I quotidiani e i tg sardi non hanno ritenuto meritevole di un servizio o di un commento lo scontro durissimo svoltosi qualche giorno fa tra il partito politico Sinistra Futura e la redazione dell’Unione Sarda.
Riporto i testi: qui quello di Sinistra Futura; qui la risposta del Comitato di redazione dell’Unione Sarda, affidata all’Ansa.
Mi occupo della vicenda perché penso che sia un campanello di allarme di una grave degenerazione culturale, figlia del settarismo (nipote del bipolarismo).
La mia posizione, che esplicito solo per cimentarmi in un esercizio critico, è la seguente.
Sardegna Futura ha tutto il diritto di criticare Zuncheddu e Pili, ma sbaglia a chiedere un intervento del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, perché di fatto chiede una censura motivata solo dalla propria opinione sui fatti, promossa a verità accertata. Se Sardegna Futura avesse scritto e diffuso un comunicato ipercritico verso Zuncheddu e L’Unione non ci sarebbe stato alcun problema. Rivolgendosi al Presidente dell’Ordine, in ragione di una presunta e autocertificata violazione della deontologia professionale, dà un segno evidente di intolleranza.
Non a caso la Redazione dell’Unione Sarda ha reagito con un comunicato scritto malissimo, più allusivo che argomentativo, ma che ribadisce da un lato la libertà e la deontologia del proprio agire e, dall’altro, contesta ai partiti politici il ruolo di oracolo della deontologia della professione giornalistica.
In mezzo a questa schermaglia stanno due realtà: la rapidissima consunzione dei consensi elettorali verso la maggioranza della presidente Todde (che spaventa i partiti che la compongono, i quali si sentono messi all’angolo troppo in fretta); il sospetto che dietro la campagna dell’Unione Sarda ci sia un disegno politico.
La Todde ha consumato il vantaggio emozionale della sua elezione su tre fronti:
– il poltronificio sfacciato, praticato grazie alle leggi varate da Solinas e in precedenza fortemente criticate dai Cinquestelle;
– l’incapacità di imprimere una svolta nella Sanità e nei Trasporti, affidati entrambi alla solita routine del cambiamento delle Giunte regionali ed entrambi in un caos che ha il sapore della irrimediabilità (su alcuni bandi dei Trasporti si può ridere a crepapelle se non ci fosse da piangere; se ci si ammala, io posso certificarlo, bisogna solo avere il c… di imbattersi casualmente in un bravo medico di reparto o di Pronto Soccorso);
– il solipsismo nel quale è maturata la legge sulla cosiddetta sospensiva degli impianti di rinnovabili, che ha sottovalutato l’onda lunga di ostilità alla speculazione energetica che stava maturando già sotto la Giunta Solinas e che è esplosa sotto la Giunta Todde per l’eccessiva sproporzione tra quanto promesso in campagna elettorale e quanto poi realizzato. Sull’ultimo punto vi è poi da dire che il problema della Todde e della sua maggioranza è stata l’assenza di cultura quanto meno autonomistica. La Giunta non capisce i Comitati perché parlano due lingue completamente diverse.
La Giunta di Sinistra è centralista; i Comitati, consapevolmente o inconsapevolmente, parlano di sovranità dei Sardi. L’omicidio dell’indipendentismo democratico ha generato tanti indipendentisti inconsapevoli, più difficili da gestire rispetto a chi ha in testa il progetto di uno Stato. L’Unione Sarda sta socializzando questo insurrezionalismo etico e sovranista, privo di leader e di partiti; la gente sta apprezzando la battaglia.
L’Unione Sarda ha in testa un disegno politico diverso da quello dichiarato?
Zuncheddu vuole guidare un movimento sardo, occupare lo spazio della crisi sardista, ritentare la strada del Nuovo Movimento di Grauso?
Non lo so, non ne sono convinto e se L’Unione pensa alle dimissioni della Todde come obiettivo a medio termine (come aveva pensato un tempo a quelle di Cappellacci) non conosce l’antropologia nuorese.
Il problema è che i movimenti extraistituzionali, quale quello che sta montando in Sardegna, crescono tanto più quanto meno chi deve governare i processi dimostra di saperlo fare.
Il problema non è l’ambizione occulta di Zuncheddu, è l’incapacità della Giunta Todde, che è drammatica per chiunque abbia senso dello Stato.
La fortuna dell’attuale Governo Regionale è che se da un lato L’Unione sta intercettando il comune sentire, dall’altro sta facendo un pessimo giornale, snobba la cronaca politica e sociale (quanto potrebbe dire su sanità, trasporti, industria, ambiente, agricoltura ecc.), non contiene la grafomania di Pili, usa commentatori che parlano di cipolle quando la gente parla di pane, recluta Bruno Vespa e Cerasa per la ripetizione di cose ovvie che si potrebbero scrivere senza costi aggiuntivi. Finché il giornale sarà fatto così distrattamente, la sua efficacia di conduzione sociale sarà contenibile; se viceversa riuscirà a cambiare passo, allora il gioco diverrà durissimo. In ogni caso, la strada è la dialettica, non la censura.
O sotto sotto si apprezza il metodo De Pascale, comprare per silenziare?
Questo tentativo di censurare la verità sul disastro imminente, causato dagli speculatori che non vedono l’ora di accaparrarsi pezzi di Sardegna loro per il loro personale tornaconto, mostra solo che ci sono tanti interessi nascosti da parte di chi ora vorrebbe mettere il bavaglio al giornale. Quindi non solo non si preoccupano di essere uniti tutti contro il nemico esterno, neppure adesso che il rischio è davvero concreto, ma evidentemente avrebbero molto da perdere, se la speculazione venisse realmente bloccata, come tutti i SARDI ONESTI sperano.
E la cosa più disgustosa è leggere presunte colpe di Mauro Pili, l’unico che fin da tempi non sospetti ha sempre denunciato le schifezze che danneggiavano i sardi e la Sardegna, mettendoci la faccia e non solo. E loro signori dove stavano seduti??
Dovrebbero solo vergognarsi di aver tentato questo misero attacco alla persona di Pili, fossi in lui vi denuncerei tutti. Vergognatevi.
Grazie Professore per questa ennesima analisi politica.
Ecco cosa manca a questo mediocre ammasso di carta (L’Unione Sarda): manca proprio l’analisi politologica, mancano penne, mancano sguardi profondi che sappiano tradurre le notizie, manca una direzione che non confonda il giornalismo con il cabaret giornalistico (problemuccio che vediamo però anche nel Corriere).
Il problema è che in questo nuovo scenario (per assurdo venutosi a creare proprio dopo la vittoria della Todde, altro che luna di miele) sta emergendo un affastellamento di voci e personaggi alquanto singolari, soprattutto nel campo del nascente indipendentismo liquido (ovvero quell’indipendentismo privo di vera appartenenza), figure pseudo-politiche (soprattutto qualche avvocato in cerca di visibilità) che fino a qualche anno fa riesumavano il simbolo della falce e martello e ora, invece, vanno a braccetto con il populismo di Pili e Zuncheddu. Inspiegabile, quasi ai limiti dello schifo.
In tutto questo inoltre manca una destra capace di fare una sua sintesi credibile (e non seguire il carro editoriale del “gatto e la volpe”), una destra che sappia proporre una terza via, ricambiando la sua classe dirigente ormai strizzata fino all’ultima goccia. Eppure sarebbe tutto così semplice davanti ad un centrosinistra così debole e confuso. La sensazione è quella di una paralisi su più fronti, davanti alla quale gli unici che stanno muovendo le loro pedine di potere – ma senza mai andare in prima linea – sono i gangli del PD e le mai sopite ambizioni di alcuni pessimi sindaci come Milia, che a Quartu ha basato tutto sulla propaganda spinta e sulle false narrazioni mediatiche (quanto viene scritto sulla sua pagina social è imbarazzante se si conosce la città e la si vive), il tutto manipolando l’informazione e facendo credere che la città abbia fatto chissà quali passi in avanti, se non verso l’esacerbazione del degrado (una città priva di identità e idee). Dunque, la tanto acclamata “Rinascita” del professorino appare più come l’ennesimo tentativo di affermazione individualista (a proposito di solipsismo) che non un progetto credibile e qualificato. E’ evidente allora che in questo scacchiere non esistono, almeno ad oggi, reali vie di ripresa. Soru poteva davvero esserla, la sua idea, il suo progetto, la sua visione, ma non le briciole di cui ci ritroviamo a parlare. E finché il PD avrà il suo (nomine, poteri, assessori e altro), la Todde sarà destinata a stare ferma e salda nel suo scranno. Se ne facciano una ragione Zuncheddu, Pili e i loro vassalli.
Sono sempre e solo questione di potere.
Egregio, diciamocelo chiaro e tondo: questa scomposta uscita di SF é segnale inequivocabile (come da Lei evidenziato) che nella maggioranza sta montando il panico.
Già alcune uscite (anch’esse assai scomposte) della Todde e di alcuni suoi assessori lasciavano presagire questo cupo stato d’animo.
Le ridicole accuse para complottiste condite da presunte incompatibilità rivolte ad un editore che scrive sulla propria testata (dopo che per quasi 30 anni abbiamo accettato le domenicali filippiche a firma di un noto editore assai caro alla sinistra) danno la misura di quanto poco costoro abbiano compreso del mondo che li circonda.
Questo è, a mio parere, il vero aspetto preoccupante di questa iniziativa. Saluti.
È aberrante che un partito politico, ancor più di ispirazione progressista (se solo si volesse credere alle favolette), si appelli a un organo di garanzia per (tentare di) censurare una linea editoriale.
La stampa o è libera da ogni condizionamento esterno alle proprie redazioni (e un partito politico è di gran lunga più esterno rispetto al proprio editore), o non è.
Il solo titolo del comunicato (“Difendiamo il diritto all’informazione e alla verità”) è l’immagine perfetta delle tipiche untuose impronte digitali della “sinistra”: richiamarsi ad alti princìpi per tutelare i loro soliti interessi di bottega, ossia uscire dall’angolo cui la campagna dell’Unione li sta costringendo.
Come quotidianamente ricorda sul web un ex giornalista con editoriali estremamente faziosi ma sbandierati come un eroico esercizio di libertà di pensiero, “Il dissenso nelle opinioni è il sale della democrazia“.
Peccato che le opinioni diverse – cos’altro sono le linee editoriali avverse? – la “sinistra” cerchi sistematicamente di ridurle al silenzio (è capitato addirittura anche con dei cartelloni elettorali per le comunali di Cagliari, fatto gravissimo passato rapidamente in sordina, e addirittura difeso dagli editorialisti prezzolati sul web, che non a caso vedono di buon occhio questo tentativo di mettere collare e museruola a un quotidiano che, piaccia o non piaccia, sta sollevando una questione di estremo rilievo per il futuro del nostro territorio).
Nihil novi sub sole, è la solita “sinistra” che scende in campo per difendere l’unica causa che le sta a cuore, quella di restare aggrappata al potere a accomodarsi alla mangiatoia dei posti di sottogoverno.
E pazienza se per farlo calpestano loro per primi i principi ai quali a parole, e soltanto a parole, si richiamano.
Condivido l’appello ad un giornale più attento. Comunque l’Unione Sarda sull’assalto eolico e fotovoltaico ben interpreta il comune sentire di tantissimi sardi (il peso della ribellione in atto lo conosceremo alla chiusura della campagna firme Pratobello 24) forse che questo collida con i principi dell’etica professionale dei giornalisti? Evidentemente il sostegno dell’Unione Sarda alla ribellione popolare in atto in terra di colonia dà fastidio agli ascari sia di destra che di sinistra. Il principio ben interpretato dall’altro quotidiano è che al popolo colonizzato non si deve dar voce, ci sono altri interessi esterni che prevalgono. Ma nessuno di noi ha mai pensato a chieder censure all’Ordine contro il quotidiano di Sassari, perché siamo convinti che i Sardi a Sassari e nel Capo di Sopra sono più intelligenti di quanto si possa pensare e dopo aver letto certi articoli, con le giustificazioni della Todde, non hanno avuto dubbi sulla presa per i fondelli e si son precipitati a far la fila per firmare la Pratobello 24.
Sinistra Futura con la richiesta di censure all’Ordine rivela la paura di esser in un treno che viaggia verso il baratro (per i motivi magistralmente esposti nel post). Un sommesso consiglio: facciano fermare il treno prima che sia troppo tardi e scongiurino la sciagura per loro e l’intera Isola.
Non pensavo prima, e tantomeno oggi, che qualunque informazione, da qualunque parte provenga possa muovere in modo incontrollato masse di persone e per di più con l’obiettivo di soddisfare appetiti individuali di potere. Si dovrebbe avere un po’ di rispetto nel pensare che le persone, in questo caso i sardi, possono anche leggere il blog di Vito Biolchini del 13 agosto, la posizione dell’Avvenire del 14 agosto e maturare posizioni personali. Purtroppo quello che viene sottovalutato è il fatto che diventa più incontrollabile la gestione di un’emozione che nasce dal sentirsi presi per i fondelli nel riscontro oggettivo di una incoerenza costante tra detto e agito.
@ Paolo Non so come si comporterà l’ordine, ma immagino che dichiarerà il caso insussistente, specie dopo il comunicato del Cdr.
Però non ci ha detto cosa dovrebbe farne l’Ordine dei giornalisti della lettera dei consiglieri di Sinistra etc.
Cioè, è una lettera alla quale un ordine professionale PUÒ rispondere. O è irricevibile per i termini in cui viene posta la questione?
Non sono d’accordo.
Quando l’editore si fa direttore editoriale siamo nell’ambito della patologia. Sardegna Futura non chiede sanzioni,chiede una presa di posizione da parte dell’ordine. Chiede che l’ordine si esprima sulla situazione in viene a trovarsi il principale gruppo editoriale della Sardegna.
…..ma non sarebbe meglio e più incisivo se Unione Sarda e comitati spontanei uniti , indirizzassero tutta la loro azione per contrastare senza ” distinguo ” la palese inadeguatezza della giunta ????? Il nemico da combattere ,si chiama ,”speculazione”,”inadeguatezza amministrativa ” e non deontologia giornalistica ,di cui di potrà parlare e disquisire a guerra finita .