Non è un segreto che considero il Tg3 Sardegna un prodotto inadeguato al monte di risorse che i Sardi pagano col canone. Però, con la direzione di Ignazio Artizzu, le cose stanno peggiorando e, giacché lo conosco bene, posso permettermi di essere severo.
In condizioni un po’ precarie ho potuto guardare il tg del 28 scorso, il quale ha dato conto della manifestazione di Soru alla Diga di Santa Chiara, l’unico che ha cercato luoghi aperti e simbolici. Tutti gli altri in luoghi chiusi con gente ammassata.
Forse Ignazio pensa che siamo diventati stupidi e che non riconosciamo le sue impronte non dai secondi che dedica ai candidati (quelli sono stabiliti e monitorati per legge), ma da come li presenta. Io insegno gli stili retorici e Ignazio il 28 ha fatto una cialtronata stilistica.
Le immagini riprese dalla Rai dell’evento di Soru sono sempre di scorcio e sempre a dare la sensazione di una folla limitata.
Si guardi questa foto di lato e la si confronti con i tagli della Rai.
Ma la cosa più perfida è che, subito dopo, per parlare della Todde, la Rai ha mandato in onda, con visione panoramica, l’evento Cinquestelle della Fiera. Qui la telecamera ha dato uno sguardo d’insieme, da Soru no. Questo non è giornalismo, è furbizia d’accatto.
Il problema è che Ignazio ha paura.
Il problema, per lui, non è la Todde, che è pur sempre annoverata nel ‘sistema’:
Il problema è che cosa succederebbe se la Sardegna vedesse vincere l’outsider Soru, cioè una proposta divergente rispetto agli equilibri della Repubblica italiana. Per capire questo timore possiamo assumere la dichiarazione con cui Truzzu si è presentato ai suoi elettori (Milia, a sentirla, ha sùbito ritirato, in cuor suo, l’abbraccio istituzionale di Quartu): “Il dialogo con il Governo è la chiave dello sviluppo”.
Non è la riedizione della teoria del governo amico, è l’editio maior di una mentalità subordinata che chiede permesso anche per la libertà che già possiede e può esercitare. E dunque, secondo Truzzu, la Regione, che ha competenza esclusiva in materia urbanistica, dovrebbe dialogare col governo italiano per fare una buona legge urbanistica? E perché? Oppure la Regione dovrebbe dialogare col Governo italiano per accompagnare l’agricoltura sarda nella rivoluzione che la attende? L’agricoltura è competenza esclusiva, ma Truzzu non lo sa. Non sa, Truzzu, che il Trasporto Pubblico Locale è una competenza esclusiva della Regione ed è uno dei fallimenti storici dell’Autonomia, perché l’interno della Sardegna è ancora isolato rispetto alle città della costa. Lui dialogherebbe con il Governo anche per decidere le linee dei bus.
Ma se anche volessimo discutere, invece, di competenze non esclusive, non sa Truzzu che per avere le entrate fiscali che ci spettano per legge, abbiamo dovuto far ricorso alla Corte Costituzionale, contro il Govern0 italiano? Altro che dialogo! Un presidente della Sardegna che non ha coscienza di alcuni interessi divergenti fra i Sardi e la Repubblica italiana (si pensi al terrore che l’Italia ha di un regime fiscale sardo più vantaggioso del suo) non saprà mai difendere i diritti e gli interessi dei Sardi.
Allo stesso modo Ignazio Artizzu, che potrebbe e saprebbe fare una bella informazione, seria, aperta, trasparente, chiede il permesso anche per le funzioni più semplici e sta attento a non scontentare né la maggioranza di governo né l’opposizione Pd-Cinquestelle. Perché? Perché è lì per garantire che tutto resti com’è, per impedire che si affermi una novità che i Sardi tentano di costruire da secoli. Perché pensa che la sua libertà sia sempre non un diritto garantito dalla legge, non un’espressione della propria nobiltà d’animo, ma un favore concesso da un’autorità più forte.
Abbiamo un telegiornale sciatto che ogni tanto si concede qualche cialtroneria, questo è il risultato del pensare l’esistenza in termini feudali, sempre bisognosa di una grazia.
Che pena.
Ci vorrebbe un nuovo Mario Melis per pretendere anche con la forza quei diritti che la Sardegna ha conquistato e che sono sancitio nella Costituzione. Io direi: fuori s lo Stato (Governo) da alcuni nostri interessi specifici e autonomie riconosciuti da tempo. Iniziamo dall’energia: Enel tratti con noi se vorrà proseguire a fare soldi con l’elettricità, le dighe non appartengono a loro, l’acqua pure, le reti elettriche sono state costruite anche con imponenti sovvenzioni della Sardegna oltreché con i contributi degli utenti, e sono state abbondantemente ammortizzate con guadagni immensi conseguiti. Eppure lo Stato prosegue a fare soldi a nostre spese. E le servitù militari quanto territorio di altre Regioni libera per esercitarvi attività produttive ? E i costi che paghiamo anche noi Sardi per sostenere ferrovie (continentali) e qui nulla fanno. Salvini poi arriva qui e fa promesse di miliardi falsi da erogare (elenca opere già in corso d’opera) ci tratta come sudditi stupidi e incapaci di sputtanarli. Ma potrei continuare nella lista di stupidità commesse dall’ultimo quinquennio, un Sardista che si allea con la lega fa solo ridere ovvero piangere, e i risultati si toccano. Tre miliardi non spesi ! Tenuti in cassa ad ingrassare banchieri e a fare piangere disoccupati. Quante case avrebbero avuto il fotovoltaico con quei soldi ? Quanti operai avrebbero avuto lavoro ? La Regione Basilicata ha seguito quella strada.
Se a noi Sardi hanno tolto i principi stabiliti dall’autonomia ,ora pensano di poterci togliere anche l’autonomia di pensiero!
Fate memoria,Sardi; pensate alle Grandi Menti che la Sardegna ha dato all’Italia. Facciamo capire che non siamo stati e che non siamo un popolo di banditi e pastori..Fermiamoli, prima che sia l’inizio della fine..
A livello nazionale qualche testata da diversi giorni scrive sugli attriti crescenti tra PD e 5stelle. Sul Corriere on line ho letto questo questo articolo: https://www.corriere.it/politica/24_gennaio_30/regionali-schlein-spinge-sull-intesa-ma-conte-freddo-serve-progetto.
Si parla della freddezza tra i due partiti alimentata dalla proposta di candidatura unitaria di Speranza per la Basilicata.
Credo che coloro che a sinistra puntano il dito contro Soru dovrebbero leggerlo con attenzione. Capirebbero quanto quel campo largo di cui si parla è diventata una stradina di campagna strettissima e quasi impercorribile. Capirebbero perché da tempo qualcuno in Sardegna gli stia dicendo di aprire gli occhi.
C’è solo un modo da qua al 25 febbraio per arrivare alla vittoria di questo bel progetto per la Sardegna, l’arma in più è nelle mani dei cittadini che già credono in questo progetto, infatti se da oggi in poi ognuno dei convinti riuscisse a convincerne solo uno e a sua volta da convinto provvederà nel convincerne almeno un altro ( l’efficacia del risultato è supportato dalla matematica) ….renderemo sicuramente vana la loro volgare strumentalizzazione mediatica, ma soprattutto vedremo quanto può essere utile, bella, doverosa e responsabile una partecipazione attiva alla vita politica da parte del cittadino ( sempre più abituato ad avere invece un approccio da tifoso, e soprattutto delegante a chi appare più vincente elettoralmente e non politicamente).
Per cui che ognuno di noi si impegni al massimo perché Soru da solo non può avere la responsabilità di dover salvare la Sardegna, è compito di tutti i Sardi (di quelli non in vendita) assumersi questa responsabilità.
Giosuè Serreli
Ovviamente, il dato da me riportato si riferisce alle edizioni dei TGR delle 14 di domenica 28 gennaio 2024 (non come erroneamente riferito a “ieri”). Chiedo venia.
Professore, che si abbia un TGRegionale (in senso peggiorativo) che faccia pena è vero; che sia importante valutare le (possibili) ripercussioni della rappresentazione/propaganda mediatica italiana, pure. Peró, ieri i TGR delle 14 – tutte le edizioni andate in onda in contemporanea nello Stato italiano – han fatto registrare 2.314.000 spettatori con uno share del 14.87%. Sarebbe dunque interessante/doveroso conoscere il dato nazionale sardo (molto più basso), come per tutti gli aspetti della vita, della società e dell’economia sarde – esattamente come fa il governo indipendentista catalano. Tenderei dunque a non sopravvalutare il peso di certe emissioni, oggigiorno asfaltate da mezzi ben più virali. Fonte: Auditel via sito di DavideMaggio, punto di riferimento per gli ascolti TV.
Credo che Soru, sia l unico Presidente della Regione Sardegna che tutti conoscevano, dentro e fuori dall Isola. Partecipava ad eventi su TV nazionali ed era un cavallo di razza. Dopo di lui il buio totale. Non dare voce e riconoscenza a questa persona è un clamoroso autogol… Uno dei tanti che ci siamo fatti nella nostra pur lunga storia.. L informazione è tutta assoggettata al potere in quel momento vigente, e non solo l informazione… Diamo un occhio alla Sanità… Speriamo..
Truzzu «dialogo con il Governo»?
Lampu, custu eja ca est un’ispediente nou e rivolutzionàriu!!!
Ma una dimandhedha:
Truzzu (si mai at lézidu carchi cosa de custos “dialoghi” de tempos e tempórios) fit a origras tupadas, o fit su “Governo” a palas furriadas o a origras tupadas e fintzas surdas ca ocupadas iscurtendhe àtere?
Ca s’istória de sa Sardigna est prena gàrriga gàrriga de ‘dialoghi’ tra surdos, orecchie da mercante e tzegos fintzas cun ogros bonos e tostorrudos sardos malos e currèzere!
O su pessamentu sou cun sos “sorellos d’I.” at a èssere a VINCERE e VINCEREMO comente sa bonànima aiat fatu iscrìere a mannu a mannu in totu sos muros ca li bastaiant solu milli mortos pro «sederci al tavolo» cun su CRUCCO binchidore mannu de sa segundha gherra mundiale?
E Artizzu est ifatu a megàfono o a TV a li dare “man forte” cun sa “furbizia”? Fossis no at mai atuadu chi sa furbidade (alias trassas, malìssia) est “fratella” cróbina de sas fàulas.
O est chirchendhe de “interpretare” bene su sambenadu sou (M. Pittau, I cognomi della Sardegna, ed. 1990, p. 13, «Artizzu, artitzu, ortitzu, detto di bambino “nato a stento e cresciuto male”, che deriva dal campid. ortiri»?
O at a èssere Truzzu puru faghindhe irfortzu pro interpretare su sou, idem. pag. 236 «centr. Trutzu, Truzzu “torsolo, fusto della ferula, che probabilm. – custa est fortuna… – è un relitto paleosardo e nuragico”»?
Nois a pisedhos minores cun sa férula faghiaimus su carritu ma isperamus ancora chi custos “mannos” finant de zogare.