Coraggio sardiste e sardisti!
So a chi mi rivolgo. Agli amici e alle amiche con e senza tessera, a quelli incazzati o meno con il Psd’Az, ai sardisti di granitica sicurezza ed agli scoraggiati… Soprattutto a questi ultimi.
Coraggio, Sardisti.
Le cose non vanno male: anzi, vanno malissimo. Però viviamo una contingenza che farà emergere il vero Partito Sardo.
Che infatti riemergerà.
C’è molta confusione sotto il cielo della Sardegna (il più bello del mondo), ma anche nel resto del pianeta; quindi non ci scoraggiamo perché noi nella confusione abbiamo le certezze che ci fanno grandi e che rendono grande ognuno di noi: l’amore per la nostra terra e per la nazione sarda, l’amore per l’idea della sua libertà, la dolorosa coscienza di quanto sia difficile fare passi avanti, l’orgoglio e la passione di chi sa di essere nel giusto.
Quello che gli altri non capiscono è che noi siamo abituati a vivere in un Partito Sardo sempre nelle difficoltà, anche quando queste derivano dalle colpe dei suoi dirigenti, o dalla pochezza dei singoli, dagli attacchi esterni o dalla colpevole inerzia dei suoi militanti; gli altri non comprendono nemmeno che comunque tutto deve essere risolto fra noi, che alla fine solo fra noi troveremo la soluzione (o la pezza) per difendere il nucleo essenziale e non comprimibile che ci lega.
Siamo anche realisti: abbiamo purtroppo visto il nostro glorioso partito essere utilizzato come un autobus per salire e scendere, abbiamo incrociato persone eccellenti ed approfittatori, dirigenti popolari ed amati e perfetti inconcludenti; ma abbiamo visto anche grandi uomini che combattevano entusiasmanti battaglie, eredi dei giovanissimi giganti che fondarono
l’autonomismo politico sardo e che lo difesero per oltre cento anni.
Ecco perché siamo sempre qui, ecco perché la fiducia e le speranze dei sardi ci danno forza. Ho ammirazione, rispetto e affetto per i nazionalisti sardi, singoli o schierati di qualunque altro movimento; e mi dispiace anche per loro che in Sardegna non ci sia, per adesso, un PSd’Az forte e credibile, poiché dalla crescita degli uni deriva il rafforzamento di tutti, e perché così il pensiero nazionale sardo, l’idea della nostra libertà, avrebbe migliori occasioni di raffinarsi, modernizzarsi, e creare entusiasmo.
E siccome c’è bisogno di un Psd’Az forte e credibile ridico ad amiche e amici, compagne e compagni: Coraggio, abbiamo molto da fare ancora, e possiamo farlo.
Aiutatemi a trovare, nella nostra storia, il simbolo della nostra ripartenza in questa primavera 2024: sono molto indeciso fra i grandi sardisti e le magnifiche sardiste da richiamare qui per ispirarsi: ma oggi a me viene in mente il Titino Melis di subito dopo la guerra, quello che girava i paesi (e le campagne) per spiegare che il Psdaz c’era ancora, dopo la guerra ed il fascismo, che l’idea era viva, che bisognava dare un aiuto economico a su Partidu, perché a noi non arrivavano i dollari ed i rubli dei partiti italiani, perché il nostro patriottismo era la Sardegna, perché nessuno avrebbe pensato ai nostri interessi se non lo facevamo noi.
Raccolse tanto dai poveri, poco dai ricchi: difese fino alla fine il PSd’Az, nel corso di una vita di grande valore, onorata e modesta.
Ripercorriamo la stessa strada: vigilerò che sia fatto con le regole, nel rispetto dei militanti e del territorio.
Darò la massima attenzione a che non si commettano scorrettezze.
Abbiamo bisogno di una leadership capace, intelligente ed umile. Coraggio sardist*, il Partito Sardo la troverà!
Nuoro, 11 marzo 2024
Il Partito d’azione sardo ha avuto l’onore di nascere e crescere con protagonisti eccellenti, menti eccelse, appassionate e con granitica etica politica… Negli ultimi decenni abbiamo assistito inermi ad un vertiginoso declino verso l’oblio di ogni più elementare principio ispiratore…
Ben venga chi, con reale onestà intellettuale e senza eludere la costrruttiva severa autocritica, riesca a far rivivere temi, istanze e passione di chi ha realmente dato ruolo e valore politico-istituzionale alla nostra regione.
Forse non tutto è perduto. Palermo spalanca un mondo di possibilità, entusiasmo e credibilità che i nani e saltimbanchi dell’ultima generazione sardista hanno disperso. Ma di Sardista niente c’è stato negli ultimi 5 anni. E a chi chiede: voi dove eravate? Rispondo: a soffrire
L’appello lanciato è gradevole anche se ricco di retorica e di genericità. Richiama tante cose ,ma non entra nel merito delle cose. Glissa sui nodi politici e trascura un fatto fondamentale; quello che è accaduto a partire dalla nomina di Solinas. Dalla alleanza ideologica e culturale – dichiarazione pubblica di Solinas alle adunate salviniane – alla soppressione di ogni dibattito all’interno del partito. Per non parlare delle strumentali espulsioni , dell’isolamento politico dei dissenzienti, della negazione della tessera agli oppositori, dei commissariamenti delle Sezioni e dei Distretti, dei mancati Congressi Distrettuali e Nazionale, dei documenti farlocchi sulle scelte politiche. Come se in questi anni non fosse accaduto nulla e la regressione ideale rientrasse nella norma. Ed oggi chi non ha mai alzato un dito o espresso un minimo di dissenso sulla dittatura di Solinas, spara le sue bordate chiamando alla ripresa , senza dire come , dove e quando. .Non una parola sui disastri operati dalla Giunta guidata da Solinas e &, non un minimo cenno all’abbandono e alla negazione dei migliori temi Sardisti. Più che un invito alla discussione , mi sembra un maldestro tentativo di negare precise responsabilità , per proporre un colpo di spugna purificatore che assolve tutti e lascia aperta la possibilità di una prosecuzione ancora peggiore della esperienza politica della dirigenza Solinas. .
L’appello al dibattito di Lorenzo Palermo, essida a campu meritoria anche per la lunga militanza e l’autorevolezza del personaggio, sollecita alcune considerazioni. La prima è data dal fatto che il Psd’az rappresenta ormai una parte minoritaria dell’area sardista, termine quest’ultimo che non può essere appannaggio del Psd’az. L’alleanza con la Lega di Salvini e la sua migrazione a destra ne hanno gravemente compromesso l’immagine. Ci sarebbe molto altro da dire sugli ultimi cinquant’anni di storia del vecchio Partito sardo: dall’originale pensiero di Antoni Simon Mossa ad oggi. Bene quindi il dibattito che sollecita Lorenzo Palermo soprattutto se questo sarà utile a superare le divisioni per confrontarsi con le nuove forze sardiste comparse nelle ultime elezioni (tra cui la Coalizione Sarda che a Milis lo scorso 10 marzo ha dato un importante e partecipato segnale di unità e presenza e voglia di radicamento nella realtà isolana) con la prospettiva di una nuova e grande forza politica sarda.
Salude, Larentu!
It’orobbona?!
«Partito Sardo d’Azione»!…
Unu partidu seculare, su solu partidu giustificadu pro nàschere in Sardigna, cun nùmene «Partidu Sardu» in laras de sa zente comente mai est istadu «ufficialmente» ne in laras ne in iscritu de sos chi l’ant ghiadu. Un’àteru solu chi ndhe fit naschindhe sos Picistas (alias “comunistas” de «la rivoluzione viene dall’Italia») l’ant aggangadu naschindhe chentza mancu ndh’essire totu de sas intragnas ue fit.
E gai est abbarradu solu su «Partito Sardo d’Azione», seculare e de nàschida giustificada.
Ma tio nàrrere béciu perdali e no de oe, una pedhe imboligada a s’ossu; peus: unu zombi, fóssile che un’isterzu repertu archeológicu bogadu dae suta de terra, che “urna” pro collire votos, suta de s’allagamentu seculare de sos partidos italianos chi che ant trazadu votos e zente cun totu sa fortza de sa dipendhéntzia de un’istadu colonialista chi nos at allenadu a nos ruspire a subra nois etotu, e bi sunt pro fàghere sos fatos issoro e suos, a gherra sighida de isperdimentu nostru.
E siat nadu cun totu su rispetu no solu pro sos Sardos Sardistas, ma fintzas pro sos Italianos de totu sos… “-istas”: in logu issoro andhent in bonora in séculos cantos ndhe at a bènnere.
Ma proite sos Sardos e sa Sardigna depimus andhare innoromala ifatu issoro e los depimus tènnere che iscomìniga e segamentu de conca e de ancas?
Su PSd’Az. no est una pessone: “isterzu” o “màchina” o “forramenta” serbit, si serbit e comente, pro un’iscopu. Ma cale iscopu? E si no serbit si càmbiat.
Ca sas “ancas” e sa “conca” sunt sas pessones, chi no sunt ne unu fóssile, si no si cherent fossilizare, e ne unu zombi, ma pessones gàrrigas de sa libbertade e responsabbilidade de èssere zente, cumprèndhere e cambiare.
E tandho candho est chi sos Sardistas si ant a nàrrere Sardos e ant currispòndhere a su “motivu”, bisonzu mannu, diritu e dovere de sa natzione sarda de èssere e dèpere èssere zente lìbbera e responsàbbile in terra nostra e pro nos guvernare cun su matessi tìtulu de àteros pópulos?
Sardos e Sardigna semus «nazione fallita» comente naraiant Lussu e Bellieni, o invetzes ant fadhidu e fallidos e sighindhe a fadhire e fallire semus nois?
Ca sa chistione de sos Sardos e de sa Sardigna (cun cantos che istant chi no sunt ne Pudhu, ne Porcu, ne Cani e ne Boi, ne Casu e ne Soru, ca est sa Sardigna chi nos faghet a Sardos) est chi si semus zente no est pro nos ispèrdere e ne pro l’ispèrdere, ma própriu pro èssere zente, menzus umanidade, no paradisu terrestre ma nessi logu de vida umana dignitosa pro totus.
Leggo: “abbiamo incrociato persone eccellenti ed approfittatori, dirigenti popolari ed amati e perfetti inconcludenti”. Apprezzo l’appello anche se io stesso avverto la questione tempo come rilevante e non mi spiego alcune cose (scrivo così perché sono solo osservatore dall’esterno) . Fossi stato al posto del dott. Palermo, però, ci sarei andato giù molto più duro, Penso infatti che in questi ultimi 10 anni “approfittatori” e “perfetti inconcludenti” siano solo due delle varcategorie di personaggi pessimi che a me è parso di vedere ronzare all’ombra della bandiera dei 4 Mori o persino, veder seduti sugli scranni di rappresentanza del partito. Si va dai semplici negletti ai veri spudorati parassiti, ovviamente non solo politici. Ad un certo punto mi sono convinto che i simboli del partito e il partito stesso sono stati scippati da individui che con la storia, la cultura, l’antropologia e le condizioni al contorno del sardismo non avevano e non hanno nulla a che vedere. E oggi tocca davvero disfarsi di tutta sa chisina.
Aggiungo che per quanto mi riguarda sono fermo, e da lì per ora non mi muovo, a quanto scrisse, credo a fine 2018, Laura Melis (credo ad Antonio Moro) tanto per sgombrare il campo dalla montante strumentalizzazione dell’opaco liquame leghista.
Come sempre Paolo ha una marcia in più e ci riporta a guardare alla destinazione del percorso.
Partito reazionario e conservatore. Non ha più niente da dire da quasi trent’anni ormai, non era facile dissipare un così meraviglioso patrimonio ideologico e una storia così nobile.
Bruno, e quando uno combatte, non va bene perché non combatte con la forza dovuta; e quando uno si mette da parte e non partecipa, non va bene perché pur non avendo alcun strumento per partecipare, non partecipa per non mischiarsi; e quando dice due parole per aprire un dibattito che ancora non c’è e dovrebbe esserci, non va bene. Avete un problema con tutti i tipi umani, non ne reggete manco uno.
Sarà la primavera che risveglia i (falsi) dormienti? Risvegliarsi prima no? Ora c’è da divertirsi a contare quanti sono gli anti Solinas. La partita più faticosa da fare per i “veri” sardisti ,,, sarà disfarsi dai “falsi” sardisti dal risveglio tardivo.
Il partito è ormai ridotto a braccio politico della massoneria, di sardo non ha più nulla. In 5 anni di governo non ha prodotto uno straccio di intervento per realizzare gli scopi statutari. Palermo e gli altri scontenti dov’erano nel frattempo?