Il 14° Rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente sulla qualità dell’edilizia e dei servizi scolastici conferma il divario netto tra il Centro-Nord d’Italia con il Mezzogiorno. E la Sardegna che appare dai dati pubblicati resta in fortissimo ritardo, soprattutto in tema di manutenzione e certificazioni varie.
La graduatoria dei capoluoghi di provincia mette quelli isolani (solo cinque hanno inviato dati) in posizioni poco esaltanti:
Oristano non viene neanche classificato per l’incompletezza della documentazione resa disponibile; Sassari è 84°; Nuoro è 81°; Cagliari è 68°; Olbia è 40°.
Ecco la sintesi regionale:
SARDEGNA
Gli edifici scolastici, per lo più successivi al 1974 (69,1%), nascono prevalentemente come scuole (94%), nessuno è stato costruito secondo criteri antisismici o della bioedilizia. Solo l’1,1% è posto in strutture in affitto.
Edifici di recente costruzione rispetto alla media nazionale, con una minore esigenza di manutenzione, 28,7% contro il 37,6% della media nazionale, che hanno goduto di una maggiore manutenzione negli ultimi 5 anni, 77,2% contro il 56,2%, con tuttavia una media di investimento in manutenzione straordinaria e ordinaria ad edificio, nell’ultimo anno, sotto la media nazionale.
I dati sulle certificazioni sono mediamente positivi: sopra la media gli edifici con certificato di agibilità, 78,2% contro il 61,2%, con certificazione igienico-sanitaria, 78,2% contro il 73,8%, con impianti elettrici a norma (100%), sotto la media quelli con certificato di collaudo statico, 50,5% contro il 52,4%, certificato di prevenzione incendi, 28,7% contro il 35,9%, con i requisiti di accessibilità, 78,2% contro l’82,3%.
I servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e le pratiche ecocompatibili ci restituiscono un quadro in chiaroscuro.
Buono il dato sul servizio di scuolabus garantito al 49,7% degli edifici, assolutamente scarso quello sul pedibus fermo al 2,7%, contro una media nazionale del 6,9%.
Se tutti gli edifici dispongono di attraversamenti pedonali e aree di sosta per le auto, non risultano semafori pedonali, transenne parapedonali e piste ciclabili; queste ultime, invece, sono presenti nelle aree antistanti il 12,6% degli edifici italiani.
Se vengono serviti pasti bio in tutte le mense scolastiche, la media dei prodotti biologici nei pasti è del 42,5%, 56,9% la media nazionale. Utilizzati piatti di plastica o carta nell’82,4% delle mense, in un modesto 5,2% viene servita acqua del rubinetto, sono invece ben il 37,3% le mense con cucina interna. La raccolta differenziata passa dal 100% della carta e della plastica, al 10,2% di vetro, alluminio, pile, toner e cartucce per stampanti, nel 51,3% degli edifici viene effettuata la raccolta dell’organico.
Spicca il dato riguardante la presenza di energie rinnovabili nelle scuole visto che sono il 23,8% quelle che le utilizzano, rispetto al 13,5% del dato nazionale. In tutte queste scuole sono stati installati impianti solari fotovoltaici.
Dal punto di vista del rischio ambientale su tutti gli edifici è stato realizzato il monitoraggio dell’amianto, con un significativo 37,4% di casi certificati e 5,5% di casi sospetti, purtroppo solo nel 3,3% sono stati realizzati interventi di bonifica negli ultimi 2 anni. Nessun monitoraggio del radon è stato realizzato.
Ci sono edifici in prossimità di elettrodotti (2%), di emittenti radio-tv (25,7%) e antenne cellulari (30,7%), questi ultimi due dati di molto al di sopra della media nazionale. Da rilevare come su nessuna di queste antenne siano stati effettuati monitoraggi.
Ben l’11,9% delle scuole si trova a meno di un km da strutture militari.
L’intero dossier: ecosistema_scuola_xiv_edizione_
(MM)