Andate su questo sito e scoprite come si combattono le campagne elettorali nell’era digitale. Si tratta del rapporto Freedom on the net. Ci vuole molta pazienza a leggerlo. È stato realizzato da 70 ricercatori e riguarda 65 paesi del mondo. È finanziato da Freedom House, una Ong finanziata da privati ma anche dal governo Usa. Il periodo preso in esame va da maggio 2016 a maggio 2017. Ovviamente il grosso dell’indagine riguarda la libertà di accesso della rete e dunque il censimento dei paesi nei quali la rete è controllata dai governi (Cina, Russia, Turchia, Arabia, ecc.) e nei quali invece la rete è libera.
Ma le cose più interessanti si leggono rispetto all’uso della rete per condizionare le elezioni nei paesi in cui la rete è libera e non presidiata dai Governi. Si acquisisce così un minimo di confidenza con nomi più o meno noti: i Troll (“Un troll, nel gergo di Internet e in particolare delle comunità virtuali, è un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso e/o del tutto errati, con il solo obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi”. Wikipedia); i bot (“Nei paesi anglosassoni, con “Bot” s’intende un programma autonomo che nei social network fa credere all’utente di comunicare con un’altra persona umana. Questi bot migliorano di anno in anno ed è sempre più difficile distinguere un bot da una persona umana”. Wikipedia); le celebri fake news (le notizie false confezionate ad arte per alterare il dibattito e il consenso politico). Se si vuole avere un’idea di che cosa sta accadendo si può provare a immaginare il peggiore pettegolo del paese, il più malevolo e cattivo, dotato di una straordinaria tecnologia che gli consenta di far giungere in ogni casa le sue malevoli dicerie anonimamente e anzi e più spesso come se a dirle fossero altre persone, il più delle volte inesistenti, ma nessuno lo sa. Il 23 marzo un terrorista islamico attaccò il Parlamento inglese. Vi fu un fotografo che colse un’immagine drammatica: un ferito per terra, soccorso da altre due persone e una ragazza musulmana che passava proprio in quel momento parlando al telefono. Immediatamente su Twitter venne divulgata la stessa foto con questa didascalia: «Questa donna musulmana non si interessa all’attacco terroristico, cammina con noncuranza accanto a un uomo moribondo mentre controlla il telefono». Oggi si è scoperto che la ragazza era sconvolta e stava proprio raccontando l’accaduto al suo interlocutore, ma anche che la foto con la didascalia manipolante era partita da un Troll russo, uno dei 2700 account fasulli creati in Russia e particolarmente attivi in Gran Bretagna durante il referendum sulla Brexit.
In Francia, durante le ultime elezioni presidenziali, sono stati scoperti e chiusi 30.000 profili facebook fasulli.
In Italia la situazione è stagnante: noi abbiamo una situazione di Troll, Bot e fake news stagnante, stabile, invariata da qualche anno. Come dire che l’Italia è abituata ad essere manipolata a tal punto da non essere più facilmente manipolabile perché crede a tutto e a niente. In realtà è la quiete prima della tempesta. La penetrazione della Rete in Italia è alta e sono stati già fatti esperimenti di manipolazione di massa: molte cure miracolose, molti metodi di apprendimento immediati e innovativi, molte cause di malattie, molti giudizi su nuove tecnologie o sui cibi, molte diete, molto di tutto questo è stato già sperimentato nella sua capacità di contagio in rete. Non parliamo poi dello sport nazionale italiano della distruzione del prestigio sociale delle persone col solo sospetto di qualcosa di sospettabile. Durante l’imminente campagna elettorale le fake news, i Troll e i Bot saranno largamente usati. Chi riuscirà a difendersene?
Chi saprà avere un’anima, un’identità, una strategia politica comprensibile e credibile, ma anche la società educata alla spirito critico, merce rarissima ormai in Italia. Qui passa una frontiera della resistenza democratica che ha un valore pari a quella della difesa dei diritti e dello stato di diritto. Eppure ancora si pensa di fare una campagna elettorale sdrucita, costruita sulle parole d’ordine di uno Stato consunto celebrato invece come immutabile e di una articolazione politica della società politica italiana estranea a nuovi bisogni e a nuovi orizzonti. Una situazione agonizzante e carica di sfiducia che è il terreno di coltura della manipolazione digitale.