L’Istat pubblica, con più o meno due mesi di ritardo rispetto al presente, i dati sulla popolazione residente.
La Sardegna ha perso nei primi cinque mesi dell’anno 3.000 abitanti, un intero medio paese dell’Isola.
Nel vociare estivo di ambizioni e condizioni in vita delle regionali, non si sente una voce con un’idea chiara di come fermare l’emorragia.
L’umanità si sposta per due ragioni: libertà e convenienza.
La Sardegna non è percepita come conveniente perché isola, ma non è neanche percepita come un luogo dove esiste uno Stato che garantisca meglio che altrove la libertà.
Libertà e sviluppo camminano insieme (certo, bisognerebbe intendersi sul termine ‘libertà’, ma intanto assumiamolo per ciò che è: un grande tema).
Per capire la malattia che ci uccide, dobbiamo capire come viviamo.
Faccio un esempio.
I paesi della Sardegna si stanno ribellando (e molto giustamente e ancora troppo blandamente) alle concessioni per parchi eolici insistenti sul loro territorio. Giusto. La procedura di concessione che annichilisce gli enti locali viola, a mio avviso, il principio costituzionale della sussidiarietà.
Tuttavia sull’energia la Sardegna non ha mai capito chi sono i suoi avversari e i suoi avversari sono Terna e Enel, il suo nemico è il Tyrrenian link.
Un pezzo del sistema politico sardo è legatissimo a queste due società e lo è facendole subdolamente passare come ‘Stato’ non come ‘Privato’.
Invece sono ‘Privato’ e dei peggiori.
Con la Giunta Pigliaru portammo via all’Enel, a caro prezzo, due centrali. Io volevo fare l’Agenzia Sarda per l’Energia. La Magistratura aveva fretta di infangarmi, mi dovetti difendere e le cose si arenarono. Ma il tema rimane: occorre sapere bene chi sono i propri avversari, quelli che creano le condizioni di minor sviluppo e minore libertà, diversamente, come diceva il poeta, si muore senza saper di aver vissuto.
Signor Marco, forse bisognerebbe abituarsi all’idea che non tutti siano frettolosi e disinformati. Nel suo quadro, limitato al carbone, mancano tante cose. Manca la strategia del governo sull’essenzialità e sui suoi derivati, in virtù dei quali le tre centrali termiche sarde si vedono rimborsati tutti i costi di produzione; manca il quadro delineato dal Piano Energetico Regionale della Giunta Pigliaru che rifiutava di trasformare la Sardegna in una centrale di produzione di energia per l’Italia (c’è questo dietro le tante concessioni per l’eolico rifiutate dalle comunità locali); manca il discorso sull’idroelettrico sardo, sacrificato dal Tyrrenian lik per fare da fattore di equilibrio al sistema siciliano. Mancano tante cose, ma non per questo mi straccio le vesti come fa lei.
Resto allibito da certe affermazioni. Il nemico della Sardegna è il Tyrrenian link!!!?? Oggi gran parte dell’energia che alimenta l’isola è generata da due centrali a carbone, Fiumesanto e Portoscuso, e in parte dall’impianto di rigassificazione della SARAS, il tutto con grave danno ambientale alla Sardegna e ai Sardi. Per eliminarle (ripeto: ELIMINARLE) la soluzione è il collegamento elettrico tri-terminale Continente-Sicilia-Sardegna (il cosiddetto Tyrrhenian link), che consentirà a tutti i produttori di rinnovabili (strano a dirsi, ma anche in Sicilia e in Campania ci sono grandi impianti) di avere una rete stabile, efficiente e finalmente utilizzare le rinnovabili a pieno anche nella nostra regione.
In pratica, senza neppure aver capito il progetto, si dice “no” a prescindere, facendo solo gli interessi politici ed elettorali di chi le centrali a carbone vuole tenerle APERTE. Non accuso nessuno di malafede, ci mancherebbe, però attenzione a chi soffia dietro il “no”: a volte a pensar male si fa peccato ma…..
Buongiorno, lasciatemelo dire, uno dei problemi della Sardegna, non il solo, è chi la pensa come Gianluca …boh! giri l’obiettivo verso il mittente, può aiutare.
La voterei come presidente della Regione
A Gianluca (e a totu is Gianlucas).
«Il problema della Sardegna sono i Sardi» e «Ma i politici sardi sono solo l’espressione massima di quello che é il popolo… Perché sono loro che li votano e loro se li meritano.»
No fuedheus a muntonis o a ammurigonadura!
Su problema de sa Sardigna e de is Sardus est sa DIPENDÉNTZIA seculari sua de un’Istadu allenu e guvernu istràngiu chi pentzant a is fatus insoru.
E chi is Sardus siaus «unu problema» est ateretanti berus, ca in ‘giogu’ est sa libbertadi e responsabbilidadi personali e colletiva de su pópulu / natzioni sarda.
Ma in custu dhui at responsabbilidadi e responsabbilidadi e no podeus cunsiderai a sa própriu manera cussa de is mortus e bocius puru de fàmini, isfrutamentu e de gherras e is chi de dipendéntzia ant ingrassau (de foras e de aintru) e sa responsabbilidadi de intelletualis is políticus manorbas (salvu pagus diaderus) de ‘un’istadu colonizadori, mancari fintzes cun ideas de bonu po sa Sardigna e is Sardus ma a dipendéntzia sempri de prus incracada e coltivada a pedidura e isperàntzia assurda abetendi s’agiudu de is ladrus de Pisa (is Pisanus iant a podi iscusai unu pagu), coltivendi s’ispimpirallamentu, s’ignoràntzia de is fatus, istória e chistionis notas e sa divisioni política prus maca de sa genti, no fendi nasci e coltivendi unioni e isperàntzia bona e coràgiu e créscida culturali. Un’iscola assurda e infami nos at diplomau e laureau a ignorantis ma presumius puru de tenni cultura e istùdiu si custu depit èssi, ca depit èssi, prima de totu su chi a nosu etotu pertocat fintzes coment’e formatzioni professionali.
Si una cosa is Sardus in generali e pruscatotu sa parti prus manna e sacrificata de su pópulu sardu no méritat est própriu is intelletualis e políticus (e dhu nau chentza distintzionis de ‘colori’ chi pentzu de connosci e valutai assumancu cantu bastat), ma mancu bonus a si fai sa pregonta prus elementari po èssi genti, genti cun genti, in custu logu, prexaus de sa ‘promotzioni’ insoru ma iscallaus e pedidoris bonus a impromiti cosa e rastrellai votis, si no a ingannu a illusioni, cosas chi issus etotu depiant e depint pediri a chini si ndi est fatu e fait meri.
E no est chistioni chi sa genti méritat o no méritat: unu pópulu si depit guvernai, libbertadi e responsabbilidadi personali e colletiva, diritu inalienàbbili e doveri personali e colletivu, no méritu o no mèritu, no giogu de istàdiu a fai tifu e fai burdellu.
Ma perchè non si parla della cementificazione della Sardegna, vengo in vacanza da 40 anni e nel corso del tempo ho visto luoghi di mare distrutti da costruzioni di case e residence, anche quest’anno noto vari cantieri, le distanze non vengono rispettate, il tutto con il beneplacido delle amministrazioni. La Sardegna è meravigliosa, rispettatela.
non abbiamo più i politici
del calibro degli anni 60 70 che ci ha hanno governato ,e hanno fatto delle cose importanti..anke se I corrotti ci sono stati anche allora..ora ci cercano per i voti..e una volta eletti ,e preso possesso delle poltrone, e varie loro agevolazioni. si vendono ,dimenticandosi delle belle promesse fatte,e dei bisogni importanti della nostra isola,il bello e che non si schiodano piu’ dalle poltrone e non conoscono vergogna..poi vengono a fare i teatrini, facendoci credere ,ke non sono ascoltati..la verita’,e che non ne’ hanno la capacita’ poi si dice che i giovani nostri se ne vanno a lavorare altrove…perché :??? non vanno a vedere le altre regioni a statuto speciale come noi.( es..Trentino Alto Adige) cosa fanno per i giovani e come li sostengono impegnandoli finite le scuole nei periodi estivi..ci vogliono i fatti non le loro belle parole politicanti…
Il problema della Sardegna, sono i sardi.
Hanno uno spiccato servilismo con il continentale e una gelosia radicata nell’animo verso i propri fratelli. Pertanto non mi meraviglio che l’isola paradisiaca dove abito, sta andando allo sfascio sotto tutti i punti di vista, ospedali, infrastrutture, strade, società…
Siamo un isola dove il porto canale scalo commerciale (cosa fondamente in quanto isola) viene chiuso! I voli dipendo da terzi e non abbiamo continuità territoriale. La flotta navale dei traghetti, appartiene all Campania! Un isola che non ha le proprie navi?
Ora quest’isola non avrà neanche la propria energia elettrica. Sembra surreale ma é la realtà.
I politici sardi fanno i loro interessi, e dimenticano di vivere nell’isola , e se riescono ad arrivare a Roma, si dimentica anche di essere sardi.
Ma i politi sardi sono solo l’espressione massima di quello che é il popolo… Perché sono loro che li votano e loro se li meritano.
Per capire la gelosia del sardo verso i fratelli, faccio l’esempio di un sardo che trova la lampada del genio, dopo averla strofinata, il genio gli dice “esaudirò ogni tuo desiderio ma sappi che il tuo nemico ne avrà il doppio. Chiedi ciò che vuoi”..
Il sardo ci pensa un po’ e invece di chiedere ricchezze o salute, chiede “bogamindi un ogu” (toglimi un occhio) ..
Pertanto non mi meraviglia più nulla…
Forse per la Sardegna, ma anche per il Piemonte, la prosecuzione dell’ottocentesco Regno di Sardegna ci avrebbe lasciato eredità migliore, ma la storia non si fa con i se. Tuttavia ci insegna la necessità di meditare approfonditamente per poter progettare un futuro migliore.
Senza fare grossi giri basterebbe vedere ciò che ha ottenuto l’Alto Adige/Sudtirol in termini di costo energia e gestione dell’energia oltre che delle politiche demografiche
Ma è una storia vecchissima che anche il tanto decantato sarduspatermariomelis contribuì a (non)scrivere e far affondare
L’isola è percepita come una immane fantasmagorica superspiaggia dove scialarsi di giorno (i turisti e gli amministratori non fanno caso alle frane neppure quando sono praticamente perenni come nelle spiagge assassine di Baunei) e un paesedeibalocchi dove divertirsi di notte con diskoteke, redvalley , festival e sagre farlocche omogeneizzate e post coloniali. Fra un mese sarà il solito “click” con riapertura 2024 e tanti auspici per presenze arrivi e affitti in nero da fine Aprile per alcuni e da Luglio per le varie truppe dell’armata Brancaleone degli stakeholder (?).
Forse sta accadendo che anche noi sardi ci stiamo abituando a questa maledizione turistica chiamata “stagione” con la quale da 60 anni sono state svezzate, educate e soprattutto ammaestrate oramai generazioni di sardi, compresi noi boomer, millennials e zoomer.
Certo, occorre capire chi sta fuggendo, fare tutte le analisi ancora ma a me pare evidente che il turismo da solo, lo sviluppo non solo non ce lo dà ma di certo è capace di drogare l’economia e la testa di qualcuno da qualche parte, garantendo nulla o precarietà dall’altra. Presto la condanna toccherà alla glass generation: chissà che almeno loro…..?
Grazie
È questo che mi chiedo: visto che ci “sfruttano” non siamo capaci di vendere l’eccesso, sicuramente, visto il numero di impianti, di produzione di energia ma non basta continuiamo a pagarla a caro prezzo la stessa. Ricordo che, assieme a lei, ci sarebbero altre persone, anche ex politici, che devono fare la voce grossa.
In questo sistema gestito da politici più orientati ai loro interessi personali e della parte che rappresentano ,dimenticando del tutto i loro elettori e le necessità del territorio, si operano delle scelte che molto spesso vanno a vantaggio di attori privati nazionali e multinazionali che sempre saltano a piè pari le necessità e le aspettative degli abitanti dell’isola,partendo dall’assunto che i “pochi” abitanti che ci vivono
Non abbiano il diritto di opporsi ai loro affari. È tempo che la popolazione prenda coscienza di questo fatto e si liberi di una classe politica che sta svendendo la terra dei Sardi al miglior offerente e buon pagatore ,per le loro tasche.
Ma è possibile che ci accorgiamo dei guai solo a cose fatte?? Da anni si discute di questo problema……. una legge regionale….un intervento “corposo” dei mezzi di comunicazione???Nulla!!! Non ho capito i politici isolani……chi è contro o chi è in favore alla concessione ,caduta dall’alto, di questi parchi eolici .Domani ( elezioni in vista ) saranno tutti contrari…….
Libertà e convenienza, due fattori determinanti rispetto ai processi di sviluppo di un territorio. Se però la convenienza dipende da dinamiche che solo in parte sono controllabili (ad esempio di natura macroeconomica), la libertà (o comunque la concezione che si ha di libertà) è un’idea che un popolo può concretizzare autonomamente nel momento in cui decide di darsi delle proprie leggi anziché dipendere da quelle degli altri.
Is Sardos no funt emigrandho, funt fuindho e solu ca is mezos de trasportu, caros eja, ma no a prétziu de “iscafistas” e iscàndhalu, ma si podent pigare die cun die e fintzes ora cun ora e inveces de èssere unu “esodo” africanu paret su giogu de Frades Lenos S. (custa S. balet coment’e Sonnidos e coment’e Sardos) e deosi mancu a su giornalista prus ischidau e a q.i. prus artu faet fàere “cronaca”.
Noi siamo a posto.
E deosi nulla da dire de una massa miseràbbile (de miséria e àtera miséria) chi si afainat a VINCERE E VINCEREMO pro che sighire a afundhare sa barca irfundhada, però impromitindho muntone de dinare po òperas mannas e noas in d-unu desertu de gente iscagiada, ma sèmpere terra tostada “granitica” po affaristas a calledhos suta mesa.
S’importante est a VINCERE E VINCEREMO de colore niedhu o biancu o de canes fuindho.
Inoghe solu s’isperàntzia prus istùpida est unitària.
Buongiorno, per capire a chi conviene la vendita di parte del territorio della Sardegna, cercherei di capire i nomi degli intermediari.
Sardegna terra da vendere per ricavarne soldi, non luogo dove creare opportunità di sviluppo per gli abitanti.
Egr. prof. Manichedda.
Precedentemente schierato politicamente da parte opposta a quella da lei prescelta, desidero oggi presentarle i sensi della stima più profonda.