Non so bene chi me lo faccia fare, ma ieri, dopo aver riletto e preparato per gli studenti l’articolo di Togliatti su Lo Stato operaio del maggio 1937, con il quale il segretario del Pci fece diventare Gramsci stalinista (lui affermò, dopo la morte di Stalin, che lo fece per salvare il Pci e la memoria di Gramsci da morte e oblio certissimi; onestamente, aveva qualche ragione per dirlo), mi son preso la briga di leggere il bando pubblicato dalla Regione Sardegna per la continuità territoriale delle isole minori e andato per la quinta volta deserto. Secondo l’Assessore dei Trasporti (che evidentemente non sta viaggiando né in nave né in aereo, diversamente si dimetterebbe senza indugio) la colpa è del mercato (in Assessorato non lo dicono a chiare lettere, ma loro pensano che gli armatori si mettano d’accordo per boicottare; in realtà dovrebbero anche onestamente chiarire se loro hanno compulsato – cosa non proprio permessa dalla legge a bando aperto – oppure no alcuni armatori che comunque non si sono presentati, perché se così fosse, se cioè nonostante la moral suasion a presentarsi, nessuno si è presentato, dovrebbero allontanare dal servizio competente tutti coloro che negli anni hanno prodotto questo insuccesso cronico). Ma andiamo al dunque.
Cercansi navi solo galleggianti, meglio se arrugginite Comincio a leggere l’Allegato Delta, che guida il Piano Economico Finanziario (PEF), e mi imbatto in una perla da far girare i gemelli penduli anche al più placido, non dico degli uomini, ma di tutti gli antropoidi.
Vi si legge: “Il PEF poggia sulle seguenti assunzioni semplificatorie di base: (…) Non sono considerati nuovi investimenti“.
Quale è la ragione di questa previsione?
È semplicemente una previsione illogica, certamente non pensata da chi si preoccupa di garantire a carlofortini, maddalenini, portotorresi e sardi, il miglior servizio possibile.
In pratica, la Regione dichiara di apprezzare chi mette navi per il servizio e per sei anni non ci investe sopra.
Sei anni oggi sono un’enormità.
Affermare questo significa indicare esplicitamente che si vogliono navi da far invecchiare. Solo armatori che non tengono alla propria flotta, che la vogliono far decadere malamente, possono partecipare a bandi simili, perché sulle navi, come sugli aerei, sui camion, sulle automobili o sugli immobili, o ci si investe sopra o si perde il valore di ciò che si ha.
Qualcuno dei lettori tra i più attenti potrà allora dire: “Sì, ma il bando riconosce le manutenzioni”. Prima di parlare di manutenzioni forse è il caso di notare che, per l’appunto e come è giusto che sia, il bando non confonde la manutenzione con l’investimento, che è altra cosa.
Ma anche quanto alle manutenzioni il bando ha qualcosa di kafkiano.
Manutenzioni a penetrazione retrostante Come si può leggere a p.3 sempre dell’Allegato Delta “Il costo delle manutenzioni ordinarie e straordinarie è riconosciuto nei limiti degli interventi programmati dall’IN [=impresa partecipante alla gara d’appalto] nel PEF presentato in sede di offerta”.
Per capire che cosa realmente ciò significhi bisogna avere pazienza e andare all’Allegato Gamma (Matrice dei rischi), documento fondamentale per la ripartizione del rischio tra la Regione e l’impresa, il quale stabilisce che i maggiori costi consuntivi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, sono interamente a carico dell’impresa perché evidentemente derivanti da inefficienze gestionali o programmatorie, giacché il costo delle manutenzioni ordinarie e straordinarie è sì riconosciuto, ma solo nei limiti degli interventi programmati previsti dall’impresa e dichiarati nel piano economico e finanziario. Quindi, la Regione è esigentissima e dice: “Ti riconosco i costi che prevedi e niente più”.
Sembra un’ottima cosa, ma insospettito ho chiesto a un amico direttore di un Servizio Gare di un ente pubblico (uno di quelli che capiscono in fretta un metrocubo di carte), di leggersi tutti gli allegati e di riferirmi la sua impressione.
Che cosa ha scoperto?
Che la virtù esigente della Regione sulle manutenzioni riconosciute se rigorosamente programmate, si è trasformata in un folle piede sul collo collocato su qualsiasi impresa avesse partecipato, perché l’Allegato Beta a p. 4 lettera a) punto iii) prevede che “i costi vanno assunti costanti e pari a quelli previsti dall’IN [impresa] per l’anno iniziale dell’affidamento”.
Quindi, cominciamo: il costo del personale è fisso ed è quello del primo anno (nessun aumento per nessuno in sei anni); il costo delle manutenzioni straordinarie e degli ammortamenti è fisso e costante per sei anni ecc. ecc.
Chiamo un amico della Capitaneria di Porto che si occupa delle iscrizioni delle navi al Registro Navale e gli chiedo se una previsione del genere sia congrua.
Mi risponde di no, perché, mi dice, per esempio le navi, per continuare a rimanere in esercizio debbono rinnovare il Certificato di Classe, che è un costo; secondo il bando della Regione, o questo rinnovo avviene nel primo anno di esercizio o non è computabile tra i costi ecc. ecc.
In sostanza il bando regionale premia l’armatore che riuscisse a caricare sul primo anno tutti i costi manutentivi prevedibili per sei anni. Mi dice il Capitano che questo, per chi sa cosa voglia dire andare per mare, è impossibile, ma evidentemente è possibile per chi immagina non di garantire il miglior servizio, ma di proporre il peggior bando possibile. Non funziona? E che problema c’è, esistono le proroghe. Sono in deficit per chi esercita il servizio? E che problema c’è, il deficit è dell’impresa non della Regione. Tutti con la coscienza a posto con i problemi trasferiti sulle spalle altrui. Viene da turpiloquiare con impegno retorico.
Devono risparmiare per pagare meglo lo staff,
Purtroppo avete ragione. Ho visto la nostra presidente in un video datato quando era vice ministro, con delega ambiente, mi pare ricordare, che pareva felice di comunicare, che chi sarebbe venuto a distruggere la nostra isola, avrebbe generato lavori per 15 miliardi di euro. Se questo vi basta, AMEN!
Isulla PSA il gran merito lo si deve ai cacciatori sardi che hanno collaborato portando più a spese loro i referti dei cinghiali abbattuti e aspettando i tempi lunghi degli adetti ai lavori.
Nei cinque anni della scorsa a legislatura, per qualsiasi intervento (trasporti, sanità etc) montagne di quisquilie e pinzellachere con supercazzola del tipo “siete emeriti dilettanti, non si fa’ così ma sì fa’ cosa””. Bene meda! La gente vota sperando in meglio e si verifica la sindrome di “sa mezzoria de s’ascamu” ovvero di male in peggio. La Sardegna vota (sic) sperando che dopo il voto questi cinquetasche abbiano tutti i progetti pronti alla soluzione dei problemi! Si scopre che non hanno una visione che sia una alla soluzione dei problemi, poaretti devono ancora lavorarci 24 ore su 24 senza dormirci la notte! Dopo montagne di supercazzole nascono topolini. Ad oggi la soluzione dei trasporti manca, la soluzione alla sanità è arrombata da qualche parte. Però viene annunciato in pompa magna con tanto di convegno in quel di Sassari l’individuazione delle zone idonee…ma qualcuno di questi ha mai letto la legge regionale (legislatura Pigliaru) che, in tempi non sospetti, individuava le zone di vincolo paesaggistico assoluto? Ad maiora!
Probabilmente all’ interno della dirigenza regionale detta legge un’intelligenza artificiale che programma i bandi il cui scopo è unicamente quello di applicare meno impicci per la loro burocrazia in modo che anche i commessi lavorino da casa e l’accesso al palazzo sia impedito dalle guardie giurate. Un altro esempio e il bando per la flotta di elicotteri per A.I. Boschivo andato deserto e reiterato varie volte e concluso a fine luglio con una flotta dimezzata che solo grazie alla fortuna di non avere avuto due grossi incendi contemporaneamente all’interno di una stessa provincia si avvia ad una conclusione tutto sommato positiva P.s .apprendo con soddisfazione che la giunta nella presentazione delle aree idonea ha inserito e fatto propria quanto io proponevo in un mio intervento del 23 agosto sul suo blog con il richiedere una fideiussione alle società cartiere che presentano domande fotocopia per i loro impianti .da rivendere una volta approvato il progetto
Nel frattempo in altri Paesi (questa notizia è del 2021 https://www.solovela.net/notizie/3/dalla-norvegia-basto-electric-il-traghetto-elettrico-piu-grande-del-mondo/1351508/) si stanno varando nuovissimi traghetti ad emissioni zero proprio per i collegamenti marittimi come quelli per le isole di San Pietro e La Maddalena.
Mi domando (e non da oggi) perchè in questi posti si riescono a fare cose come queste e da noi no.
…..se non ricordo male , la vecchiaia gioca brutti scherzi , uno dei cavalli di battaglia dei grillo/conte/piddini erano proprio i trasporti ,ebbene :
I collegamenti aerei sono diminuiti,ma in compenso i prezzi per residenti e non,sono balzati alle stelle !!
I collegamenti marittimi con il continente affidati a due compagnie in rotte diverse , oltre che cari , sono in certi periodi , pericolosi ricettacoli infettivi e di spettacolo umano degradante , non degno di una nazione del G7 a cui malauguratamente apparteniamo .
Le rotte per le isole minori ,di cui si tratta oggi , sono un’altro segno della pochezza delle amministrazioni che di volta in volta se ne sono occupate : navi piccole,non sempre comode,con servizio ed accoglienza pressappochista ; non mi avventuro sulle condizioni strutturali del naviglio e sulle condizioni visive del degrado igienico per pieta’ di patria !!!
Evito di parlare del trasporto a mezzo autobus e ferroviario degno delle regioni più arretrate dell’Africa o della foresta Amazzonica .
Mi sembra,ma posso sbagliarmi ( non conosco a fondo le peculiarità del servizio ferroviario e di quello su gomma ) che la nuova organizzazione dei trasporti promessa a gran voce , non stia dando risultati positivi apprezzabili : ciò che è assente in ogni servizio è ,mi pare,la concorrenza privata !!! Fin tanto che ogni servizio verrà coperto in regime di monopolio o di gestione pubblica poco attenta , e gli assessorati gestiranno ed assegneranno i servizi , con attenzione esclusivamente burocratica, non avremo trasporti moderni,efficienti e seriamente gestiti ; l’assessorato ,in tali situazioni,non ha ed avrà ragione di esistere .
Egregio, diciamocelo con franchezza: è radicata l’abitudine di dare il 100% delle colpe alla politica ma ci si dimentica che la Dirigenza degli Enti pubblici gode, per legge, di una vasta autonomia. Ora si potrà dire che gli incarichi apicali vengono conferito dalla politica medesima così riportando il discorso alla “casella del via”. Mi chiedo, tuttavia, perché in tanti assessorati, regionali ma anche comunali (vedi lo scempio della viabilità di Cagliari che somiglia ai quartieri che da bambino realizzavo con il Lego), dopo ripetute cialtronerie, certi Dirigenti non vengono assegnati ad incarichi meno dannosi? Sì lo so la domanda è pleonastica, ma vivaddio per chi ci governa dopo anni in cui ci ha fracassato gli zebedei contestando chi lo ha preceduto (non senza ragione) possibile non riesca a inanellare che figure di me*da? Saluti.