Tempo fa segnalammo che la Giunta regionale aveva varato un sistema di mutande genucolari per coprire le sue vergogne o per avere il tempo di farlo. Sia chiaro: la dimensione della mutanda non era per niente proporzionata a quella della virtù, perché di fenomeni naturali a questo giro non ce n’è; era invece una dimensione adeguata alla vergogna, non dunque a copertura dell’organo, ma dell’attività praticata.
Si tratta del callidissimo sistema delle bustine inserito nel reparto Delibere di Giunta del sito della Regione Sardegna e venduto al popolo come sistema della massima trasparenza per cui i Sardi, trattati appunto da cittadini protoglaciali, immaginati come dotati di solo linguaggio gestuale, prepittografico, e ansiosi di scambiare oro con berretti (come accadde a Colombo), anziché trovare in rete gli atti della Giunta appena assunti o poco dopo, possono richiederli nel mentre che la Giunta stessa tarda a divulgarli. La Giunta nasconde, i Sardi chiedono attivando la bustina e ricevono ciò che chiedono quando la Giunta ne ha piacere e voglia; questa è la nuova trasparenza.
L’oscenità della secretazione temporanea spacciata per trasparenza ha raggiunto adesso livelli che non fanno più ridere, perché ostentano un’indifferenza alle regole minime e irrinunciabili dell’esercizio trasparente dell’azione amministrativa che se è ritenuta tollerabile dagli apparati dello Stato (sempre attenti a perseguire gli onesti scomodi e mai i faccendieri – nel senso delle faccende – funzionali) non è sostenibile dall’intelligenza dei nativi eretti, di postura e di coscienza.
La Delibera della Giunta regionale 46/53 del 22.11.2019 è latitante da 10 mesi. Oggetto: Sardegna IT srl. Approvazione nuovo statuto, nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione e altre disposizioni conseguenti.
Come diavolo si fa a assumere una delibera che approva lo strumento giuridico e gestionale principale di una società interamente controllata dalla Regione e nomina il Consiglio di amministrazione e a tenerla nascosta per dieci mesi, mandando deserte le assemblee dei soci della società o rendendole inutili?
Che cosa si è deciso nella seduta del 22 novembre?
Non si è deciso niente? E perché non la si è annullata?
Cosa ha dichiarato la Regione nelle assemblee dei soci?
Si vuole nominare ora o si è nominato allora? O si vuole nominare ora per allora? Che rapporto c’è tra la delibera fantasma e la decisione realmente assunta? Come diavolo è possibile che una delibera fantasma rimanga segreta per dieci mesi e produca effetti, posto che la società è senza guida?
Questa impudenza ostentata da chi è autorizzata? Chi protegge la schiena di azioni così ardite?
A fronte di questa sguaiata inciviltà giuridica, che riguarda una società i cui amministratori di un tempo hanno carichi pendenti con la Regione, nei palazzi regionali possiamo ammirare foto cartonate degli assessori, collocate come installazioni artistiche nelle sale d’aspetto degli assessorati.
Il senso del giusto no.
Quello del ridicolo neppure.
Resta il senso che fa senso.
Se non l’opposizione, l’opinione pubblica…
È l’assenza totale di vergogna
Però depet èssere chi pro issos (posizione e/o posizione) «il senso che fa senso» est «il senso». Sinono ite lampu de sensu tenet? Chi siat una cosa «senza senso»?!
Ma il problema non è la Giunta, ormai di lei si sa tutto: origini, motivazioni, obiettivi, strutture esplicite e implicite.
Il problema è l’opposizione.
Inesistente.
Incredibile….
Ma è la riproposizione del laissez faire di concezione liberista, svincolata da regole e decenza, o la mortificazione del diritto civico?