Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, condannato in primo grado a 13 anni e due mesi, è stato assolto in appello dalle accuse di associazione a delinquere, peculato e abuso di ufficio, e condannato quindi (perché non poteva andare tutto liscio) a 1 anno e sei mesi di reclusione con pena sospesa per il reato di falso, relativo a una delibera del 2017 (cosa dovrebbe fare, allora, la Procura di Cagliari per i cosiddetti errori materiali, che errori materiali non sono, del famoso Collegato dell’Amministrazione Solinas? È una legislatura che il Consiglio regionale approva leggi fatte con i piedi che i dirigenti cercano di correggere in sede id pubblicazione senza riportarle in Aula. In teoria, le leggi emendate sono un “falso”, nel senso che non rappresentano i testi realmente approvati).
Ormai chi si occupa di giustizia lo sa: in primo grado vince l’accusa, qualunque accusa.
Non riesco a rassegnarmi a questa barbarie.
In primo grado si può procedere con la precisione della tonnellata e non del grammo, si possono sbagliare le date, non sapere neanche quando si sono svolti gli eventi di contesto, vedere testimoni di accusa ritrattare senza che siano trasmessi gli atti alla Procura per indagare per falsa testimonianza, scoprire manipolazioni evidenti della Polizia giudiziaria e proseguire come se niente fosse.
Un noto avvocato è arrivato anche a conclusioni radicali: in primo grado il sudore è sprecato, bisogna subire.
Il peggio è il primo grado differenziato, che si appoggia sull’assenza di edizioni sinottiche delle sentenze. È capitato che reati uguali, perseguiti in processi distinti, con stesso procuratore a sostenere l’accusa, abbiano visto la stessa prova non essere ammessa in un caso ed essere decisiva in un altro. La fortuna di alcuni procuratori e di alcuni giudici è la mancanza di studi accurati, di vere e proprie edizioni degli atti processuali. Se li si facesse, ci si stupirebbe delle semplificazioni, delle assenze di giustificazioni, delle scorciatoie logiche, delle omissioni. Ci si stupirebbe del fatto che anche i giudici giudicano di una persona dai primi 7 secondi del loro primo incontro: il pregiudizio etico e estetico è il più grande avversario degli imputati. Ogni volta che mi chiedono di leggere atti, mi dispero per l’evidente ingiustizia, per l’ostentato pressapochismo, per l’imprecisione di sistema, per la sufficienza e il pregiudizio con cui più di un processo viene condotto. Pochissimi sono i processi nei quali si vede una conduzione prudente, accertativa, minuziosa, priva di pregiudizi, preoccupata della ricostruzione in fatto e in diritto degli eventi. Quando li si trova, si respira.
Mimmo Lucano è stato fatto a spezzatino da chi ha condotto le indagini, da chi ha divulgato le notizie, da chi lo ha giudicato nel 2021. Ovviamente la sua storia di amministratore è stata infangata con illazioni sessuali, le quali, insieme alle parolacce nelle intercettazioni (che rimangono sempre nelle trascrizioni anche quando non hanno alcun rilievo, perché servono a connotare negativamente l’imputato), sono sempre utili a fiaccare l’imputato, a metterlo a nudo e sbugiardarlo, a sottrargli il sostegno della famiglia. Come non ricordare il povero sacerdote accusato di sfruttamento della prostituzione e di violenza sessuale, con una perizia affidata a un signore che non era neanche medico e che dopo il giudizio se l’è data a gambe?
Quando la magistratura farà pulizia dell’arroganza e dell’ignoranza? Quando comincerà a chiedere conto alla Polizia Giudiziaria che sbaglia, a quella Polizia Giudiziaria che magari si è impegnata per anni a cercare fagiolini e, non avendoli trovati ma essendosi imbattuta in un asparago, riprende tutti gli atti per valorizzare l’asparago baghiano? Quando i custodi sapranno vigilare su se stessi?
Se anche in appello il procuratore generale ha chiesto, sostanzialmente, la conferma e la sentenza non lo ha soddisfatto ci sarà il terzo grado, la Cassazione; aspettiamo e , solo dopo, i commenti avranno senso. Certo che la stessa condotta, visto da magistrati diversi, poco importa se pubblici ministeri o giudici, produca risultati quasi antitetici, certifica la non buona salute del servizio giustizia. Che dire? Ognuno di noi quando ha due referti medici che attestino una causa cancerogena della insistente dissenteria o la prescrizione di abbondanti spremute di limone, in persona, se sopravvive, o gli eredi se crepa, chiederanno risarcimento del danno.
Drammatico e lacerante.
Nessun rimedio possibile.
Mimmo Lucano fa un paio con Bibbiano….la meloni ha costruito il consenso su alcuni di questi polveroni mediatici…..e meno male che la magistratura è di sinistra!
Chentza ofèndhere si podet nàrrere a boghe arta: Che casino!
Ma custas cosas las faghent sos casinistas, sos pressapochistas, o est totu “produttività, efficienza”?
O deficienza?