Ieri i rappresentanti di Cgil (Canalis), Cisl (Canu) e Uil (Fiori), hanno presentato al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Università di Sassari questa istanza di accesso civico che richiede, ai sensi delle leggi vigenti, i documenti la cui pubblicazione è disposta dalla legge e che invece non sono disponibili nella sezione Amministrazione trasparente del sito dell’Università di Sassari.
In particolare vengono richiesti:
a) Importi dei viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici (art. 14 comma lettera c) con riferimento alla totalità dei soggetti ai quali è riferito l’obbligo di pubblicazione (Rettore, Consiglio di Amministrazione, Senato accademico);
b) Dati patrimoniali e reddituali (art. 14 comma 1 lettera f) con riferimento alla totalità dei membri del Senato Accademico, mentre, con riferimento al rettore e ad alla quasi totalita dei membri del Consiglio di amministrazione l’inadempimento è riferito ad alcune annualità;
“Con specifico riferimento al Rettore, l’omissione in esame è di particolare gravità in quanto la dichiarazione dei redditi è aggiornata all’anno 2014 (dichiarazione 2015), mancando, di fatto, se non per gli ultimi due mesi dell’anno 2014, alcuna evidenza della consistenza reddituale e patrimoniale dello stesso maturata da quando ha assunto la carica (novembre 2014)”.
L’istanza è anche rivolta al Responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza perché proceda sin da ora, in considerazione dell’obbiettiva incontestabilità degli inadempimenti rilevati, a segnalare al Consiglio di Amministrazione, quale organo di indirizzo politico, all’0rganismo indipendente di valutazione (Nucleo di Valutazione), all’Autorità nazionale anticorruzione e all’Ufficio procedimenti disciplinari i segnalati casi di mancato e ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione, ai sensi del primo comma dell’art. 43 del D. Lgs. 33/2013.
Alcune brevi considerazioni.
Il muro di opacità e di silenzio che circonda l’attività amministrativa dell’Ateneo Turritano è stato squarciato da tre uomini liberi, non da tre uomini forti. Sassari ha parlamentari, consiglieri regionali, avvocati e giudici. Nessuno ha sentito il dovere di chiedere: “Perché? Perché voi non pubblicate nulla e il resto del mondo tutto?”.
E dunque troviamo una grande e utile conferma: fanno più gli uomini liberi che gli uomini forti. Perché? Perché, io che ho conosciuto il mondo dei forti, posso testimoniare che la gran parte (non tutti) del mondo dei forti frequenta i forti e non vuole fastidi, neanche morali.
Seconda considerazione: anche rispetto a un accesso civico si può attuare il Piano Zero, cioè non fare nulla, ma il gioco comincia a farsi molto pericoloso. L’Italia che oggi sta appena conoscendo il caso Palamara, che sta conoscendo più a fondo il caso dell’ex Presidente della Confindustria sicula Montante, ha la memoria corta, si scandalizza ogni volta, si indigna ma spera sempre nella minoranza dei liberi. Nella gloriosa Repubblica italiana non è mai trascorso un decennio che non scoppiasse uno scandalo legato alle compagnie dei forti. E tutti gli scandali sono sempre nati da piccoli eventi, generati da uomini liberi che scelsero di non farsi intimidire dalle compagnie dei forti. Sta iniziando anche a Sassari e prima o poi comincerà anche a Cagliari, quando si diraderà la nebbia rosa, ampia, che oggi nasconde il nero e il rosso e pacifica tutto.
Infine c’è da chiedersi: che cosa farà La Nuova Sardegna, l’organo di informazione di Sassari? Ma ovviamente farà un intelligentissimo titolo che punterà a non dire nulla e a unire la città: Forza Dinamo!