Ryanair e l’agguato Ryanair ha dimostrato come si costruisce una posizione di potere oggi. Il metodo è banale, antichissimo, ben studiato e praticato nelle accademie militari.
Poniamo di assimilare il mercato dei trasporti a un luogo da conquistare e dove si deve realizzare un’imboscata fatta bene.
Prima si deve studiare il luogo e capirne i punti di forza e di debolezza. La Sardegna è un’isola. Il suo punto di forza è essere bella e dunque ambita come destinazione, la sua debolezza è l’eccessiva distanza dal continente europeo che la rende interamente dipendente da entrambi i sistemi di trasporto, marittimo e aereo.
Poi si deve verificare se il luogo è o non è ben difeso.
L’interesse della Sardegna è mal presidiato.
Fino agli anni Ottanta non lo era per nulla. Poi sono intervenute le misure sulla continuità territoriale, ma Ryanair capisce subito una cosa: a difendere la Sardegna non c’è uno Stato, ma una Regione: come dire un plotone, non una divisione. La Regione con Soru dichiara che la continuità territoriale è una sua competenza, oneri e onori compresi. È l’ufficializzazione della debolezza. La Regione non ha forza sul piano internazionale, è mal rappresentata a Bruxelles, non ha rapporti con gli studi legali europei che contano, è distratta da mille altre faccende, non è popolare tra il suo popolo. La Sardegna non ha difese.
A questo punto Ryanair opta per una strategia fenicio-punica: non una guerra immediata, ma una penetrazione commerciale, prima gli empori, poi i territori. Inizia con Alghero, scambiando passeggeri con sovvenzioni pubbliche sotto forma di pubblicità; poi lentamente arriva a Cagliari, ma nel frattempo ha assunto una posizione nelle destinazioni da e per l’isola tale da essere indispensabile per la mobilità dei sardi.
Cambia strategia e si comporta da monopolista, ma fa un errore: non alza le tariffe solo per la Sardegna ma anche per la Sicilia.
È questa l’evenienza che ha svegliato il governo Meloni che, non capendo la situazione sul campo di battaglia, si inventa norme di grande impatto politico ma di incerta attuabilità, e poi se le rimangia.
Lo Stato italiano prima, e la Regione poi, sono stati complici di Ryanair perché in sede europea non hanno mai difeso il sistema dei trasporti dell’isola come strategico per il diritto dei sardi alla mobilità, ma si sono sempre piegati (al netto del bando revocato da Solinas) alla logica dei trasporti come servizi, cioè come prodotti sottoposti alla logica esclusiva della domanda e dell’offerta, e non come strumento attuativo del diritto costituzionale alla libertà di movimento.
Come si vede, la politica è una cosa serissima e non avere idee generali sulla natura dei diritti e dei poteri dei sardi manda i sardi a gambe all’aria.
Francamente, vedo un solo candidato alla carica di Presidente della Regione con grandezza di idee adeguate alla sfida. Ma non è il prescelto dagli ossessionati della retribuzione consiliare. Siamo in una condizione politica penosa.
La Sardegna come miniera Veniamo all’eolico, questione che fa molto più schifo di Ryanair.
Bisognerebbe partire da lontano, ma scegliamo di fotografare il “paesaggio” del sistema elettrico sardo in questo momento.
In questo momento il dominus della Sardegna è Terna, la società nata nel 1999 con la liberalizzazione del mercato elettrico e la distinzione tra chi possiede le reti (Terna) e chi produce energia (Enel).
Chi è il socio di riferimento di Terna? Cassa Depositi e Prestiti, cioè lo Stato.
Questa società di genî incomparabili sta realizzando un investimento di 16 miliardi di euro che comprende il famoso Tyrrenian link.
Il Tyrrenian link è una connessione con due funzioni: rendere la Sardegna un sistema di protezione del sistema elettrico italiano, in particolare del nodo siciliano, e consentire l’esportazione di energia dalla Sardegna.
Quando il governo Conte venne in Sardegna a dire che questa era la sua scelta strategica, fummo in pochissimi a dire che si trattava di una disgrazia per la Sardegna, peggio delle cavallette. In tantissimi, deputati, senatori, consiglieri regionali, confindustriali avidi e pasciuti di commesse, inneggiarono alla collanina di perle di vetro offerta da Terna. In pochissimi dicemmo che il Tyrrenian link faceva diventare la Sardegna una grande centrale elettrica di energia da esportazione, con ricadute nulle sul piano dello sviluppo e fatali sul piano della consumazione del territorio. In pochissimi avvertimmo che si stava creando un sistema di incentivazione all’investimento in Sardegna che, a differenza di quelli finanziari sperimentati dalla Rinascita in poi, non aveva alcun obbligo di generare lavoro e sviluppo, ma aveva l’unica incombenza di trovare terreni vocati. I Sardi hanno generato il mostro che li consumerà: un meccanismo di produzione ed esportazione di ricchezza. Siamo diventati una miniera completamente automatizzata, con padroni e ricavi tutti fuori dall’Isola.
Adesso i nodi stanno venendo al pettine.
Il saccheggio dell’eolico Recentemente queste teste di spillo lucide e senza peli di Terna hanno comunicato che il loro cavo (e tutta la rete su cui stanno lavorando) è calibrato su un incremento di “produzione” sarda di 10.000 KW, ma che le domande per impianti in Sardegna hanno ormai raggiunto la cifra mostruosa di 400.000 KW. Ma guarda tu che strano! Prima si creano le condizioni per sfruttare un territorio, addirittura prevedendo che Terna non possa negare l’assenso a nuovi impianti, poi ci si stupisce della corsa all’oro e della strada costruita troppo stretta.
Anche in questo caso, il danno viene dall’assenza di politica e di politici con idee grandi.
Il dolore è maggiore per me nel vedere che non vi è alcuno che abbia il coraggio di sfidare la logica stritolante del maggioritario e di proporre per le prossime elezioni regionali ai sardi un accordo politico fatto su questi temi, alternativo al nulla di Solinas, capace di sfidare le proposte politiche funzionali al blocco di poteri che oggi stritola la Sardegna.
Io soffro per non avere più le forze fisiche di guidare una sana e pacifica rivolta che la Sardegna avrebbe il diritto-dovere di organizzare.
Ad Angelo,
solo ora leggo la Sua ,risposta.
Che dire? Tanto mi ha sorpreso il Suo
“bussare a Canossa ” al mio scrivere.
Il figliol prodigo, sempre è bene accetto.
O meglio: mal ha inteso qual era il mio
fine ultimo ; memore degli studi giovanili quinta Elementare menzionando Gaio Muzio Scevola intendevo glorificare al combattimento il nobile Popolo sardo alla giusta ribellione, ribellione contro il “Continente” che da sempre, sin dall’infausto evento dei Savoia.
Già i Savoia.
Brindisi Docet!
(Savoia = servi prostratti al servigio d’oltralpe) sempre hanno considerato la
Sardegna quale terra di conquista ed non di Unità d’Italia.
Lungo argomento.
Detto quanto:
Non più i sardi hanno amore per se stessi.
In cambio delle cosidetta modernità tutto hanno barattato:
Tradizioni, Costumi Lingua. Qual è il vanto ottenuto a siffatta prostituzione?
Pale, pale e ancòra pale eoliche.
Giusto il signor Manichedda ha argomentato con dovizia al sopruso che bellamente anche grazie a governanti disonesti,tutto avviene a scapito della nostra sacra Patria. O meglio, per lealtà di pensiero, sul Banco degli imputati, v’è chiamata l’intera gente sarda.
Non più fiera, non più memore di antichi Valori. Ora, gente imbelle a fronte qual oggi è considerata la Sardegna :
“caccatoio ad uso comune” sia dello Stato centrale, sia tutte le Regioni d’Italia.
Ahinoi, a tanto e ridotta la nostra amata terra.
Oggi il sardo non più muore di balentia, tantomeno di abigeato.
I pastori, anche loro, se anzitempo muoiono,sono ammazzati tra loro, morti per la distribuzione della droga.
Non più balentia, non più abigeato, non più Pratobello.
Quanta desolazione!
A tanto si aggiunge il Canto disperato del signor Manichedda che, ahinoi, anche lui si dilegua dal Campo di Battaglia.
“Io soffro per non avere più le forze fisiche di guidare una sana e pacifica rivolta che la Sardegna avrebbe il diritto-dovere di organizzare”.
Signor Manichedda,
il Combattimento da sempre è un ottimo corroborante quale elisir di lunga vita.
Le rivolte mai sono state pacifiche e sane. Semmai accompagnate da barricate e da sane schiopettate.
Fantastici sono gli amori, piacevole è il Divenire, ancor più è seducente rischiare per il proprio pensare.
Troppo mi sono inoltrato in argomenti che non sempre ne ho piena dimestichezza.
Torno ad Angelo,
tanto ho apprezzato la Sua ironia sul mio scrivere, a tanto mi sono adeguato nel risponderLe.
Siamo pari.
Non dimentichi di sorridere tutti i giorni.
Felicità.
grazie Ale, cercherò di star bene e, se possibile, sorridente
salute a Lei
Rispondo ad Angelo,
non bevo liquori dei “culattoni d’oltralpe”,
preferisco un buon rum, quello che bevevano i prodi pirati del mare delle Antille.
Tanto spiace che al Suo abulico risveglio l’abbia portata al leggiùcchio del mio scrivere, ( nulla aveva far di meglio? Le flessioni mattutine da sempre sono un ottimo corroborante, n’è capace? Oppure preferisce titillarsi agli albori del giorno che avvanza) ?
Già, poi l’ora tarda del mio scrivere che, bontà Sua, tutto accumula ad un eccessivo uso di alcolici. Così non è.
Impari a vivere,giudicare è assai facile.
Signor Angelo,
Questa volta sono io a dire: ohibò!
Signor Marchese, no, no, e poi giammai non ancor più scriverò miei appunti in ora a Lei non grata.Di grazia, qual è la Sua ora ove meno è apatico da intendere il mio scrivere?
Scrive di Morfeo, poco mi importa, sono grato a Thanatos che ancor mi concede di vivere.
Oltre.
Tanto scrive :
“Mi perdoni l’ardire, ma in altro modo non giustifico un fluir di parole sì sconclusionate”
Il Suo “ardire” è talmente vacuo da non meritare risposta
Detto quanto,
non legga il mio scrivere, si che i Suoi torpidi risvegli non gli portino affanno.
La saluto, sempre stia bene e sorridente.
Alessandro, ohibò, l’ora tarda in cui il suo appello vede la luce suggerisce al mio ancor sonnolento leggiucchiare che non abbia Lei limitato nel numero la quantità di cognacchini ingeriti pria di cader nelle braccia di morfeo.
Perdoni l’ardire, ma in altro modo non giustifico un fluir di parole sì sconclusionate
“Io soffro per non avere più le forze fisiche di guidare una sana e pacifica rivolta che la Sardegna avrebbe il diritto-dovere di organizzare.” (sic)!
Signor Manichedda:
Orsù!
Non si faccia anzitempo la pipì addosso con la scusa dell’età.
Se necessita, per amore della propria Patria:la Sardegna.
È meglio la galera se questo porta ai giusti ideali che non predicare inutilmente con i soliti bla, bla,io farei, se io fossi, ect, etc…
Suvvia!
Lei ch’è professore, di certo ha memoria di Enrico Toti, Pietro Micca, Muzio Scevola, Marco Attilio Regolo, Orazio Coclide, non per ultimo Leonida con i suoi trecento spartani.
“eia!”Così Alessandro Magno incitava il suo cavallo Bucefalo.
Chiami a raccolta gli avventurieri, i vagabondi, i nulla facenti, gli oziosi,
i pochi isolani che ancóra si considerano sardi.
Paravasando l’eroica Sagra di Giarabud:
… non pane, non acqua, ma piombo pel mio moschetto.
No, troppo sarebbe l’ardire.
Prometta a noi tutti un equo “armamento” a chi un Fascio Littorio, a chi una Falce col Martello, in tanti accorremo sotto il Vessillo di Sardegna Libera.
Audaces fortuna juvat.
(ho conosciuto la galera, non per ignominia, ma qual ribelle alla plutocrazia)
p.s. In un Suo scritto ove associava tal Mancini in trasferta in Paesi arabi, per poi argomentare su Regeni, anch’esso in Paesi arabi. Ho scritto un mio commento. Non è stato pubblicato. Di grazia:la motivazione?
Grazie.
Il saccheggio della Sardegna è senza tempo.
I saccheggiatori hanno sempre agito e ancora agiscono ,
perché hanno sempre trovato la classe,tutta, politica sarda consenziente.
Direi che on è stata solo consenziente, si è addirittura piegata al volere dei saccheggiatori che di volta in volta sbarcavano in Sardegna
Manicchedda ,lei non ci raccconta nulla di nuovo.
Anche lei è classe politica Sarda.
Signor Fausto: nell’articolo c’è scritto che il collegamento è tarato per un incremento di traffico di 10.000 MW (il refuso cui lei fa cenno è stato in rete 3,6 minuti); il dato sui 16 miliardi di investimenti non riguarda solo il cavo, ma l’insieme degli interventi programmati da Terna sull’intero sistema sardo (dati Terna); i contratti di assegnazione sono pubblici e nessuno lo ha contestato, ma chi li ottiene dovrebbe dire, ogni volta che parla di energia in Sardegna, di avere un interesse particolare che confligge con quello generale. Mi confronto con Terna da anni e ne contesto l’assoluta indifferenza verso le ragioni della Sardegna. Per Terna siamo un fastidio. Per lo Stato italiano, un orpello.
Qualche precisazione: il costo del collegamento non sarà di 16 miliardi di euro ma meno di un quarto di quanto indicato. I contratti di assegnazione sono pubblici per legge. La potenza del collegamento inoltre è di 1000 MW ovvero 1.000.000 kW e non 10.000 kW come da lei indicato nell’articolo.
Purtroppo le innumerevoli richieste di connessione per tutti questi impianti derivano da una regolamentazione completamente assente da parte del governo centrale e che invece tutti gli altri paesi hanno elaborato tempestivamente. Ovviamente sia il territorio di Sardegna Sicilia e Puglia sia la società Terna sono stati letteralmente invasi da richieste di connessione, con una differenza: Terna in quanto concessionaria di servizio pubblico, per legge, ha l’obbligo di suggerire una soluzione di connessione a chiunque ne faccia richiesta, specialmente se il ministero ne ha approvato il progetto! Che ci sia o no il Tyrrhenian Link questo non fa alcuna differenza rispetto ragionamento di cui sopra (essendoci il collegamento arrivano più richieste è vero, ma solo perché per legge non è stato stabilito un limite zonale dal governo però!).
Tutto ciò raccontato nel suo articolo è dovuto quindi a una mancanza di lavoro sostanziale sul tema da parte del governo, attività solitamente definita “nullafacenza” o per i più maliziosi/complottisti “corruzione”. Visti i soggetti attualmente al governo direi più la prima visto che la seconda si riserva alle persone dotate di minime capacità intellettuali di cui si trovano purtroppo sprovvisti. La sua conclusione personale, per quanto logica e sensata, e che condivido nel merito della subordinazione perenne della sardegna e delle regole del mercato che vanno contro i diritti basilari dei cittadini sardi, punta il dito contro Terna: quest’ultima è una vittima anche essa (seppur remunerata) di questa anarchia energetica dovuta all’incapacità del governo di adempiere ai basilari compiti perché troppo occupati ad alzare multe e pene per chi beve alla guida. Ci sono priorità e priorità e né i sardi né il futuro dell’energia del paese non sono in cima alla lista. Come si suol dire “Il pesce puzza sempre dalla testa”.
Buon pomeriggio,
È da quando terna ha deciso di dismettere il sistema di emergenza presso ottana, credo anno 2015, che ho capito e detto, qui hanno in mente di tenerci al guinzaglio, ricattarci, ben sapendo che in Sardegna fossimo abbastanza autonomi riguardo ad energia elettrica, infatti subito dopo nella stanza dei bottoni, i luminari, con la scusa green, cercano di chiudere (oramai siamo prossimi) le due centrali,svuotano spesso i bacini x quelle elettriche, ora ci danno il guinzaglio insieme a 300 cosidetti parchi eolici mostruosi approvvigionando x 50 anni il resto dell’Italia e le tasche internazionali.. Se ciò avverrà, sarà devastante, la nostra isola non si rialzera’ mai più.. Vorrei far presente che parchi eolici non mi pare ne saranno installati dall’emilia Romagna in su.. per quanto riguarda la In Corsica, li non esistono sistemi né eolici né fotovoltaici a terra, chi va in quella terra si renderà conto della loro quasi totale autonomia, 4 aeroporti, 4 porti in continuità territoriale (a noi bastava copiare, come suggerito da loro) hanno una compagnia regionale e sono 1/4 della Sardegna, non ci sono incendi, nulla entra e nulla esce che loro non vogliano…zero fast food esteri o negozi cin…. si, per non parlare della cosiddetta accoglienza…..niente… Noi invece siamo secoli sottoscacco e non riusciamo ad alzare la testa di un mm.. Non la vedo bene per il futuro.. Scusate la lungaggine..
Cosa ci manca?
La costruzione di un bel numero di CPR, associata allo norma appena fatta dellosganciamento del numero dei migranti dalla popolazione residente (e non è questione di razzismo) con nessuna politica per le nascite ci porterà fra qualche decennio al ricordo (ma i Fenici e i Sardi……sono esistiti?)
Mi permetto di commentare solo la prima parte, della seconda ho conoscenze limitate. Non condivido l’accostamento con la dottrina militare, mi pare molto vaga e non rispondente alla realtà. Ryanair ha sempre fatto i suoi interessi ossia fare utili indipendentemente se arrivassero dai biglietti, dalle vendite o dai finanziamenti più o meno alla luce del sole. Ha iniziato dai piccoli e dimenticati aeroporti dove avevano bisogno di passeggeri o chiudevano (esempio Alghero), ha preso tutto quello che c’era poi finiti i soldi ha traferito il tutto in lidi più ricchi, fin quando piano piano ha conquistato anche le piazzeforti italiane (non in Francia e in Germania dove la politica non ha creduto alle sirene irlandesi). Purtroppo la Sardegna ha preso una strada che poteva essere condivisibile nel concetto, ma purtroppo non ha le persone competenti (forse li avrà anche avuti) in un campo come il trasporto aereo che coinvolge diversi aspetti: da quello economico, a quello normativo, a quello statistico ecc. e soprattutto persone che quando vanno a parlare con i tecnocrati europei non sanno portare avanti le nostre esigienze e alla fine ci troviamo con dei bandi di gara azzoppati. I nostri vicini, pur essendo un quinto dei sardi, sono molto più preparati, studiano il fenomeno, sentono le persone e le categorie produttive, studiano la normativa, si confrontano allo stesso piano dei tecnocrati e portano avanti le loro esigenze, basta leggere il loro bando di gara e confrontarlo con uno della Sardegna per vedere le enormi differenze,
Per il nome del candidato aspetto con curiosità, anche se ormai sono convinto che non cambierà molto.
Gentilissima, noi siamo qui. Lo spazio è a disposizione di chiunque abbia cose da dire, le dica in modo serio e sappia dirle senza insultare nessuno.
Buongiorno, grazie per il vostro impegno. Col vostro articolo avete affrontato due temi di fondamentale importanza, potremmo approfondire con altri temi che riguardano lo sfruttamento del turismo, servitù militare e inquinamento delle industrie petrolifere. Grazie mille,mi metto a disposizione come cittadina semmai pensate che ognuno debba fare la propria parte nel divulgare.
Vede, signora Piras, non le deve risultare solo che sono stato consigliere e assessore regionale. Deve risultarle anche ciò che ho fatto. Io sono quello che ha portato via due centrali idroelettriche all’Enel, quello che ha sostenuto il più grande bando per rendere autonomi energeticamente gli edifici pubblici senza far toccare un euro all’Enel. Io ho combattuto e quando venne deciso il Tyrrenian link mi pronunciai contro, da privato cittadino. Lei, quando si combattevano queste battaglie, dov’era o le battaglie si combattono solo quando entrano di prepotenza nella cita muraria del proprio paese?
Dopo aver letto l’articolo, peraltro puntuale e dettagliato, dov’era quando, in ragione o al governo centrale, si prendevano quelle decisioni, capestro, per noi sardi? Mi risulta che abbia occupato, per parecchio tempo, gli scranni regionali e non solo. Ora il pianto del coccodrillo non ci serve.. Noi sardi, siamo stanchi e incazzati… Le ricordo che le proteste degli anni 60 a “Pratobello”, le abbiamo ancora vive nella nostra memoria. E non escludo che si possano ripetere.
“Francamente, vedo un solo candidato alla carica di Presidente della Regione con grandezza di idee adeguate alla sfida.” Anche io: tu!
Conosco già la tua risposta…ma la mia considerazione si scrive sola sola.
Sull’eolico sono pienamente d’accordo. Su Ryanair invece non del tutto. Adesso tutti quelli che danno mazzate addosso alla compagnia irlandese si sono dimenticati che per anni abbiamo potuto viaggiare in Europa a costi irrisori, molto più bassi di un Alghero-Roma. E allora bisognerebbe guardarsi attorno, e nemmeno troppo lontano (Corsica e Baleari) per rendersi conto che le responsabilità sono politiche e sappiamo bene di chi sono.
Non l’ho pensato per 70 anni, ma di fronte ad assalti alla nostra terra di questo calibro, mi viene in mente la soluzione plasticier dei Corsi. Era il 1993 quando a Lozzi uno di loro mi chiese quanti eravamo. Alla mia risposta mi disse che loro in 300.000 non si facevano mettere i piedi in testa (lo disse in modo più colorito), da allora coltivo un dolore profondo per la nostra debolezza.
Dopo i Quattromori davanti a Le Pen a Pontida, quel dolore sta diventando rabbia difficile da controllare.
Quando si dice grandezza di idee adeguate alla sfida. E Cassa depositi e prestiti [ https://shorturl.at/moFGP ]. E si benedice il Tyrrhenian link (con la ‘h’ però…) e si accettano in cambio 500mila euro per il disturbo, per fare un po’ di manutenzione in campi sportivi, chiese e nuraghi e piste ciclabili: le grandi idee e sfide, infatti! [ https://shorturl.at/asGKY ]
Saccheggio eolico? Ok: “Non dobbiamo avere paura del futuro e del cambiamento. E basta classi dirigenti che assecondano ansie e paure, spesso alimentate perché nascondono conflitti di interessi che si muovono dietro lo scenario economico. Nei confronti dei progetti dell’eolico offshore c’è spesso un atteggiamento di diffidenza e di chiusura, io non lo condivido e lo dico chiaramente, perché dietro questa diffidenza e questa chiusura c’è una incapacità di confrontarsi col futuro, con l’innovazione, che è invece necessaria per costruire un mondo migliore e più equilibrato. Tutti dobbiamo dare il nostro contributo – incalza Milia – particolarmente chi più è nelle condizioni di farlo. E da questo punto di vista noi sardi siamo più nelle condizioni di altri e non possiamo vivere all’insegna della paura, del chiuderci in noi stessi e pensare che possiamo bastare a noi stessi. Nessuno basta a sé stesso, neanche il più forte. Credo – aggiunge ancora il sindaco di Quartu – che questa sia la strada da percorrere, non ne conosco altre. Non si fugge dal guardare il futuro, non si può vivere voltandosi indietro e pensare che dobbiamo tornare al passato. Il passato non era migliore del presente, mi rifiuto di pensarlo, noi dobbiamo fare in modo che il futuro sia migliore [ cit: https://shorturl.at/belyP ]
Una violenza all’ambiente intollerabile. Una devastazione dei nostri terreni per l’avidita’ di pochi. Non lasciamo che accada. Altre volte i sardi hanno saputo agire, perché ora no. Che cosa è stato promesso? Nessuno si ricorda dei mostri che deturpano ancor oggi la solitudine delle piane, abbandonati dopo che avevano preso capitali e illuso lavoratori? Non sono soldi facili, è distruzipne, è disonore.