanno scritto autorevolmente che alla Natura poco importa di noi. Noi rispettiamo la Natura se abbiamo coscienza di noi stessi, ma la Natura, bisogna dirlo con esattezza, di noi se ne fotte allegramente e, anzi, se potesse, ci sterminerebbe.
Egregio, si può essere d’accordo oppure no con le esternazioni di Sala sull’universo mondo verso il quale si è deciso ad aprirsi dopo due legislature trascorse nella sua ben protetta comfort zone della ZTL meneghina.
Il problema è che il personaggio non ha un briciolo di credibilità. Chi frequenta Milano ed ha occasione di parlare con la gente comune ben conosce il clima di avversione verso il sindaco il quale, ormai prossimo al fine mandato, è in cerca di nuove opportunità e poltrone. Lei giustamente preferisce discutere dei contenuti più che delle persone ma quanto le idee camminano sulle gambe di personaggi così discutibili e discussi … beh difficile resistere alla tentazione. Saluti.
Ci mancava pure il terzo alla ricerca di posto di potere .Non bastano i danni fatti a Milano ,ora vuole cimentarsi alla testa di un’altro cespuglio da fare concorrenza agli altri due furbacchioni , già in campo con performances , non proprio degasperiane . Stando alla finestra , lo spettacolo a cui assistiamo è particolarmente istruttivo per tutti .
Sala, Renzi, Calenda..
Ma pure Meloni, Schlein, Tajani, Salvini. E ancora Bonelli, Fratoianni. E tutti gli altri.
Il mio unico filtro è: chi non ha mai colpito alle spalle la Sardegna?
Cadono tutti, nessuno è vergine.
Pertanto, continuerò a non votare nessuno. In sempre più numerosa compagnia.
(all’elenco di cui sopra, possono essere aggiunti tutti, ripeto TUTTI, i politici regionali che si sono esibiti negli ultimi settant’anni. Esattamente, da che è nata l’Autonomia Regionale. E se qualcuno vuole esempi a sostegno della tesi, basta chiedere).
Sala è un furbacchione è un marpione della politica, il PD è meglio che stia all’opposizione perchè si accorge dei problemi che non vede quando Governa
Che il procuratore Vacca non sia un fighetto salottiero si vede dalla pettinatura 😱😂😂😂
Non sarà certo Sala, che a Milano è amato quanto Truzzu a Cagliari, a fare qualcosa di buono per l’Italia.
Il quadro politico è fortemente polarizzato; Qui, in Sardegna come altrove.
Il punto è che il suo superamento non può passare attraverso la individuazione di “nomi” ma solo da un vera, concreta consapevolezza collettiva. I nomi che sono stati citati nell’articolo non sono dei validi esempi perché le singolarità e la loro capacità di interpretare il cambiamento devono essere espressione di quella consapevolezza;
Che ,e non lo do per scontato, non è una parola posta in senso “formale” o peggio ancora “formalistica”.
O corre che vi sia una Comunità autentica, PRIMA che sappia essere attenta, DESIDERANTE vera e non soggetta a quell’incanto aberrante quanto volgare che è il cu CULTO della personalità.
Una Comunità fatta da uomini liberi.
Senza uomini , veramente liberi , le formule della storia rimangono tali e quali le conosciamo ora , che si nominino “campo largo” o “centro destra” o, “terzo polo”.
P.S. : non basta fare un discorso contro il P.D. per liberarsi da esso, perché la Cultura PD è facilmente reversibile e assumere forme diverse ma nella sostanza provocare i medesimi e nefasti EFFETTI.
Interessante!
Ma fintzas a candho unu muntone de Sardos cherent istare in su caentedhu de sas busacas (pro no nàrrere in tretu peus) de s’Itàlia e de sos partidos italianos (mancari fintzas a “chimbe busacas”), TOTU sos Sardos semus solu i-spim-pi-ral-la-os, fatos a firchinidas, a biculedhos, a grùstios, a fiotedhos, a grefas, a gherrìgius e chirchendhe e collindhe votos “per fatto personale”, irbentiados fusi confusi delusi e trasfusi (ispetendhe “trasfusioni”, su “aiuto” con l’annesso guinzaglio de cudhos de bonugoro…).
Il problema è che continuano a proliferare in quell’area partiti personalistici contenitori vuoti con il solito leader che rivuole la poltrona.
Faranno il solito cartello elettorale per sistemare se stessi e il cerchietto magico di amici. Punto
…quindi è ammissibile e praticabile in Sardegna un raggruppamento di Persone che si smarca dal CDX ItaGliano e che si organizza con un altro gia esistente movimento di Persone che si è già saggiamente liberato dalle manette del CSX ItaGliano and PentaStriscianti ? Una NUOVA AREA che si fonda su pilastri dell’ Autodeterminazione, della Nazione Sarda e della Repubblica Sarda su una piattaforma di federalismo sia interno che europeo in un perimetro di liberaldemocrazia ….con tutti gli altri estremi HSNu ? …compresi i sedicenti Indipendentisti maoisti cubanisti ? … A GE FU ORA …
Ottima analisi, ma il problema vero è che personaggi come Sala, Renzi, Calenda, ….. molto spesso si raggruppano solo ed esclusivamente per cercare di avere una parte di quell’elettorato stanco dei giochi politici. Lo hanno dimostrato alle elezioni, si critica il centrosinistra e il centrodestra per far nascere il terzo polo, ma nel momento che si perdono le elezioni ci si accolla diciamo dalle mie parti a “su connottu” per non rischiare di essere messi al palo, quindi tutti i valori, idee, programmi vengono messi da una parte e dimenticati cercando sempre una colpa nelle altre persone. A volte si deve avere anche le palle di certe scelte politiche, e a maggior ragione se non si hanno risultati elettorali, perchè vuol dire che non son stati capiti e si dimostra anche la volontà di non essere attaccati ad una poltrona. Abbiamo personaggi che passano da destra a sinistra in base alle candidature, senza ideali ferrei e chiari, che cambiano idea come le mutande e hanno la brutta faccia di criticare gli altri. Tutto bello per questi politici far le analisi con il culo degli altri…